11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 23 marzo 2008

073


Q
uella sera la donna guerriero uscì a cena aggregandosi al gruppetto formato da Av’Fahr, sua sorella Ja’Nihr e Tamos, lasciando la propria protetta alle cure degli altri membri della nave. Fidandosi di Salge e del suo equipaggio, ella decise infatti che per Camne sarebbe stata un’esperienza interessante e formativa poter trascorrere un po’ di tempo in compagnia di altre persone a lei sicuramente amiche, dopo troppi giorni trascorsi unicamente al suo fianco. La fanciulla, pur non dimostrando eccessivo entusiasmo alla proposta, acconsenti all’idea.
Seguendo l’annuncio del colosso d’ebano, dopo essersi radunato il gruppetto si diresse pertanto attraverso il dedalo di moli e navi attraccate verso la città, puntando in particolare ad un’osteria più che rinomata per la propria cucina a base di crostacei.

Il clima nelle strade notturne di Seviath non era poi diverso da quello di altre città, compresa la tanto famigerata Kriarya: folla, rumore, qualche tafferuglio e qualche prostituta erano di casa in tutto mondo conosciuto, una certezza su cui poter contare ovunque. Per quanto quella città portuale non risentisse della presenza continua di una piaga malavitosa al punto da sovvertirne le regole di vita comune e le stesse leggi ufficiali, anche per quelle vie non poteva mancare il rischio di incrociare, specialmente di notte, qualche ladro o sicario, o più semplicemente di ritrovarsi coinvolti a proprio discapito in una rissa fra ubriachi. I marinai, del resto, non erano mai stati noti come persone dal carattere freddo ed intolleranti all’alcool: al contrario nella maggior parte di loro battevano cuori appassionati, facili ad accendersi, ad infuocarsi per la più banale delle ragioni, soprattutto nel momento in cui fin troppo abbondante vino o rum era versato nelle loro vene.
Abituata al clima della città del peccato kofreyota, paradossalmente Midda si sentì pertanto più a suo agio nella notte disinibita, chiassosa e in minima parte pericolosa piuttosto che nel giorno placido e cordiale, troppo ricco di sentimenti spesso mascherati nel nome della convenienza economica tali da permettere al leone di dormire accanto all’agnello senza divorarlo. Non poteva, infatti, evitare di considerare più sincera, più reale, meno ipocrita la vita notturna della città rispetto a quella diurna, con qualche testa spaccata in risposta ad un insulto più o meno meritato e meretrici al lavoro nei vicoli delle strade e negli angoli delle taverne ed osterie, a soddisfare i desideri dei propri mai assenti clienti: negare quegli aspetti dell’animo umano era, dal di lei punto di vista, una forzatura inutile, capace solo di creare problemi e frustrazioni. Molto meglio, ad esempio, chiarire subito con una bella rissa il contrasto fra due opinioni divergenti, sfogando le tensioni, piuttosto che protrarre malanimo non espresso ad avvelenare gli animi in maniera lenta ed inesorabile; molto meglio, egualmente, trovare appagamento ai propri desideri sessuali nell’approvazione della propria compagna, seppur ottenuta in cambio di un giusto compenso, piuttosto che reprimere tali fantasie lasciando poi trovare sfogo alle medesime in gratuite violenze su povere vittime. Certo, il perbenismo spesso imperante in molte città e regni del mondo conosciuto portava a rinnegare realtà tanto normali ed evidenti, considerando male la violenza ed la sessualità, ma creando in tanti dogmi, in tante barriere, in tanti pregiudizi più danni di quelli che altrimenti avrebbe desiderato evitare.

L’osteria in cui il gruppetto della Jol’Ange fece capolino con la propria tutt’altro che scontata presenza, nella bellezza conturbante di Ja’Nihr ed in quella prorompente di Midda, non era poi diversa da qualsiasi altro locale lì vicino: un amplio spazio in legno appena incrostato dalla salsedine e dai vapori delle lampade ad olio che presentava al suo interno lunghe tavolate grondanti cibo e bevande, in prevalenza crostacei e vino, consumati con foga e rumorosità dai commensali lì affollati. Forti risate riempivano l’aria già offuscata dalle nuvole di fumo fuoriuscenti da pipe di più disparate forme, coprendo completamente i tentativi di offerta musicale concessi da un musico seduto in un angolo del salone, abbracciato alla propria mandola come alla migliore delle amanti.
Un amplio sorriso si aprì sul volto della donna guerriero nel superare la soglia, nell’essere accolta da un clima tanto familiare a cui negli ultimi tempi si era costretta a rinunciare, complice l’incarico di proteggere Camne e le difficoltà in tale compito offerte dal carattere troppo ingenuo della giovane.

« Non ricordo quando è stata l’ultima volta che ho potuto addentare una magnosa cucinata come Thyres comanda… » commentò la mercenaria, inspirando i profumi della cucina nel miscuglio caotico di odori lì presenti.
« Che gusti sofisticati. » sorrise scherzosamente Av’Fahr a quell’affermazione.
« Meglio che taci, signor Palato Fine. » intervenne in sarcastico rimprovero Ja’Nihr « O per solidarietà femminile mi ritroverò a ricordare certi aneddoti che tu ben conosci… »

Midda non aveva avuto ancora l’occasione di conoscere la cacciatrice dalla pelle d’ebano, ma nel tragitto che avevano compiuto insieme dalla goletta all’osteria aveva già avuto modo di apprezzare il carattere schietto e spesso pungente della donna, riservato in quel momento in particolare al fratello a lei minore di un paio di anni: il rapporto fra i due, al di là degli apparenti battibecchi, era evidentemente stretto e forte, invidiabile nell’amore e nella premura che reciprocamente si offrivano l’un l’altra. Era più che trasparente la fedeltà assoluta al proprio complementare e, sicuramente, alcuno fra i due avrebbe esitato a sacrificare la propria vita per salvare quella dell’altro: assolutamente non scontata tanta devozione fraterna, sentimento anzi decisamente raro nel mondo, che non poteva non commuovere nell’essere riscontrato come in quel caso.

« Ehm… io adoro le magnose! » sorrise sornione il colosso, cercando di placare i propositi diffamatori della sorella « Assolutamente sì! Sono anzi il mio piatto preferito! Non vedo l’ora di ordinarli, affogati in un caldo e piccante sughetto… »
« Là vi è un tavolo libero. » indicò Tamos, prendendo parola e puntando l’indice destro verso un desco non lontano da loro, sito su un lato del salone in posizione intermedia fra l’ingresso ed il bancone ad esso opposto.

Se con Ja’Nihr la conoscenza era ancora e temporaneamente troppo superficiale, del marinaio tranitha la donna guerriero aveva a malapena avuto modo di poter ascoltare la voce, tanto erano ridotti i suoi interventi nelle conversazioni: il carattere del giovane appariva infatti decisamente introverso, chiuso al dialogo ma più che aperto all’ascolto, ben lontano da essere distaccato dagli eventi a lui circostanti per quanto potesse apparire separato da essi.

« E bravo il nostro Tamos! » esclamò la mercenaria, spingendo appena lo stesso a dirigersi in tale direzione con un fare giocoso, desiderando comprendere se l’inibizione verbale dell’uomo fosse realmente caratteriale o derivasse dalla di lei presenza « E’ meglio allungare il passo prima di perdere il posto! »
« Ehy… » protestò appena il giovane, lasciandosi però guidare dall’incitazione di lei verso il tavolo.

Ancor prima che i quattro potessero giungere al posto prescelto, un garzone sporco di unto dalla punta dei piedi a quella dei capelli, si presentò a loro, ripulendo rapidamente la superficie in legno della tavolata e ponendo non richiesta una brocca di vino fresco insieme a quattro boccali di coccio al centro della stessa: un’ordinazione praticamente scontata e pertanto esaudita ancor prima che potesse venir formulata.

« Mi piace questo servizio. » sorrise la donna guerriero, osservando compiaciuta l’azione del ragazzo prima di accomodarsi sulla panca da un lato del tavolo, tirando Tamos a sedersi accanto a sé « Ora c’è da vedere se il vostro giudizio su questo posto è troppo generoso oppure… »

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, mi chiamo Giorgia e trovo la tua idea sensazionale.
Adoro i libri fantasy, al momento sto leggendo la trilogia delle cronache del mondo emerso.
Ho scoperto per caso qsto tuo blog-novel avendo per caso trovato prima il tuo vecchio blog su splinder...
...ho deciso di salvare tutto per poi leggerlo con calma.
I libri fantasy nn sono mai troppi giusto?
Davvero complimenti e spero di riuscire a mettermi in pari e leggere giorno dopo giorno i nuovi capitoli che scriverai.
Mi piacerebbe moltissimo conoscerti, già ti stimo!
Io ho quasi 28 anni...ancora bravo!

Giorgia, red_witch_it@yahoo.it

Sean MacMalcom ha detto...

Ommamma... =^.^=

Ammetto un reale e completo imbarazzo che mi rende rosso peperone dalla punta dei piedi a quella delle orecchie.

Benvenuta, grazie per aver offerto interesse e per il tuo commento... sei davvero troppo generosa con le tue parole nei miei riguardi! Spero di non deluderti troppo nel momento in cui leggerai effettivamente i miei modestissimi scritti. ^_^"""

Grazie ancora! ^.^