11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

sabato 27 settembre 2008

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L
a vita quotidiana il Kofreya, così come nell’intero continente, non trovava in quegli anni, in quell’era, una particolare pubblica devozione per le arti e la cultura in generale, considerando comunemente, tanto nel più ricco quanto e soprattutto nel più povero, uno spreco di tempo e di energie rivolgere la propria personale attenzione ad interessi che mai avrebbero condotto il pane sulla tavola o avrebbero permesso un particolare arricchimento, un incremento nella propria sfera di potere. Ciò nonostante, almeno nelle fasce più benestanti della popolazione, la maggior parte dei bambini aveva normalmente occasione in età infantile di affiancare ad un addestramento fisico, utile a garantire la propria sopravvivenza, un addestramento mentale: leggere e scrivere, per i nobili, i ricchi mercanti, i mecenati era attività comune, forse non da tutti apprezzata ma, per lo meno, da tutti conosciuta. Per i meno abbienti, altresì, rare erano le occasioni di lasciare uno stato di profonda ignoranza nel ricevere, per lo meno, l’insegnamento delle basi dell’arte della lettura: nella maggior parte dei casi, invero, erano proprio gli individui stessi a non ritrovare utilità in un simile diletto, a non vedere uno scopo in tale conoscenza, preferendo specializzarsi, o far specializzare il proprio figlio, in un qualche mestiere, in una qualche professione ancor prima di fargli perdere tempo per qualcosa che non gli sarebbe mai stato utile. Un addestramento vero e proprio alla lettura, invero, era fornito ed imposto all’esercito kofreyota, dimostrando in ciò una visione sufficientemente illuminata da parte degli antichi sovrani che tali regole avevano imposto: a tutti i soldati, a qualsiasi grado essi si proponessero, era richiesto di saper leggere, laddove spesso i comandi, gli ordini non potevano essere affidati unicamente al verbo e trovavano maggiore possibilità di comprensione nello scritto. Discorso già diverso, altresì, si proponeva quello della scrittura, dove ai semplici soldati non era domandata una tale capacità, riservandola altresì alle cariche maggiori, ai gradi più elevati.
In un simile contesto, per i mercenari la situazione non si proponeva omogenea come era invece per i militari arruolati: essendo, in tal caso, la loro formazione affidata unicamente a se stessi, il grado di familiarità di un mercenario con l’arte della lettura o della scrittura era tutt’altro che comunemente similare. Da un lato, così, vi erano mercenari come Midda, i quali, anche in virtù di una vita ricca di esperienze, avevano compreso l’importanza di essere in grado di scrivere e leggere, oltre che di parlare, non unicamente nella propria lingua natia ma, possibilmente, nel maggior numero di idiomi possibili, per non lasciarsi mai cogliere impreparati dal fato, dalle possibilità che il destino avrebbe potuto porre loro di fronte. Tali casi, invero, erano ben lontani da essere la maggioranza: la Figlia di Marr’Mahew, non a caso, si proponeva come un esemplare più unico che raro nella propria professione, pur non potendosi nascondere un’ignoranza decisamente superiore a quella che avrebbe altrimenti gradito possedere. Purtroppo, anche per lei, il tempo dedicato alla propria sopravvivenza, oltre che ovviamente al mantenimento del proprio perfetto stato fisico, inevitabilmente soffocava qualsiasi possibilità di ampliare il bagaglio culturale posseduto, come al contrario poteva permettersi di fare una persona simile a Sha’Maech. Al di là di casi rari e speciali come quello di Midda, poi, vi era tutta una vasta gamma di possibilità che vedevano coinvolti i mercenari: coloro che sapevano leggere e scrivere alla perfezione nella propria lingua, coloro che sapevano leggere ma non scrivere ed anche coloro che non erano in grado di proporsi né in un ruolo né in quello opposto. Del resto per andare in guerra, per uccidere qualcuno, o per difendere qualcun altro, saper leggere e scrivere non si proponeva quale un requisito fondamentale.
Per tutto questo, Midda non ebbe ragioni di trovare divertimento nell’essere informata di una particolare condizione del loro gruppo che, purtroppo, doveva essere sfuggita alla perfetta pianificazione di lady Lavero.

« Bene… ora che finalmente riusciamo a vedere quello che ci circonda, dobbiamo darci da fare… » incitò Carsa, rialzandosi da terra.

Nell’oscurità della notte, invero, impossibile, oltre che poco prudente, sarebbe stato per loro muoversi nella Biblioteca alla ricerca del volume desiderato dallo studioso: così essi avevano approfittato dell’occasione per restare tranquillamente a riposo fino al sorgere del nuovo sole, al riparo da ogni possibilità di sguardo indiscreto dall’esterno. Inevitabilmente, in tale lunga notte, le due donne avevano anche provveduto a scambiarsi nuovamente gli abiti, gratificando, nel ritorno a vesti per loro più consuete ed idonee, non solo i propri corpi ma anche gli sguardi estremamente indiscreti dei loro compagni che non avevano voluto assolutamente perdersi lo spettacolo, nonostante le minacce mortali rivolte a loro discapito. E se, dal punto di vista dei due compagni fraterni, fortunatamente le due donne, per ragioni diverse, non sembravano offrire particolari pudori o imbarazzi nel mostrare le proprie forme scoperte, sfortunatamente le medesime, ugualmente per ragioni diverse, non si sarebbero spinte a concedere nulla di più di quelle emozioni visive, lasciandoli soffrire dolcemente per ciò che mai avrebbero potuto possedere.

« Le indicazioni di Sha’Maech sono sufficientemente chiare. » commentò la donna guerriero, risollevandosi a sua volta « Purtroppo però non abbiamo alcuna idea di dove possa essere finito il volume: direi quindi che la strategia migliore per districarci in questo dedalo è quello di dividerci, dandoci un appuntamento a metà giornata di nuovo in questo punto per un aggiornamento e, in caso di insuccesso, ritrovarci di nuovo qui a sera. »
« Concordo. » annuì la compagna « Restare uniti in questo frangente non ci offrirebbe alcun vantaggio… »
Midda, sorridendo per quella conferma, iniziò ad indicare i punti cardinali per concedere loro una migliore separazione: « Bene… allora direi che possiamo fare così… »

Le parole, però, le morirono sulla bocca, nel momento in cui il proprio dito si diresse verso Howe e la sua mente elaborò finalmente un comportamento decisamente insolito in quella mattina, già notato ma non ancora compreso in ogni sua sfumatura: né uno né l’altro dei due elementi maschili della loro squadra aveva fino a quel momento aperto bocca ed entrambi, anzi, stavano scambiandosi sguardi decisamente smarriti, per non dire imbarazzati, in conseguenza della proposta appena espressa. Era lampante come qualcosa in quanto detto non li ponesse a loro agio e, per questo, lasciando momentamenamente perdere la divisione delle aree di competenza, la mercenaria li osservò con serenità a domandare spiegazioni.

« Cosa succede? »
Incerti i due si guardarono e solo dopo un lungo momento di silenzio, di fronte allo sguardo tranquillo di Midda ed a quello un poco spiazzato di Carsa, Howe prese coraggiosamente parola: « C’è un problema… »

Lady Lavero di certo aveva scelto con cura i propri mercenari in quella squadra, selezionandoli in base alle specifiche competenze, alle capacità che ognuno di loro avrebbe saputo offrire singolarmente e che avrebbe saputo concedere all’interno di un gruppo. Purtroppo, dall’alto della propria fiera intelligenza, anche alla nobildonna uno specifico particolare era sfuggito: nessuno fra i due uomini, invero, aveva mai ricevuto una qualche formazione nel campo della lettura o, tanto meno, in quello della scrittura. Forse era stato proprio in conseguenza di quella loro incapacità che, in qualche momento passato, essi avevano avuto cagione di incontrare una mente vivace come quella di Sha’Maech, che con le proprie conoscenze, con la propria vasta cultura, aveva sopperito fino a quel momento ad ogni loro esigenza: ma per quanto precise avevano potuto essere le indicazioni del saggio rivolte a loro sul volume da trovare, in quell’occasione egli sembrava non aver considerato come essi non avrebbero mai potuto leggere il titolo riportato sopra il tomo, per identificarlo nell’infinità di altri libri simili lì presenti.
La Figlia di Marr’Mahew, dimostrando una particolare sensibilità in tutto quello, comprese rapidamente la situazione dei due compagni e, interrompendoli con un gesto della mano prima che potessero proseguire in quell’ammissione inevitabilmente spiacevole per loro, sorrise e scosse il capo ad indicare l’assenza di necessità di ulteriori spiegazioni.

« Non vi preoccupate… » li rassicurò con voce quasi dolce, in opposizione al proprio tono solitamente freddo e pungente « C’è una soluzione anche a questo. »

3 commenti:

Tanabrus ha detto...

Che ha in mente Midda per sopperire alla lacuna?

Gireranno in coppie?

O scriverà il titolo del libro, dicendo ai due geni di chiamarle se trovano un libro con quell'esatta sequenza di segni sulla copertina?

Anonimo ha detto...

Corso di lettura accelerato? :P
Comunque, concordo con Tanny! Viva la lettura e la cultura!!!

Attento che ti mangi alcune lettere in alcuni punti del racconto... ;)

Sean MacMalcom ha detto...

@Tanny: una delle due è azzeccata... vedremo domani quale! :D

@Palakin: brutti effetti della fame? :P :D