11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 17 agosto 2010

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S
e solo avesse avuto tempo e modo di esprimersi, Ras’Jehr sarebbe stata più che lieta di condividere con la propria non desiderata, e pur obbligata, compagna di ventura, tutte le informazioni in suo possesso sulla sfinge, nel desiderio di concederle occasione per comprendere quale genere di creatura ella si stesse tanto impegnando a canzonare, quasi avesse a che fare con un banale animaletto locale e non con una delle stirpi peggiori dell’intero deserto shar’tiagho.
Numerose avrebbero potuto essere considerate le ipotesi sull’effettiva origine delle sfingi, sulla loro ascendenza, dal momento in cui, accanto a quella che era proposta quale la versione del mito riconosciuta a livello di fede, e inserita in maniera ufficiale all’interno della complessa cosmogonia politeista locale, sussistevano numerose versioni alternative, apocrife, tali da includere ogni genere di teoria e soddisfare, in ciò, ogni possibile fantasia popolare a tal riguardo. Così, ove rivolgendosi a un sacerdote shar’tiagho, questi non avrebbe esitato, non si sarebbe serbato il benché minimo dubbio, ad attribuire l’origine di tali mostri a un atto di distruttiva creazione della dea Se'Hekm-Et, signora della guerra, un’ampia fetta della popolazione si sarebbe altresì dimostrata pronta a spergiurare quanto tali bestie avrebbero dovuto essere considerate persino antecedenti alla genesi di quella seconda progenie di divinità alle quali anche la dea dalla testa di leone apparteneva, indicando, in ciò, qual responsabile per l’esistenza delle sfingi addirittura lo stesso Ru, principio universale rappresentato dal fuoco, al solo scopo di infastidire la propria sorella Tu, la terra, affliggendola in tal modo con la presenza di una simile piaga. E se, all'attenzione di un profano, di uno straniero estraneo alle tradizioni locali, quella diversità di vedute non avrebbe potuto dar luogo ad alcuna sostanziale differenza, le implicazioni derivanti dall’una o dall’altra versione sarebbero state estremamente chiare a chiunque fosse confidente con il mito della creazione locale. Individuando, infatti, in Ru, figlio di Ur, il cielo, e di Ut, il mare, la creazione delle sfingi, alle medesime si sarebbe riservato un ruolo praticamente egualitario rispetto a tutti gli dei del pantheon, se non, addirittura, superiore al loro, nel considerarle persino più antiche della loro stessa generazione, forse risalenti alla prima famiglia di selvagge e incontrollate divinità che Ru e Tu si erano dilettati a creare per giuoco, per ludo, e che, successivamente, era stata annientata, in quanto eccessivamente caotica per poter restare in vita, per poter accogliere nelle proprie mani la responsabilità sull’intero Creato. Indicando, altrimenti, la dea Se'Hekm-Et, o chi per lei, qual genitrice di tali creature, esse sarebbero potute essere considerate, tutt’al più quali semidivinità o, ancor meglio, banali mostri, sì orridi, crudeli, furiosi, forse immortali, ma pur sempre inferiori al rango proprio di un dio.
A prescindere dall’effettiva classificazione delle sfingi, in tal modo posta in concreto dubbio nonostante ogni apparente certezza, ogni dogma imposto dalla religione, comune a ogni racconto, a ogni leggenda a loro riguardo, si imponeva comunque il particolare tutt’altro che irrilevante del loro stesso aspetto: creature ibride non diversamente dalle chimere presenti più a sud, e con le quali la Figlia di Marr’Mahew aveva avuto a che fare sin dagli esordi della propria professione mercenaria, le sfingi erano descritte qual caratterizzate fondamentalmente da un corpo leonino e da un capo di diversa natura, umana o animale. Quelle con volto umano, da alcuni indicate con l’appellativo di androsfingi nella volontà di evidenziarne la specifica natura, erano indubbiamente coloro presenti in misura maggiore nell’immaginario collettivo, tanto da caratterizzare, con la loro presenza, l’architettura locale, nel porsi addirittura abitualmente scolpite in lunghe, apparentemente interminabili, fila di più o meno gigantesche statue, a protezione delle grandi città e a guardia delle strade principali del Paese, nel desiderio di scoraggiare, in tal modo, con simile minaccia, qualsiasi brama offensiva. Altre sfingi, tuttavia, non mancavano di essere presenti all’interno della locale panorama, come le criosfingi, dalla testa di capra, o le ieracosfingi, dalla testa di falco: quest'ultime, in effetti, sarebbero potute essere forse considerate quali assimilabili, nella propria stessa concezione, ai grifoni, ugualmente conosciuti nelle regioni meridionali del continente, creando in tal senso un unico filo conduttore fra quei due scenari, apparentemente tanto dissimili e pur, forse, più similari di quanto ci si sarebbe potuti attendere.
Nulla di tutto ciò, di tante interessanti disquisizioni, poté essere comunque offerto all'attenzione della donna guerriero, dal momento in cui, in quel particolare frangente, dettagli ben diversi avrebbero potuto essere giudicati qual realmente utili, necessari da conoscere a tal riguardo…

« Tre cose è importante che tu sappia sulle sfingi… » sussurrò Ras'Jehr, tornando a volgersi verso la luce in lontananza, quasi a volersi assicurare che fosse ancora presente là dove era stata individuata « Primo: tutte le sfingi hanno un rapporto innato con il fuoco. Esse generano il fuoco nella profondità delle loro gole e, con esso, sono capaci di ridurre in polvere tanto la carne quanto il metallo. »
In silenzio Midda accolse simili informazioni, finalmente soddisfatta nelle proprie continue richieste, in quel genere di dati per lei a dir poco indispensabili nella volontà di confrontarsi con quella creatura e, possibilmente, di sconfiggerla, per quanto tale particolare bramosia sarebbe potuta risultare a dir poco folle nel confronto con la presentazione sino a quel momento proposta dalle parole della compagna.
« Secondo: malgrado il loro particolare rapporto con il fuoco, le sfingi sono predatori notturni. Durante le ore di sole, esse riposano nella profondità della terra, concedendosi occasione di caccia solo al calar delle tenebre. E la carne umana è da loro considerata al pari di una squisita prelibatezza. » continuò la giovane guardia, estremamente seria nella definizione di quei punti, di quelle caratteristiche « Terzo e ultimo: le sfingi sono invulnerabili. Qualsiasi tentativo di offesa a loro discapito è destinato a risultar vano. Nessuno… nessuno è mai sopravvissuto a un incontro con una sfinge. »

Parole estremamente gravi, particolarmente severe, quelle così scandite dalla shar'tiagha che, per quanto non avrebbero voluto imporre necessariamente il panico sulla propria interlocutrice, desideravano sicuramente farle comprendere quanto pericolosa, quanto temibile avrebbe dovuto essere giudicata quell'avversaria, da non sperare di affrontare, quanto, piuttosto, da impegnarsi a rifuggirle, almeno sino a quando quella stella lontana non si fosse definitivamente spenta, sancendo l'inizio della notte e, con essa, la fine delle loro vite.

Ben diversa fu però la risposta della donna guerriero in tal senso, dal momento in cui, priva di evidente agitazione, si limitò a domandare: « C'è qualche altro dettaglio possibilmente utile che dovrei sapere? Qualcosa di meno enfatico e più pratico, magari? »
Quale scandalizzata, in quel frangente, fu la replica della giovane cugina di Be'Sihl: « Qualche altro dettaglio? » esclamò, con tono di voce quasi normale, nel trovarsi a essere, per un istante, persino dimentica del dolore imposto alle proprie orecchie da un udito estremamente più sensibile « Sapere di avere a che fare con una creatura divoratrice di uomini e sostanzialmente invincibile, non ti è sufficiente? O, forse ritieni che stia tentando di ingannarti?! »
« Calmati… o questa volta mi costringerai davvero a prenderti a schiaffi. » le rispose l'altra, esprimendosi con tono ormai consueto, quel lieve bisbigliare più che sufficiente a garantire loro una perfetta comunicazione, anche in conseguenza della brevissima distanza esistente fra loro « Posso tollerare simili fesserie da un'estranea. Ma ora, che ci piaccia o no, le nostre vite sono legate l'una all'altra, e poste entrambe in serio dubbio da questa sfinge… qualunque cosa essa sia. »
« Ma… » tentò di intervenire la guardia, quasi in imbarazzo di fronte a quel rimprovero, giudicato qual immeritato e pur, intimamente, inconsciamente, tutt'altro che condannabile.
« Ascoltami. Nel momento in cui si racconta che esiste una bestia invincibile, affamata di carne umana, dall'incontro con la quale alcuno ha mai potuto trovare occasione di salvezza… si sta esprimendo un'emerita fesseria. » spiegò, dando riprova, in tali termini, di quanto, realmente, ella fosse a proprio agio nel confronto con simili realtà, avventure per altri considerate impossibili e per lei quasi una consuetudine, un sostanziale diletto « Se veramente alcuno fosse mai sopravvissuto dopo l'incontro con una fenice, chi avrebbe potuto mai porre in circolazione simili voci? Chi avrebbe mai potuto raccontare come è fatta una sfinge o, ancor più, le sue particolari abitudini di vita? » questionò, affrontando con assoluta razionalità un tema al di fuori di qualsiasi logica umana.

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