Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
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E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
giovedì 16 febbraio 2017
RM 046
Quelle parole ebbero, per Madailéin, l’effetto di una secchiata di acqua gelida, con tanto di cubetti di ghiaccio al suo interno. Per un primo istante ebbe a sgranare gli occhi con impeto tale che, persino, parvero poter balzare al di fuori delle orbite. Subito dopo, a fatica, trattenne il boccone di lasagna all’interno delle labbra, pur non potendo ovviare a tossire in maniera scomposta, costringendosi, in ciò, a coprirsi le labbra con entrambe le mani prima di perdere qualche pezzo in giro. E, dopo aver ingoiato con non poca fatica, ma con una certa urgenza affinché nessuno avesse possibilità di aggiungere altro, si riservò, contraddistinta da un certo livello di ansia, l’opportunità di prendere parola a tal riguardo, scandendo con voce quasi strozzata una semplice domanda…
« Papà… ma che diavolo ti sta passando per la testa?! »
In mezzo a tanti discorsi per lei spesso poco chiari, difficilmente comprensibili nelle proprie sfumature a causa di un contesto culturale completamente diverso da quello del proprio mondo, per la prima volta, in quel momento, Midda aveva altresì ben compreso a cosa stesse pensando il loro interlocutore, non che Maddie avesse suo malgrado qualche dubbio in quella che, obiettivamente, avrebbe avuto a dover essere considerata una questione retorica. A differenza della sua allieva, tuttavia, quell’interrogativo non ebbe a scandalizzarla, quanto, e piuttosto, a divertirla, al punto tale che dovette sforzarsi non poco per trattenere quello che altrimenti sarebbe stato un impeto di ilarità tale da vederla gettare il capo verso il cielo e scoppiare in una fragorosa risata.
Irrefrenabile divertimento, il suo, derivante non soltanto dall’idea che, qualcuno, potesse giudicare l’esistenza di qualcosa di tenero fra lei e… se stessa, o, quanto meno, una se stessa di un’altra dimensione; ma, anche, per la devastante ironia della sorte che, in quel frangente, nel quale stava venendo suggerita quell’eventualità, ella si era allor presentata sotto le mentite spoglie di Carsa Anloch, il nome di una sua vecchia amica, a tratti nemica, la quale, senza nascondere il suo interesse per lei, aveva anche tentato, in maniera pur discreta, un approccio nei suoi confronti.
« Perdonami, bambina mia… » cercò di argomentare il padre, in difesa di quanto appena asserito « Avrò ormai superato il mezzo secolo di vita, ma non sono così vecchio da non rendermi conto di quanto, da qualche mese a questa parte, tu sia cambiata in maniera radicale… e, sicuramente, positiva. » spiegò, a difesa del proprio ragionamento « Per tutta la tua vita, hai sempre tenuto il piede sul pedale del freno, impedendoti di esprimere realmente la tua natura… e, poi, tutto d’un tratto, qualcosa è cambiato e sul tuo volto ho iniziato, finalmente, a cogliere un senso di appagamento qual mai ho più visto da quando ancora c’era tua madre con noi! »
Avesse potuto, Maddie in quel momento sarebbe sprofondata nel pavimento, lasciandosi lì seppellire per la vergogna e la vergogna derivante non tanto dal fatto che suo padre la credesse omossessuale, cosa che non era ma che, eventualmente, non l’avrebbe neppur turbata, quando, e piuttosto, che suo padre potesse crederla legata in tal senso alla propria maestra d’arme, a quella versione più matura di sé, proveniente da un altro mondo, da un altro universo, e che, in quel frangente, chissà che cosa poteva star pensando di lei e di tutta la sua famiglia…
« … non sta succedendo davvero… » sussurrò, coprendosi il volto con le mani, nell’imbarazzo più totale « … questo è solo un incubo, e io sto per svegliarmi… » sembrò persino pregare, nella speranza che, tutto quello, si rivelasse uno scherzo, un gioco orchestrato per qualche assurda ragione, benché, proprio malgrado, comprendeva non essere realmente tale.
« Siete una così bella coppia… » cercò di insistere il padre, or quasi a giustificare la propria uscita, nel cogliere la reazione della figlia e, in questo, nel dispiacersi per aver, forse, errato nei tempi resi propri per quell’intervento « … e, francamente, la storia della dietologa è veramente assurda. »
« Papà… » si intromise Rín, originariamente dello stesso avviso del genitore e pur, allora, scopertasi in dubbio a tal riguardo, non tanto per la reazione della gemella, di equivocabile interpretazione, quanto più per quella della sua supposta compagna, palesemente troppo divertita per considerarsi adeguata a quel contesto, in qualunque chiave si fosse voluto leggere « … forse è meglio se la chiudiamo qui. » suggerì, a porgli un freno onde evitare di complicare ulteriormente le cose.
« Anche tu eri d’accordo? » domandò Maddie, osservando sconvolta la sorella solo con l’occhio destro, attraverso una piccola apertura fra indice e medio della corrispettiva mano, ancora appoggiata sul suo volto « Davvero, Rín?! »
« Devi ammettere che poteva aver senso… è da mesi che sembri un’altra persona… » tentò di giustificarsi la gemella, in quell’ultima reazione della sorella ormai certa dell’errore di valutazione compiuto dal padre e, di riflesso, anche da lei « E, poi, Carsa è una donna molto affascinante ed estremamente piacevole… »
La giovane allieva della figlia della guerra, più che contro l’orrore prodotto dal mordo cnidariano, più che contro la gargolla, più che contro qualunque altra creatura, sino a quel momento, fosse stata loro inviata da Anmel, in quel momento, in quel tranquillo contesto familiare, si sentì prossima a una vera e propria crisi isterica, percependo chiaramente come, da un momento all’altro, si sarebbe alzata in piedi per gridare a gran voce pochi concetti chiari: la sua eterosessualità, per quello che avrebbe potuto valere; il fatto che Midda non fosse la sua compagna, necessaria conseguenza dell’affermazione precedente; e il fatto che Midda non avrebbe mai potuto essere la sua compagna neppure nel caso in cui fosse stata omosessuale, giacché lei e Midda erano la stessa persona… e tutto quello, sinceramente, sarebbe stato quantomeno strano, per non dire estremamente perverso, a livelli tali che persino il leggendario Narciso in persona si sarebbe trovato quantomeno in imbarazzo!
Tuttavia, in quel frangente, una reazione isterica non sarebbe stata particolarmente salubre. E, soprattutto, riservarsi determinate reazioni, e annesse verità rivelatrici, avrebbe quantomeno creato qualche dubbio, da parte di suo padre e di sua sorella, nel merito della sua sanità mentale. Così, a salvarla dall’impiccio, ancora una volta adempiendo al proprio ruolo di protettrice, intervenne in quel frangente proprio la Figlia di Marr’Mahew, accantonando tutta l’ilarità del momento nel ben intuire quanto, allora, la sua apprendista fosse sul punto di crollare…
« Jules… Nóirín… temo ci sia stato un terribile equivoco. » richiese l’attenzione dei commensali, con tono quieto e controllato, pur non negandosi, ancora, un lieve sorriso divertito attorno all’intera questione « E’ vero che Maddie non vi ha raccontato esattamente la verità a mio riguardo… ed è vero che io non sono una dietologa. » ammise con tranquillità, non ritenendo necessario proseguire in quella fola che, sin dal principio, non avrebbe potuto considerarsi credibile « Ma fra lei e me non sussiste alcun coinvolgimento di tipo romantico. »
« Ah… » commentò il padre, arrossendo violentemente per quella placida negazione, di fronte alla quale tutta la propria apparentemente solida argomentazione si ritrovò a crollare come un fragile castello di carte.
« La verità è che, dopo il trauma che Maddie ha dovuto affrontare a seguito dell’aggressione nel suo appartamento, mi ha assunta perché le insegnassi a difendersi. » spiegò, in una nuova menzogna ma, per lo meno, sperava, più credibile della precedente « Da allora, ogni sera, dopo il lavoro, lei viene da me ad allenarsi… motivo per il quale, finalmente, ha iniziato a ritrovare fiducia in se stessa. E se non vi ha detto nulla è stato solo per cercare di non darvi ragione di preoccupazione, all’idea che, in qualche modo, potesse mettersi nei guai. »
mercoledì 15 febbraio 2017
RM 045
Obiettivamente, e non senza un certo dispiacere, la Figlia di Marr’Mahew si stava allor ponendo in grado di comprendere meno della decima parte dei discorsi nei quali, con tanto trasporto, Rín si stava impegnando a coinvolgerla… e, proprio alla luce di così tanto entusiasmo, ella non aveva avuto alcun coraggio di lasciar trapelare tutto il proprio disorientamento, nel ritrovarsi, al contrario, certa di quanto la narrativa fantastica russa avrebbe avuto a doversi considerare competitiva con qualunque altra al mondo, benché non avesse la benché minima idea di cosa accidenti potesse essere la narrativa fantastica e, parimenti, di dove fosse quella fantomatica Russia.
« Quello che mia sorella non vorrà mai ammettere è che, al di là di russi o americani, chi potrebbe fare davvero la differenza nel nostro panorama letterario è proprio lei… » intervenne a prendere parola Maddie, fra un boccone e l’altro, non volendosi negare occasione di assaporare le lasagne o l’arrosto con le patate, benché, ancora, non avessero a esserle chiare le motivazioni del padre, le ragioni per le quali si era impegnato a voler organizzare quel momento conviviale coinvolgendo, imprescindibilmente anche la sua maestra d’arme… anzi, la sua dietologa « Malgrado sia in contatto, professionalmente parlando, con una dozzina di editori, continua a preferire tenere le proprie storie chiuse nel cassetto, anziché tentare di pubblicarle… »
Malgrado le sfumature concettuali di alcuni termini le stessero sfuggendo, nel merito di quell’ultima affermazione Midda fu in grado di cogliere un dettaglio non irrilevante, che la incuriosì e le dette occasione di inserirsi nel discorso in maniera, speranzosamente, coerente: « Quindi… scrivi? » domandò, rivolgendosi alla gemella della propria allieva, offrendole un sorriso sinceramente incuriosito a quell’idea.
« Non direi… cioè… ogni tanto… qualcosina. » minimizzò quella, scuotendo appena il capo e chinando lo sguardo verso il piatto, imbarazzata all’idea di essere scambiata per una scrittrice « Un po’ di racconti… qualche novella… nulla di importante, insomma. »
« Questo non è vero! » protestò, vigorosamente, la sorella, rivolgendo verso di lei la punta della forchetta, quasi a volerla invitare, dietro tale intimidazione, a esprimersi con maggiore onestà « Hai idee molto interessanti… e sei veramente brava a scrivere. Purtroppo, benché io continui a ripetertelo, tu continui a non credermi, quasi la mia opinione non contasse… »
« Non è vero! » obiettò repentinamente Rín, volendo escludere l’eventualità in cui, da parte sua, potesse sussistere un qualche disinteresse per quanto l’altra avrebbe potuto pensare, palesemente legata alla propria gemella da un forte vincolo sentimentale « La tua opinione conta parecchio per me… ma… insomma, non sono ancora pronta. Ho ancora molto da imparare prima di tentare un simile passo. »
La donna guerriero, assaporando il gusto più che piacevole di quelle che le erano state presentate come lasagne, l’ennesimo cibo mai assaggiato prima in vita sua, ebbe ad ascoltare con interesse lo scambio di battute fra le due gemelle, non potendo ovviare a guardare entrambe con dolce affetto e, contemporaneamente, con dolorosa nostalgia. In loro, infatti, ella non stava avendo soltanto a ritrovare se stessa e sua sorella Nissa, quand’ancora bambine si divertivano nella loro piccola isola a vivere, insieme, mille avventure fantastiche, ponendo a confronto, già all’epoca, le proprie differenze caratteriali, la sua estrosa inquietudine con la quieta prudenza dell’altra; ma stava venendo costretta, suo malgrado, a contemplare quanto diversa, e piacevole, sarebbe potuta essere la loro vita insieme, se solo le loro strade non avessero avuto a dividersi in maniera tanto netta… e a dividersi, imperdonabilmente, per colpa sua. Impossibile, allora, sarebbe stato riuscire a ipotizzare qual genere di discorsi le avrebbero vedute protagoniste a tavola, quali aspettative per il futuro avrebbero mai potuto aver a dividere, o in quali modi diversi avrebbero potuto spronarsi reciprocamente, alla ricerca di una sempre maggiore realizzazione personale, godendo l’una dell’appagamento dell’altra. Madailéin e Nóirín, forse, non se ne rendevano pienamente conto, non avendo mai avuto necessità, nella propria quotidianità, di considerare meno che ovvia la reciproca presenza: ma il dono che era stato loro concesso, e che con tanta semplicità condividevano, era qualcosa di straordinario… qualcosa che Midda, proprio malgrado, non avrebbe mai potuto ovviare a invidiare, nell’accezione migliore del termine.
Cogliendo l’evidenza dell’affetto presente nello sguardo della propria ospite, e pur equivocandone le ragioni, laddove, del resto, impossibile sarebbe stato per lui arrivare a intuire, realmente, cosa potesse star attraversando in quel momento la mente della donna seduta alla sua tavola, accanto a loro, il signor Mont-d'Orb volle cogliere l’occasione per prendere voce, pur non intervenendo in maniera costruttiva ai fini di quel discorso, quanto e piuttosto deviando verso una ben diversa direzione, una direzione nella quale, pur, egli desiderava dall’inizio di quella serata opportunità di spingersi, pur non senza una certa esitazione, nel non essere certo di quali parole sarebbero state più opportune per affrontare l’argomento.
« Carsa… posso chiamarti Carsa vero…? » esordì verso la commensale, in effetti non avendo ancora abbandonato l’uso del lei per quanto, in risposta, Midda si fosse rivolta a lui in maniera sempre informale, non esistendo, nel suo mondo, certe formalità nel linguaggio comune e, comunque, neppure interessandole laddove esistenti « Spero che la nostra cucina ti stia piacendo… »
« E’ tutto squisito, Jules… » rispose la donna, annuendo sincera nel giudizio appena espresso « In verità, non avevo mai assaggiato, prima d’oggi, delle lasagne… ma credo, comunque, che siano davvero ottime! »
« In effetti, quelle sono quasi tutto merito di Rín… » puntualizzò, sorridendo « E’ stata lei a fare la maggior parte del lavoro nel pomeriggio… lasciando a me solo il compito di infornare il tutto stasera! »
« I miei complimenti a entrambi, allora. » chinò appena il capo la mercenaria, in segno di rispetto verso entrambi i cuochi « E’ un piatto davvero particolare… »
« Grazie… » riprese voce la corresponsabile di quella cena, per poi proseguire, spinta dalla propria curiosità « Ma, davvero, non hai mai mangiato lasagne prima d’oggi…?! » domandò, non senza un certo stupore « Cioè… capisco il discorso della dietologa, ma… » esitò, ancora subito riprendendo e continuando « … che poi… davvero sei una dietologa? Non mi fraintendere… ma, vedendoti, potrei ritenerti più impiegata nel settore della sicurezza, o magari in una compagnia militare privata. Ma una dietologa… no. Davvero non mi sembri il tipo! » escluse categoricamente, dimostrando, al contempo, assoluta sincerità nel proprio approccio, anche con quella perfetta sconosciuta, nonché uno spiccato spirito d’osservazione nell’averla categorizzata, sebbene con termini con i quali Midda non avrebbe potuto effettivamente considerarsi confidente, comunque qual ciò che era sempre stata: una mercenaria.
Incerta su come poter replicare a quell’interrogativo, la Figlia di Marr’Mahew rallentò appena la cadenza della propria masticata, per consumare più lentamente il boccone appena portato alle labbra e, in ciò, poter guadagnare qualche istante di tempo utile a meglio valutare qual genere di risposta avrebbe potuto porre meno in imbarazzo Maddie, responsabile, per prima, dell’attribuzione di quell’assurda classificazione.
Tuttavia, in quel momento di silenzio, mantenuto anche dalla sua giovane allieva, il padre di questa ebbe apparentemente a trovare una conferma ai propri sospetti, ragione per la quale, con maggiore decisione rispetto a prima, decise di tentare di affrontare, finalmente, la questione in sospeso.
« Ecco… a tal riguardo. » intervenne, pulendosi i bordi della bocca con il tovagliolo, prima di proseguire a parlare, rivolgendosi direttamente verso Maddie e la supposta Carsa « Vorrei dire a entrambe che, per quanto magari l’argomento non sia esattamente facile, per quanto mi riguarda non dovete farvi problemi o, peggio, nascondervi… cioè… per quanto mi riguarda, l’importante è che voi siate felici insieme. »
martedì 14 febbraio 2017
RM 044
Per quanto avrebbe avuto piacere a potersi considerare del tutto indifferente a quanto stava accadendo, Midda Bontor, donna guerriero e mercenaria, non avrebbe potuto asserire, in totale onestà intellettuale, di star affrontando tutto quello con la consueta tranquillità che era solita distinguerla anche nelle situazioni peggiori. Al di là di quanto, infatti, ella avesse avuto già da tempo occasione di maturare una certa confidenza con i viaggi interdimensionali, con le realtà parallele, con altre versioni di se stessa e del mondo attorno a sé, in misura tale, probabilmente, da potersi considerare una veterana ormai anche sotto tale aspetto, non che avesse avuto riprova, fino a quel momento, di altri viaggiatori suo pari; ella, in tutti i voli sulle ali della fenice che aveva, sino ad allora, compiuto, non aveva mai avuto a dover affrontare una situazione simile a quella nella quale, suo malgrado, l’insistenza di Maddie aveva finito col cacciarla. Giacché, se porsi a confronto con versioni alternative di se stessa, per quanto strano, per quanto a tratti folle, alla fine avrebbe avuto comunque a concederle un certo livello di confidenza, nel ricordarsi quanto, in fondo, stesse parlando con altre Midda, contraddistinte, nel profondo del proprio animo, da quelle medesime caratteristiche che, anche in un esempio tanto apparentemente antitetico qual avrebbe inizialmente potuto essere considerata proprio la sua giovane identità in quella realtà, alla fine avrebbero saputo rivelarsi, ponendole in necessaria sintonia, se non, addirittura, in straordinaria eufonia; ritrovarsi a dover condividere un momento pur innocente, pur innocuo, qual una semplice, banale, occasione conviviale al pari di quella serata, con versioni alternative di suo padre e, soprattutto, della sua gemella Nissa, non avrebbero potuto ovviare a intimorirla, a spaventarla, complice, sicuramente, i pessimi trascorsi che ella stessa avrebbe, suo malgrado, potuto vantare in tal senso… ma non solo.
Più di suo padre, in verità, quanto preoccupava davvero la Figlia di Marr’Mahew, avrebbe avuto a doversi riconoscere proprio la versione alternativa della propria gemella. Oltre, infatti, a porla innanzi al peso delle proprie colpe, al rimorso per quanto, nel suo mondo, purtroppo ella aveva inconsapevolmente contribuito a rovinare, nel loro rapporto e nella sua vita, spingendo un’ancor giovane Nissa Bontor a votarsi, anima, mente, cuore e corpo, a una missione di perpetua vendetta contro di lei e, in ciò, addirittura a divenire regina dei pirati dell’isola di Rogautt; quanto più non poteva ovviare a inquietare la mercenaria, in quel frangente, avrebbe avuto a doversi considerare la terrificante consapevolezza di quanto, nella maggior parte degli universi da lei esplorati, le sue versioni alternative, le altre Midda che aveva incontrato, avevano avuto, loro malgrado, un percorso simile al suo, tale da rendere, puntualmente, ineluttabilmente, ogni Nissa qual ricettacolo apparentemente perfetto per accogliere l’empietà della regina Anmel. E benché, in mondi più distanti dal suo, in realtà in cui, addirittura, la sua versione locale non avrebbe neppure avuto a vantare lo stesso nome, come in quel caso, gli eventi utili a definire l’identità delle stesse generalmente non avevano condotto a quella terribile rottura con le proprie gemelle; la consapevolezza di star agendo, in quel frangente, da fattore di disturbo, da alterazione per il normale corso della Storia di quella dimensione, e, peggio ancora, di essere lì giunta inseguendo proprio una fuggitiva Anmel, in cerca, necessariamente, di nuovi corpi, di nuove complici nelle quali annidarsi come un parassita, non avrebbe potuto ovviare a inquietarla, e a spingerla a dubitare di quanto, in quel momento, non potesse star sbagliando, non potesse star commettendo quel terribile passo errato che avrebbe condotto una giovane innocente a condannarsi al pari della propria cara sorella Nissa.
Un timore, una paura, quella della donna guerriero, che tuttavia ebbe a svanire come una goccia di rugiada al primo calore del nuovo giorno, non appena le fu concessa occasione di scambiare due parole con Nóirín Mont-d'Orb, la sorella di Madailéin, scoprendo in lei un animo straordinariamente benevolo, contraddistinto da una luce di positività, di gioia incredibilmente intensa, che quasi avrebbero non avuto a doversi considerare persino possibili nel confronto con l’avversione che il fato, suo malgrado, le aveva mostrato in così tenera età.
Dal terribile incidente che aveva privato Maddie e lei di propria madre, e loro padre di sua moglie, Rín, come tutti erano soliti abbreviare il suo già sufficientemente conciso nome, non era purtroppo uscita indenne… anzi. Al centro di una lunga sequenza di danni che aveva reso, in un primo momento, persino sperare che ella potesse sopravvivere, aveva infatti trovato un ruolo da protagonista una serie di lesioni alla spina dorsale, in conseguenza alle quali, nei mesi immediatamente seguenti alla tragedia, i medici avevano ammesso, loro malgrado, ben poca fiducia alla prospettiva che ella potesse tornare a muovere qualcosa di più rispetto al proprio capo: così, nel mentre in cui le esequie di Deirdre Synge venivano celebrate al cospetto di suo marito e dell’altra sua figlia, la piccola Rín si era ritrovata intrappolata nel proprio stesso corpo, innocentemente inconsapevole, nel coma che l’aveva rapita per ben tre settimane, di quanto avesse allor perduto. Una perdita, quella da lei vissuta, che al suo risveglio, quand’ebbe a scoprirsi, suo malgrado, ancora bloccata in quel letto, non venne da lei tuttavia affrontata, qual pur avrebbe avuto a potersi considerare più che umanamente giustificabile, nelle vesti di vittima, quanto, e piuttosto, come una sfida… una sfida volta a permetterle di poter dimostrare al mondo che la vita che a lei era stata concessa, mentre a sua madre no, non sarebbe stata sprecata. Così, con l’aiuto, innanzitutto, di Maddie, sempre presente accanto a lei, e di suo padre, che arrivò a indebitarsi oltremodo per poterle assicurare la migliore assistenza possibile, dimostrandosi, in tal senso, pronto a scommettere su sua figlia come alcun altro, probabilmente, sarebbe stato disposto a fare, attraverso lunghi, faticosi e dolorosi anni di terapia riabilitativa, Rín riuscì a recuperare addirittura metà del proprio corpo. E in ciò, mai una volta, ella ebbe a considerare qual una sconfitta la perdita dell’uso delle proprie gambe, riconoscendo sempre la miracolosa vittoria conseguita, al contrario, nel riconquistare l’uso delle proprie braccia, del proprio busto e del proprio addome.
Così, seppur con qualche anno di ritardo rispetto alla sorella, anche Nóirín aveva avuto occasione di raggiungere il traguardo di scuola superiore, conseguendo la propria maturità classica, e decidendo poi di proseguire autonomamente nella propria strada attraverso lo studio autodidatta di numerose lingue straniere, inglese, francese e tedesco, per iniziare, ma anche russo, in un secondo tempo, fino ad arrivare, in quell’ultimo periodo, ad affrontare cinese mandarino e giapponese, non qual esercizio di stile fine a se stesso, ma trovando occasione di rivendersi, in tal senso, come traduttrice editoriale, un impiego per il quale le era garantita la possibilità di trascorrere le proprie giornate tranquillamente entro l’ambiente domestico. Una scelta, quella del telelavoro, che ella aveva abbracciato non nel timore di affrontare il mondo al di fuori di quel pur confortevole appartamento, ponendosi alla prova dinnanzi alle sempre troppe barriere architetturali là fuori esistenti, quanto e piuttosto per semplice comodità: come ella era solita ribadire, priva di qualunque torto, la maggior parte delle persone, Maddie inclusa, avrebbero fatto carte false per poter avere occasione di lavorare da casa… stupido, quindi, sarebbe stato non approfittare di tale possibilità.
Alla luce di tutto questo, di simile, straordinaria personalità, di un intelletto così incredibilmente vivace, e di una forza di volontà ammirevole, tale, addirittura, da vincere la prospettiva di una vita bloccata in un letto e riconquistare, in grazia anche a una chiara benedizione divina, la possibilità di muoversi con straordinaria agilità sulla propria sedia a rotelle, e di vivere in maniera indiscutibilmente dignitosa la sua esistenza; Midda Bontor non avrebbe potuto, né poté, evitare di restare semplicemente conquistata da Nóirín Mont-d'Orb, più che mirabile versione alternativa della propria già straordinaria gemella. E, in tutto ciò, innanzi a colei che sembrava incarnare in sé tutti i valori, tutta la forza e l’energia propria della stessa fenice, della Portatrice di Luce, ella ebbe quasi a sentirsi in imbarazzo all’idea dei propri timori, delle proprie paure, atte a ritenere che mai, in una creatura sì sublime, avrebbe potuto trovare occasione di radicarsi Anmel Mal Toise.
« Non puoi avere idea di quanto il mercato russo stia fiorendo, in questi ultimi anni… » si ritrovò ad ascoltarla, durante la cena, disquisire con straordinario entusiasmo del proprio lavoro, qualcosa attraverso il quale, chiaramente, ella non ricercava semplice occasione di profitto, quanto, e piuttosto, la propria occasione di contribuire, nel mondo, alla diffusione della cultura « Per carità, al cinema, ogni tanto, uno o due film riescono anche ad arrivare: ma è nella narrativa, in realtà, che si nascondono le perle migliori… testi, per lo più, che noi finiamo per scoprire solo dopo che in America, già, hanno avuto successo. »
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