11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte

News & Comunicazioni

E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 15 gennaio 2017

RM 014


A interrompere, repentinamente, qualsiasi intima riflessione in quel momento in corso nella mente di Maddie fu il suono del campanello della porta d’ingresso. Un suono familiare e che pur, in un primo istante, quasi non ebbe neppure a riconoscere, persa qual si era ritrovata, in un inatteso conflitto inferiore fra concedere fiducia alla propria ipotetica versione alternativa, oppure restare più serenamente ancorata alla propria concezione di realtà e, con essa, condannare l’altra al ruolo di malata mentale.
Prima ancora che la padrona di casa potesse pensare di reagire a quel suono, tuttavia, a prendere l’iniziativa fu Midda, la quale, con un movimento incredibilmente rapido, e pur così controllato da non apparire affrettato, di levò dal divanetto sul quale si era accomodata dirigendosi alla volta dell’ingresso. Nel mentre di ciò, comparendo da sotto la giacca in pelle che ella indossava, si palesò nella sua mancina uno strumento che, in un primo istante, la giovane donna non fu in grado di identificare ma che, estesosi un attimo dopo, ebbe a riconoscersi qual un manganello telescopico.

« Che cosa vuole fare…?! » esitò a muoversi, seguendola tuttavia con lo sguardo « Probabilmente è la polizia… è meglio, per tutti, che lei lasci perdere quell’arma e si consegni senza opporre resistenza. » cercò nuovamente di razionalizzare, zittendo quella remota parte della sua mente che, più di tutte, sembrava essere intenzionata a offrir fede alle parole dell’interlocutrice.
« Hai concluso la comunicazione meno di cinque minuti fa. » replicò la mercenaria, ormai sopraggiunta davanti alla porta, allungando la destra in direzione della maniglia « Neppure nel caso di una rapina in banca la polizia sopraggiungerebbe tanto rapidamente. Figuriamoci per una semplice intrusione… » asserì, dando riprova, in tal senso, di essere in grado di razionalizzare gli eventi meglio di quanto l’altra non stesse compiendo, per quanto, tutto questo, avrebbe significato, per Maddie, cedere alla follia da lei rappresentata.
« Ora stai indietro. » proseguì, non lasciando alla giovane il tempo di contestare quanto stava per avvenire « Ti garantisco che, nel caso siano le forze dell’ordine, mi limiterò a consegnarmi a loro, come tu desideri. Tuttavia, temo per te, che fra pochi istanti dovrai rivalutare la tua posizione nel merito di quanto ti ho appena detto… »

E Madailéin restò in silenzio. Perché, per quanto privo di qualsivoglia barlume di logica, ella sentiva di aver bisogno di scoprire cosa sarebbe accaduto offrendo spazio alla propria aggreditrice, o forse salvatrice, seguendo, fosse anche per un fugace momento, la sua conduzione, la sua guida. Nulla di tutto quello avrebbe potuto essere classificato entro l’area di conforto della ragazza “tranquilla”, “giudiziosa” e “noiosa” che ella stessa giudicava essere; ma, con la stessa fanciullesca ingenuità di un bambino di fronte alle fantastiche narrazioni dei propri genitori in merito a un qualche mito d’infanzia, ella sembrava lontana dal potersi considerare pronta a rinunciare ai propri sogni, alle proprie fantasie, a esse pronta ad aggrapparsi con insensata caparbietà. Così, quando la porta venne dischiusa, la giovane donna non avrebbe saputo obiettivamente definire cosa avrebbe realmente desiderato trovare, benché, quanto lì apparve, fu sufficiente a dissipare repentinamente ogni genere di esitazione in lei. E gli eventi su susseguirono con una velocità tale da costringerla, a posteriori, a sforzarsi per essere in grado di ricostruire, con precisione, le dinamiche di quanto occorso, rendendola consapevole, al di là di ogni possibilità di argomentazione contraria, di quanto, allora, ella potesse essere ancora viva in sola conseguenza alla straordinaria capacità di reazione della mercenaria.
In un primo, delicato, istante, oltre la soglia d’ingresso del proprio appartamento, ciò che Maddie poté vedere fu la sagoma di un uomo probabilmente sulla quarantina, una persona apparentemente comune, vestito con abiti altrettanti comuni, pantaloni e giacca grigio scuro, camicia bianca, cravatta rossa e soprabito marrone chiaro, che non conosceva e che pur non avrebbe potuto sembrar rappresentare alcun particolare fattore di pericolo. Ma non appena lo sguardo di quell’uomo ebbe a posarsi sulla donna guerriero presente subito innanzi a lui, gli occhi dello stesso, un attimo prima di colore scuro, forse castani, forse neri, ebbero a sbiancare repentinamente, come se le iridi e le stesse pupille, al loro interno, fossero state rimosse, e, un attimo dopo, il suo intero cranio ebbe ad aprirsi letteralmente in due, longitudinalmente da sopra i capelli, attraverso la fronte, il naso, la bocca e il mento, come fosse stato in tal modo sezionato da una lama gigante, ma rivelando, su quelle due metà, una lunga e continua fila di denti aguzzi, a contorno della voragine che, improvvisamente, quel capo era divenuto. Orrendamente mutato in quell’assurda versione umanoide di una pianta carnivora, l’uomo, o qualunque cosa esso fosse, balzò allora in avanti, verso colei riconosciuta qual propria avversaria, tendendo verso di lei le proprie braccia per colpirla o, più probabilmente, per afferrarla e, chissà, forse tentare di fagocitarla al proprio interno. Ma Midda Bontor, a fronte di quell’aggressione, reagì in maniera più che degna della propria presentazione, non dimostrando la benché minima sorpresa, né tantomeno il più effimero raccapriccio, per quanto avvenuto a poche spanne da lei, accogliendo l’attacco rivoltole non tanto con un qualche gesto di difesa quanto, e piuttosto, con uno d’offesa, nello schiantare, con terrificante violenza, l’intera lunghezza del manganello sul lato destro di quella testa dentata.
Il suono che ebbe a seguire l’impatto del solido metallo di quell’arma contro le ossa dell’uomo non fu per nulla piacevole e, probabilmente, ove egli fosse stato effettivamente ancora umano, lo avrebbe indubbiamente steso, se non, addirittura, ucciso sul colpo. Tuttavia, nella totale follia in cui il mondo attorno a Maddie sembrava essere precipitato, quella creatura non avrebbe potuto vantare chiaramente più nulla di umano, motivo per il quasi, quasi come una bestia selvatica respinta in malo modo, egli si limitò ad arrestarsi per un momento, a scuotere il capo, come a cercare di riprendersi dal colpo, prima di gettarsi, nuovamente, in contrasto alla mercenaria.

« Sempre ostinati, a quanto vedo… » commentò ella, a denti stretti, quasi a voler stemperare la tensione del momento con ironia spicciola, in termini atti, fra l’altro, a palesare quanto l’assenza di sorpresa per quell’aggressione avrebbe avuto a doversi ricercare, probabilmente, in una pregressa conoscenza di quella sorta di mostro… o, quanto meno, della sua natura.

Nel mentre di tali parole, comunque, Midda non ebbe ad abbassare la guardia e, anzi, con un nuovo colpo di manganello, se possibile ancor più violento del precedente, ebbe nuovamente a respingere l’essere a lei avverso, con impeto tale che, certamente, in questa occasione, una normale persona sarebbe stata semplicemente spacciata, ritrovandosi al cospetto del proprio creatore senza aver neppure possibilità di rendersi conto di quanto potesse star accadendo. In contrasto a quel mostro, però, tanta foga fu soltanto utile a proiettarlo, fragorosamente, contro la parete alla sua sinistra, trascinando, nella caduta, una paio di mensole lì fissate al muro, sulle quali alcuni libri e alcuni piccoli oggetti di proprietà della padrona di casa erano ordinatamente allineati. Maddie, dal canto suo, non avrebbe avuto occasione di preoccuparsi per i propri beni ancora per diversi minuti, completamente impegnata, in quel frangente, e per tutta la durata di quello scontro, a tentare di realizzare quanto stesse accadendo per potersi permettere di offrire la benché minima attenzione a quei danni collaterali.
Anche quel secondo, e più inciso, colpo, tuttavia, non parve frenare la creatura, dimostrandosi utile, al contrario, soltanto a irritarla più di quanto non avrebbe potuto apparire e, in ciò, a spronarla maggiormente a ricercare la morte della donna guerriero. Il terzo tentativo d’attacco, tuttavia, non seguì l’inutile tattica già sperimentata nel corso dei precedenti due e vide, al contrario, il mostro impegnarsi in un diverso approccio, volto, in tale occasione, ad afferrare saldamente, con le proprie mani di foggia umana, le estremità del termosifone metallico posizionato lungo il muro dell’ingresso contro il quale era stato catapultato, per strapparlo, con forza disumana, dalla propria sede, sollevarlo al di sopra della propria testa-bocca, per poterlo poi gettare, qual proiettile balistico, alla volta della sua avversaria.

Nessun commento: