« Mi sono fatto l’idea che non sia, comunque, una parente, come i più riferiscono, quanto e piuttosto un’altra versione della stessa Midda Bontor... non so se nata in virtù di una qualche stregoneria o di qualcos’altro, benché, francamente, escluderei la prima ipotesi in favore del “qualcos’altro” a confronto con la quiete con la quale voi tutti, da lungo tempo, vi confrontate con lei. » riprese e argomentò egli, offrendo maggiore spazio di approfondimento attorno a quella non meglio identificata figura « Fosse frutto di un qualche genere di incantesimo, non avreste a potervi relazionare così serenamente con lei, nella naturale ritrosia propria di chiunque a confronto con la stregoneria e tutto ciò che ne può essere connesso oppure derivare. » puntualizzò, non arrivando, ovviamente, a scandire alcuna teoria in relazione al concetto di multiverso, e un concetto necessariamente alieno a chiunque, e, ciò non di meno, circoscrivendo in maniera assolutamente sensata la situazione... nonché la figura di Maddie.
« Ah, ecco. Ora ti riconosco! » esclamò per tutta replica Howe, annuendo a margine di quelle parole « Per un momento mi ero spaventato, temendo che l’età ti stesse giocando brutti scherzi. » ironizzò, scuotendo il capo per escludere allora tale eventualità, e tale eventualità chiaramente incompatibile con quanto da lui così appena definito.
« Diamine... è decisamente in gamba, come dicevate. » osservò la diretta interessata, rivolgendosi in direzione di Howe e di Be’Wahr aggrottando la fronte con aria sorpresa a confronto con tutto ciò, benché egli, alla fine, avesse ammesso di non conoscere il suo nome, in una mancanza del tutto giustificabile, comunque, là dove, in fondo, ella aveva prestato ben attenzione a ovviare a troppo clamore attorno alla propria stessa immagine, benché, almeno nei limiti propri della città di Kriarya, impossibile sarebbe stato possedere il suo volto e, in ciò, passare inosservata « Comunque sia, il mio nome è Madailéin Mont-d'Orb... anche se puoi chiamarmi Maddie. Ed, effettivamente, non sono una parente di Midda, quanto e piuttosto un’altra versione della stessa, come da te ipotizzato. E una versione proveniente da un diverso piano di realtà, un universo estraneo a questo, nel quale le cose sono... beh... decisamente diverse rispetto a qui. »
« Un diverso piano di realtà... » ripeté egli, socchiudendo gli occhi nel riflettere attorno a quelle parole, quasi soppesandole nel proprio profondo significato, e in un significato che ella non aveva minimamente tentato di mistificare o semplificare, offrendogli in tutto e per tutto la realtà dei fatti « ... affascinante. » annuì, continuando a ragionare a tal riguardo « In effetti, l’esistenza di diversi piani di realtà non è nulla di nuovo. Anche se non avevo mai preso in considerazione l’idea che, in questi piani di realtà, potessero esistere versioni alternative di ognuno di noi. »
« Oh, già! » confermò Maddie, non potendo fare a meno di sorprendersi di quanto quell’uomo stesse ragionando con assoluta semplicità attorno a un concetto come quello del multiverso, e a un concetto che, ella stessa, per comprenderlo e accettarlo, aveva avuto a riservarsi non poche difficoltà, benché cresciuta a pane e fantascienza, con un’abbondanza smisurata di opere volte a esplorare ogni possibile sfumatura del tema « E non puoi immaginare l’infinita varietà di universi che esistono. Dove con “infinita” non sto assolutamente impegnandomi in un’iperbole, ma in una descrizione estremamente puntuale della questione in oggetto. » sorrise, divertendosi a stuzzicare l’interesse di quell’uomo, e di quell’uomo nello sguardo del quale non poté che cogliere un smisurato interesse per ogni singola sillaba da lei in quel momento scandita « Pensa che, probabilmente, in questo stesso momento, questo identico dialogo sta sicuramente venendo condotto anche da altre versioni di noi in contesti totalmente diversi da questo. Oppure con una compagnia completamente diversa da questa... »
« E’ sicuramente qualcosa di molto complicato, ma non del tutto impossibile. » osservò egli, rimuginando attorno a tale spunto di riflessione « Dopotutto per arrivare a condurre questo stesso discorso, quantomeno, i nostri corrispettivi dovrebbero aver avuto ad affrontare situazioni assimilabili alle nostre... o, comunque, tali da permettere un equivalente conclusione. Conclusione tutt’altro che ovvia a confronto con l’idea della complessa concatenazione di causa ed effetto che possono averci permesso di arrivare qui, oggi, insieme. » ragionò, praticamente riportando in tempo reale il proprio intimo flusso di coscienza a tal riguardo « Del resto, la tua presenza in un diverso piano di realtà rappresenta già una singolarità non banale da raggiungere. Ragione per la quale la complessità probabilistica della reiterazione di un evento equivalente a questo ha necessariamente a doversi considerare estrema. »
« ... so che probabilmente mi prenderai in giro nel sentirmelo dire... ma... io mi sono del tutto perso... » sussurrò Be’Wahr in direzione del proprio fratello, suo malgrado incapace a seguire le elucubrazioni attorno alle quali si stavano lì impegnando Maddie e Sha’Maech.
« ... per questa volta non ti prenderò in giro... » lo tranquillizzò Howe, per tutta risposta « ... anche perché neppure io sto più comprendendo un accidenti di quello che stanno dicendo... »
In effetti anche Maddie stava via via facendo sempre più fatica a seguire il ragionamento del proprio interlocutore, in una situazione a dir poco imbarazzante dal proprio stesso punto di vista, là dove, dopotutto, ella avrebbe dovuto arrivare lì pronta a offrire una nuova visione della realtà stessa a quell’uomo, e a quell’uomo che, tuttavia, pur appena edotto nel merito di tale verità, stava riuscendo a elaborare la questione in termini ben superiori rispetto a ciò su cui mai ella avesse avuto passata occasione di riflettere.
Partendo dal presupposto, infatti, degli infiniti universi paralleli, e di infinite versioni di se stessa in ogni possibile contesto, ella non aveva potuto neppure escludere l’eventualità di altre infinite Maddie intente a viaggiare nel multiverso, dietro a un numero infinito di Anmel a propria volta impegnate a tentare di cancellare dall’intero multiverso ogni Midda o Maddie lì esistenti. Quanto, però, non si era fermata a elaborare era, tuttavia, la complessità propria del contesto presente, e un contesto presente frutto di un numero esorbitante di parametri che avevano definito quello sviluppo e quello sviluppo a partire da almeno tre diversi piani di realtà: quello attuale, quello per lei d’origine e quello d’origine della stessa Anmel, nonché della prima Midda Bontor impegnatasi ad inseguirla attraverso il multiverso. E solo da un’intersezione equivalente di tali piani di realtà avrebbe quindi potuto derivare un altro momento assimilabile a quello in un altro mondo. E un altro momento che, pertanto, non avrebbe potuto che essere inteso qual decisamente improbabile...
... se non, forse e addirittura, unico.