Sebbene le gorgoni, già di per sé, avessero a doversi riconoscere quali delle pessime clienti; e sebbene delle gorgoni ritornate, necessariamente, avrebbero a doversi giudicare ancor peggiori, l’aspetto positivo della questione avrebbe avuto a dover essere riconosciuto nel fatto che, comunque, benché immortali e insensibili a qualunque possibilità di dolore, quelle gorgoni non fossero invulnerabili agli attacchi fisici né, tutto sommato, particolarmente coriacee. Ragione per la quale, proprio malgrado, nell’incontrare la lama della Figlia di Marr’Mahew non avrebbero potuto che cedere di fronte a essa, non morendo, certamente, e neppur perdendo coscienza o provando dolore, ma, ciò non di meno, ritrovandosi proprio malgrado decapitate e, in ciò, estemporaneamente inabilitate a far danno.
In questo, una posizione potenzialmente disperata qual quella di Midda Bontor e del suo drappello di compagne d’armi, avrebbe avuto a dover essere opportunatamente rivalutato in positivo, soprattutto in grazia alla straordinaria esperienza guerriera della stessa Figlia di Marr’Mahew e, accanto a lei, della sua gemella, e un tempo antagonista, Nissa Bontor. Indubbio avrebbe avuto a dover essere riconosciuto quanto chiunque altro, al loro posto, non avrebbe avuto a vivere un sereno quarto d’ora nel ritrovarsi così circondati da quelle gorgoni, e da quelle gorgoni ritornate. Per loro, tuttavia, l’ostacolo rappresentato dal dover combattere alla cieca non avrebbe avuto a dover essere realmente inteso qual tale, ragione per cui, nel giro di ben poco, lo scontro ebbe a concludersi con cinque corpi a terra, e cinque teste sparse in giro lontano da essi. Conclusione dello scontro, quella, che pur non ebbe parimenti a risolvere la situazione, nella necessità di doversi confrontare, moralmente e praticamente, con l’incognita propria della gestione di quelle avversarie cadute, e di quelle avversarie sì estemporaneamente sconfitte e, ciò non di meno, tutt’altro che destinate all’oblio.
« Potremmo seppellire i loro corpi e le loro teste in punti separati... » suggerì allora Nissa, in quella che avrebbe potuto essere fraintesa qual una pessima scelta tattica da parte sua, nel star fornendo, parimenti, un suggerimento nel merito di come liberarsi anche di lei « In questa maniera, pur impossibilitate a morire, dovrebbero comunque restare fuori da ogni possibilità di interazione con il mondo a loro circostante. »
« Non funzionerebbe... e, comunque, anche funzionasse, non sarei comunque d’accordo a una soluzione simile. » escluse tuttavia l’Ucciditrice di Dei, nel prendere ferma posizione a tal riguardo « Non funzionerebbe perché ho già avuto modo di sperimentare a discapito di Sarnico, durante l’assedio di Lysiath, ogni possibilità utile per tentare di mettere voi ritornati fuori dai giochi. E nulla ha funzionato. Neppure ridurlo in carne trita. » esplicitò, non provando rimorso per tutta la violenza in tal maniera riversata a contrasto di quell’uomo, e di quell’uomo che, già in vita, null’altro avrebbe potuto meritare che tutto il male possibile « Se anche le seppellissimo tenendo separate le teste dai corpi, probabilmente le teste decapitate avrebbero a marcire e dai loro colli mutilati avrebbero a ripresentarsi delle nuove teste. »
« ... interessante. » osservò l’ex-regina dell’isola di Rogautt, trovando decisamente affascinante l’analisi proposta dalla propria sorella e, in essa, l’implicita evidenza di quanto, nella propria condizione di ritornata, non avesse a correre troppi rischi « Quindi l’unica soluzione resta quella delle armi speciali che avevi riportato con te dalle stelle lontane. » osservò, storcendo le labbra verso il basso « Con quelle, l’intero corpo viene distrutto in un istante... e non resta alcuna possibilità di rigenerazione. »
« Esatto. » annuì l’altra, a confronto con quel giusto riferimento nei riguardi delle armi al plasma, utilizzate per porre fine alla battaglia per Lysiath e, tuttavia, successivamente scomparse dalla circolazione, rubate da qualcuno che, al momento, non era stato ancora individuato « Peccato che non le abbiamo più... ma, anche se le avessimo, non sarei comunque d’accordo a una soluzione simile. Non in maniera tanto arbitraria. » puntualizzò ella, sollevando di nuovo lo stesso dubbio morale al quale aveva già accennato pocanzi.
Benché i ritornati fossero un vero e proprio abominio contronatura, da lei stessa involontariamente generato attraverso gli incubi in lei instillati da secondo-fra-tre, vicario dell’altra Anmel Mal Toise attualmente in circolazione nel loro piano di realtà, e attraverso il potere che, per un certo periodo di tempo, le era stato proprio, e il potere della Portatrice di Luce e dell’Oscura Mietitrice; impossibile per la stessa Figlia di Marr’Mahew sarebbe stato ormai avere a negare la dignità che avrebbe avuto a dover essere considerata propria di tutti loro. E non soltanto per il proprio attuale rapporto con la sua gemella Nissa Bontor, a sua volta una ritornata, ma anche, e prima ancora rispetto a lei, per molti altri esempi più che edificanti a tal riguardo, primo fra tutti quello offerto da Korl Jenn’gs e da Lora Gron’d, le due persone a cui, attualmente, era affidata la riprogettazione dell’intera città di Kriarya.
Senza nulla avere a negare, infatti, a confronto con l’inappellabile evidenza di quanto tutti i ritornati fossero stati, in primo luogo, uccisi proprio da lei; tali morti, troppo sovente, erano occorse con estrema leggerezza da parte sua, erano state dispensate in termini che, ora, ella non avrebbe potuto ovviare a considerare gratuiti. E in termini che, avendo una qualche occasione di porre rimedio a ciò, avrebbe volentieri evitato di ripetere... almeno nella maggior parte dei casi.
In ciò, quindi, la donna guerriero non avrebbe avuto a doversi fraintendere desiderosa di avere a reiterare nuovamente quella condanna a discapito di un ritornato. E, in effetti, neppure di una gorgone ritornata. Non, soprattutto, a confronto con l’attuale, e più illuminata, consapevolezza di quanto quelle creature non dovessero essere troppo frettolosamente giudicate quali semplici mostri, ma, sicuramente, avessero a dover vantare una propria dignità, e una dignità che, semplicemente, nel loro mondo, nessuno era ancora stato in grado di comprendere...
« Leghiamo loro le mani e bendiamo loro gli occhi, affinché non abbiano a mietere nuove vittime... » sancì pertanto Midda Bontor, in una ferma presa di posizione a tal riguardo « Tornati a Kriarya, le chiuderemo in delle casse e ci preoccuperemo di organizzare una spedizione verso i mari del sud... ci sono molte isole sperdute e disabitate nel territorio di Tranith e sono certa che, anche con la tua collaborazione, sorella, riusciremo a trovare un nuovo ambiente adatto per queste disgraziate. »
Un attimo di silenzio accolse allora quella proposta, nell’obbligata incredulità che non avrebbe potuto ovviare ad accompagnarla.
Un attimo di silenzio che, alla fine, si vide tuttavia interrotto dalla replica della stessa Nissa Bontor, decisamente colta in contropiede da tutto ciò...
« Thyres! » esclamò quindi, imprecando il nome della loro dea prediletta « Tu non stai scherzando! Vuoi davvero procedere in questo modo... »
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