11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

giovedì 25 maggio 2017

RM 144


« Non per voler sembrare ipocritamente modesta ma… spero per voi che tutto questo sia uno stupido scherzo organizzato da qualche mio ex-collega. » commentò l’investigatrice privata, cercando di ovviare a dissimulare la propria più sincera contrarietà a quella prospettiva « In caso contrario… non potrei che dispiacermi sinceramente per il nostro povero Paese. » concluse, onesta nella propria valutazione, laddove, per quanto amor proprio avrebbero potuto attribuirle, soltanto una persona straordinariamente egocentrica avrebbe potuto credere di poter vantare una qualche basilare utilità all’interno del vasto ecosistema rappresentato dagli Stati Uniti d’America, e soltanto una persona straordinariamente stupida avrebbe potuto accettare l’idea che una delle più potenti agenzie del pianeta potesse abbisognare dei servigli di un’economica investigatrice privata, appena in grado di sbarcare il lunario in grazia ai proventi derivanti dal proprio lavoro.

Per carità: il pachidermico personaggio frutto della geniale creatività di Rex Stout, fra i principali ispiratori per la sua ancor poco sfavillante carriera al di fuori delle forze dell’ordine, avrebbe potuto vantare sicuramente ego e intelletto sufficiente per poter avere, ai suoi piedi, non soltanto il Bureau, così come comprovato anche dal ventottesimo racconto della serie. Ma ella, in quello che non avrebbe potuto definire umiltà, quanto e piuttosto mero realismo e imparzialità, sapeva perfettamente di non poter vantare alcun reale merito tale da attrarre, verso di sé, l’attenzione neppure del dipartimento di polizia della città di New York… figurarsi quella dei federali.
Ciò non di meno, il Grosso e lo Smilzo avrebbero avuto realmente a doversi riconoscere quali Grane Federali e, per quanto assurdo, desideravano realmente la sua collaborazione, come ebbero a esprimere di lì a breve, non appena, dalla banchina della metropolitana, ebbero a trasferirsi in una più comoda, e meno affollata, collocazione, qual la prima caffetteria che incrociarono usciti di lì.
Dopo che Midda ebbe ordinato un mocaccino con cannella, lo Smilzo un ristretto e il Grosso un cappuccino con vaniglia insieme a una fetta di torta di mele, adducendo a propria giustificazione, in conseguenza allo sguardo critico da parte del collega, di non aver ancora pranzato; e dopo che le comande furono loro servite, a riprendere voce verso di lei fu, per primo, lo Smilzo, parlando con tono quietamente controllato, in quello che, dall’esterno, avrebbe potuto apparire qual un normale caffè fra colleghi, o in qualunque modo avrebbero potuto essere identificati.

« La questione è più semplice di quanto potrebbe credere, ms. Bontor. » premesse egli, mescolando con un cucchiaino il caffè, nel quale, in verità, non aveva fatto ricadere neppure un granello di zucchero né aveva intenzione alcuna in tal senso « Abbiamo necessità di qualcuno di fidato all’esterno della nostra agenzia che sappia come muoversi, che abbia le conoscenze e i contatti giusti, per poter raccogliere informazioni nel merito di alcune persone che attualmente coinvolte in un’indagine di polizia, e che, tuttavia, riteniamo interessanti anche per un’altra indagine, a livello federale. E, dopo un’accurata selezione, abbiamo valutato poter essere lei questo qualcuno. »
« Strano… » osservò la donna, altresì versando abbondante zucchero di canna all’interno del proprio mocaccino, prima di mescolarlo lentamente, con attenzione volta a mantenerne i diversi strati ben distinguibili « … non rammento che, in passato, voi altri vi siate mai riservati particolare scrupolo a subentrare, di prepotenza, in un’indagine in corso, arrivando anche ad archiviarla per i vostri interessi. » puntualizzò, esprimendosi ancora una volta probabilmente più come ci si sarebbe potuti attendere da una poliziotta che come, altresì, avrebbe dovuto essere proprio di una semplice investigatrice privata « Ma forse sono fuori dal giro da troppo tempo... » ipotizzò poi, ovviamente ironica.

Con un sorriso tirato, il bruno si riservò il tempo utile a portare alla bocca il cucchiaino, e a pulirlo dal caffè, per sforzarsi, ancora una volta, di non cedere alla provocazione destinata loro, non potendo ovviare ad accettare quella critica da parte di una ex-poliziotta, non potendo, invero, essere d’accordo con lei ma, quantomeno, riconoscendole condivisibili ragioni alla base di un tanto complicato rapporto fra forze dell’ordine, soprattutto nei conflitti giurisdizionali.
Il biondo, d’altro canto, doveva aver chiaramente deciso che quel dialogo fosse giurisdizione esclusiva del proprio collega, nel seguirne, sì, l’evoluzione, e, ciò non di meno, nel dimostrarsi molto più concentrato, particolarmente più focalizzato, sulla torta di mele, calda e fumante, e sulla palla di gelato, altresì ovviamente gelido, posizionata sopra la stessa, in un sublime contrasto di opposti che non avrebbero potuto ovviare a deliziarlo.

« Avessimo prove solide, sicuramente procederemmo in altre vie. » riprese Smilza Grana Federale, riappoggiando il cucchiaino nel piattino « Purtroppo, però, il coinvolgimento con la nostra indagine è attualmente considerato solo potenziale, ragione per la quale ci è stato richiesto un approccio più discreto e informale. » specificò, a giustificazione di quello stesso incontro « Discrezione che, ineluttabilmente, avrà a doversi considerare valida anche per lei, se accetterà questo incarico… » sottolineò l’ovvio, a scanso di qualunque possibilità di equivoco.

Un’argomentazione sufficientemente difendibile, quella proposta da parte del federale, che impose alla donna un attimo di silenzio, dissimulando la necessità di riflettere su quanto appena propostole nel concedersi di sorseggiare quietamente il proprio mocaccino, dopo aver accuratamente ripulito, a sua volta, il cucchiaino. Tuttavia, benché quelle parole fossero quietamente giustificative della situazione, la sua cara e sempre amichevole paranoia le impose di non fidarsi, di non concedersi tanto facilmente alla lusinga implicita dell’idea di un simile incarico, un lavoro per il quale, necessariamente, sarebbe stata pagata più che bene, aprendosi, forse e addirittura, le porte a nuove opportunità su quel fronte mai esplorato.
Di una cosa, dopotutto, ella avrebbe avuto a dover ringraziare il proprio fallito matrimonio, un’importante insegnamento di vita che, dal divorzio in poi, non aveva mai smesso di risuonare nella sua mente, come un interminabile mantra: per quanto ci si sarebbe potuti illudere del contrario, qualcosa di troppo bello per sembrare vero, presto o tardi, si sarebbe ineluttabilmente scoperto qual non vero. E avere come cliente il Bureau, obiettivamente, avrebbe avuto a doversi considerare come qualcosa di  troppo bello per sembrare vero…

« L’ultima volta che ho controllato, sulle Pagine Gialle di New York City erano riportate più di centotrenta diverse agenzie investigative. » dichiarò, con cognizione di causa, avendo obiettivamente necessità, nel proprio ambiente, di conoscere molto bene la concorrenza « E per quanto mi piacerebbe pensare di poter essere la migliore investigatrice privata della città, sono abbastanza intellettualmente onesta dal sapere che, il mio, non è esattamente il primo nome che potrebbe essere scelto da un’agenzia federale… » soggiunse, escludendo serenamente ogni qual merito a tal riguardo « Quindi, sono costretta nuovamente a chiedervelo: è uno scherzo orchestrato da qualche mio ex-collega, oppure mi state chiaramente nascondendo qualcosa? Perché, con rispetto parlando, non credo che la vostra agenzia possa considerarsi così disperata dal decidere di rivolgersi a una come me. »
Per tutta risposta, da sotto la giacca, lo Smilzo estrasse allora una busta gialla, che appoggiò con serenità di fronte a lei, aggiungendo, quasi come nota didascalica a margine di tal gesto: « Qui dentro troverà le informazioni relative al caso e, a titolo di anticipo a fondo perduto, il corrispettivo di cento giorni di lavoro secondo la sua consueta tariffa. » dichiarò, costringendo la sua interlocutrice a sgranare gli occhi, all’idea di quanti soldi potessero star attendendola in quella busta, sulla quale, istintivamente, corse a porre la propria destra, a ovviare a possibilità di spiacevoli sparizioni « Che lei riesca o meno nell’incarico, quei soldi sono già suoi, sperando che, ciò, possa essere d’aiuto a fugare ogni suo dubbio. »

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