11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 13 marzo 2011

1152


P
robabilmente, e di questo egli ne era consapevole, la propria reazione a quell'ennesima replica da parte della propria signora non avrebbe potuto essere considerata quale quella da lei più attesa, ma di certo avrebbe dovuto essere riconosciuta quale la più sincera e onesta, trasparente di tutta la sua incredulità nel confronto con un tale, fermamente affermato proposito: « Che c-cosa?! »

Che Midda potesse avere desiderio di chiarificazione con il proprio mecenate, una fra le poche figure realmente costanti nella sua vita malgrado la più totale di costanza da lei ricercata quale caratteristica della medesima, per Seem avrebbe potuto essere chiaramente comprensibile. Lord Brote, dopotutto, era stato violentemente attaccato da una donna perfettamente identica a lei, la quale, dichiaratamente desiderosa di ucciderlo, era riuscita solamente a colpire la sua sposa, nonché madre di suo figlio… benché di quest'ultimo particolare ancora non avesse rivolto accenno alla mercenaria: ignorare l'esigenza di porre in chiaro la situazione con lui, e soprattutto con lui ancor prima che con chiunque altro in città, sarebbe stato decisamente sciocco e, malgrado ogni propria e possibile ingenuità, neppure lo scudiero avrebbe potuto sprecarsi in tal senso.
Che Midda, altresì, potesse avere urgenza di tale chiarificazione, al punto tale da gettarsi, a testa bassa, nella notte del proprio rientro in città, a sfidare strade ricolme di non morti per tentare di giungere a un edificio particolarmente distante al quale, una volta arrivata, non avrebbe mai avuto occasione di accesso, nell'essere sicuramente anch'esso completamente sigillato in ogni propria possibilità di accesso al pari del resto della città, e ancor più in conseguenza del ruolo nell'urbe svolto dal suo stesso proprietario, per Seem non sarebbe potuto essere altrettanto razionale. Il giovane, forte della propria fiducia in lei, tale da rinnegare l'idea che la strega a lei sostituitasi fosse veramente la propria padrona, negli ultimi mesi si era impegnato spesso a fantasticare sui tempi e i modi in cui la sola e vera Figlia di Marr'Mahew, una volta tornata a Kriarya, avrebbe potuto cercare di definire la propria estraneità ai fatti occorsi in propria assenza. E, in tali fantasie, egli si era spesso affidato l'importante ruolo d'ambasciatore per il proprio cavaliere, dedito a permetterle di conferire a distanza di sicurezza con tutte le principali figure dominanti all'interno di quelle mura allo scopo di garantirsi occasione utile a rientrare entro quei confini senza, in ciò, dover dichiarare guerra a tutti i suoi abitanti, indubbiamente desiderosi, ora più che mai, di poterle presentare un drammatico conto per tutte le colpe a lei attribuite, ultime e non meno rilevanti quelle dell'assassinio di lady Nass'Hya e della terribile maledizione scagliata contro tutti loro.
Malgrado tutto ciò, però, nelle parole appena pronunciate la donna guerriera non sembrava aver minimamente preso in considerazione l'idea di impiegarlo in tal senso, concedergli un simile ruolo, non solamente dichiarando la propria volontà di dirimere personalmente ogni questione ma, ancor più, di escluderlo da tali questioni, quasi non le sarebbe potuto essere di alcun aiuto. Un'affermazione che, pertanto, non solo avrebbe leso il suo amor proprio, il suo orgoglio, ma che, ancor peggio, lo avrebbe necessariamente e inevitabilmente spinto a dubitare di quanto ruolo avrebbe potuto ancora avere al suo fianco, dopo un lungo anno di separazione forzata da lei.

« Ascoltami bene e cerca di non costringermi a ripetermi nuovamente, perché in tal caso la mia pazienza, tutt'altro che proverbiale, potrebbe essere posta in seria difficoltà… » commentò ella, riprendendo voce e rivolgendogli, inalterato, il proprio tono quale quieto, tranquillo, a tratti scherzoso, così come compiuto sino ad allora, probabilmente nella volontà di sdrammatizzare la possibile interpretazione letteraria delle parole così pronunciate « Hai detto che c'è stata una dannata cagna che se ne è andata in giro sfoggiando, senza diritto alcuno, le mie mirabili forme e, in ciò, combinando una spiacevole serie di maledetti eventi che non hanno solamente stroncato la vita di una persona a me cara, ma, anche, hanno rovinato il matrimonio di uno dei pochi mecenati realmente degni di tale titolo che io abbia mai avuto nonché hanno posto in ginocchio quest'intera città, trasformandola in questo negromantico immondezzaio. » ripropose sommariamente, a modo proprio, quanto avvenuto.
Annuendo silenziosamente, egli non poté fare altro che confermare quanto da lei appena citato, ennesimo sunto dell'orrore da lui vissuto in prima persona in quell'ultima stagione.
« Bene... » sorrise la mercenaria, stringendosi fra le spalle e, nel contempo di tali parole, non arginando il proprio irrefrenabile moto in opposizione a ogni nemico lì schierato « Mi pare evidente che, prima o poi, qualcuno dovrà pur fare qualcosa per rimediare a quanto avvenuto. E, dal momento in cui, volente o nolente, sono stata trascinata a sproposito in questa sporca faccenda, credo proprio che dovrò essere io a rimboccarmi le maniche e immergermi nel fango, per essere raffinata, fin sopra le spalle allo scopo di iniziare a ripulire un po' il tutto. »

Un'argomentazione sufficientemente solida, quella che, in tali termini, la donna guerriero volle allora scandire, la quale, per quanto non avrebbe mai potuto entusiasmare il giovane, non poté, da parte sua, neppure essere rinnegata nelle proprie ragioni e nei propri valori, soprattutto ove confidenti con il carattere di colei eletta al ruolo di propria signora e padrona.
Un'argomentazione in replica alla quale, tuttavia, solo una avrebbe dovuto essere giudicata la risposta accettabile nel confronto con la consapevolezza dell'impegno assunto nei suoi riguardi tempo prima, il giorno in cui egli aveva voluto ascendere al ruolo di suo scudiero.

« Forse la mia signora, in questi lunghi mesi, ha dimenticato come io sia a te legato da un giuramento di fedeltà, con il quale mi sono impegnato a seguirti sempre e comunque, fosse anche in imprese già definite qual letali nella loro semplice concettualizzazione, nella propria banale proposta… » prese voce il ragazzo, con tono serio e deciso, determinato a trasformare, immediatamente, le proprie stesse parole, così come appena pronunciate, in azioni trasparenti di tanta brama nel lasciare il proprio rifugio al piano superiore delle stalle e, con gesti sicuramente meno agili e atletici rispetto a lei, nel cercare di ridiscendere fino al livello del suolo, là dove ella già stava combattendo da troppo tempo sola « Se i tuoi passi ti condurranno sino alla torre di lord Brote, allora lì io ti seguirò. E, te ne prego, non cercare di dirmi che questa missione ha da considerarsi quale troppo pericolosa per me: in questi mesi sono riuscito a sopravvivere a ogni sfida qui riservatami anche in tua assenza e ogni dubbio in tal senso potrebbe essere interpretato solo quale offensivo nei miei riguardi. »

Con la coda dell'occhio osservandolo compiere quel tragitto fino al suolo, temendo affettuosamente per la sua incolumità nel vederlo sin troppo spesso costretto a lasciarsi precipitare lungo le lisce e umide pietre di un pilastro portante dell'edificio, salvo, poi e comunque, riuscire a riprendere puntualmente il controllo di tale movimento, la donna guerriero non poté ovviare a riflettere, reciprocamente, su quanto da lui così asserito, tematiche in contrasto alle quali, probabilmente, avrebbe potuto sin troppo facilmente obiettare, ma per negare le quali avrebbe dovuto imporre su di lui il proprio ruolo di cavaliere, una reazione da lei giudicata quale eccessivamente rigida, severa, autoritaria che, in quel particolare frangente, avrebbe dovuto essere considerata da lui del tutto immeritata.
Purtroppo, però, al di là di quanto da lui affermato, in quella da lei effettivamente eletta quale propria nuova missione, il pericolo, contro il quale ella sarebbe andata molto presto a porsi, avrebbe dovuto essere valutato quale di gran lunga superiore a quello che mai avrebbero potuto rappresentare tutti gli zombie e gli scheletri lì attualmente schierati attorno a loro, e, in aggiunta a essi, molti altri ancora, dal momento in cui, escludendo l'eventualità in cui avesse sbagliato a interpretare gli eventi per come a lei appena riportati, entro la torre del proprio mecenate, Midda non avrebbe, semplicemente, rischiato di affrontare la rabbia e il dolore di un uomo privato della propria compagna, quanto, e molto peggio, la rabbia e il dolore dello spirito di una potente negromante privato del proprio sposo, colei concretamente responsabile per quell'assurda e altrimenti immotivata invasione di non morti nelle vie della città del peccato.

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