Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
Scopri subito le Cronache di Midda!
www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
lunedì 31 luglio 2017
RM 211
« Per inciso… accidenti a te, Lavero! » aveva protestato l’investigatrice, tentando di rialzarsi affannosamente da terra nel mentre delle ultime parole pronunciate dalla propria alleata, ad arrestare il suo ex-marito « Era proprio necessario spararmi…?! »
« Sembravi essere uscita di testa, mia cara. » aveva scosso il capo l’altra, mantenendo ben salda la mira in direzione di Desmair, così come avrebbe continuato a fare fino a quando la situazione non fosse realmente conclusa « E ho avuto timore avresti potuto ucciderlo prima che potessimo ottenere quanto utile per incriminare lui e Mal Toise. Comunque sia, è poco più di un colpo di striscio… non ti lamentare. »
« Mi hai visto in faccia?! » aveva obiettato la prima, aggrottando la fronte « Con i colpi di striscio, personalmente, non ho un buon rapporto… » aveva esplicitato, in riferimento alla propria cicatrice.
« Finiamo di arrestare questo bel tipo e sua madre. E poi, se vorrai sporgere denuncia contro di me, potrai considerarti liberissima di farlo… » aveva minimizzato Lavero, stringendosi appena fra le spalle « Del resto, ti sei già procurata una legale. E sono certa che, quel buco, potrà fruttarti un bel po’ di quattrini da parte del governo. » aveva soggiunto, senza particolare ironia, nella consapevolezza di quanto, in fondo, la questione avrebbe avuto le sue ottime ragioni d’essere in tribunale « Per quanto mi riguarda, poi, non ti preoccupare: se mi dovessero degradare e sbattere dietro una scrivania a fare fotocopie, troverò il modo di sopravvivere ugualmente. »
« Non ci penso nemmeno… » aveva tuttavia concluso Midda, riuscendo finalmente a recuperare una posizione eretta, o quasi, nel posizionarsi accanto alla propria alleata innanzi al suo ex-marito « Mi è sufficiente sapere che sei una brava persona e che vuoi fare bene il tuo dovere. » aveva dichiarato, sincera a tal riguardo, non avendo la benché minima intenzione di presentare denuncia per quanto accaduto, laddove, in fondo, avrebbe potuto considerare tutto ciò qual tranquillamente meritato, sia per le sue colpe presenti che a conclusione di tutte le proprie colpe passate « Sai... per un momento ho creduto… no… anzi, ho temuto che il mio piano fosse stato così ben congeniato da aver persino azzeccato l’ipotesi di un tuo coinvolgimento con questo bel tipo. »
« Sfortunatamente per te, ci hai preso, mia cara. » aveva commentato l’altra, estremamente seria, funerea persino, salvo, un attimo dopo, scoppiare a ridere di cuore a tale idea « Scherzo! Scherzo! » aveva rassicurato immediatamente, scuotendo appena il capo.
« Il… tuo piano…?! » aveva ripetuto il demone personale dell’investigatrice privata, nel rendersi conto, malgrado tutto, di essere ormai in trappola e, peggio ancora, di aver compromesso anche sua madre in tutta quella faccenda.
« Ora… a titolo informativo per tutti i presenti: dal momento che un ottimo gruppo di agenti dell’FBI vi ha appena circondato, e che il vostro capo è sotto tiro, tutti coloro che stanno impugnando un’arma, a vario titolo, potrebbero essere così cortesi da appoggiarla delicatamente a terra e alzare le mani dietro la testa?! » aveva dichiarato Lavero, ignorando quell’ultimo intervento del loro prigioniero nel preferire rivolgersi, ad alta voce, a tutta l’assemblea lì riunita « Vorrei sbrigarmi, se possibile. So che qualcuno potrebbe pensare che è ancora presto per essere stanca… ma con tutte le scartoffie che avrò da compilare per questi arresti, non riuscirò ad andare a dormire prima di domani mattina, nel migliore dei casi! »
« Cagne maledette… » aveva ringhiato Desmair, vana minaccia priva di sostanza verso le proprie due antagoniste, contro le quali pur non mosse neppur un passo, là dove non avrebbe avuto piacere a ritrovarsi un buco aperto nel torace, per quanto il calibro scelto dalla propria avversaria avrebbe avuto a dover essere considerato probabilmente nulla più di un 9 mm, Parabellum probabilmente, o della spalla della propria ex-moglie non sarebbe rimasto altro che qualche macchia di sangue lì attorno « Non finisce qui! »
« Potrei sbagliarmi… ma credo proprio che finirà qui per te, grand’uomo. » aveva concluso la vicedirettrice del Bureau, accennando con la canna della propria pistola un movimento verso l’alto « E, per la cronaca, l’invito ad alzare le mani dietro la testa includeva anche te. »
Se la serata di Midda si fosse allor conclusa in tal maniera, probabilmente ella avrebbe potuto ricordare quel giorno qual uno fra i migliori della propria vita, se non il migliore, malgrado il buco nella spalla.
Dopo tre anni nel corso dei quali la sua vita si era trasformata in una bizzarra parodia di purgatorio, in cui il meglio del suo lavoro era consistito nell’incastrare qualche fedifrago con i pantaloni calati, argomenti per i quali difficilmente avrebbe potuto osservare con orgoglio la propria immagine riflessa nello specchio; ella era finalmente stata in grado di concludere qualcosa di vero, qualcosa di concreto, chiudendo, al contempo, anche un ideale cerchio il cui solco, nella propria vita, era drammaticamente iniziato il giorno stesso del suo matrimonio con quell’uomo, lo stesso la cui esistenza, forse, quella sera sarebbe finalmente stata separata dalla propria, permettendola di non vivere più con l’ansia, con l’incubo, di poterselo ritrovare in testa nei momenti meno opportuni. E, a margine di tutto ciò, nel merito di tale successo, di tale risultato, sì conseguito a livello pratico dall’FBI nella propria parte conclusiva, e non di meno fondamentale, ella avrebbe comunque potuto vantare un’assolutamente soddisfacente maternità, nel tributarsi, e nel vedersi tributato, il giusto merito per un piano sì folle, certamente insensato e sconsiderato, che aveva visto praticamente distrutto metà del “Kriarya”, nel venir trivellato da colpi di arma da fuoco, e che aveva messo a rischio la vita di un sacco di persone, ma che, alla fine, aveva condotto all’arresto non solo di un importante malavitoso cittadino ma, ancor più, di una vicedirettrice dello stesso Bureau, la quale, per lunghi anni, aveva tratto illegittimo profitto dal proprio ruolo, nel guidare, in maniera discreta e pur azzeccata, i passi del proprio figlio segreto.
Come se ciò non bastasse, a testimoniare quanto accaduto, non tanto per i posteri, quanto e ancor più per la propria stessa famiglia, ella avrebbe persino potuto vantare l’imprevista, imprevedibile e, invero, neppur desiderata, presenza della propria amata gemella Nissa, la quale non soltanto era uscita del tutto illesa da quel terrificante momento ma, ancor più, avrebbe potuto colmare le lunghe cene in famiglia con il racconto di quanto eroica fosse stata la propria sorellona, con quanto sprezzo del pericolo ella avesse agito e agito contro un simile criminale, per la salvezza sua e di tutti gli altri. E per quanto, sicuramente, loro madre avrebbe alfine trovato ragione per criticarla, per rimproverarla, attribuendole magari, e non del tutto ingiustamente, la responsabilità dell’accaduto, laddove se non fosse stato per lei, Nissa non avrebbe neppure rischiato la vita; quella straordinaria impresa dal sapore epico sarebbe rimasta per sempre associata al suo nome e le sue nipotine non avrebbero più avuto a dover considerare la loro zietta come il ramo miserabile della loro famiglia, quanto e piuttosto qual l’eroina in sola grazia della quale, ancora, avrebbero potuto stringersi alla loro amata mamma.
Inoltre, a margine di tutto ciò, risultato minore della serata e, ciò non di meno forse valevole, per quanto Midda avrebbe avuto a potersi considerare più o meno direttamente responsabile della distruzione di metà del “Kriarya”, ella non avrebbe potuto ignorare quanto, forse, e sottolineando, evidenziando ed enfatizzando mille volte e ancor più quel “forse”, il suo giudizio nel merito di Be’Sihl Ahvn-Qa fosse stato parzialmente gratuito laddove, se pur anche egli, in parte, avrebbe avuto a doversi considerare pericolosamente prossimo al concetto di criminale, agendo arrogantemente in quella sottile linea d’ombra fra la legalità e l’illegalità, ciò non di meno non avrebbe avuto a doversi giudicare, o pregiudicare, completamente qual una cattiva persona. Lungi, in ciò, dal considerarlo il proprio nuovo migliore amico, o dal ritrovarsi a bere in sua compagnia per brindare a quello straordinario successo… ma, in fondo, anche poter spuntare il nome di un altro, in questo caso solo presunto, nemico dalla propria lista di nemesi personali, non avrebbe potuto essere considerato tanto negativo.
A dispetto, tuttavia, di così tanti risultati positivi, la serata di Midda non ebbe a concludersi in quel modo, in quella maniera e, in ciò, quanto di lì a breve l’avrebbe ancora attesa, vedendola giungere alla fatidica Beretta M9 appoggiata dietro alla sua nuca, non avrebbe potuto ovviare a rischiare di vanificare ogni successo sino a quel momento straordinariamente riportato.
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