11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

lunedì 28 settembre 2009

626


A
ll'alba il campo della Confraternita, o ciò che ne restava in conseguenza della battaglia di quella notte, fu dismesso ed i guerrieri, uomini e donne che essi fossero, si prepararono a ripartire.
A rallegrare i loro animi, i loro cuori, nonostante le cerimonie funebri che li avevano pur visti coinvolti nell'inizio di quello stesso nuovo giorno e nonostante l'esito tutt'altro che positivo per la missione, per l'impresa che si erano riservati, era la consapevolezza di come la fama per quanto occorso, per l'uccisione della gargolla, li avrebbe comunque accompagnati, avrebbe reso, forse, i loro nomi qual protagonisti di qualche ballata, in una rimarcata vittoria morale nei confronti della loro quasi prigioniera Midda Bontor.
Nella lunga via verso la costa occidentale, probabilmente per l'ultima volta, si sarebbe ancora posta qual loro guida, qual loro condottiero, la figura di Carsa Anloch, colei che, per quanto esterna alla Confraternita, ai suoi parametri di formazione e giudizio, si era dimostrata comunque essere una figura sufficientemente carismatica da conquistarsi il loro rispetto. Un sentimento da lei conquistato tanto per il carisma dimostrato, per la forza d'animo con cui aveva diretto quella loro missione cercando di agire con maggior giudizio possibile, come il rapimento del vecchio saggio aveva dimostrato, nel non voler rischiare vanamente le vite di alcuno fra loro; quanto più, forse, per la sfida che ella stessa non aveva mancato di proporre alla Figlia di Marr'Mahew, accentrando su di sé, piuttosto che su altri, l'onere, ancor prima dell'onore, di quell'incontro, differentemente da quanto avrebbe scelto di fare qualsiasi altro comandante, troppo attaccato alla vita ed alla volontà di vivere per porsi in gioco in maniera tanto plateale contro un'avversaria di quel livello.
Non tutti i presenti in quell'area, in quella circondario di Krezya, si dimostrarono però entusiasti della partenza programmata dalla mercenaria, dove nel loro piani, nelle loro speranze, si era posta, altresì, un'alternativa diversa…

« Vieni con noi… ci divertiremo. » insistette, per l'ennesima volta, Be'Wahr, cercando di forzare la volontà della compagna in tal senso « Sarà come ai vecchi tempi… come durante la ricerca della corona della regina Anmel… »
« Basta… te ne prego. » replicò ella, scuotendo il capo e levando, ancora, le mani a rifiutare tale proposta « E' da quasi un'ora che stai cercando di convincermi… ed è da quasi un'ora che ti sto dicendo che, questa volta, la mia strada è un'altra. »
« Se non sbaglio, però, la tua missione si è appena conclusa. » osservò Howe, più per solidarietà verso il fratello che per una sincera apertura verso la donna in questione, non avendo ancora accettato il suo precedente "tradimento", per quanto improprio sarebbe stato il ricorso ad un simile termine.
« Accidenti. » esclamò la mercenaria, sorridendo sconsolata e alzando lo sguardo al cielo, quasi a ricercare nell'infinità di quello spazio senza limiti un aiuto, forse ad invocare tacitamente gli dei per ottenere da loro un aiuto in contrasto a tali compagni, difficili da accettare quali avversari ma, effettivamente, ancor più ingestibili quali alleati, soprattutto in momenti quale quello attuale « Eppure dovreste essere felici per un mio rifiuto: una testa in meno con cui spartire la ricompensa che riuscirete a trarre da tale avventura, ammesso che vi sia effettivamente essere dell'oro da dividere ad attendervi in questa… nera piramide, ovunque essa sia. »
« Le ricchezze, a detta di Sha'Maech, non mancheranno, dove anche ci trascinassimo dietro il tuo esercito personale. » osservò Midda, aggrottando la fronte « E poi, qual mercenaria, non ti si addice tanta generosità. Non trovi? »
« Sentite… davvero… non ho assolutamente nulla contro di voi. O contro questa missione, ammettendola definibile in questi termini. » cercò di chiarire per l'ultima volta Carsa, contenendo un senso di esasperazione derivante da quell'assurda insistenza « Però, ci tengo a sottolinearlo, anche lo stesso Sha'Maech, e correggimi se erro, al nostro primo incontro ha dimostrato vivo stupore nel vederci tutti riuniti insieme… dove in contrasto con il mio carattere… e quello, fino ad allora, dimostrato da Midda. Riconoscetemi, pertanto, la possibilità di agire in maniera indipendente questa volta. Tanto, ammesso di sopravvivere ognuno alla propria stessa esistenza, sono convinta non ci mancheranno altre occasioni d'incontro… »

Lo scudiero, poco distante dal gruppetto, posto accanto al sapiente quasi sua scorta personale, stava seguendo con mal celato interesse quel dialogo, quel dibattito, dal quale per ovvie ragioni era comunque escluso ma, in merito alle dinamiche del quale non avrebbe potuto negare curiosità. Sebbene avesse, in passato, avuto già occasione di considerare quei quattro mercenari quali una squadra, nella loro prima visita a Kriarya nel corso della loro precedente avventura, quand'ancora egli non era nulla di più di un garzone presso la locanda di Be'Sihl, in seguito agli sviluppi dimostrati nel corso degli ultimi giorni non avrebbe mai creduto possibile il sussistere di un simile spirito di gruppo, di una tale volontà di coesistenza, esterna ad ogni sua possibilità di comprensione, di raziocinio.

« Come è possibile? » sussurrò verso l'uomo a lui prossimo, cercando nella sua esperienza, nella sua già comprovata saggezza, una qualche risposta chiarificatrice dei propri dubbi « Poche ore fa la mia signora e Carsa sembravano essere pronte a sgozzarsi a vicenda… ed ora appaiono quali due sorelle. »
« Ragazzo mio: benvenuto nel magnifico mondo del mercenarismo… » rispose l'interrogato, con medesimo tono, nel non voler disturbare in quelle parole il confronto verbale a loro prossimo « Non coltivare l'illusione che ogni soldato di ventura si ponga parimente a colei che definisci qual tua signora dove ella, in verità, si concede esser un'eccezione, non una regola. »
« Ma… a questi livelli? » sottolineò il giovane, volgendosi verso l'interlocutore, non per porre in dubbio le sue parole quanto, piuttosto, per ricercare da esse maggiore dettaglio.
« Per quanto non voglia lasciarlo trasparire, imponendosi sovente una maschera di indifferenza, di freddo distacco dalla realtà e dalle persone a sé vicine, Midda è sempre stata, e sempre sarà, una figlia del mare, abituata per propria natura, per proprio istinto, a ricercare in una famiglia, quali inevitabilmente sono tutti gli equipaggi, la possibilità di essere completa. » cercò, allora, di esplicitare, offrendo riferimento a realtà al contempo trasparenti e pur tutt'altro che facilmente intellegibili, come solo sarebbe potuto risultare un enigma nel momento della sua stessa risoluzione « Nel momento in cui la possibilità di una simile esistenza, di una tale vita, le è stata negata, ella ha ricercato in altri cammini, in altre vie, la possibilità di quella pienezza venutale meno… diventando, almeno in apparenza, colei che oggi tu sei abituato a conoscere. »
« Io… avevo notato una certa predilezione per il mare… ma non ho supposto, non ho pensato a nulla del genere. » osservò Seem, ascoltando con stupore, quella spiegazione « Ma… perché? Perché ha dovuto rinunciare a ciò che la rendeva felice? Chi l'ha costretta? »
« Mi spiace, ma non è mio compito offrire risposte là dove ella, per prima, non dimostra desiderio di rimembrare certi eventi del proprio passato, certi momenti della propria giovinezza… » si rifiutò Sha'Maech, in conseguenza a quell'ulteriore richiesta di dettaglio, di approfondimento, che stava iniziando a tendere in maniera eccessiva in uno specifico in cui non desiderava impegnarsi, per rispetto verso la medesima donna guerriero « Se avrai fortuna, se saprai tener fede al ruolo che hai ricercato con tanto impegno, giovane scudiero, forse un giorno sarà lei stessa a spiegarti qualcosa in più… a scostare, pur di poco, il velo che ora preferisce mantenere ben teso, dove ancora capace di condurle solo nuovo dolore e tragedia ad ogni occasio... »

Fu la voce dello shar'tiagho, però, ad intromettersi un quel loro dialogo quasi privato, personale, parallelo a quello fino ad allora condotto da fra i quattro cavalieri e conclusosi, ormai, con la medesima situazione da cui tutto aveva avuto origine, nel domandare l'attenzione della coppia, nel richiamarli al contesto dal quale, involontariamente, avevano finito comunque per separarsi.

« Ehy… chiacchieroni. » invocò, avvicinandosi alla coppia « Spero per voi che non vi fosse spirito di congiura dietro a tanto riserbo. » commentò, con un tono a metà strada fra il serio e il faceto, evidentemente desiderando evitare quella possibilità pur senza impegnarsi nella formulazione di accuse che sarebbero potute apparire troppo gravi a discapito di entrambi.
« Carsa ha, quindi, deciso di non unirsi a voi? » si informò lo studioso, non volendo offrire importanza agli impliciti concessi dall'uomo, per i quali, dopotutto, non avrebbe potuto negare una certa responsabilità, in conseguenza al giuoco nel quale aveva deciso di coinvolgere il gruppo a loro insaputa.
« Tu che ne pensi? » replicò il biondo, aggregandosi a sua volta al discorso condotto in tale frangente secondario, indicando alle proprie spalle le sagome delle due donne impegnate in un sincero saluto, sufficientemente amichevole da vederle concedersi il braccio destro e, pur, ugualmente distaccato nel rifiutare l'eventualità del ricorso ad entrambi gli arti in tal senso.

« Mi spiace, ovviamente, per quanto, effettivamente, tale conclusione si sarebbe potuta considerare prevedibile… » si concesse di esprimere la Figlia di Marr'Mahew, rivolgendosi alla compagna, forse amica, o nemica, in un rapporto tutt'altro che scontato, soprattutto nei sentimenti dell'altra, così contrastanti, di difficile interpretazione anche innanzi al suo giudizio, al suo sguardo solitamente confidente con la comprensione degli animi umani, dei cuori e delle menti dei propri interlocutori, anche occasionali, dei propri avversari, anche effimeri e non duraturi.
« Ti prego di credermi se insisto nel ritenere di avere ottime ragioni per non accompagnarvi. » sorrise la mercenaria dai capelli castani, con tono gentile « E non pensare che voglia trarti in inganno… per quanto io possieda molti volti, anche la mia parola è solo una e, come ho promesso, la fenice non avrà da temere danno, non da parte mia per lo meno. »
« Ti credo… e ti ringrazio. » annuì la donna dai capelli corvini e dagli occhi azzurri, color ghiaccio, liberando il braccio della stessa dalla propria presa.
« Un giorno, però, mi spiegherai per quale ragione hai deciso di ergerti a difesa di una tale creatura? » propose Carsa, con sincera curiosità a simile riguardo, verso tale ragione « Perché, invero, ancora non credo di averlo compreso… »
« Lo farò. » confermò Midda « Anche se, in tutta franchezza, spero di aver agito con eccessiva prudenza, con paranoica cautela, dove, in caso contrario, quel giorno dovremo fare i conti con il peso della responsabilità delle nostre avventate azioni, della stolida bramosia di vittoria, di successo ad ogni costo. »

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