Quando vide l'esercito di El'Abeb porsi in marcia attraverso la via principale, muovendosi in direzione del villaggio affidato alla propria protezione, Midda si ritrovò a essere intimamente divisa fra un sentimento di soddisfazione e uno di sorpresa, entrambi in lei dominanti in eguale misura, ove entrambi equamente giustificabili nella propria natura e nella propria esistenza all’interno del contesto delineato da quella particolare situazione. Se, infatti, del tutto inattesa, dopo la discrezione propria dei primi tentativi d'offesa al villaggio, avrebbe dovuto essere definita una presa di posizione così sfacciatamente esplicita, una dichiarazione d'intenti tanto palese, tale da porre finalmente allo scoperto la maggior parte delle forze nemiche e da impegnarle in un cammino per loro comunque azzardato, dal momento in cui non avrebbero potuto considerarsi confidenti dell'assenza di minacce di sorta a loro riservate nell'estensione di un percorso mantenuto similmente scoperto, privo di particolari occasioni di difesa fosse anche, semplicemente, da una pioggia di frecce, contemporaneamente ella non poté ovviare a sentirsi particolarmente appagata dal poter prendere finalmente visione dell'intero, o presunto tale, contingente avversario, scelta strategica compiuta dalla propria controparte nell'evidente volontà di sancire l'inizio della fine di quel loro confronto.
Rispettando i ritmi propri di quasi ogni genere di confronto armato, infatti, anche quella loro contesa stava procedendo secondo tempi e modi per lei assolutamente noti, già vissuti in infinite occasioni diverse, contesti sempre nuovi e, ciò nonostante, sempre prossimi l'uno all'altro in quei concetti di base che mai avrebbero potuto radicalmente mutare in quanto intrinseci della stessa natura umana. In tal modo, pertanto, a una prima fase esplorativa, nel corso della quale un contingente classificabile qual minore era stato inviato in avanscoperta, a cercare di saggiare le forze e le risorse di un nemico per loro sconosciuto, stava ora venendo introdotta una seconda fase di impegnativo ingaggio, lo scontro più brutale nel quale, dopo aver valutato quali accettabili i rischi propri di quel conflitto, la maggior parte delle forze in giuoco si sarebbero impegnate per l'annichilimento reciproco, per la completa e mutua distruzione. A proprio vantaggio, nel quadro così definito, El'Abeb aveva acquisito l'informazione più importante relativa all'unicità delle forze a sé contrarie, identificabili, e identificate, nella sola presenza della Figlia di Marr'Mahew, proprio malgrado, addirittura, già gravemente provata in conseguenza della notte trascorsa in vana attesa, nel corso della quale, per quanto non ne stesse offrendo piena trasparenza, ella aveva dovuto rinunciare a parecchie delle proprie abituali risorse, in termini di prestanza fisica e lucidità mentale: un'informazione, una conoscenza nel merito dell'identità e delle risorse in possesso alla propria controparte, della quale, parallelamente, la stessa Midda Bontor non avrebbe potuto riservarsi egual vanto nei suoi riguardi, come, spiacevolmente, ebbe allora immediatamente ragione di comprensione e di rinnovato stupore.
« E quello… chi diamine dovrebbe essere? » domandò ad alta voce, per quanto priva di qualsiasi possibile interlocutore, nel riferirsi, in tale interrogativo, in simile questione, alla figura posta a capo di quell'esercito di predoni, al tempo stesso ineccepibilmente individuabile quale El'Abeb e, ciò nonostante, per lei assolutamente impossibile da riconoscere qual tale, almeno nel confronto con i propri ricordi, con le proprie memorie attorno alla sua persona.
Colui che ella aveva incontrato per la prima, e unica, volta all'interno del Cratere, le si era offerto quale un vecchio dal corpo scheletrico, in senso metaforico, e dal volto di teschio, in senso fisico: una figura indubbiamente carismatica, nel proprio parlare, nel proprio imporsi sulle masse, e, ciò nonostante, non oggettivamente temibile al pari dell'immagine mentale del medesimo che ella, al pari di tutti i propri coetanei, aveva avuto occasione di maturare nella propria mente nel confronto con la sua terribile fama, con le cronache degli orrori da lui compiuti, tali da renderlo l'orco così rifuggito qual, ancora, psicologicamente ed emotivamente, egli era capace di essere nel confronto con le sue fantasie.

« El'Abeb…?! » tentò di rispondersi autonomamente la donna guerriero, offrendo voce a quanto necessariamente retorico, e pur così difficile da accettare per vero.
Che quell'uomo fosse colui da lei atteso, e intimamente e sinceramente temuto nel tremendo carico di negative emozioni legate attorno al proprio stesso nome, non vi sarebbero potuti essere dubbi, neppure nel confronto con il suo pur incredulo sguardo, dal momento in cui, addirittura e paradossalmente, quella figura sì virile, vigorosa ed energica, nel confronto con le numerose ballate composte attorno al suo nome, avrebbe potuto farsi fregio di tale fama con maggiore coerenza di quanto mai avrebbe potuto esser proprio per il vecchio da lei incontrato in passato. Che quell'uomo, tuttavia, fosse lo stesso con il quale ella aveva avuto già occasione di dialogare in passato, estremamente difficile sarebbe stato da credere e accettare, per quanto, nella natura necessariamente stregata del suo stesso essere, così come quel volto da scheletro non si sforzava di nascondere, non complesso sarebbe stato supporre un intervento di natura mistica a ridonare giovinezza e forza, prestanza e ardimento, vigoria e vitalità, a chi pur ormai lontano da tali condizioni.
Un'ipotesi, questa, che ovviamente avrebbe gettato nuovamente disordine fra i pezzi della scacchiera per così come accuratamente predisposti, sino a quel momento, dalla mercenaria dagli occhi color ghiaccio, la quale avrebbe probabilmente dovuto faticare molto più del previsto per riportare la vittoria auspicata…
« D'accordo. » si umettò le labbra, piegando il capo prima a destra e poi a sinistra per richiedere, nuovamente, ai muscoli li contratti per la tensione uno sforzo volto al necessario rilassamento, e roteando, in maniera sincrona a tale azione, anche le articolazioni di entrambe le spalle nonché il polso sinistro, allo scopo di prepararsi psicologicamente, e fisicamente, a quella nuova fase della battaglia, per così come le stava venendo introdotta « Volevi un po' di divertimento e ora lo stai ottenendo. Quale modo migliore avresti potuto desiderare, dopotutto, per ritornare in scena a Kofreya se non associando il tuo nome alla sconfitta del leggendario El'Abeb, al meglio delle proprie potenzialità?! » argomentò, sorridendo e portando, ora, la mancina ad accarezzare l'impugnatura della propria spada bastarda, a verificarne, ritualmente, la presenza al proprio fianco.
« E poi questo varrà, per lo meno, un buon raddoppio della ricompensa… di entrambe le ricompense concordate. » soggiunse aggrottando la fronte e non risparmiandosi, in tali parole, l'ipotesi di un sempre gradevole incremento del proprio tornaconto economico, da quella situazione nella quale, indiscutibilmente, era giunta unicamente per questioni di carattere professionale.
Nessun commento:
Posta un commento