11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 14 febbraio 2017

RM 044


Per quanto avrebbe avuto piacere a potersi considerare del tutto indifferente a quanto stava accadendo, Midda Bontor, donna guerriero e mercenaria, non avrebbe potuto asserire, in totale onestà intellettuale, di star affrontando tutto quello con la consueta tranquillità che era solita distinguerla anche nelle situazioni peggiori. Al di là di quanto, infatti, ella avesse avuto già da tempo occasione di maturare una certa confidenza con i viaggi interdimensionali, con le realtà parallele, con altre versioni di se stessa e del mondo attorno a sé, in misura tale, probabilmente, da potersi considerare una veterana ormai anche sotto tale aspetto, non che avesse avuto riprova, fino a quel momento, di altri viaggiatori suo pari; ella, in tutti i voli sulle ali della fenice che aveva, sino ad allora, compiuto, non aveva mai avuto a dover affrontare una situazione simile a quella nella quale, suo malgrado, l’insistenza di Maddie aveva finito col cacciarla. Giacché, se porsi a confronto con versioni alternative di se stessa, per quanto strano, per quanto a tratti folle, alla fine avrebbe avuto comunque a concederle un certo livello di confidenza, nel ricordarsi quanto, in fondo, stesse parlando con altre Midda, contraddistinte, nel profondo del proprio animo, da quelle medesime caratteristiche che, anche in un esempio tanto apparentemente antitetico qual avrebbe inizialmente potuto essere considerata proprio la sua giovane identità in quella realtà, alla fine avrebbero saputo rivelarsi, ponendole in necessaria sintonia, se non, addirittura, in straordinaria eufonia; ritrovarsi a dover condividere un momento pur innocente, pur innocuo, qual una semplice, banale, occasione conviviale al pari di quella serata, con versioni alternative di suo padre e, soprattutto, della sua gemella Nissa, non avrebbero potuto ovviare a intimorirla, a spaventarla, complice, sicuramente, i pessimi trascorsi che ella stessa avrebbe, suo malgrado, potuto vantare in tal senso… ma non solo.
Più di suo padre, in verità, quanto preoccupava davvero la Figlia di Marr’Mahew, avrebbe avuto a doversi riconoscere proprio la versione alternativa della propria gemella. Oltre, infatti, a porla innanzi al peso delle proprie colpe, al rimorso per quanto, nel suo mondo, purtroppo ella aveva inconsapevolmente contribuito a rovinare, nel loro rapporto e nella sua vita, spingendo un’ancor giovane Nissa Bontor a votarsi, anima, mente, cuore e corpo, a una missione di perpetua vendetta contro di lei e, in ciò, addirittura a divenire regina dei pirati dell’isola di Rogautt; quanto più non poteva ovviare a inquietare la mercenaria, in quel frangente, avrebbe avuto a doversi considerare la terrificante consapevolezza di quanto, nella maggior parte degli universi da lei esplorati, le sue versioni alternative, le altre Midda che aveva incontrato, avevano avuto, loro malgrado, un percorso simile al suo, tale da rendere, puntualmente, ineluttabilmente, ogni Nissa qual ricettacolo apparentemente perfetto per accogliere l’empietà della regina Anmel. E benché, in mondi più distanti dal suo, in realtà in cui, addirittura, la sua versione locale non avrebbe neppure avuto a vantare lo stesso nome, come in quel caso, gli eventi utili a definire l’identità delle stesse generalmente non avevano condotto a quella terribile rottura con le proprie gemelle; la consapevolezza di star agendo, in quel frangente, da fattore di disturbo, da alterazione per il normale corso della Storia di quella dimensione, e, peggio ancora, di essere lì giunta inseguendo proprio una fuggitiva Anmel, in cerca, necessariamente, di nuovi corpi, di nuove complici nelle quali annidarsi come un parassita, non avrebbe potuto ovviare a inquietarla, e a spingerla a dubitare di quanto, in quel momento, non potesse star sbagliando, non potesse star commettendo quel terribile passo errato che avrebbe condotto una giovane innocente a condannarsi al pari della propria cara sorella Nissa.
Un timore, una paura, quella della donna guerriero, che tuttavia ebbe a svanire come una goccia di rugiada al primo calore del nuovo giorno, non appena le fu concessa occasione di scambiare due parole con Nóirín Mont-d'Orb, la sorella di Madailéin, scoprendo in lei un animo straordinariamente benevolo, contraddistinto da una luce di positività, di gioia incredibilmente intensa, che quasi avrebbero non avuto a doversi considerare persino possibili nel confronto con l’avversione che il fato, suo malgrado, le aveva mostrato in così tenera età.
Dal terribile incidente che aveva privato Maddie e lei di propria madre, e loro padre di sua moglie, Rín, come tutti erano soliti abbreviare il suo già sufficientemente conciso nome, non era purtroppo uscita indenne… anzi. Al centro di una lunga sequenza di danni che aveva reso, in un primo momento, persino sperare che ella potesse sopravvivere, aveva infatti trovato un ruolo da protagonista una serie di lesioni alla spina dorsale, in conseguenza alle quali, nei mesi immediatamente seguenti alla tragedia, i medici avevano ammesso, loro malgrado, ben poca fiducia alla prospettiva che ella potesse tornare a muovere qualcosa di più rispetto al proprio capo: così, nel mentre in cui le esequie di Deirdre Synge venivano celebrate al cospetto di suo marito e dell’altra sua figlia, la piccola Rín si era ritrovata intrappolata nel proprio stesso corpo, innocentemente inconsapevole, nel coma che l’aveva rapita per ben tre settimane, di quanto avesse allor perduto. Una perdita, quella da lei vissuta, che al suo risveglio, quand’ebbe a scoprirsi, suo malgrado, ancora bloccata in quel letto, non venne da lei tuttavia affrontata, qual pur avrebbe avuto a potersi considerare più che umanamente giustificabile, nelle vesti di vittima, quanto, e piuttosto, come una sfida… una sfida volta a permetterle di poter dimostrare al mondo che la vita che a lei era stata concessa, mentre a sua madre no, non sarebbe stata sprecata. Così, con l’aiuto, innanzitutto, di Maddie, sempre presente accanto a lei, e di suo padre, che arrivò a indebitarsi oltremodo per poterle assicurare la migliore assistenza possibile, dimostrandosi, in tal senso, pronto a scommettere su sua figlia come alcun altro, probabilmente, sarebbe stato disposto a fare, attraverso lunghi, faticosi e dolorosi anni di terapia riabilitativa, Rín riuscì a recuperare addirittura metà del proprio corpo. E in ciò, mai una volta, ella ebbe a considerare qual una sconfitta la perdita dell’uso delle proprie gambe, riconoscendo sempre la miracolosa vittoria conseguita, al contrario, nel riconquistare l’uso delle proprie braccia, del proprio busto e del proprio addome.
Così, seppur con qualche anno di ritardo rispetto alla sorella, anche Nóirín aveva avuto occasione di raggiungere il traguardo di scuola superiore, conseguendo la propria maturità classica, e decidendo poi di proseguire autonomamente nella propria strada attraverso lo studio autodidatta di numerose lingue straniere, inglese, francese e tedesco, per iniziare, ma anche russo, in un secondo tempo, fino ad arrivare, in quell’ultimo periodo, ad affrontare cinese mandarino e giapponese, non qual esercizio di stile fine a se stesso, ma trovando occasione di rivendersi, in tal senso, come traduttrice editoriale, un impiego per il quale le era garantita la possibilità di trascorrere le proprie giornate tranquillamente entro l’ambiente domestico. Una scelta, quella del telelavoro, che ella aveva abbracciato non nel timore di affrontare il mondo al di fuori di quel pur confortevole appartamento, ponendosi alla prova dinnanzi alle sempre troppe barriere architetturali là fuori esistenti, quanto e piuttosto per semplice comodità: come ella era solita ribadire, priva di qualunque torto, la maggior parte delle persone, Maddie inclusa, avrebbero fatto carte false per poter avere occasione di lavorare da casa… stupido, quindi, sarebbe stato non approfittare di tale possibilità.
Alla luce di tutto questo, di simile, straordinaria personalità, di un intelletto così incredibilmente vivace, e di una forza di volontà ammirevole, tale, addirittura, da vincere la prospettiva di una vita bloccata in un letto e riconquistare, in grazia anche a una chiara benedizione divina, la possibilità di muoversi con straordinaria agilità sulla propria sedia a rotelle, e di vivere in maniera indiscutibilmente dignitosa la sua esistenza; Midda Bontor non avrebbe potuto, né poté, evitare di restare semplicemente conquistata da Nóirín Mont-d'Orb, più che mirabile versione alternativa della propria già straordinaria gemella. E, in tutto ciò, innanzi a colei che sembrava incarnare in sé tutti i valori, tutta la forza e l’energia propria della stessa fenice, della Portatrice di Luce, ella ebbe quasi a sentirsi in imbarazzo all’idea dei propri timori, delle proprie paure, atte a ritenere che mai, in una creatura sì sublime, avrebbe potuto trovare occasione di radicarsi Anmel Mal Toise.

« Non puoi avere idea di quanto il mercato russo stia fiorendo, in questi ultimi anni… » si ritrovò ad ascoltarla, durante la cena, disquisire con straordinario entusiasmo del proprio lavoro, qualcosa attraverso il quale, chiaramente, ella non ricercava semplice occasione di profitto, quanto, e piuttosto, la propria occasione di contribuire, nel mondo, alla diffusione della cultura « Per carità, al cinema, ogni tanto, uno o due film riescono anche ad arrivare: ma è nella narrativa, in realtà, che si nascondono le perle migliori… testi, per lo più, che noi finiamo per scoprire solo dopo che in America, già, hanno avuto successo. »

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