11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

venerdì 17 febbraio 2017

RM 047


« E, in questo modo, sono stato io a mettermi nei guai… » finì quasi per sussurrare l’unico rappresentante del genere maschile presente a quel tavolo, nel comprendere quanto pessima potesse essere stata la sua uscita precedente, il suo tentativo di dimostrarsi aperto e affettuoso verso la figlia e verso l’ipotesi di una sua relazione clandestina con quella donna, per lei desiderando niente di meno che tutto il bene del mondo, purtroppo altresì scemato in una magra figura.
« Beh… quel che è giusto è giusto: se si vuole parlare di colpe, papà non è il solo responsabile di questo agguato mal riuscito. » si concesse nuovamente di intervenire Rín, non desiderando sottrarsi meschinamente di fronte a tutto quello, lasciando in tal maniera solo il padre, così come pur avrebbe potuto compiere con, ancora, elegante discrezione « Nel vedere quanto tu stessi cambiando, sorellina, anche io ho pensato fosse subentrato qualche fattore affettivo. Poi, per carità, non avevo avuto la benché minima occasione di conoscere Carsa prima di stasera, e in questo mi sono affidata alle impressioni di papà... ma la sua tesi, obiettivamente, mi sembrava del tutto coerente e condivisibile. » ammise, levando le mani in segno di resa « Per quello che può valere… accetta le mie scuse. »
« E anche le mie… » esitò il padre, volgendo uno sguardo di gratitudine verso l’altra propria figlia, per la scelta da lei compiuta a suo favore, prima di osservare, con sincero rammarico, Maddie, nel timore di quanto, allora, avrebbe potuto dire.

Madailéin, però, tacque. E tacque perché non voleva perdere la pazienza con suo padre e sua sorella, giacché, al di là dell’imbarazzo, che forse sarebbe stato persino maggiore se le loro folli supposizioni fossero state corrette, al di là di un’indubbia reazione di contrarietà, di irritazione per la libertà che entrambi si erano riservati nel credere di poterla porre alle strette con un simile agguato, ella comprendeva perfettamente quanto, entrambi, si fossero mossi in tal senso semplicemente animati da concreto affetto nei suoi riguardi. Un affetto che, sicuramente, sarebbe stato pur tale anche nell’eventualità in cui avessero deciso di agire in maniera diversa, di rispettare la sua intimità e attendere, pazientemente, il momento in cui lei avesse deciso di esprimersi a tal riguardo… se solo fosse stato vero; ma che, al di là dei modi impacciati e, decisamente, invadenti, comunque affetto avrebbe avuto a dover essere interpretato.
Così, nel volersi impegnare a non rovinare quella serata, e nel constatare quanto, comunque, la sua famiglia avrebbe avuto a doversi confrontare, per molto tempo a venire, con l’imbarazzante ricordo di quanto avvenuto nel corso di quella cena; ella tacque. Mantenendosi il viso nascosto fra le mani, e impegnando il proprio respiro a divenire sempre più profondo e prolungato, a rasserenare la sua mente e il suo corpo, ella tacque e attese. Attese di ritornare padrona dei propri pensieri, delle proprie emozioni, prima di riprendere voce. E, in ciò, probabilmente, d’aiuto fu proprio e persino la presenza della sua mentore alla loro tavola, laddove, all’imbarazzo nei suoi confronti che, necessariamente, avrebbe avuto a dover provare per il comportamento della sua famiglia, non avrebbe voluto quindi aggiungerne altro, volto al proprio stesso recapito.
La Figlia di Marr’Mahew, dal canto proprio, al di là dell’ironia degli dei dietro a quel bizzarro equivoco, non avrebbe avuto ragioni, invero, né per mal giudicare la versione alternativa della propria famiglia, né, tantomeno, la propria versione più giovane. Al contrario, pur impedita a potersi esprimere apertamente nei loro riguardi per così come, allora, avrebbe potuto persino preferire, ella non avrebbe potuto ovviare a essere felice di essere lì quella sera, e, persino, di aver assistito a quella scenetta a metà fra il comico e il grottesco, poiché, cogliendo anch’ella in maniera palese le affettuose intenzioni da parte di tutti i presenti gli uni per gli altri, non avrebbe potuto che gioire di tutto ciò, rallegrandosi dell’evidenza di come, in un quella realtà, almeno a una Midda fosse stata concessa occasione di godere di un sereno rapporto con i suoi cari, con suo padre e sua sorella.

« Direi che possiamo considerare chiuso l’argomento… » riprese alfine voce Maddie, sforzandosi di dimostrarsi quanto più possibile calma e controllata, salvo, tuttavia, un attimo dopo cedere e non riuscire a evitare di porre una domanda collegata alla questione, e pur, volutamente, già reindirizzata in parte verso un bersaglio collaterale più che in direzione dell’obiettivo principale sul quale, pocanzi, suo padre e sua sorella si erano tanto incautamente intestarditi « … anzi no! Questa proprio me la dovete spiegare: ma davvero vi ho mai offerto ragione per credere che io sia omosessuale?! »
« Beh… non ci hai mai fatto conoscere nessuno dei tuoi compagni… » osservò Rín, roteando gli occhi verso l’alto, come a riflettere sull’argomento, e scegliendo, in quell’intervento, di esporsi in prima linea a tutela di eventuali, nuove rappresaglie a discapito del padre.
« Semplicemente perché nessuno ha mai meritato di esservi presentato! » precisò la prima, scuotendo il capo « Questo, tuttavia, non significa necessariamente che io abbia a preferire le donne agli uomini… o sbaglio?! »
« Guarda l’aspetto positivo: questa sera hai avuto modo di verificare che se anche avessi qualche saffico interesse, la cosa sarebbe assolutamente ben accettata da noi… » sorrise la seconda, tentando di inerpicarsi, metaforicamente, su una ripida superficie liscia come uno specchio e, per lo più, appena insaponata « … è una cosa buona, direi. »
« Assolutamente! » tentò di concedersi occasione di intervento anche il padre, non senza dimostrare un certo timore a far nuovamente sentire la propria voce all’intero di quella stanza.
« Se fossi lesbica, sarebbe sicuramente qualcosa di estremamente positivo. » convenne Maddie, stringendo per un momento le labbra a cercare di mantenere i termini di quella conversazione in toni costruttivi e cooperativi « Giacché, non lo sono, però… »
« … direi che potremmo considerare chiusa qui la questione. » la interruppe, e la prevenne la gemella, ancora sorridendo con fare sornione, in quel tentativo di prendere il controllo della discussione e, in questo, invertire le posizioni fra lei e la sorella, in maniera tale da cancellare, implicitamente, quanto occorso pocanzi, compresa lo spiacevole errore di valutazione compiuto da lei e da loro padre « A meno che tu non ci tenga a continuare a ribadire la tua eterosessualità… il che potrebbe risultare addirittura sospetto. Cioè… a me piacciono i maschietti, ma non per questo devo andare in giro a gridarlo ai quattro venti per farmi credere. »
« Ma io non sto gridando niente a nessuno! » esclamò la giovane protagonista di quella scena volutamente gettata nel grottesco, sorpresa da quell’evoluzione al punto tale da ritrovarsi a sgranare gli occhi di fronte a quell’ultima, implicita, accusa a suo discapito « Volevo solo… »
« … ribadire il fatto di non essere omossessuale. » intervenne, ancora una volta, ad anticiparla Rín, stravolgendo nuovamente il senso di quanto l’altra stava cercando di spiegare in maniera tale da far sembrare il suo intervento in direzione assolutamente opposta « E, per l’appunto, come ti stavo dicendo, non c’è alcun bisogno di insistere tanto, a meno che tu non abbia qualcosa da nascondere… »

E fra la faccia sconvolta di Madailéin, suo malgrado totalmente in balia di quel gioco di retorica, e l’espressione al contrario estremamente furba di Nóirín, la quale aveva riportato uno straordinario successo nel trasformare quel discorso in una vera e propria farsa, tale da obliare, ormai, qualunque imbarazzo precedente; Midda Bontor non riuscì a trattenersi dal concedersi un’esplosiva risata per quanto stava avvenendo innanzi al suo sguardo, troppo divertita da tutto quello per potersi trattenere un solo istante di più. Una risata, la sua, che si dimostrò assolutamente contagiosa e che, pertanto, vide coinvolti tutti e quattro di lì a pochi istanti, incominciando con le due gemelle e giungendo, persino, al povero Jules, per il quale sarebbe probabilmente comunque stato difficile digerire quella cena, dopo l’inopportuna uscita di cui si era reso protagonista.

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