11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte

News & Comunicazioni

E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 21 febbraio 2017

RM 051


Purtroppo per Maddie, e dando ragione a Midda, la loro temibile avversaria non avrebbe atteso ancora molto prima di tornare a manifestarsi… e, in quell’occasione, le conseguenze di tale battaglia sarebbero state a dir poco devastanti per entrambe, sconvolgendo, nuovamente e irrimediabilmente, ogni equilibrio faticosamente conquistato sino a quel momento.

L’inizio della fine ebbe a presentarsi, con sgradevole tempismo, proprio la sera del sabato in cui, dopo già qualche rinvio di troppo, Madailéin ed Eliud erano finalmente riusciti a invitare a cena, nei cinquantacinque metri quadrati di appartamento che condividevano, il signor Mont-d'Orb e Nóirín: un invito, quello da loro così formulato, senza un evento in particolare, senza una ragione precisa, ma, semplicemente, spinti dal desiderio di condividere con loro la serenità della propria quotidianità, nel loro ambiente domestico. L’idea iniziale, in effetti, sarebbe stata quella di coinvolgere, congiuntamente, anche la famiglia di lui ma, date le dimensioni contenute dello spazio a disposizione del loro soggiorno, e un numero di sedie non sufficiente per tutti, avevano deciso di ovviare all’eventualità di un eccessivo affollamento rimandando a un’altra occasione, e a un altro scenario, l’eventualità di qualcosa di più amplio. Così, i due giovani avevano alfine deciso di procedere per gradi, in primo luogo con la famiglia di lei, seguita a ruota da quella di lui, ipotizzata per la settimana seguente.
A Maddie, in verità, accanto a suo padre e alla sua gemella, sarebbe piaciuto estendere l’invito di quella sera anche alla propria maestra d’arme che, per ovvie ragioni, dal suo personale punto di vista, avrebbe avuto a potersi considerare al pari di un elemento della propria famiglia, ormai parte integrante, e irrinunciabile, della sua vita. Ciò nonostante, era stata la stessa Figlia di Marr’Mahew a insistere al fine di non essere coinvolta nella questione, non tanto perché desiderosa di mantenere le distanze dalla propria allieva, quanto, e piuttosto, per riuscire a conservare una certa credibilità nel proprio ruolo di semplice amica per la giovane. Trattandosi di una serata in famiglia, già costretta a numeri contenuti a causa dello spazio ridotto, non sarebbe stato facilmente giustificabile il suo contributo a quell’evento: per ragioni tanto obiettivamente condivisibili, pur sinceramente a malincuore nell’essere costretta a escludere, in tal modo, la propria versione più matura, la giovane dai rossi capelli color del fuoco aveva rinunciato a quell’idea, accettando di limitare la serata solo alla propria famiglia ufficiale.
Dopo aver trascorso praticamente l’intero pomeriggio a riordinare casa e a preparare la cena per la serata, a poco meno di un’ora dall’arrivo degli ospiti, Maddie si era resa conto che non avevano una bottiglia di vino rosso in casa e, per questo, Eli si era offerto volontario per fare un salto al supermercato poco lontano da casa, e fortunatamente ancora aperto a quell’ora, per rimediare a ciò. E se, a posteriori, l’assenza da casa del proprio compagno non avrebbe potuto che essere considerata una coincidenza decisamente fortuita dal punto di vista della giovane guerriera, dal momento in cui, in tal modo, ella ebbe a ritrovarsi da sola nel momento in cui il suo telefono cellulare ebbe a notificarle un messaggio da parte di Midda; tale avrebbe avuto a dover essere parimenti considerata l’ultima evidenza di buona sorte, di divina benevolenza, nel corso di quella serata, dal momento in cui, da lì in poi, tutto il resto sembrò destinato soltanto a volgere al peggio…

“Ho bisogno di te… vieni subito.”

Erano trascorsi circa sei mesi da quando la giovane aveva regato alla propria mentore un telefono cellulare, non perché ella ne abbisognasse, ma per concedere a se stessa la possibilità, laddove ne avesse avuto necessità, di contattarla. In quei sei mesi, Midda non aveva mai fatto una sola chiamata o, parimenti, inviato un solo messaggio, ragione per la quale, il ricevere una simile richiesta da parte sua, quella sera, non poté che generare un certo stato d’ansia nella giovane. Così, del tutto indifferente alla consapevolezza che da lì a breve, tornando a casa, Eli non l’avrebbe trovata e avrebbe avuto, sicuramente, ottime motivazioni per preoccuparsi; nonché del tutto indifferente all’idea di quanto, in poco meno di un’ora, anche suo padre e sua sorella sarebbero giunti ad aumentare la spiacevole entropia della situazione; Maddie non perse neppure un istante per concedersi possibilità di esitare attorno alla questione e, rapida, indossò le scarpe, raccolse il proprio giubbotto, prese le chiavi dell’auto, e si precipitò fuori di casa, diretta là dove, da mesi ormai, era solita ritrovarsi con la mercenaria per i loro allenamenti, per il suo addestramento.
Guidando spedita verso quel loro quieto rifugio, Maddie si ritrovò a prepararsi psicologicamente al peggio, non potendo ovviare a supporre che, alla base di quella richiesta, avesse a doverci essere qualcosa in chiara relazione alla regina Anmel, e qualcosa, allora, di decisamente grosso, laddove, altrimenti, di certo la sua maestra d’arme non avrebbe richiesto il suo aiuto, non avrebbe preteso la sua presenza, così come, invece, era avvenuto, in maniera del tutto inedita. L’idea dell’eventualità del tanto atteso confronto diretto fra loro, ineluttabilmente, non poté che dominarla, insieme a tutta una lunga serie di incognite che, necessariamente, non poterono evitare di attraversare la sua mente, a incominciare dal genere di battaglia che avrebbe potuto attenderla, per giungere, alfine, a legittimi dubbi su quanto dolore avrebbe potuto imporre non soltanto a suo padre e a sua sorella, ormai, ma anche al suo compagno, nel momento in cui, qualcosa, fosse andato storto e, sciaguratamente, ella non fosse riuscita a far ritorno a casa, scomparendo, in tal maniera, tragicamente nel nulla e lasciando, di conseguenza, tutti smarriti nell’inconsapevolezza su quanto, realmente, le potesse essere accaduto.
Per un istante, continuando a guidare, ella si ritrovò prossima a prendere in mano il proprio telefono cellulare per lasciare un messaggio vocale a suo padre, o a Eli… ma, subito, tale idea venne scartata, nell’evidente difficoltà a individuare, allora, le giuste parole con le quali potersi esprimere, attraverso le quali formulare un messaggio che, nell’eventualità in cui ella non fosse più tornata, potesse essere sufficiente per spiegare loro cosa accaduto mentre, nell’ipotesi più positiva di un suo quieto ritorno a casa, potesse essere adeguata per banalizzare l’intera questione, evitando di doversi impegnare in qualche sincera spiegazione che, nella migliore delle ipotesi, le sarebbe allor valsa un viaggio di sola andata per una qualche casa di cura. Tuttavia, ritrovandosi a ripensare a tutte le raccomandazioni di Midda nel merito dell’importanza di non escludere mai, dalla propria esistenza, le persone a lei più care, alla fine Maddie raccolse coraggio, o, forse, si concesse di perdere estemporaneamente il senno, e decise di contattare la propria gemella, affidando così a Rín il potenzialmente ingrato compito di ricostruire, a posteriori, quanto avrebbe potuto presto avvenire.

« Ehy… » esordì, con meno convinzione di quanta non avrebbe preferito imprimere a quel messaggio registrato « Ti chiedo scusa se apparirò un po’ confusa… ma, sinceramente, non so da dove iniziare e non ho neppure ben idea di dove andrò a andare a parare ora della fine. Ci tengo, tuttavia, a lasciare questo messaggio almeno per te, affinché, se mi dovesse succedere qualcosa, almeno tu possa sapere il perché… » premise, umettandosi appena le labbra per prendere tempo per riflettere sulle successive parole « Innanzitutto, e al di là dei dubbi che potranno sorgere, non sono pazza. E benché sappia che è lo stesso preambolo che utilizzerebbe un pazzo, ho bisogno che tu possa credere almeno a questo, perché, tutto ciò che seguirà, necessariamente, ti sembrerà folle come, più di un anno fa, era apparso anche a me, la prima volta che ho incontrato Midda Bontor. Questo è il vero nome di Carsa Anloch… e sì, la tua memoria non si sbaglia se ti pare di ricordare che con tale nome avevo identificato la persona responsabile della mia sparizione all’epoca. » spiegò, concedendosi poi un lungo sospiro « Rín… so che è difficile da capire. Ma sei la persona più intelligente che io conosca e, in questo, sono certo che, una parte di te, ignorando ogni raziocinio, ogni logica, lo abbia già capito da tempo… perché guardandola in volto, né tu, né io avremmo mai potuto ignorare l’evidenza di quanto ella sia simile a noi. E questo perché Midda Bontor e io siamo la stessa persona… »

Nessun commento: