11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 17 novembre 2019

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Nel mondo natale di Midda, e in particolare nei regni dell’area sud-occidentale del continente di Qahr, dai quali ella proveniva, quello proprio della musica avrebbe avuto a doversi riconoscere un appannaggio proprio di bardi e cantastorie, i quali, in grazia alla musica, erano soliti accompagnare le proprie narrazioni, scegliendo di volta in volta motivi più lenti per i momenti più sereni, e motivi più ritmati per i momenti d’azione, a meglio enfatizzare quanto, nel mentre delle proprie parole, stava accadendo. Non che, quindi, non avesse a esistere una qualche tradizione musicale, o un qualche genere di canone, ma, per lo più, esso avrebbe avuto a dover essere riconosciuto qual proprio dell’arte del bardo o del cantastorie, senza che un qualche senso di cultura musicale avesse a diffondersi, o tramandarsi, al di fuori di una qualche linea di successione professionale, non diversamente dai segreti propri di qualunque altro artigiano, dai maniscalchi al fabbri, dai falegnami ai muratori, e così via dicendo. Dopotutto, già il saper leggere, scrivere e far di conto non avrebbe avuto a dover essere frainteso qual una conoscenza comune, non a tutti, e neppure ai più, ragione per la quale, certamente, una qualche cultura musicale non avrebbe avuto ragione lì di diffondersi.
Ma se pur in altri regni di Qahr, così come in quelli degli altri due grandi continenti, l’orientale Hyn e il nordico Myrgan, la donna guerriero sapeva esistere una certa maggiore attenzione in tal senso, così come già, e molto semplicemente, nello stesso regno di Shar’Tiagh dal quale proveniva anche il suo amato Be’Sihl, nel quale la musica avrebbe avuto già a vedersi riconosciuto un ruolo di maggiore rilievo, sovente presente ad accompagnare riti religiosi e grandi feste popolari; comunque improprio avrebbe avuto a dover essere qualunque genere di paragone con il ruolo più marcato della stessa nelle civiltà che entrambi avevano avuto occasione di scoprire lì, fra le stelle, in infiniti mondi, in infinite culture che, sovente, ancor prima di dialogare con le parole, erano state in grado di contaminarsi reciprocamente in grazia alla musica. In ciò, quindi, ben più complicato sarebbe stato per chiunque potersi affacciare a tale panorama, nell’esistenza di migliaia di stili diversi, tutti perfettamente canonizzati nelle proprie regole, nella propria forma e nel proprio uso, da impiegarsi in qualunque momento della vita quotidiana, nel ritrovarsi posta non soltanto qual fulcro al centro dell’attenzione, quanto e piuttosto anche qual semplice sottofondo d’accompagnamento, sovente neppur realmente ascoltata e pur sempre presente a margine della giornata di chiunque.
Così, musica era quella prodotta, del resto, dalla maggior parte dei comunicatori, per attrarre l’attenzione nei riguardi di una trasmissione in ingresso. Musica era quella che, assordante, Duva Nebiria costringeva tutti ad ascoltare non appena si poneva alla guida di una qualunque navetta, certa del fatto che tutti avrebbero potuto apprezzare l’ultimo successo dei Caimani Graffianti, benché la prima a invocare da parte sua un qualunque senso di pietà avrebbe allor avuto a essere proprio la sua carissima amica Midda. Musica era quella che accompagnava qualunque genere di intervento promozionale presente a margine di trasmissioni radio, o video, che erano solite compiacere la maggior parte delle persone, molte trasmissioni fra le quali, invero, ancor a contenuto principalmente musicale, per meglio diffondere le ultime novità nel settore. Musica era anche la protagonista indiscussa in piccoli e grandi concerti, come quello che, in quel giorno, avrebbe atteso la presenza di Midda e Be’Sihl, quali ospiti del più celebre accusatore dell’omni-governo di Loicare, Pitra Zafral: concerti quanto più mai che variegati, a confronto con la quanto più mai che variegata offerta musicale allor presente, a partire dalla cosiddetta musica classica, per certi versi decisamente prossima a quanto mai Midda e Be’Sihl avrebbero potuto vantare di conoscere benché indubbiamente molto più ricca e variegata rispetto a quanto mai avrebbe potuto essere per loro consueto, sino a spingersi alla musica moderna, con altre, infinite, diramazioni, inclusa quella propria dei Caimani Graffianti tanto cari a Duva, e a un concerto dei quali mai la donna da dieci miliardi di crediti avrebbe potuto ipotizzare di partecipare… non, quantomeno, di propria iniziativa, di propria volontà e, soprattutto, pienamente cosciente di sé e del mondo a sé circostante.
E, in tutto ciò, in tanto variegato e predominante ruolo della musica all’interno della vita quotidiana di quella per lei nuova e più amplia visione della realtà; a dir poco paradossale avrebbe avuto a doversi intendere quanto, da parte propria, Midda Bontor avesse altresì avuto a vivere con minor consapevolezza simile esperienza, subendola ancor prima che padroneggiandola, per così come, invero, avrebbe potuto vantare di essere solita fare nel proprio mondo natale. E in quel mondo nel quale, nel suo piccolo, anch’ella avrebbe potuto vantare una certa esperienza musicale, conoscendo a memoria dozzine e dozzine fra le più importanti ballate e, persino, avendo avuto occasione di imparare a destreggiarsi sulle corde dello zither, uno fra i più classici strumenti musicali ad accompagnare l’opera dei cantori ascoltando la voce dei quali, e pendendo incantata dalle labbra dei quali, era cresciuta, ed era cresciuta convincendosi di quanto la sua vita avrebbe potuto aver un qualche significato non semplicemente divenendo, anch’ella, come quei cantori, quanto e piuttosto divenendo, anch’ella, come i protagonisti di quelle canzoni… per così come, in effetti, poi era riuscita a divenire, ritrovandosi a sua volta al centro di dozzine e dozzine di nuove ballate diffuse in tutta Kofreya e nei regni confinanti.
Nella propria attuale ignoranza musicale nei confronti della straordinariamente variegata offerta propria di quei mondi astrali, in quegli ultimi giorni Midda Bontor, oltre che prepararsi a livello tattico a quanto, con la complicità dello stesso Pitra Zafral, avrebbe allor tentato di compiere, non aveva mancato di impegnarsi anche a tentare di colmare, almeno in minima misura, quel divario culturale che, in occasione della più importante serata del Teatro dell’Opera della capitale di Loicare, avrebbe potuto all’occorrenza tradirla, e tradirla nel momento in cui tanta estraneità da quel mondo, e da quella musica, avrebbe potuto attrarre attenzioni indesiderate a suo discapito. E così, tanto lei, quant’anche il suo accompagnatore Be’Sihl, avevano trascorso lunghe ore nell’ascolto preventivo di tutto il concerto lirico che, lì, li avrebbe allor attesi, scoprendo, per inciso, anche il significato di “concerto” e “lirico”, parole per loro prima di allora del tutto aliene, così come aliena avrebbe avuto a doversi considerare la maggior parte di quanto li avrebbe quindi accolti in quell’importante tempio votato a un qualche non meglio definito dio della musica.
Ovviamente, fra la teoria e la pratica avrebbe avuto a doversi sempre sottintendere un certo distacco. Ragione per la quale, pur non essendo certamente alla propria prima azione, e neppure alla propria prima azione sotto mentite spoglie, e sotto così eleganti mentite spoglie, ella non poté ovviare a riservarsi una certa, intima irrequietezza nel mentre in cui ebbe a ritrovarsi, seduta accanto a Be’Sihl e di fronte a Pitra, all’interno dell’amplio veicolo che, per l’occasione, era stato preposto ad accompagnarli. O, meglio, ad accompagnare l’accusatore Pitra Zafral e due suoi vecchi amici di ritorno, per l’occasione, da un lungo viaggio nelle colonie periferiche: il dottor Burr Dragde, medico chirurgo da anni dedito a offrire il proprio impegno, il proprio aiuto a titolo gratuito ai più bisognosi, e la sua splendida moglie Rawn.
Quelle proprie del dottor Dragde e consorte, in verità, non avrebbero avuto a dover essere fraintese qual identità fittizie create per l’occasione, a mistificare le realtà, e la realtà propria di colei che, ancora, avrebbe avuto a dover essere identificata qual una delle donne più ricercate di Loicare e del suo compagno, quanto, e piuttosto, le identità proprie di due persone reali, e di due reali conoscenti di Pitra, benché, nel fanatismo proprio di quest’ultimo, e nel fanatismo per lui proprio nei riguardi della legge, difficile sarebbe stato riconoscergli la possibilità di stringere reali legami di amicizia. E, a differenza di quanto lì allor suggerito, il vero Burr e la vera Rawn avrebbero avuto a dover essere riconosciuti qual ancor impegnati, a qualche migliaio di anni luce di distanza, nelle rispettive occupazioni, e in quelle ammirevoli occupazioni a sostegno dei più poveri e sfortunati, fra le popolazioni dei sistemi periferici, e quei sistemi già, abitualmente, succubi dell’imperialismo proprio dei sistemi centrali, primo fra i quali quello di Loicare.
Un prestito inconsapevole d’identità, quindi, quello così garantito in favore di Midda e Be’Sihl, che avrebbe potuto loro assicurare una quieta possibilità di partecipazione a quell’evento di gala, e a quell’evento al quale, come ogni anno, non avrebbe mancato di presenziare il meglio del meglio, o ipocritamente supposto qual tale, di tutta Loicare, inclusi, ovviamente, tutti i membri dell’omni-governo, la cui presenza non avrebbe potuto venir meno in un’occasione così importante, per quanto, a modo suo, incredibilmente mondana…

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