11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

lunedì 18 novembre 2019

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… un’occasione, quindi, che avrebbe potuto garantire a Midda Bontor la possibilità di ritrovarsi a confronto con la pletora più completa di tutti i volti dietro ai quali avrebbe avuto a celarsi colei sola per inseguire la quale ella aveva lasciato il proprio mondo, e colei che, quella sera, ella sperava allora di aver possibilità di identificare: la sua nemesi per eccellenza… la regina Anmel Mal Toise.

« L’orchestra sinfonica si divide in quattro sezioni fondamentali: gli archi, principalmente costituiti da violini, viole, violoncelli e contrabbassi; i legni, fra i quali abbiamo gli ottavini, i flauti, gli oboi, i clarinetti, i fagotti e i controfagotti; gli ottoni, con i corni, le trombe, i tromboni e i basso tube; e il gruppo delle percussioni, con i timpani, la grancassa, lo xilofono e il triangolo. » stava ripassando sottovoce la donna guerriero, nell’intimità loro riservata dall’abitacolo del veicolo antigravitazionale con il quale stavano raggiungendo il Teatro « A coordinare il tutto è il direttore d’orchestra. Compiti fondamentali del direttore d’orchestra sono quello di battere il tempo, ossia scandire il ritmo della musica per tutti i membri dell’orchestra, attraverso il movimento della propria bacchetta mantenuta con la mano destra, e quello di offrire indicazioni sull’espressività del brano musicale attraverso le indicazioni offerte con la mano sinistra. Inoltre è sempre responsabilità del direttore d’orchestra la riuscita o meno di un’esecuzione, attraverso la concertazione, lo studio preventivo, in grazia al quale dovrà cercare il massimo equilibrio fra tutte le parti, dovrà verificare il lavoro compiuto da ogni strumento e la sua giusta intonazione, al fine di ottenere l’effetto armonico finale. »
« Per tutti gli dei… » sospirò Be’Sihl, aggrottando appena la fronte « … razionalmente sono consapevole che stiamo parlando di musica. Ma, a pelle, sembra quasi che tu stia descrivendo un contesto bellico, con la variegata composizione di un esercito e il ruolo del generale a comandare tutte le parti. » osservò, non desiderando prendersi giuoco dell’amata e, ciò non di meno, non potendo ovviare a tale paragone, forse e anche in conseguenza a una certa mentalità ormai troppo polarizzata nella direzione propria della guerra ancor prima che di qualunque altro, possibile, contesto.
« In effetti. » accennò un lieve sorriso Pitra, osservando con interesse i propri due ospiti e, mentalmente, ripassando anch’egli quanto avrebbe dovuto sapere, ma non nel merito della composizione dell’orchestra o del ruolo del direttore, quanto e piuttosto a riguardo di come avrebbero avuto a muoversi durante la serata, e di quello che li avrebbe quindi attesi nella ricerca della loro antagonista, di quella dannata creatura infiltratasi all’interno dell’omni-governo, del “suo” omni-governo, nella volontà di soverchiare l’ordine costituito, in affronto alla legge che tanto egli amava e che aveva giurato di difendere a ogni costo… finanche a spingersi a quello che, in tal frangente, avrebbe avuto a potersi persino giudicare qual un atto eversivo, nella complicità con una pluriomicida ricercata qual Midda Bontor « Che poi, il paragone non sarebbe neppure così improprio… » soggiunse, a margine dell’affermazione di Be’Sihl « La disciplina richiesta ai membri di un’orchestra non ha poi a doversi considerare particolarmente inferiore rispetto a quella propria dei membri di un esercito. E se tutti i nostri generali avessero la stessa conoscenza, lo stesso rapporto nei confronti dei propri uomini pari a quello proprio di un direttore nei confronti con la propria orchestra, probabilmente ogni azione militare si concluderebbe con un assoluto successo. »
« Non ti facevo un tale appassionato di musica, Pitra. » commentò la donna guerriero, in risposta a quel commento, e a quel palese elogio in direzione del concetto stesso di orchestra e del proprio direttore.
« Infatti non lo sono… » scosse il capo egli, escludendo ogni possibilità in tal senso, per amor di onestà intellettuale « Tuttavia sono in grado di riconoscere l’impegno e la dedizione, e non posso ovviare a rispettarli, anche quando rivolti in direzioni a me sconosciute. »
« E il mio impegno e la mia dedizione…?! » protestò scherzosamente la donna, inarcando il sopracciglio destro nello squadrare con aria perplessa il proprio interlocutore « Non mi pare che tu li abbia mai rispettati… » puntualizzò, nei riguardi del proprio ex-antagonista.

Soltanto pochi mesi prima di quella sera, infatti, Midda e Pitra avrebbero avuto a dover essere riconosciuti quali avversari, ancor prima che alleati. E avversari, in effetti, ormai di vecchia data, dal momento in cui la loro comune storia aveva avuto origine ben cinque anni prima, in concomitanza, manco a dirlo, con l’arrivo della donna guerriero in quel di Loicare.
Per Midda, all’epoca assolutamente inconsapevole dell’incredibile complessità del Creato al di fuori dei confini del proprio mondo, giungere a Loicare sulle ali della fenice era stata un’esperienza sicuramente straordinaria, e, ciò non di meno, approcciata, proprio malgrado, con una certa ingenuità, con una certa superficialità per le quali, a posteriori, non avrebbe potuto ovviare a biasimarsi, benché, in effetti, non avrebbe potuto confrontarsi con tutto ciò in altra maniera. Partita all’inseguimento della propria antagonista, di Anmel Mal Toise, senza avere la benché minima idea di dove sarebbe potuta giungere, ella, accanto al proprio amato Be’Sihl, si era vista scaricare, senza particolari spiegazioni a margine, in un vicolo di quella stessa città, completamente ignuda, in conseguenza a una qualche, non meglio chiarita, dinamica propria di quel viaggio nell’abbraccio infuocato della fenice. E proprio in conseguenza a quella nudità, incontri imprevisti non avevano tardato a occorrere, ponendola a confronto con un gruppo di marinai ubriachi di ritorno da una serata di bisboccia. Marinai che, ritrovandosi a confronto con le appariscenti forme proprie della donna guerriero, non si erano posti molti interrogativi, né molte riserve morali, prima di tentare un qualche genere di approccio verso di lei: approccio al quale, tuttavia, ella aveva reagito per così come solo avrebbe potuto reagire, scaraventandoli violentemente a terra a cercare di raffreddare i propri bollenti spiriti con un sonnellino ristoratore. Tuttavia, un simile genere di rissa, più che tollerata nel mondo dal quale ella proveniva, e, in particolare, nella cosiddetta città del peccato, Kriarya, dove ella aveva posto la propria residenza; in quel di Loicare non avrebbe avuto a essere egualmente ben accetta, ragione per la quale, alla sfortuna di quell’incontro si era prontamente aggiunta la sfortuna di un arresto… e del conseguente incontro con il più inflessibile magistrato di tutta Loicare: l’accusatore Pitra Zafral.
E se, dalla sua, Pitra Zafral avrebbe potuto vantare la legge; dalla propria, Midda Bontor avrebbe altresì potuto vantare soltanto la più completa ignoranza persino nei riguardi della lingua locale: una combinazione, pertanto, a dir poco esplosiva che, complice anche un momento di scarsa diplomazia da parte della stessa, la vide aggredire il magistrato e, per questo, ritrovarsi a essere tradotta in carcere o, per maggior precisione, in un miniera lunare per l’estrazione dell’idrargirio. Un evento, con il proverbiale senno di poi, quanto mai fortuito, nel concederle l’occasione di entrare in contatto, per la prima volta, con coloro che per lei sarebbero presto divenute molto più che amiche: Duva Nebiria, all’epoca primo ufficiale della Kasta Hamina, e la giovane ofidiana Har-Lys’sha.
Anche ove, in tutto ciò, la storia fra Midda e Pitra avrebbe potuto allor rapidamente chiudersi in tal maniera, le vicende successive videro la Figlia di Marr’Mahew tornare praticamente immediatamente, e in più riprese, in quel di Loicare, fra l’altro dopo essere sostanzialmente evasa, insieme alle proprie amiche, dalla miniera nella quale avrebbe dovuto scontare la propria condanna, sia al fine di ritrovare il proprio amato Be’Sihl, dal quale si era spiacevolmente separata al momento dell’arresto, sia per ritrovare la propria amata spada bastarda, che, parimenti le era stata portata via in tale occasione, sia per avere a scontrarsi, immediatamente, con Anmel, o, quantomeno, con colei che aveva erroneamente ipotizzato avere a riconoscersi qual la nuova incarnazione di Anmel e che, al fine, non aveva fatto una fine migliore rispetto ad altre sventurate che già, in passato, avevano avuto occasione di incrociare i propri passi con quell’antica, ed empia, regina shar’tiagha. Molteplici ritorni in quel di Loicare ai quali, quasi immancabilmente, non avevano potuto ovviare che corrispondere molteplici infrazioni della legge e di quella legge tanto cara allo stesso Pitra Zafral.
E laddove a tutto ciò, poi, non mancò di essere affiancata anche una sufficientemente fedele riproposizione  del passato della donna, nella chiave di lettura propria di una fedina penale pur artefatta da parte della stessa collaboratrice di Anmel Mal Toise, praticamente obbligata non avrebbe potuto che essere la faida fra colui che, della legge, rappresentava la sua essenza più pura e colei che, sempre della legge, rappresentava la più pura indifferenza.

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