11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

lunedì 5 agosto 2019

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« Non ho mai perso qualcuno affidato alle mie cure… e non intendo iniziare proprio oggi. » sancì Roro, aprendo la propria valigetta e andando a estrarre, da essa, diversi strumenti, tutti di improbabile definizione allo sguardo di Maddie così come, maggiormente, a quello di Midda, caratteristici di una tecnologia medica indubbiamente superiore a qualunque loro possibilità di intendimento.

Laddove, tuttavia, il confronto con tale tecnologia, non avrebbe potuto ovviare a rasserenare il giudizio di Maddie, lasciandola illudere nel merito di quanto, allora, avrebbe potuto essere riservato alla sorella un trattamento migliore di quanto mai avrebbe potuto esserle proprio altrove, in misura tale da garantirle massime possibilità di sopravvivenza anche a confronto con quell’assurdo, e potenzialmente letale, incidente; quella medesima immagine ebbe a suggerire un ben diverso intendimento allo sguardo di Midda e di Duva, le quali, ben conoscendo l’anziano dottore, sapevano quanto egli fosse solito preferire rimedi alternativi rispetto all’uso della tecnologia, quali erbe, decotti e rimedi naturali, in misura tale da riservarsi la tecnologia qual, concretamente, l’ultima risorsa utile, nei casi più disperati.
Il fatto, quindi, che Roro avesse immediatamente scelto il ricorso a quelle risorse, non avrebbe potuto ovviare a lasciar intendere se non qual propriamente disperata la situazione di Rín, in un contesto a dir poco paradossale, qual quello conseguente a un semplice incidente ancor prima che a chissà qual temibile battaglia… ma, nel merito di ciò, di tale pensiero, né Midda, né Duva ebbero a voler condividere alcunché, preferendo, in quel frangente, tacere e preoccuparsi, per così come loro richiesto, di muoversi per armare il resto dell’equipaggio, prestando attenzione affinché né loro stesse, né altri, potessero aver a essere feriti in conseguenza a un altro, assurdo scherzo del fato.

« Vai anche tu, bambina. » invitò il medico, rivolto in direzione di Maddie, laddove ella, comprensibilmente, non stava dimostrando la benché minima intenzione a muoversi e a muoversi di lì « Siamo sotto attacco… e dobbiamo essere tutti pronti ad agire nell’interesse comune, senza porci domande né esitazioni di sorta, se desideriamo salvarci. »

E se, a quell’invito, Maddie non poté che sforzarsi di annuire, intendendo quelle parole quali quelle di un uomo estremamente savio, padrone di sé e del momento a sé circostante, nel ben poco conoscere il proprio interlocutore e qual genere di persona egli avesse ad apparire abitualmente; di diverso avviso non poterono che scoprirsi Midda e Duva, cercando di non apparire eccessivamente sorprese, in tutto ciò, nel confronto con Roro, e con un Roro, allora, praticamente inedito ai loro occhi.
Laddove infatti, malgrado tutto, la vita a bordo della Kasta Hamina era sempre stata contraddistinta da una certa serenità e pace, riservando a eventuali bisticci fra il capitano e la sua ex-moglie, o le amiche di lei, la maggior parte di ogni contenzioso vissuto lì a bordo; il buon dottore non aveva mai avuto necessità, prima di allora, di mostrare quell’aspetto più serio, più freddo e controllato del proprio carattere, concedendosi di vivere in maniera estremamente leggera la propria quotidianità, nel limitarsi ad apparire, piuttosto, qual una figura caratteristica, qual una presenza colorata, a bordo dell’eterogeneo equipaggio della nave, senza, in ciò, doversi mai confrontare, sostanzialmente, con una qualche crisi, e con una qualche crisi sì violenta qual quella lì in corso. Così, benché nella maggior parte dei casi, le persone comuni avrebbero avuto a mostrare il proprio lato migliore in momenti di serenità, cedendo, altresì, ai più bassi e indegni istinti di sopravvivenza nei momenti di difficoltà e di crisi; per loro fortuna, e per fortuna, soprattutto, della povera Rín, Roro, in quel frangente, non ebbe a dimostrarsi classificabile qual una persona comune, nell’apparire piuttosto capace di fronteggiare quella crisi con controllo assoluto su di sé e sul mondo a sé circostante, ben distinguendo le priorità alle quali destinare la propria attenzione, per così come, sino a quel momento, non vi era mai stata necessità avesse a dimostrarsi in grado di compiere.

« Andiamo, Maddie… » incalzò con tono dolcemente premuroso Duva, già carica, in braccio, di un certo numero di armi bianche da distribuire all’equipaggio, nonché, in spalla, di qualche arma da fuoco, più raccolte per scrupolo che per una qualche effettiva possibilità di immediato impiego, laddove, fino a quando fossero rimasti nello spazio aperto, l’idea di impiegare una qualunque arma da fuoco all’interno degli ristretti spazi propri di una nave, anche in caso di arrembaggio, sarebbe stata equivalente a una volontà suicida da parte dello stolto di turno.
« Roro sa il fatto suo. » dichiarò quindi Midda, a sostegno del medico e dell’invito dell’amica, sperando in cuor proprio di non aver a essere poi smentita dall’evidenza dei fatti e, ciò non di meno, volendo offrire assoluta fiducia ai propri compagni che pur, sempre, in tanti anni, avevano dato riprova di sapere il fatto proprio in ogni situazione, per quanto apparentemente disperata.

Maddie non avrebbe voluto allontanarsi dalla sorella. Non avrebbe voluto lasciare la propria gemella, nel timore di non avere ulteriore occasione per abbracciarla a sé, per stringerla a sé e dirle quanto la amasse, e quanto non l’avrebbe mai potuta perdonare se soltanto fosse morta e fosse morta in maniera tanto stupida.
Ma, in quel frangente, ella non avrebbe potuto dirsi meno che consapevole di quanto, purtroppo, la sua presenza lì non avrebbe potuto offrire alcun contributo positivo, non avrebbe potuto in alcuna maniera aiutare la propria gemella. Anzi. Restando lì, ella altro non avrebbe fatto che rischiare di avere a distrarre il medico, e quel medico che già si stava mettendo all’opera per ricucire la ferita riportata dall’amata Rín e, speranzosamente, restituirle quell’occasione di vita che, in quel momento, sembrava voler troppo rapidamente sfuggire da lei. Conscia di ciò, quindi, ella si costrinse ad ascoltare l’invito offertole da tutti loro e ad annuire tristemente, prima di impegnarsi raccogliere le armi ancora lì attorno sparse, le stesse che avevano contribuito a quel dannato incidente, e farsene carico, per andare a riconsegnarle ai legittimi proprietari, affinché, nella loro custodia, non avessero più a imporre danno se non ove necessario, se non a discapito di chi meritevole di ritrovarsi il ventre squarciato…
… ossia, in quel particolare momento, e dal proprio personale e ragionevole punto di vista, coloro i quali avevano deciso di attaccarli, avevano deciso di imporre loro quel violento assalto fisico, e quell’assalto fisico in conseguenza al quale, allora, non soltanto tutti loro stavano rischiando la vita ma, soprattutto, e prima di chiunque altro, la sua gemella stava lì danzando un poco gradevole tango con la morte.

« Andiamo… » confermò verbalmente, cercando di non offrire attenzione al sangue che le stava completamente impregnando le mani, così come a quello che, un po’ su tutto il tonico addome nudo della propria controparte matura, avrebbe avuto lì a ricordarle quanto accaduto… e quanto, allora, da un istante all’altro ella avrebbe potuto perdere metà della propria vita e quella metà che, in maniera a dir poco miracolosa, aveva appena ritrovato, aveva appena riconquistato nella propria quotidianità, e in quella quotidianità dalla quale, partendo ella sulle ali della fenice attraverso le infinite dimensioni del multiverso, si era costretta a lasciare « Andiamo a scoprire chi siano questi figli d’un cane che ci stanno attaccando… e a ricambiare loro il favore. » proclamò, dimostrando, in tal senso, quanto in verità vi fosse una certa base comune fra lei e Midda, e una base comune che, sicuramente, avrebbe avuto allor ragione di emergere nel momento più frenetico della battaglia, e di quella battaglia nel corso della quale ella non avrebbe dimostrato alcuna pietà nei confronti di alcun antagonista.

E se tale ebbe a essere lo sviluppo della situazione all’interno dell’armeria, negli altri spazi della nave, là dove avrebbe avuto a dover essere allora riconosciuto qual distribuito l’equipaggio e i loro ospiti, le dinamiche proprie di quegli eventi non poterono dimostrarsi meno drammatiche, seppur, allora, quantomeno contraddistinte da minor senso di tragedia qual quello che lì ebbe a dominare, nel confronto con l’incertezza della sorte propria di Rín.

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