11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

sabato 31 agosto 2019

3019


Il quarto pianeta del sistema Leica Merasch, inizialmente definito dalle parole di Duva, all’attenzione di tutti, qual una “piccola colonia mineraria sotto il controllo della Corporazione Thonx”, non avrebbe avuto a dover essere frainteso, effettivamente, qual di dimensioni ridotte nella propria integrità d’insieme, quanto e piuttosto di dimensioni ridotte nella propria percentuale di colonizzazione. Con una circonferenza, a livello equatoriale, di oltre trentamila miglia, in effetti, quella “piccola colonia mineraria” avrebbe avuto a dover essere quietamente intesa qual di gran lunga più grande sia del pianeta natale di Maddie e Rín, sia di quello di Midda, Be’Sihl e tutti i loro amici, pur, allora, contraddistinto da una popolazione totale di meno di un milione di abitanti: una “piccola colonia”, per l’appunto. In tutto ciò, scegliere quel pianeta qual meta di quella loro rocambolesca fuga da una battaglia nella quale non avrebbero potuto competere, e destinazione finale dell’ultimo volo della Kasta Hamina e relativo schianto, era stata, da parte di Duva e di Lange, una decisione quantomeno azzeccata, nel voler ovviare al rischio di compiere un genocidio di massa e, al tempo stesso, nel non volersi destinare, proprio malgrado, a un pianeta totalmente desertico, là dove soltanto la morte avrebbe potuto essere loro garantita.
Deserto e morte che, tuttavia, parvero essere più che felicemente in loro attesa là fuori, così come tutti ebbero occasione di constatare una volta lasciati i non più così sicuri confini della nave…

« Woah… » esclamarono, quasi in coro, Tagae e Liagu, posti per la prima volta nelle proprie giovani esistenze innanzi all’immensità propria di uno smisurato deserto sabbioso e, in ciò, necessariamente sorpresi in tale confronto, ai loro infantili occhi non privo, comunque, di un indubbio fascino.
« Eh già… » sorrise Mars, aggrottando la fronte nel guardarsi a sua volta attorno « … una gran bella distesa di nulla, per centinaia e centinaia di miglia. » commentò non privo di una nota di sarcasmo, e un sarcasmo dietro al quale avrebbe avuto a celarsi malamente l’inevitabile, e condivisibile, disagio al pensiero delle loro attuali condizioni, e di quanto, allora, avrebbe potuto attenderli.
« Ancora nessuna novità dalla radio…? » sospirò Midda, rivolgendosi in tal senso a Ragazzo, lì ritrovatosi incaricato di cercare di stabilire un qualche contatto con la Corporazione Thonx, nella speranza che essi potessero giungere a salvarli prima che, all’occorrenza, qualcun altro, armato di diverse intenzioni, si palesasse per terminare il lavoro iniziato.
« Nulla. » confermò il giovane mozzo, con palese disappunto.
« Radio…?! » sussurrò Be’Wahr alla volta di Maddie e Rín, non vergognandosi della propria ignoranza.
« E’ un sistema di comunicazione a grandi distanze. Un po’ come un corno da caccia… ma meno rumoroso e un po’ più flessibile nel proprio impiego. » cercò di esplicitare Maddie, rendendosi conto di quanto, in effetti, in quel frangente ella e sua sorella avrebbero avuto, all’interno del loro gruppetto, a doversi considerare le due persone più prossime alla tecnologia propria di quella realtà fantascientifica.
« Che stupidaggine… » brontolò Howe, storcendo le labbra verso il basso « … se è meno rumoroso, è ovvio che nessuno ci potrà mai sentire in mezzo al nulla dove siamo precipitati. » sospirò, domandandosi come simile gente potesse davvero considerarsi più progredita rispetto a quanto non avrebbero potuto considerarsi loro, salvo poi riservarsi tanto assurde ingenuità.
« Dai… in fondo non è molto diverso da Shar’Tiagh. » cercò di minimizzare Be’Sihl alla volta del proprio connazionale, cercando di ravvisare una qualche similitudine fra quel deserto e il proprio regno natale, benché, in effetti, probabilmente tutto quello avrebbe potuto ritrovare maggiore somiglianza con le terre d’origine del padre di H’Anel e M’Eu.
« Ehm… non per essere antipatico, ma io non sono mai stato a Shar’Tiagh. » puntualizzò Howe, scuotendo il capo e inarcando il sopracciglio destro con fare dubbio « Sono nato e cresciuto in Kofreya, se ricordi. »
« Fate i bravi, bambini… » commentò Midda, rivolta non tanto ai propri figli, i quali pur, per un istante, si sentirono tirati in causa, quanto e piuttosto ai propri amici, che, in maniera tutt’altro che originale, stavano già volgendo in cagnara quella situazione... e una situazione che, già, avrebbe avuto a doversi considerare tutt’altro che piacevole sotto il sole cocente del deserto « Avrete tutto il tempo di litigare quando arriveremo di nuovo alla civiltà… e a una civiltà che, possibilmente, preveda qualche bella bibita ghiacciata! »
« Sappiamo qualcosa dei tempi di rotazione di questo pianeta…? » domandò Lys’sh alla volta di Duva, cercando di richiamarne in ciò l’attenzione, nel mentre in cui ella, aiutando Rula e Roro a sistemare Lange su un’improvvisata lettiga, avrebbe avuto a doversi considerare ancora esterna a ogni chiacchiera lì in corso.
« Posso ripetere quanto io sia profondamente contrario a tutto ciò?! » stava commentando, nel contempo, il capitano o, per lo meno, l’ex-capitano di una nave ormai distrutta, nel mentre in cui sua moglie, supportata dalla sua ex-moglie, lo stavano in tal maniera costringendo a una posizione di riposo nel momento in cui, comunque, l’ultima cosa che avrebbero avuto a potersi concedere sarebbe stata, per l’appunto, un’occasione di riposo « Vi ho già detto che sto bene, e che posso camminare… »
« Peccato che Roro sia di parere diverso. » escluse Rula, sorridendo e scuotendo appena il capo nei riguardi di quel brontolone del suo sposo « E siamo già tutti d’accordo nel fare a turno per trascinarti con noi… quindi… »
« E poi non sei mai contento. » protestò Duva, con fare ovviamente scherzoso « Quando Rula e io non andavamo d’accordo, ti lamentavi. Adesso che, invece, andiamo d’amore e d’accordo… ti lamenti ancora?! » osservò, scuotendo il capo « Pessimo veramente… »
« Duva…? » l’apostrofò direttamente la voce di Midda, cercando di richiamare l’attenzione dell’ex-primo ufficiale della Kasta Hamina, in riferimento alla questione sollevata da Lys’sh, e a una questione tutt’altro che banale, soprattutto nel dover affrontare il deserto e tutti i suoi pericoli.
« Eccomi! » replicò l’altra, rendendosi così conto di essere stata interpellata e volgendosi verso il resto del gruppo lì presente.
« Abbiamo idea di quanto durino i giorni in questo mondo? » ripeté l’ofidiana, riproponendo in termini più semplici l’interrogativo precedente, anche a beneficio dei loro nuovi amici e della difficoltà che avrebbero potuto riservarsi con concetti quali rotazione e rivoluzione planetaria.
« Circa trentasei ore… » informò quindi, senza esitazione alcuna, avendo letto tale informazione durante la selezione di tale pianeta come meta del loro schianto controllato.
« Trentasei…?! » ripeté non senza una certa sorpresa H’Anel, aggrottando la fronte e, poi, scuotendo appena il capo, nel tentare di ricordarsi quanto, in quel momento, non avesse più a trovarsi nel proprio pianeta natale, con buona pace del proprio consueto concetto di giornata « … sarà una giornata molto lunga! » soggiunse poi, in un commento quasi fra sé e sé.
« E molto calda. » puntualizzò Duva, volgendo un rapido sguardo critico verso il grande sole sopra le loro teste « Sarà meglio per noi attrezzarci a dovere, prima di intraprendere il viaggio… »
« … viaggio?! » esitò Howe, non desiderando apparire sempre qual un contestatore, e, ciò non di meno, non potendo ovviare a rinunciare a tal ruolo, soprattutto nel momento in cui alcun altro sembrava desideroso di farsene carico « Vuoi davvero che ci mettiamo in viaggio attraverso un deserto simile senza neppure sapere in che direzione muoverci e quanti giorni di cammino potranno separarci dal primo insediamento? »
« Essere precipitati qui non ci ha messo in salvo dai nostri inseguitori. » intervenne Midda, con tono serio nella propria voce, cercando nuovamente di mediare far i propri vecchi amici e i propri nuovi amici, o, per meglio dire, fra i propri vecchissimi amici appena ritrovati e i propri vecchi amici « Chiunque essi siano, avendo dimostrato tanto impegno per abbatterci, non si accontenteranno di lasciarci qui tranquilli, sapendo che potremmo essere sopravvissuti: verranno sicuramente a cercarci… e l’ultima cosa che potremmo desiderare, ora come ora, è farci trovare lessi all’interno di una rovente e accartocciata struttura metallica precipitata nel mezzo del deserto. » sancì, forse impietosa verso la nave che, sino a quel momento, li aveva ospitati e protetti, e che pur, ormai, non avrebbe più potuto fornire loro altro supporto « Con tutto il dovuto rispetto per la Kasta Hamina… s’intende. » soggiunse poi, volgendo uno sguardo di scuse verso Lange e Duva, proprietari di quell’ormai perduta nave.

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