11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

sabato 17 agosto 2019

3005


… e quella sezione di testa nella quale, in quel frangente era, fortunatamente, ma drammaticamente, rimasto solo lui.

Il colpo fu devastante. E per un istante il mondo attorno a Lange Rolamo sembrò esplodere in un lampo di luce entro la violenza della quale tutto si sarebbe necessariamente annichilito.
Non uno schermo, non uno strumento di navigazione o di controllo, all’interno della plancia, restò intatto, deflagrando in rapida successione per un improvviso sovraccarico conseguente all’inutile tentativo dei sistemi della nave, e della sezione di testa della nave, di compensare gli effetti di quell’attacco. Persino gli oblò ebbero a incrinarsi, nella violenza fisica di quel colpo energetico. E numerose furono le paratie che furono, letteralmente, sbalzate fuori dalla propria naturale collocazione, lungo pareti e soffitto, solo per ricadere all’interno dello stretto spazio della plancia di comando, travolgendo da più direzioni l’unico occupante lì rimasto.
E se il buon capitano, per un fugace istante, ebbe a essere certo della propria fine, in fondo persino rasserenato a tale prospettiva nella conclusivo possibilità di ricongiungersi alla propria amata Kasta e al figlio mai nato; evidentemente qualche divinità non si volle dimostrare ancor soddisfatta nei suoi confronti, nel non concedergli una simile opportunità e nel porlo, lì a terra, stordito e ferito, ma ancor vivo. O, quantomeno, ancor vivo almeno per il momento.
Perché se ancor il suo cuore in quel frangente avrebbe avuto a doversi riconoscere intento a pulsare, e a pulsare ostinatamente, gli effetti negativi della violenza propria di quell’attacco non avevano potuto ovviare a travolgerlo in maniera spiacevolmente cruenta, e cruenta nella misura tale per cui la sua gamba destra si poneva rigirata, in maniera del tutto innaturale, in misura utile a volgere la punta del suo piede non più verso il suo fronte, quanto e piuttosto le sue spalle; il suo braccio mancino si trovava letteralmente stritolato fra un cumulo di lamiere contorte, in termini tali per cui difficile sarebbe stato allor distinguere la carte dalle ossa e dal metallo, nel sangue che tutto copriva; e il fronte destro del suo volto si presentava non maggiormente immacolato, in termini utili ad avere a temere per l’incolumità di quell’occhio dal quale, per quanto necessariamente confuso, egli si accorse subito di non riuscire più a vedere.

« … credo che… nessuno,… in questo… momento, potrebbe sconvolgersi… se io bestemmiassi… un poco… » sussurrò, rendendosi conto di essere ancora in vita e, ciò non di meno, in quelle condizioni, di essere comunque destinato a morire entro breve, o, peggio, a condannare a morte anche il resto del proprio equipaggio, laddove, nel vano tentativo di soccorrerlo, avessero posticipato la procedura due, esponendosi per lui, stolidamente, agli attacchi del loro ancor anonimo antagonista.

Se infatti, ubbidendo ai suoi ordini, Duva e il resto dell’equipaggio avessero proseguito completando la procedura due, egli sarebbe lì morto a breve, restando solo a bordo del relitto della Kasta Hamina, in balia non soltanto delle offensive del loro nemico, quanto e piuttosto dello spazio siderale attorno a loro, e di quello spazio siderale che, per lui, sarebbe così divenuto luogo del proprio eterno riposo, in un’immagine quantomeno romantica della conclusione della propria esistenza come capitano di una nave stellare. Ma se, al contrario, disubbidendo ai suoi ordini, Duva e il resto dell’equipaggio avessero deciso di tentare di soccorrerlo, sospendendo la procedura due, oltre a non riuscire, molto probabilmente, a far nulla per concedergli una qualche speranza di futuro, avrebbero finito per negarla anche a loro stessi, nel condannarsi al fato di morte a cui quella nave nemica si stava impegnando a destinarli, e si stava lì impegnando in maniera sufficientemente efficace.
Purtroppo, a margine di tutto ciò, chiara avrebbe avuto a doversi riconoscere la consapevolezza, per Lange, di quanto mai gli uomini e le donne del suo equipaggio avrebbero potuto ubbidire ai suoi ordini, abbandonandolo senza tentare, con tutte le proprie forze, con tutte le proprie energie, di soccorrerlo. Ragione per la quale, purtroppo, il destino comune avrebbe avuto lì a doversi riconoscere qual pressoché già segnato.

« … che fine… stupida… » brontolò, storcendo appena le labbra tanto per il dolore, quanto e ancor più per il disappunto a margine di tutto ciò.

Quanto, tuttavia, in quel frangente, né Lange, né tantomeno il resto dell’equipaggio, avrebbe potuto immaginare, sarebbe stato quanto qualcun altro, ben prima di quei drammatici eventi, avesse deciso di ignorare gli ordini ricevuti. E gli ordini ricevuti, per lo più, da qualcuno del quale, ancora, non avrebbe avuto ragione di riconoscere l’autorità.
Così, persa all’interno della piccola ma labirintica nave nell’inconsapevolmente vano tentativo di raggiungere la propria sorella gemella già posta in salvo, Madailéin Mont-d'Orb ebbe proprio allora a far capolino sulla plancia, necessariamente attratta dal disastro lì occorso...

« C’è qualcuno…?! » domandò, non senza una certa esitazione, non avendo occasione di cogliere immediatamente la figura del capitano, sommerso qual egli si poneva fra le paratie, e, ciò non di meno, ritrovandosi istintivamente obbligata a formulare tale domanda, forse stupida, ma comunque obbligata nel confronto con quell’immagine « … che disastro. » commentò poi, quasi fra sé e sé, non avendo idea di cosa lì stesse osservando e, ciò non di meno, ben comprendendo l’entità del danno subito da quel luogo.
« … Bontor…?! » richiamò soffocata la voce del capitano, confondendo ragionevolmente le due donne, e quelle due donne che, del resto, altro non avrebbero avuto a dover essere riconosciute se non qual una sola in due diverse incarnazioni, e due incarnazioni provenienti da due diverse realtà « … la malora!… Sono qui sotto… dannazione! » tentò di scandire con maggiore sonorità, per offrire indicazione nel merito della propria attuale posizione « … Bontor… dovete completare la procedura due!... »

Attratta da quel rantolio, Maddie si mosse allora, con una certa discrezione, fino all’origine del medesimo, scostando con cura alcune lamiere proprie delle paratie saltate prima di scoprire, lì sotto travolto, il corpo martoriato del capitano della nave, in uno spettacolo tutt’altro che affascinante ma, almeno dal suo punto di vista, non peggiore di altri spettacoli a confronto con i quali si era proprio malgrado ritrovata a confronto, si da quando un’altra Midda Bontor aveva deciso di fare il proprio ingresso nella sua quotidianità, rivoluzionandola completamente.

« Lange Rolamo, se non rammento male. » sorrise quindi la donna guerriero, e quella donna guerriero diversa e pur uguale a colei che egli aveva erroneamente identificato « Le domando scusa, ma francamente non conosco nulla di questa procedura due… senza contare come, potrei sbagliarmi, ma credo che lei ora possa aver bisogno di un aiuto. »
« … l’altra Midda… » sospirò l’uomo, il quale, non fosse stato quel momento già sufficientemente tragico, avrebbe avuto di che ridere istericamente all’idea di quanto, ora, avrebbe avuto a doversi preoccupare non soltanto di una Midda, ma addirittura di due… con una seconda Midda che, chiaramente, non avrebbe avuto a doversi fraintendere particolarmente più rispettosa dei suoi comandi rispetto a quanto non avrebbe avuto a doversi intendere la prima.
« Maddie, per la precisione. » puntualizzò ella, cercando di rimuovere con cura ogni altro ostacolo all’idea di sollevare quell’uomo da terra, là dove, certamente, non avrebbe potuto lasciarlo a morire neppure per cercare la propria gemella « Ma posso ben comprendere l’errore… sbagliano tutti, la prima volta. »

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