11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 15 marzo 2020

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« Quella di questi ultimi cinque anni è stata una bella avventura. » dichiarò, prendendo voce ora a beneficio di tutti i presenti, nel voler rivolgere a tutti loro, in generale, un’ultima voce « E’ stata un’avventura che mi ha cambiato più di quanto non avrei mai potuto pensare fosse possibile. E non intendo riferirmi soltanto a voi-sapete-cosa! » puntualizzò, in riferimento al fatto che, ormai, ella fosse divenuta la nuova regina, un segreto tutt’altro che tale innanzi a quella platea di amici e compagni di ventura « Intendo riferirmi a quanto, tutto questo, mi ha dato occasione di crescere, di cambiare, di diventare una donna migliore rispetto a quanto non potessi essere mai stata prima. »
« Non che in passato mi fossero mancate tali opportunità! » volle immediatamente sottolineare, a escludere ogni possibilità di fraintendimento « Il fato, nella propria infinita benevolenza, mi ha sempre concesso l’occasione di avere accanto a me persone straordinarie. Persone straordinarie fra le quali degli amici fraterni, coloro i quali non hanno esitato ad attraversare l’universo per raggiungermi, per offrirmi il proprio aiuto, il proprio supporto… » sancì, volgendo lo sguardo, volutamente, verso Howe e Be’Wahr, che più di chiunque altro avrebbe avuto lì ragione di ringraziare per la propria presenza in quel luogo e in quel momento « Così come persone straordinarie fra le quali dei bambini, o quanto meno un tempo tali, soltanto bisognosi di un abbraccio materno, e a confronto con i quali, mio malgrado, non sono mai stata in grado di pormi in giuoco con quella serietà, con quell’impegno che pur avrebbero avuto a meritare, sebbene poi, questi, non mi abbiano voluta comunque dimenticare, né abbandonare… » soggiunse, or spostando la propria attenzione verso H’Anel e M’Eu, che prima di chiunque altro avrebbero, oltre quindici anni prima, potuto occupare nella sua vita il posto ora occupato da Tagae e Liagu, se soltanto ella non fosse stata così stolta da rifiutare simile opportunità.
« Ciò non di meno, in questi ultimi cinque anni, tutto ciò mi è stato nuovamente offerto, in grazia a nuovi amici, e nuove amiche, a una nuova famiglia straordinaria… » dichiarò, ora rivolgendo la propria attenzione agli uomini e alle donne della Kasta Hamina e, fra essi, sopra a tutti, a Duva e Lys’sh, che più di chiunque altro le erano state vicine, al punto tale, ancora, da non volerla lì abbandonare « … e in grazia a una nuova coppia di meravigliosi pargoli che, forse per una tardivamente raggiunta maturità o, chissà, per merito di quale illuminazione divina, ho finalmente avuto il coraggio di accogliere nella mia vita! » precisò, non mancando, in ciò, di volgere il proprio interesse anche all’indirizzo di Tagae e Liagu, in quel momento stretti ai suoi fianchi, l’uno a destra e l’altra a sinistra, quasi nel timore che, altrimenti, ella potesse loro sfuggire, al di là di quanto, pur, in direzione contraria avrebbero avuto a doversi riconoscere spese le sue parole « E tutto questo non ha potuto ovviar ad arricchirmi… e a rendermi, spero, la versione migliore di me stessa. »

Un momento di silenzio seguì quelle parole, nel mentre in cui ella si dimostrò impegnata a meglio valutare la direzione entro la quale proseguire con il proprio discorso, e quel discorso di commiato.

« Sapete… » riprese quindi, accennando un lieve sorriso « Alcuni anni fa, in grazia al potere degli scettri dell’ultimo faraone di Shar’Tiagh, ho avuto alcune visioni su quello che avrebbe potuto essere il mio futuro. » dichiarò, accettando di svelare, finalmente, quel particolare, e quel particolare che, sino ad allora, non aveva mai condiviso con nessun altro, nelle difficoltà che, la comprensione di tutto ciò, avrebbe potuto comportare per un eventuale ascoltatore « Non un futuro scolpito nella roccia, sia chiaro: un futuro possibile, e un futuro che, pur, in effetti, ebbe a dimostrarsi sufficientemente preciso sotto molti aspetti, lasciandomi conoscere, prima del tempo, gran parte della famiglia che, poi, mi ha effettivamente accompagnata in questi ultimi cinque anni. » rivelò, non mistificando la verità di quanto, in effetti, ella avesse già avuto pregressa occasione di rapportarsi con tutti i membri dell’equipaggio della Kasta Hamina ben prima di incontrarli veramente « Ma quella visione di futuro, quella sorta di profezia nel merito del mio avvenire, aveva comunque difettato sotto molti aspetti, fra i quali l’assenza, in quanto mi venne mostrato all’epoca, di figure chiave del mio presente e, se gli dei vorranno, del mio avvenire, quali il mio amato Be’Sihl… o la mia carissima Lys’sh… o, ultimi e non meno importanti, questi due pargoli meravigliosi. » sorrise, accarezzando le testoline di Tagae e Liagu, con un gesto delicato « Ed è in grazia loro, e in grazia di tutto voi, amici miei, mia amata famiglia, che oggi, più che mai, posso dichiarare di essere realmente appagata, per così come mai avrei pensato di poter essere. »
« Quindi… appenderai la spada al chiodo…?! » domandò incuriosita Maddie, aggrottando appena la fronte innanzi alle parole dell’altra se stessa, e di quella se stessa allor così apparentemente molto più vecchia di lei rispetto alla loro reale differenza d’età, in parole che, quasi, avrebbero avuto a poter essere giudicate adeguate per una festa di pensionamento, allorché per un semplice saluto prima di una partenza « E intendo in maniera metaforica, giacché, in effetti, hai anche perduto la tua spada… » puntualizzò, rendendosi conto di quanto, forse, quel modo di dire non potesse essere effettivamente compreso dalla controparte « In altre parole: lascerai perdere la tua vita da avventuriera…?! »

Midda ci aveva riflettuto a lungo, in effetti. E non solo in quelle ultime settimane, ma già da prima ancora. In effetti, sin da quando Tagae e Liagu avevano iniziato a far parte della propria vita.
Se, dopotutto, ella non aveva mai voluto assumere il ruolo della madre per nessuno, nella consapevolezza di quanto un tale impegno le avrebbe negato di vivere la propria vita nell’unico modo in cui ella avrebbe avuto a doversi intendere capace di viverla; nell’aver accettato, alfine, due pargoli nella propria quotidianità, non avrebbe potuto continuare a comportarsi come se nulla fosse, come anche, del resto, era stata costretta a fare in tempi recenti per chiudere la questione con Anmel, prima, e con il Progenitore, poi: non sarebbe stato giusto, non sarebbe stato corretto per loro. E, in questo, quindi, la soluzione probabilmente più corretta, più giusta, sarebbe per l’appunto stata quella di rinunciare alla propria vita da avventuriera… a quella vita per vivere la quale, ancora bambina, era scappata di casa, rinunciando alla propria famiglia, a tutti i propri affetti, e votandosi alla ventura.
Eppure, proprio tale era stato il suo errore, molti anni addietro. Ed ella, alla fine, lo aveva ben intenso.

« Quando avevo dieci anni, lasciai la mia casa, lasciai la mia famiglia, per inseguire i miei sogni di avventura. E, in questi ultimi sette lustri, in fondo, ho continuato a fare esattamente lo stesso… rifuggendo a ogni affetto, rifuggendo a ogni legame, quasi tutto ciò, in qualche modo, potesse negarmi l’occasione di essere me stessa, di esprimermi al pieno. » dichiarò, in risposta all’interrogativo proposto dalla propria versione più giovane, e a quella versione alla quale, allor, non si poté augurare di poter essere d’esempio nelle proprie scelte, nelle proprie decisioni in merito a se stessa e al proprio avvenire « Tuttavia, credo di aver finalmente, e tardivamente, compreso, quanto tutto ciò fu un errore. » sancì, offrendo, in apparenza, una quieta conferma all’interrogativo di Maddie.
Ma prima che chiunque potesse esprimersi a margine di simile annuncio, ella riprese ancora voce, proseguendo nella propria argomentazione: « Fu un errore, da parte mia, nell’approccio infantile proprio di una bambina qual io ero, quello di voler porre un netto distinguo fra quelle due possibilità, fra quelle due vite, mettendo in conflitto l’idea propria di una vita avventurosa con l’idea propria di una famiglia, di affetti ai quali essere legata… »
« … d’accordo… ora sono un po’ confuso. » commentò Howe, inarcando appena un sopracciglio « Si può sapere che accidenti ti sta passando per la mente…?! »
« Che cosa vuoi fare, Midda…? » domandò Be’Wahr, affiancandosi psicologicamente al fratello, nel tentare di comprendere quanto ella desiderasse intendere.

E se, per un fugace istante, ella sembrò francamente divertita a confronto con la curiosità così suscitata nei propri interlocutori, la Figlia di Marr’Mahew, la Campionessa di Kriarya, l’Ucciditrice di Dei, nonché la nuova regina, futura Portatrice di Luce e futura Oscura Mietitrice, non costrinse loro a restare troppo a lungo con il fiato in sospeso in attesa di una sua risposta, aprendosi in un amplio e sereno sorriso e dichiarando la sua più semplice, e più complessa, intenzione…

« Voglio vivere! » dichiarò, senza esitazione alcuna, senza fremito nella propria voce, scandendo con entusiasmo quelle poche sillabe così cariche di desiderio « Vivrò la mia vita, giorno dopo giorno, come ho sempre fatto. Ma la vivrò meglio di quanto mai abbia fatto, accompagnata dalle persone che amo, circondata dai miei amici, dalla mia famiglia, affrontando insieme ogni minaccia dovesse pararsi innanzi a noi, ed esplorando tutto quanto vi possa essere da esplorare nel nostro mondo! » dichiarò, in un proposito apparentemente simile a qualunque altro proprio proposito passato, ma in un proposito assolutamente inedito nella presenza, al suo fianco, di quella famiglia, di quegli amici, dai quali, allora, ella non sarebbe mai più rifuggita « E chissà… magari, il giorno in cui il nostro mondo dovesse iniziare a essere troppo piccolo per noi, potrò nuovamente pensare di tornare quassù, fra le stelle dell’universo infinito, a riprendere da dove mi sono interrotta! » concluse, ammiccando in direzione dei propri amici della Kasta Hamina, e di quegli amici ai quali, in ciò, non avrebbe avuto a dover dire “addio”, ma, forse e probabilmente, un semplice “arrivederci”.
« Beh, che dire?!… » sorrise Mars, ex-meccanico della prima Kasta Hamina e, ora, co-capitano della seconda, prendendo voce a nome di tutti gli ancor pochi membri del nuovo equipaggio, in direzione del loro ex-responsabile della sicurezza « Se mai tornerai a passare da queste parti, non mancare di venirci a salutare… allora! »
« L’importante è che tu non ci faccia aspettare troppo… » sorrise Lange Rolamo, scuotendo appena il capo con un enfatico sospiro « … non so te, ma io non credo di poter ringiovanire nei prossimi anni! »
« Lascia stare questo discorso… » scosse il capo Midda, per tutta replica, trattenendo una risatina divertita nel merito della questione così sollevata « … altrimenti mi toccherà far presente alla tua ex-moglie, tanto desiderosa di seguirmi nel mio pianeta natale, che laggiù sarà considerata pressoché al pari di una nonna, nel confronto con le ridotte aspettative di vita presenti. »
« Ecco! » sgranò gli occhi Duva, decisamente contrariata all’idea di doversi considerare una nonna, tutt’altro che abituata a sentirsi neppure al pari di una mamma « Detto questo, sarà meglio che ci muoviamo a partire… prima che possa cambiare idea! » incalzò, facendo atto di spingere in avanti la propria amica, benché, in realtà, non vi fosse fondamentalmente alcuna meta verso la quale poterla condurre in tal maniera « Andiamo…?! »
« Andiamo… » annuì Midda, sorridendo verso di lei e verso tutti gli altri « … torniamo a casa! »

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