11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

venerdì 25 settembre 2020

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Riassumere gli accadimenti propri di più di un lustro di vita e, in particolare, di quegli ultimi giorni, non avrebbe avuto a dover essere considerato qualcosa di immediato. Ragione per la quale, a posteriori, il tempo che i due gruppi di ritrovati amici, e non solo, ebbero a passare insieme per permettere loro di ragguagliarsi a vicenda ebbe a doversi conteggiare in ore. E, in effetti, in un pomeriggio intero, in una sera, e in gran parte della notte, in misura tale per cui, ora della fine, ancora realmente coscienti e attivi in quel dialogo avrebbero avuto a doversi intendere essere soltanto Midda Bontor, le sue due nipoti Mera Ronae e Namile, nonché Rín, quest’ultima, in effetti, motivata dal desiderio di essere ragguagliata nel merito di quanto non aveva avuto occasione di vivere in maniera conscia, l’epilogo di quella storia di cui ella, in buona sostanza, era stata fra le principali protagoniste e che, proprio malgrado, si era riuscita comunque a perdere.

« Duva, Lys’sh e io eravamo ben coscienti di quanto, purtroppo, le batterie delle nostre armi non sarebbero mai state sufficienti per opporsi a quella smisurata massa di non morti. Ma, comunque, speravamo che la nostra messinscena reggesse e che, in tal senso, i nostri antagonisti avessero a temere l’annichilimento totale, in misura utile a rinunciare ai propri propositi più distruttivi. » stava ancor raccontando la Figlia di Marr’Mahew, quando ormai i primi raggi di un nuovo sole iniziarono a rischiarare il profilo dell’orizzonte orientale « In questo eravamo anche coscienti di dover giocare bene le nostre poche carte... e di doverle giocare a discapito di avversari così imponenti da non lasciare dubbio alcuno nel merito dell’efficacia di tali armi. Efficacia, sia chiaro, del tutto da dimostrare nel confronto con simili creature. »
« Così, dopo aver tradotto in polvere un dragone bicefalo, un ciclope e un tifone, abbiamo indubbiamente attratto l’attenzione dei presenti, ottenendo il loro interesse, se pur non nei termini che avevamo sperato. » puntualizzò proseguendo « Non avevamo messo in considerazione, nell’agire in tal maniera, quanto fra le schiere dei nemici fuoriusciti dalla Biblioteca di Lysiath potesse esservi anche chi ben in grado di riconoscere quelle armi, di comprendere quella tecnologia. E, in questo, il timore che la consapevolezza del nostro azzardo potesse vanificare ogni sforzo non poté che imporsi, per un fugace momento, su tutte noi. »
« Fortunatamente qualcosa doveva essersi scosso nelle coscienze di quegli uomini e in quelle donne... » proseguì, aggrottando la fronte con aria ancor incerta nel merito del perché ciò fosse allor accaduto « ... e non chiedetemi cosa. » precisò, escludendo la possibilità di offrire una qualunque teoria a tal riguardo « Ciò non di meno, allorché sfruttare la conoscenza in loro possesso per avere a ravvivare l’ardore guerriero nei propri compagni, questi hanno allora iniziato a porre in dubbio l’effettivo senso di tutto ciò, tutt’altro che desiderosi di avere a rischiare il proprio futuro dietro a una causa non meglio compresa. »
« Un’incertezza chiaramente contagiosa, ove, in maniera del tutto inattesa e imprevedibile, ha contagiato per prime le creature mitologiche lì presenti. E, poi, anche tutti gli altri, costringendoli a fare i conti con una risvegliata coscienza, e una coscienza che, improvvisamente, non avrebbe più avuto a dover considerare positivo lo sterminio di tutte le forme di vita del pianeta. » continuò nella propria esposizione, dopo aver sorseggiato un altro goccio d’acqua dal proprio bicchiere, e quel bicchiere che, nel corso di quel lungo resoconto, aveva avuto già occasione di riempire almeno un centinaio di volte « E in termini decisamente più rapidi rispetto a quanto mai avremmo potuto sperare o immaginare possibile... la battaglia ha avuto fine! »
« E nostra madre...?! » domandò Namile, con obbligata curiosità, e una curiosità che era pur riuscita a trattenere sino a quel momento, laddove, in effetti, quell’interrogativo aveva avuto a sorgere nel suo cuore sin dal momento stesso in cui la zia aveva loro riferito del ritorno alla vita, o a qualcosa di assimilabile a essa, della perduta figura materna.
« Non l’ho più rivista. » negò tuttavia Midda, scuotendo appena il capo con aria dispiaciuta, e dispiaciuta non soltanto per le nipoti, ma anche per se stessa, nell’aver sinceramente sperato di poter ritrovare la propria gemella se pur non per le medesime intenzioni che, probabilmente, stavano lì animando le sue nipoti.

Dopo quanto accaduto, infatti, la donna guerriero dagli occhi color del ghiaccio e dai capelli color del fuoco non avrebbe potuto riservarsi dubbio alcuno sulla necessità di impiegare ogni colpo di plasma ancora in loro possesso per estinguere, definitivamente, quella distorta versione della propria gemella dalla faccia del pianeta. Perché se folle Nissa era stata in vita, lasciandosi dominare dal proprio odio e dalla propria brama di vendetta; ancor peggiore si era chiaramente presentata da morta, ebbra dell’insano potere concessole dalla propria immortalità e da un’ancor non meglio spiegata influenza su tutte le figure lì presenti, soprattutto sui mostri. E una simile minaccia, e una minaccia così chiaramente motivata non soltanto in suo contrasto, ma in contrasto al mondo intero, non avrebbe potuto essere tollerata... non, soprattutto, nel non poter dimenticare quanto la responsabilità della stessa avesse a dover ricadere su di lei.
In fondo, ogni morto di quella battaglia, ogni vittima di Lysiath, non avrebbe potuto mancare di pesare sulla coscienza della loro supposta Campionessa quasi fossero state mietute da lei stessa, in quanto tragiche conseguenze del proprio potere, e di quel potere da lei ancor lontano dal potersi considerare dominato.

« Probabilmente sarà riuscita a sfuggire nella confusione di quel momento. » soggiunse, a non offrire una tanto scarna risposta alle proprie nipoti « Dopotutto la battaglia era assurdamente perduta... e il rischio di poter essere catturata dagli stessi che, poco prima, la stavano seguendo fedelmente, per offrirla qual segno di buona volontà, non avrebbe avuto a dover essere frainteso qual puramente ideale. Anzi. »
« Quindi nostra madre è ancora viva... o non morta... comunque cosciente di sé e di ogni cosa. » osservò Mera Ronae, cercando conferma nel merito di quanto da lei così inteso.
« Che sia vostra madre... non ve lo posso assicurare. Così come non ho certezza nel merito di alcuno di coloro che sono ritornati. » suggerì tuttavia la donna, accennando nuovamente a scuotere leggermente il capo « E, francamente, a confronto con la follia di questi ultimi giorni, non saprei francamente neppure cosa poter sperare. »

A prendere voce, allora, fu forse colei che meno ragioni avrebbe avuto per esprimersi a tal riguardo o che, parimenti, forse più ragioni di chiunque altro avrebbe potuto vantare, nell’essere, in fondo, una versione alternativa della donna in questione, e di quella donna che, obiettivamente, non amava avere a dover ritenere irrecuperabilmente malvagia per così come, sicuramente, Midda era costretta a percepirla...
... non laddove, in caso contrario, parte di quella folle empietà avrebbe avuto a poter essere annidata anche in lei,  e in lei che, francamente, non avrebbe mai voluto prendere in esame una tale ipotesi.

« Perdonate se mi intrometto... » esordì Nóirín Mont-d'Orb, verso la versione alternativa della propria gemella e quelle proprie possibili figlie, o, quantomeno, quelle versioni alternative di una possibile coppia di proprie figlie « ... ma, forse, ho una teoria nel merito di quello che è accaduto. E nel merito dell’effettiva natura dei ritornati. » suggerì, con un lieve, e quasi imbarazzato sorriso, ben conscia di non poter vantare alcuna particolare certezza a tal riguardo, e, ciò non di meno, nel non voler mancare di condividere quel pensiero con loro, e in particolare con Midda, a cercare di meglio giustificare quanto accaduto.

E la Figlia di Marr’Mahew, che aveva imparato, in quegli ultimi mesi, a ben rispettare le teorie formulate da Rín, generalmente mai del tutto prive di fondamento, volse immediatamente lo sguardo verso di lei, a dimostrarsi più che mentalmente aperta a qualunque ipotesi e, in particolare, a qualunque ipotesi che ella avrebbe potuto valutare allor possibile.

« Ti ascoltiamo. » la invitò quindi a proseguire, certa che anche le due nipoti sarebbero state più che interessate a tal riguardo, soprattutto ove ciò avrebbe potuto offrire loro una qualche chiave di lettura nel merito della sorte della loro genitrice, e di quella genitrice alla quale, obiettivamente, avrebbero avuto a doversi riconoscere legate da autentico amore filiale.

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