Salutata la propria gemella, Midda Bontor si mise così in testa al gruppo delle proprie allieve, nonché delle due nipoti, per avere a fare rotta verso l’ingresso a Kriarya e, da lì, verso la locanda “Alla Signora della Vita”, dove, come di consueto, sarebbero andati a consumare un’abbondante colazione, e una colazione utile a coprire il fabbisogno di quasi tutta la giornata, affinché non avessero più ad abbisognare fare ritorno lì a pranzo e neppure a cena, quest’ultima, generalmente, consumata insieme al resto delle desmairiane nell’accampamento fuori le mura, in un utile momento comunitario fra le varie figlie di Desmair e la loro unica matrigna, l’Ultima Moglie. Alla locanda, del resto e come di consueto, avrebbero avuto a trovare Be’Sihl, impegnato a predisporre tutto per il loro arrivo. E, insieme a lui, Tagae e Liagu, che Midda non avrebbe desiderato avessero a unirsi agli allenamenti mattutini, per tenerli quanto più possibile lontani da qualunque prospettiva bellica, nella speranza, in tal maniera, di riservare loro un destino migliore rispetto al proprio.
In effetti, inviare i propri figli, ogni mattina, alla locanda, per Midda Bontor avrebbe avuto a dover sottintendere anche un secondo fine, e un secondo fine alimentato dalla speranza, purtroppo rimasta ancor priva di soddisfazione alcuna, di vederli raggiunti anche da Na’Heer Al-Sehliot, figlio di lord Brote, e loro compagno di studi nel periodo precedente a tutta quella corrente follia. Purtroppo, come talvolta accade, le discussioni fra gli adulti avevano avuto, anche in quel caso, a vedere riflessi i propri effetti negativi anche sui pargoli, e su quei giovani amici che, proprio malgrado, si erano visti negare ogni possibilità di ulteriore di relazione, con buona pace di quanto, altresì, ritenuto naturale sino a poco tempo prima. E così, nel mentre in cui, probabilmente, Na’Heer proseguiva la propria istruzione affiancato da un qualche tutore dei loro, in separata sede Tagae e Liagu si erano ritrovati costretti a cercarsi un nuovo insegnante, e a trovarlo, tuttavia e fortunatamente, in una più che disponibile Nóirín Mont-d'Orb, la quale, pur provenendo da una realtà aliena a quella propria di quel mondo, così come a quella propria del mondo natale dei due ragazzini, poteva comunque essere riconosciuta più che perfetta per tale compito, avendo a vantare un’ampia cultura personale, in termini più che sufficienti per coprire le esigenze formative della coppia.
Per questa ragione, quando alfine la signora di Kriarya, nonché comproprietaria della locanda stessa, ebbe a varcarne la soglia, all’interno, accanto a qualche avventore casuale, non ebbe sorpresa alcuna nel riconoscere Rín seduta da un lato insieme ai propri bambini, lì impegnata a far loro lezione e, a guardare in faccia Tagae, a far loro lezione di matematica, materia nella quale, proprio malgrado, il pargolo non avrebbe potuto mancare di riservarsi qualche difficoltà. All’interno della sala grande della locanda, tuttavia, non avrebbero avuto a dover essere da lei riconosciuti solo Rín e i suoi figli, ma anche, e in maniera ancor tutt’altro che sorprendente, le sue due amiche sororali, Duva e Lys’sh, le quali, come ormai divenuta loro mesta abitudine, non avrebbero potuto mancare di approfittare di quell’occasione di colazione mattutina per avere a riservarsi un qualche, effimero e fugace momento di confronto con lei. Purtroppo, però, e per così come Ghieli, figlia della settecentoquattordicesima moglie, avrebbe potuto quietamente confermare, quella mattina Midda e il proprio seguito avrebbe avuto a vantare un certo ritardo... e un ritardo a confronto con il quale, purtroppo, il tempo che avrebbe potuto concedersi con le proprie sorelle avrebbe avuto ormai a doversi intendere agli sgoccioli.
« Ti sembra questa l’ora di arrivare...?! » protestò Duva, accigliandosi non poco verso di lei, a dimostrare tutta la propria contrarietà in tal senso « Già abbiamo poco tempo per stare insieme... se poi ritardi, non ci resta proprio nulla. »
« Perdonatemi. » domandò ella, per tutta replica, non potendo fare a meno di accusare quell’affondo verbale a proprio discapito, non avendo argomentazioni utili a difendersi in maniera appropriata « Se vi può consolare, anche le mie allieve non sono propriamente soddisfatte di quest’orario tardivo... » puntualizzò, nell’offrire riferimento alle desmairiane che già si erano sparse all’interno di tutta la locanda, e stavano cominciando, senza troppi complimenti, a consumare la colazione prontamente loro servita da Be’Sihl, nonché da Seem e da Arasha, i due effettivi gestori della locanda ormai da diversi anni.
« Se non si sono messe a sbocconcellarti un polpaccio per la fame, vuol dire che non è poi così grave come vorresti far intendere essere. » replicò tuttavia l’altra, non risparmiandole quella macabra ironia.
« Credo che preferiscano sbocconcellare i manicaretti loro preparati da Be’Sihl, ancor prima che la carne della loro matrigna... » osservò divertita Lys’sh, scuotendo il capo per escludere quell’eventualità.
« ... e come dare loro torto? » domandò quindi l’altra, aggrottando ora la fronte, con aria critica a tal riguardo « Con una gallina così vecchia, anche il brodo potrebbe non venire poi così buono. » ammiccò verso Midda, a dimostrare quanto, al di là delle proprie parole, il suo intento non avesse a dover essere inteso in altro modo se non giocoso.
« Ti ricordo che siamo pressoché coetanee... » puntualizzò la signora di Kriarya, inarcando un sopracciglio con aria ancor più critica a tal riguardo, replicando ora a tono a quell’offensiva « Quindi, se proprio vogliamo essere precise, qui di galline vecchie ce ne sono almeno due! »
« Ma io sono come il vino: acquisto valore con l’età. » tentò di difendersi Duva, sorridendo sorniona verso la propria controparte.
« Sicura di non essere diventata aceto, più che altro...?! » insistette quindi la prima, offrendole un sorriso del tutto equivalente.
« E dai... abbiamo soltanto una manciata di minuti a disposizione e volete davvero spenderli in questo modo?... » domandò l’ofidiana, prendendo voce nella questione e cercando di smontare quella polemica, seppur mossa soltanto e unicamente da intenti scherzosi.
« Beh... considerando come poi non avrò più possibilità di sfogarmi contro di lei fino a domani mattina, meglio che ne abbia ad approfittare ora, visto e considerato, appunto, quanto poco tempo ci rimane. » puntualizzò quindi la donna dalla pelle color della terra e dagli occhi color dell’oro, nello stringersi appena fra le spalle « Ma se abbiamo qualcosa di meglio da dire, non fate complimenti a mettermi a tacere. »
« Ci sono novità degne di nota da parte di Brote o di Howe...?! » sospirò quindi la Figlia di Marr’Mahew, giungendo direttamente al nocciolo della questione e già attendendosi un quieto diniego in risposta a quell’interrogativo.
« Purtroppo no... » ammise la giovane ofidiana, in una risposta tutt’altro che originale, nel proporsi, dopotutto, la stessa di ogni giorno.
« ... e allora abbiamo già finito ogni possibilità di aggiornamento. » asserì, tutt’altro che felice di ciò e, tuttavia, animata da un elegante contegno, la donna guerriero dagli occhi color del ghiaccio e dai capelli color del fuoco « Riprendete pure a insultarmi. » le invitò subito dopo, a non negare loro occasione di sorta a tal riguardo.
« Lasciamo stare, per cortesia... che già per tutto il resto della giornata mi ritroverò a doverti insultare davanti a Brote. » escluse tuttavia la stessa Duva, rifiutandosi così di soddisfare quell’invito per come offertole dall’amica « E, fra l’altro, sto esaurendo ogni genere di argomentazione utile a tal riguardo. Ragione per la quale, se per caso avete un’idea di sorta, vi prego di condividerla: qualsiasi consiglio sarà ben accetto! »
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