Purtroppo per lei, quell’interrogativo non ebbe a trovare facilmente una risposta. E, anzi, dopo più di un quarto d’ora di accurate ricerche, né le desmairiane, né tantomeno H’Anel o Rín ebbero a poter offrire buone nuove alla Figlia di Marr’Mahew, la quale, del resto, a sua volta non era stata in grado di ritrovare evidenza alcuna nel merito di dove potesse essere andato a cacciarsi Be’Sihl.
L’unico indizio utile, se così si sarebbe potuto definire, soprattutto in assenza di alternative, ebbe allor a dover essere considerato qualche non meglio precisato ricordo da parte di un paio di avventori nel merito del fatto di averlo visto allontanarsi in compagnia di qualcuno. Ma chi fosse questo qualcuno, o, addirittura, se fosse uomo o donna, giovane o vecchio, alto o basso... niente da fare. Del resto quella era una locanda, e nessun luogo come quello avrebbe avuto a doversi considerare ideale per avere a incrociare dozzine di volti estranei, verso i quali, ora della fine, nessuno avrebbe avuto a soffermarsi più di tanto, in assenza di una qualsivoglia motivazione utile a farlo.
« Be’Sihl non si sarebbe mai allontanato senza avvisare qualcuno... » obiettò Arasha, sopraggiunta a sua volta nella discussione insieme a Seem, nel rendersi entrambi conto di quanto, comunque, la questione non avrebbe avuto a dover essere fraintesa qual banale, nel crescente coinvolgimento di persone attorno a Midda Bontor « Non in questo orario, non con la locanda piena zeppa di clienti, e non, certamente, abbandonando qui Tagae e Liagu come se nulla fosse. »
« Concordo. » annuì l’ex-scudiero della donna dagli occhi color del ghiaccio e dai capelli color del fuoco, approvando pienamente l’analisi così compiuta dalla propria amata sposa e madre della loro bimba « Se ha agito realmente in questa maniera, deve aver avuto qualche ragione. »
« O, magari, non ha avuto possibilità di agire in altro modo. » suggerì Nóirín, storcendo le labbra verso il basso « Dopotutto è innegabile che farebbe di tutto per te, Midda... e se qualcuno ti avesse minacciata, per costringerlo a seguirlo, egli non avrebbe avuto esitazione alcuna a farlo. »
« Stai veramente pensando a un rapimento...? Qui, nel cuore di Kriarya...?! » domandò H’Anel, andando involontariamente a riprendere lo stesso interrogativo a confronto con il quale pocanzi la Figlia di Marr’Mahew le aveva domandato di non avere a indugiare ulteriormente, ovviando a indicare la risposta più ovvia all’interrogativo nel merito di chi potesse dimostrate tanto ardimento, o tanta follia, da agire in tal maniera.
« A questo punto non credo che possiamo più escludere alcuna possibilità... » ammise la stessa signora di Kriarya, arricciando le labbra a mostrare fugacemente i denti in una smorfia ferina « Arasha, Seem: potete continuare a prendervi voi cura di Tagae e Liagu per questa sera, per favore...?! » soggiunse poi, non concedendosi alcuna possibilità di tergiversare inutilmente attorno all’evidenza della necessità di agire, e di agire quanto prima per far luce sull’accaduto « Non credo che sia opportuno che stasera abbiano a lasciare la locanda. »
« Nessun problema, ovviamente... anzi... Eli ne sarà entusiasta. » annuì Seem, non immaginando neppure di poter sollevare obiezione a confronto con una simile richiesta.
« Ghierli... Losil... ho da chiedervi un piacere molto importante, a confronto con il quale potrete considerare incrementato il debito che già ho con voi. » incalzò quindi, volgendo l’attenzione verso le due desmairiane al suo seguito « Restate qui alla locanda e, qualunque cosa abbia a succedere, proteggete tutti i membri del clan: siete due guerriere straordinarie e non posso che provare pena per chiunque dovesse ritrovarsi con voi quali avversarie. » sottolineò, in un complimento assolutamente non gratuito, anche e soltanto in considerazione, in fondo, della loro natura semidivina e del fatto che, a prescindere dal loro desiderio di esserle discepole, quelle donne giungevano da un’eternità in continuo conflitto con i propri fratelli, una sempiterna guerra che non poteva non averle temprate più di quanto chiunque al mondo avrebbe mai potuto immaginare possibile.
« Lo faremo. » annuirono le due figlie di Desmair, anch’esse senza dimostrare la benché minima esitazione di fronte a quella richiesta diretta della loro maestra.
« H’Anel, Rín: so che i rapporti con gli altri non sono esattamente dei migliori in questo momento, ma se qualcuno ha iniziato a prendere di mira i membri della nostra famiglia, non possiamo escludere che anche altri possano essere in pericolo in questo momento. » dichiarò, rivolgendosi ora alle due giovani rimaste coinvolte a propria volta nella questione, in quanto lì presenti « Posso chiedervi il favore di voler andare ad avvisare anche tutti gli altri della situazione in atto, invitandoli a prestare ancor più attenzione rispetto al solito...?! »
« Non c’è neppure bisogno che tu lo dica. » escluse fermamente la figlia di Ma’Vret, là dove, in tutta onestà, non avrebbe esitato a farlo anche se ella non avesse avuto a chiederlo loro.
« E tu cosa intendi fare...? » domandò tuttavia Nóirín, in quello che avrebbe potuto essere considerato un interrogativo retorico ma che, sperava, non avesse ad apparire tale, non volendo effettivamente esserlo.
« Raska e io faremo ritorno dalle altre, e mentre lei andrà a chiamare il resto delle mie allieve, per invocare il loro aiuto nel passare al pettine l’intera città alla ricerca di Be’Sihl, io andrò ad affrontare immediatamente la mia gemella, per escludere un qualsivoglia suo coinvolgimento nella questione... o, all’occorrenza, per confermarlo. »
Midda Bontor non desiderava riversare gratuitamente la colpa dell’accaduto sulla propria antica nemesi, non prima ancora di essere certa di cosa, effettivamente, fosse accaduto. Ciò non di meno, e con buona pace di ogni desiderio di fiducia verso di lei, difficile sarebbe stato non avere a prendere in esame l’eventualità di un suo coinvolgimento in quegli eventi, là dove non ingenuo, ma, addirittura, ipocrita sarebbe stato avere a negare la possibilità, da parte della stessa, di agire in quella maniera, reiterando, in fondo, comportamenti propri della loro storia passata, senza aggiungere, in tal senso, alcuna particolare originalità.
Ovviamente ella non desiderava partire da un presupposto di colpevolezza a discapito di Nissa, fosse anche e soltanto per non avere a negare tutto lo sforzo compiuto in quegli ultimi tempi per far funzionare quel loro nuovo rapporto e, ancora, per non avere a riconoscere qual soltanto sua la responsabilità per qualunque cosa potesse star accadendo allo stesso Be’Sihl. E, in questo, non avrebbe attaccato a testa bassa la propria passata avversaria, per così come, altresì, sicuramente un tempo non avrebbe esitato a compiere. Ella avrebbe quindi affrontato apertamente la propria gemella, confidando tanto sulla buona fede della stessa, quanto sul fatto che ella avesse a comprendere il perché avesse a doversi considerare necessario quel confronto qual primo, e obbligato, gesto. Un confronto in conseguenza al quale, speranzosamente, ella avrebbe così avuto a poter non soltanto escludere il ritorno di una terribile antagonista ma, ancor più, avrebbe speranzosamente avuto a poter accogliere l’aiuto di una nuova, formidabile alleata, nella ricerca del proprio amato Be’Sihl, ovunque egli potesse essere andato a finire.
« ... e, ovviamente, grazie a tutti. » dichiarò a conclusione di quel necessario momento di pianificazione tattica nel merito di quanto avrebbe avuto allora a seguire « Se in questo momento non potessi contare su di voi e sul vostro incommensurabile aiuto, probabilmente starei già dando di matto. » ammise, sincera a tal riguardo, nel riconoscere la fondamentale importanza di quella famiglia, e di quella famiglia ancora una volta lì dimostratasi pronta a sostenerla a confronto con qualunque assurda minaccia potesse star lì proiettando la propria ombra su di lei e sul suo futuro.
« Non credo che tu saresti capace di dare di matto... ma apprezzo comunque il pensiero. » sorrise H’Anel, escludendo con quieta franchezza quella possibilità, tutt’altro che in linea con l’idea che aveva di lei e con l’evidenza concreta del suo modo di fronteggiare, da sempre, ogni situazione, per quanto folle o disperata.
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