Il passaggio, in questa occasione, avrebbe dovuto infatti essere riconosciuto qual amplio e comodo, con gradini rimasti intonsi dalla loro prima edificazione e senza apparente evidenza di pericoli in agguato. Non che tale impressione avesse necessariamente a doversi intendere qual positiva là dove l’assenza di un’evidenza non sarebbe dovuta essere considerata equivalente all’assenza effettiva di pericoli. Pericoli che, pur, essi non poterono ovviare a sperare intimamente non avessero a sorprenderli in maniera troppo violenta, là dove ancor malconci e doloranti, difficilmente avrebbero potuto fare appello a tutto il proprio effettivo potenziale bellico là dove ve ne fosse stata esigenza.
Quasi ad accontentare tutti loro, e quella comune, silenziosa preghiera, quel nuovo tratto di cammino non ebbe a rivelarsi particolarmente pericoloso e, un passo dopo l’altro, essi ebbero possibilità di riprendere un po’ di fiato, psicologicamente ancor prima che fisicamente, riguadagnando energia utile a proseguire oltre. Energia che, in effetti, ebbe loro ben a servire quando, alfine, raggiunsero il termine di quella discesa, di quella lunga discesa, e di quella lunga discesa che ebbe a condurli fino a una nuova sala, più amplia della precedente e, di per sé, già illuminata.
All’interno della sala, infatti, erano presenti due grosse creature simili a canidi, e due grosse creature che, tuttavia, sembravano essere fatte di fuoco, di lava, emettendo autonomamente luce utile a illuminare la sala e a permettere ai loro sguardi di spaziare lungo la medesima anche senza sfruttare la fosforescenza delle pietre viola. Quella sala, quindi, si ebbe a offrire loro su un’amplia base ellittica, lungo il perimetro interno della quale una serie di sarcofaghi in pietra erano disposti in maniera ordinata, a distanza regolare, suggerendo la natura di quel luogo come quella di un luogo di sepoltura. Ossia quanto di più coerente con le loro aspettative, e quanto di meno coerente con le loro speranze…
« Alla fin fine i non morti li troveremo davvero… » osservò Howe, aggrottando la fronte innanzi a tutto quello.
« Non mi convince però… » obiettò H’Anel, offrendosi critica innanzi a tutto ciò « Non siamo ancora al fondo del Baratro di Luce. »
« Scusate, ma… » esitò Maddie, inarcando un sopracciglio a confronto con la serenità con la quale i due si stavano proponendo al cospetto con quella nuova sfida « … sono l’unica a vedere due enormi cani di fuoco che si aggirano per la stanza? »
« No, no. Li vediamo anche noi. » confermò la figlia di Ebano, sorridendo e annuendo a quell’interrogativo e a quell’interrogativo tutt’altro che banale « E di certo saranno dei pessimi clienti da gestire… » soggiunse, tuttavia dimostrandosi assolutamente tranquilla a confronto con tutto ciò.
« D’accordo… quindi presumo abbiamo già un piano d’azione, non è vero…?! » esitò Maddie, mantenendo lo sguardo fisso su quelle due creature e quelle due creature che, ancora, sembravano star ignorando il loro arrivo, nel limitarsi a vagare stancamente fra quei sarcofagi.
« Il solito direi… » suggerì M’Eu, con un sospiro, levando a margine di ciò gli occhi al cielo in una silenziosa imprecazione per quanto stava così venendo loro offerto.
« … lo temevo. » annuì la donna dagli occhi color del ghiaccio e dai capelli del medesimo colore dei loro nuovi antagonisti.
Fu allora che uno dei due cani di fuoco levò la propria grossa testa nella loro direzione, a prendere coscienza del loro arrivo e a comunicare ciò al proprio compagno, o compagna che fosse, con un brontolio gutturale, estremamente simile all’idea di un ringhio, quasi a confermare, in ciò, una qualche effettiva affinità con dei canidi. A quell’allarme, quindi, anche il suo simile levò il capo, inquadrò il gruppo, chiaramente inatteso, ed ebbe a dimostrare una certa perplessità, là dove, comunque, quella presenza non avrebbe potuto essere in alcuna maniera fraintesa come prevedibile o prevista.
Ma se di disorientamento si sarebbe potuto parlare in riferimento a quella coppia, tale momento non ebbe a perdurare a lungo, vedendoli immediatamente riguadagnare presenza d’animo e riguadagnarla con evidenza di avversione a loro discapito, nell’avere a infuocarsi in maniera ancor più viva, ancor più vivace, e nell’iniziare a correre verso i propri antagonisti.
Antagonisti ai quali non poté restare alternativa rispetto all’ingaggio di quella nuova, e potenzialmente letale, sfida. E all’ingaggio in virtù del loro “solito” piano d’azione, per così come l’aveva indicato M’Eu.
« Sapete… credo proprio dovremmo trovare un piano d’azione diverso per questo genere di situazioni. » commentò Maddie, stringendo saldamente le proprie accette in ambo le mani, per prepararsi all’impatto.
« Perché…? Il solito non va più bene…?! » sorrise H’Anel, cercando di dimostrarsi quantomai divertita innanzi a tutto ciò.
« “Stringere i denti e cercare di sopravvivere più a lungo possibile”, non riesce proprio ad apparire convincente in ogni situazione. » obiettò la prima, storcendo la labbra verso il basso.
« Eppure fino a oggi mi pare abbia funzionato bene. » controbatté la figlia di Ebano.
Meno di nove piedi separavano ora i due cani di fuoco dai loro antagonisti. E questi ultimi, ancora immobili, sembravano più interessati a disquisire nel merito della presenza o dell’assenza di un piano d’azione allorché effettivamente ad attuarne uno.
Nessun commento:
Posta un commento