11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

mercoledì 31 agosto 2022

4031

 

« Sono certa che in nessun romanzo fantasy ci si ritrovi a faticare tanto per frugare fra dei tesori... » sbuffò Maddie, aggrottando la fronte innanzi all’inizio del censimento dei contenuti della sesta arca.
« Per quello che vale, è la prima volta che anche noi ci troviamo a confronto con un tesoro simile. » osservò Howe, osservandosi attorno con aria perplessa, quasi non avesse a capacitarsi di tutto ciò che li stava circondando « Neppure la stessa Midda Bontor credo abbia mai avuto a porsi innanzi a qualcosa del genere, in alcuna delle sue avventure. »

La prima valutazione da loro compiuta nel merito dei tesori lì sepolti, in verità, si era venuta a scoprire terribilmente sbagliata in termini quantitativi, sottostimando l’entità di quanto effettivamente presente all’interno di quelle arche e lì sepolto da chissà quanti secoli.
Con buona pace, infatti, del proposito che si erano riservati, difficilmente avrebbero potuto permettersi di prelevare quell’intero tesoro con il loro carro, là dove, già solo con le prime cinque arche da loro prese in esame, non avrebbero avuto a vedersi riservato spazio alcuno per loro stessi, vedendo le due donne costrette a prendere posizione all’esterno, in termini quantomeno inaccettabili nel confronto con gli usi e i costumi y’shalfichi. Così, benché assurdo avrebbe avuto a potersi giudicare l’abbandonare lì sotto simile smisurata ricchezza, prima di lasciare quelle lande essi si sarebbero ritrovati a confronto con la necessità di un’attenta valutazione nel merito di cosa condurre seco e di cosa, altresì, seppellire nuovamente sotto quelle rovine dimenticate, con la speranza che nessun altro, prima di un loro eventuale ritorno, avesse a poter fare piazza pulita.

« Non vorrei dire... ma qui c’è oro sufficiente non soltanto a riedificare l’intera Kriarya, ma anche a vivere di rendita per il resto delle nostre esistenze. » stimò M’Eu, forse con eccessivo entusiasmo e, ciò non di meno, in maniera non del tutto errata « E’ un tesoro degno di un re! »
« ... o di una regina. » ipotizzò Maddie, rammentando la ragione prima del loro arrivo lì, nella ricerca della sepoltura di una leggendaria regina e del suo prezioso specchio.
« Credi che possa essere il tesoro di Degimirl... o Id-Shemiril che dir si voglia?! » domandò H’Anel, non trovando motivo di criticare la ragionevolezza di quella posizione... anzi.
« Direi proprio che non possiamo escluderlo... così come ormai non possiamo escludere che lo specchio abbia effettivamente a essere nascosto qui in mezzo. » annuì Howe, stringendosi appena fra le spalle « Ciò che non comprendo è come sia stato possibile che questo tesoro abbia a essere rimasto dimenticato qui sotto per tanto tempo, senza che nessuno lo abbia saccheggiato. »
« Magari siamo dei tombaroli più in gamba rispetto a tutti coloro che ci hanno preceduto... » minimizzò la figlia di Ebano, non trovando motivo per soffermarsi in maniera eccessivamente critica a tal riguardo « Non dimentichiamoci, dopotutto, a chi facciamo riferimento. »

Piacevole sarebbe stato semplificare la questione in quei termini, e “semplificarla” nonostante le pur non semplici insidie a confronto con le quali si erano ritrovati costretti a scontrarsi, fra i ratti mostruosi, la gargolla evanescente e quegli ultimi due terrificanti cani di lava.
Purtroppo, per l’appunto, tale sarebbe stata comunque una semplificazione. E, al di là di ogni possibile leggerezza d’animo, tutti loro erano ben consapevoli di quanto qualunque semplificazione avrebbe avuto necessariamente a potersi tradurre in un errore di calcolo, e un errore di calcolo l’esito del quale avrebbe ineluttabilmente avuto a scoprirsi letale per tutti loro.
Così, pur non volendo negarsi l’occasione di godere di quel momento di apparente vittoria, nessuno fra loro ebbe il coraggio, o la stolidità, di abbassare troppo la guardia, temendo di avere a ritrovarsi, da un momento all’altro, a confronto con qualche spiacevole sorpresa e qualche spiacevole sorpresa utile a giustificare il perché tutto quello fosse rimasto sepolto lì sotto per così tanto tempo, nella più completa indifferenza di qualunque altro predatore di tombe loro pari.

« Vediamo di trovare al più presto quello specchio... e di tornarcene a casa. » scosse il capo lo shar’tiagho, non riuscendo in alcun modo a godere di quel frangente, e contemplando tutto ciò con maggior diffidenza di quanto non avrebbe avuto a riservarne nei riguardi di una nuova orda di bestie mostruose.
« Be’Wahr... tu come stai? » domandò M’Eu, rivolgendo l’attenzione all’amico ancor evidentemente acciaccato, così come più che comprovato dal silenzio nel quale, ancora, si stava mantenendo, escludendosi spontaneamente dai loro discorsi « Non ti converrebbe riposare un poco...?! Qui possiamo continuare anche da soli. »

Il biondo non rispose, ma si limitò a scuotere appena la testa nell’escludere palesemente un qualunque intento di riposo da parte propria: non era in forma, e assurdo sarebbe stato avere a pensarla o a fingerla diversamente, ma, malgrado ciò, avrebbe continuato a restare insieme al gruppo, cooperando in ogni attività... fosse questa una battaglia o, più semplicemente, un comunque stancante censimento di quella montagna di tesori.
Una montagna di tesori, quella lì presente, a confronto con l’abbondanza dei quali qualunque persona comune sarebbe sicuramente andata fuori di testa per la cupidigia, ma innanzi ai quali, fortunatamente, tutti loro stavano reggendo bene, confrontandosi con quieta razionalità alla questione, sicuramente anche in grazia alle esperienze passate... e alla consapevolezza che l’ultima cosa che mai avrebbero dovuto permettersi di fare, in quel momento, sarebbe stato agire spinti dal stolta avidità.

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