11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

lunedì 22 agosto 2022

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Giunta all’arca indicata loro da H’Anel e da Be’Wahr, Maddie gettò immediatamente uno sguardo al suo interno, per comprendere cosa potesse aver attratto l’attenzione del suo amato biondo. E quello che vide, in effetti, fu esattamente quanto annunciato: armi.
All’interno della grande arca, già scambiata per sarcofago, infatti, erano ordinatamente disposte una dozzina di armi, di varia natura e di varie dimensioni. Ma se di armi, in effetti, tutti loro erano già forniti, in termini tuttavia e purtroppo inutili per le circostanze attuali, a confronto con il suo sguardo non poté ovviare ad apparire immediatamente palese un dettaglio: nessuna di quelle armi offriva all’apparenza un qualche particolare valore intrinseco. Non un gioiello incastonato sull’elsa delle spade lì presenti, non un arabesco dorato sulle lame delle asce, non altri fronzoli degni di nota a sguardi profani, che potessero in qualche modo attrarre l’interesse di un qualche ricco collezionista: in tutto e per tutto quelle apparivano essere armi normali, ovviamente coperte da una pesante coltre di polvere, e di quella polvere che i secoli di abbandono avevano lì accumulato.
Ma se, allora, quelle armi non avrebbero avuto a poter essere scambiate per dei tesori in senso economico, la schiera delle possibilità per le quali erano state lì sepolte aveva a restringersi, e a restringersi in maniera particolarmente interessante per loro. Perché escludendo l’idea dell’arma come bene prezioso, le sole ragioni che avrebbero potuto giustificare il loro accumulo in quelle arche avrebbero avuto a restare principalmente due: un qualche valore di tipo mistico-religioso; o un qualche valore di tipo bellico. Opportunità, quest’ultima, che doveva aver suscitato anche l’interesse di Be’Wahr, laddove, nell’ipotesi di uno straordinario colpo di fortuna per tutti loro, quelle armi avrebbero potuto vantare quel tipo di forza, se non addirittura di potere, necessario ad abbattere quelle due creature di fuoco e lava.
Purtroppo non esisteva una maniera sicura per poter verificare la situazione. E benché, per assurdo, quelle avrebbero potuto anche rivelarsi soltanto delle vecchie armi arrugginite utili a condannarli tutti a morte, Maddie non avrebbe potuto ovviare a porsi in giuoco in tal senso, accettando il rischio della situazione e allungando una mano a impugnare una delle asce lì dentro riposte, dalle dimensioni decisamente più marcate rispetto alle proprie consuete accette e dalla lama bipenne, sì pesante da richiederle l’impiego di entrambe le mani, ma, speranzosamente, sì forte da potersi riservare una qualche speranza nei confronti di quei mostri, fosse anche e soltanto in un singolo fendente.
Così, stretta fra le mani l’impugnatura di quell’arma, e di quell’arma allor sollevata dall’arca senza particolare attenzione a discrezione di sorta, lasciando risuonare il clangore del metallo delle varie alternative lì presenti, Madailéin Mont-d'Orb, pur consapevole di essere ben lontana nella propria apparenza estetica dagli ipertrofici barbari del illustrazioni di Frank Frazetta, strinse fortemente le proprie dita attorno a quell’impugnatura e levò un forte grido, per richiamare a sé l’attenzione dei mostri, per pretendere a sé la loro offensiva, al duplice scopo di riservarsi l’occasione utile a verificare l’efficacia e l’efficienza di quell’arma e, ancor più, garantire ai propri amici un momento di respiro...

« Luridi cani rabbiosi! » sbraitò pertanto, lasciando tuonare la sua voce sulla sala, e sentendola rimbombare in quell’ampio spazio vuoto « Perché non provate a confrontarvi con qualcuno della vostra taglia...?! »

Un’affermazione sicuramente d’effetto, e che ella ebbe a scandire più vittima di un improprio momento di machismo che per qualche effettivo fondamento a supporto di ciò, ma che comunque ebbe a risuonare con forza, costringendo entrambi i mostri ad arrestarsi e a voltarsi in direzione di quell’inattesa sfidante, e quella sfidante allor armata da un’ascia quasi più grande di lei.

« Non posso credere l’abbia detto veramente... » commentò sottovoce H’Anel in direzione di Be’Wahr, con un sorriso necessariamente divertito a confronto con le dimensioni contenute della propria amica, e con quelle dimensioni che difficilmente avrebbero potuto lasciar considerare credibile quella sfida, e quella sfida lanciata a confronto con quelle due enormi bestie di fuoco.
« Ecco... ha deciso di fare la Midda... » sospirò d’altro canto Howe, confrontandosi con M’Eu sul fronte opposto della stanza, e levando gli occhi al cielo in una silenziosa preghiera di supplica agli dei tutti, affinché potessero concedere alla loro amica di sopravvivere alla propria marcata idiozia esattamente così come, sino a quel momento, avevano incredibilmente concesso alla sua corrispettiva autoctona.

Anche Maddie avrebbe avuto a doversi considerare perfettamente consapevole di quanto imprudente fosse stata quella sua presa di posizione, e quella sua presa di posizione degna di un eroe dei film d’azione anni Ottanta. Ma considerando quanto disperata avesse a doversi riconoscere comunque quella loro attuale situazione, quella sua scelta potenzialmente suicida avrebbe potuto dimostrarsi risolutiva della crisi corrente oppure, e banalmente, semplicemente abbreviare i tempi verso l’ineluttabile disfatta.

« Chi non risica... » sussurrò fra sé e sé, prima di iniziare a correre, letteralmente, in direzione dei due mostri, levando un alto grido di battaglia, e un grido nel quale avere a mascherare il proprio stesso terrore per quella che avrebbe potuto essere la propria ultima corsa.

E la sfida, così da lei lanciata, non venne ignorata dai due mostri, e da quei due mostri che, prontamente, si proiettarono in suo contrasto, pronti a distruggerla, di lei nulla lasciando se non una macchia di cenere su quel pavimento polveroso.

« Per Lohr... » gemette Be’Wahr, sgranando gli occhi innanzi a letale destino di morte al quale la sua donna pareva così essersi votata.

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