Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
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www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
venerdì 9 ottobre 2009
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Avventura
015 - La piramide nera
Secondo l'opinione proposta da Sanma prima dell'ingresso del gruppo all'interno di quei confini avvelenati, tre sarebbero potute essere le aree completamente inesplorate della Terra di Nessuno adatte ad ospitare l'imponente mole rappresentata dalla piramide nera.
La prima, benché posta in prossimità del litorale, sarebbe dovuta esser effettivamente considerata una delle zone peggiori all'interno di quell'infausta regione, là dove l'attività vulcanica trovava maggiore concentrazione e sfogo, in un continuo eruttare di lava in direzione del mare stesso, quasi una disfida offerta dal dio Gorl, signore del fuoco e supposto dominatore di quell'intero territorio, in direzione degli dei del mare, un tentativo di conquista della terra a discapito delle acque, entro le quali fiumi incandescenti si gettavano incessantemente in un sacrificio forse privo di possibilità di vittoria e pur, per questo, non meno violento. Impossibile era stato da sempre considerato sospingersi in tale area, tanto giungendo via terra, tanto via mare, nella particolare condizione così presentata. E in ciò, quindi, non solo una piramide sarebbe potuta esser lì celata agli sguardi, all'attenzione comune, ma anche una decina di similari costruzioni, protette da un'ineguagliabile barriera di fuoco oltre cui alcuno avrebbe avuto ragione di sospingersi.
La seconda area candidata, invece, sarebbe dovuta esser ricercata non tanto in prossimità del mare, quanto nel limite più estremo, più lontano da esso, là dove i confini stessi della Terra di Nessuno andavano sfumando e, in questo, cedevano il passo ai territori riconosciuti quali propri dai sovrani di Kofreya o da quelli di Gorthia. In tal vertice, invero meno attivo a livello vulcanico, erano i gas sulfurei a negare ogni possibilità di accesso ad un'ampia zona, ad una vasta porzione di territorio, arrestando il cammino di chiunque entro simile zona avesse incautamente deciso di sospingere i propri passi, forse ignaro di star violando un confine oltre il quale non avrebbe dovuto trovare possibilità di vita umana, animale o vegetale. Quasi a sancire, infatti, la natura stessa di quella regione, i soffioni irrefrenabili che dal cuore della terra gettavano verso il cielo il proprio calore ed il proprio veleno, si sarebbero dimostrati in aperto contrasto con qualsiasi viandante, con qualsiasi pellegrino, suggerendogli di intraprendere una via alternativa o di fare immediato ritorno sui propri passi. E così protetta, per quanto comunque prossima a territori esterni, vivibili e, in parte, abitati, la piramide avrebbe potuto lì trovare il proprio giusto spazio, senza per questo esser riconosciuta qual effettivamente presente, senza in questo aver attratto alcuno sguardo o curiosità non gradita.
La terza possibilità, infine, sarebbe dovuta esser individuata non verso il mare, non verso il continente, ma nel cuore di quell'intera regione, nell'ortocentro dell'ideale triangolo delineato dalla particolare conformazione della Terra di Nessuno fra i due regni lì confinanti. Nella profondità più recondita di quel territorio, ben oltre alla zona scelta per l'edificazione del carcere segreto nel quale Midda Bontor era stata per un breve periodo di tempo ospite, mai alcun uomo o donna aveva osato sospingere i propri passi, non trovando, dopotutto, alcuna reale sprone ad avanzare fino a quella possibile meta, a quell'obiettivo. Questo non tanto in conseguenza di una fervente attività vulcanica o sismica, per una presenza più incisiva di magma o di gas velenosi rispetto al resto del territorio, quanto piuttosto per una semplice, banale e, quanto meno sincera, mancanza di qualsiasi possibilità di guadagno a compiere una simile esplorazione, a inoltrarsi maggiormente in tal senso. Troppi possibili rischi, alcun utile, avevano pertanto protetto quel nucleo più di qualsiasi evidente minaccia, lasciandolo effettivamente qual dimenticato, sperduto.
« Qual via desiderate intraprendere, fra queste? » aveva loro domandato la guida, al termine della presentazione di quelle alternative.
I due fratelli, allora, si erano rivolti verso la loro compagna, ritenuta di buon grado, a ragion veduta, qual più esperta rispetto a loro in tali questioni, in simili missioni, in virtù dei propri numerosi impegni, dei propri noti successi passati.
« Personalmente suggerirei la terza… » aveva, così, risposto ella, dopo un lungo momento di riflessione, un'analisi tutt'altro che priva di impegno da parte sua, sulle informazioni loro concesse, nell'assunto non gratuito che, comunque, esse fossero sincere.
« Non è, forse, la più ovvia? E per questo la meno probabile? » aveva replicato Howe, non in volontà di contrasto a tal giudizio, da lui stesso invocato, ma nella semplice necessità di poter comprendere, di capire le ragioni che avevano spinto la donna a esprimersi in quel modo.
« Sappiamo che un tempo, sicuramente remoto, la piramide era un centro di potere, un luogo che doveva essere, comunque, raggiungibile, visitabile… forse non banalmente ma pur accessibile. » aveva esplicitato ella, in conseguenza a simile, corretta, osservazione.
« Ma il territorio può esser pur mutato nel corso dei secoli… e non ci è concessa alcuna informazione nel merito a come potesse essere tempo addietro. » aveva osservato lo shar'tiagho, dimostrando di star offrendo sincera attenzione a quel ragionamento.
« Questo è vero. Ma nel voler ritenere ancor oggi esistente la piramide, dobbiamo escludere che vi siano stati stravolgimenti tali da mutare in maniera radicare la conformazione della Terra di Nessuno in questo periodo… » aveva risposto, ricorrendo in ciò a semplice logica ancor prima che ad una qualche effettiva conoscenza a tutti loro negata, come giustamente sottolineato « La prima e la seconda alternativa, nel rinnegare ogni sentimento di ospitalità in maniera tanto esplicita, mi portano a rifiutare la possibilità che possano offrire spazio, al proprio interno, all'oggetto delle nostre ricerche… »
« Mentre la terza, essendo semplicemente territorio inesplorato, sconosciuto nei propri pericoli e nelle proprie risorse, per quanto vasto, può candidarsi in maniera ottimale a tal ruolo… » aveva completato Be'Wahr, riservandosi opportunità di parola solo allora, nel riuscire perfettamente a concludere il discorso della compagna.
Non un caso, in verità, sarebbe dovuto essere considerato quello rappresentato da quella terza ipotesi loro offerta, quanto più una prassi, una normalità, che accomunava non diversamente anche la maggior parte delle cime dei monti Rou'Farth, circondanti l'intera Kofreya, al pari altre ingenti parti dei territori pur considerati, normalmente, annessi ad un determinato regno o a un altro.
Nella quotidianità propria della realtà con la quale tutti loro erano soliti rapportarsi fin dal giorno della propria stessa nascita, difficilmente infatti un confine inesplorato era mai stato superato per desiderio di conoscenza, per piacere nell'elevazione dell'umanità verso nuovi limiti. Principalmente, a tal fine, erano infatti soliti agire proprio mercenari, spesso assunti da ricchi mercanti nella speranza di aprire nuovi passaggi, nuove vie nelle quali poter avanzare con le proprie carovane, a ridurre i tempi di viaggio e, in questo, ad aumentare le proprie possibilità di guadagno. O, anche, mercenari incaricati, loro pari, di raggiungere un qualche tesoro perduto, una qualche leggendaria reliquia, per volontà di un comunque ricco e potente signore, in grado di garantire, con il proprio oro, una spinta sufficiente a offendere quanto era rimasto inviolato fino ad allora. Senza ipocrisie, dopotutto, anche il gruppo rappresentato da Midda e dai suoi compagni, si poneva intenzionato a violare le aree sconosciute proprie della Terra di Nessuno unicamente in virtù di una missione a tal proposito, richiedente simile sforzo, così come, già in passato, la stessa Figlia di Marr'Mahew si era sospinta nella palude di Grykoo, luogo maledetto e considerato privo di possibilità di sopravvivenza e ritorno, soltanto in virtù di un contratto stipulato a tal riguardo con uno dei propri consueti mecenati, lord Brote di Kriarya.
« Quando è così… direi che la scelta è compiuta. » aveva definito Sanma, accettando senza l'espressione di alcuna personale preferenza, in fondo non richiestagli, la decisione dei propri clienti, annuendo con assoluta serenità.
Non abbisognando di ulteriori rifornimenti, di viveri o di acqua, per le quali avevano fatto abbondante scorta al loro precedente scalo, consapevoli di come non ne avrebbero probabilmente più ritrovati fino al loro ritorno alla civiltà, i quattro avevano così spronato i propri animali a superare i limiti di quella terra infida, naturalmente inconsci di quanto, purtroppo, era già stato loro riservato dal fato.
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