Perché seppur entrambe tanto belle
non saran ragione di bagatelle,
e se con Midda c'è di che temere,
con Nissa sprecherete le preghiere
nel chieder di conservar le budelle
non ridotte a pezzi da lamelle.
Una canzone che, in parte in diretta conseguenza all'importanza e notorietà del soggetto protagonista della stessa, in parte e ancora in virtù alla specifica importanza e notorietà, almeno entro i limiti del proprio dominio, del soggetto lì proposto qual antagonista, non si negò neppure l'occasione di giungere alle sponde della lontana isola di Rogautt, seppur, entro simile territorio, venendo reinterpretata in una chiave assolutamente inedita rispetto alla versione già diffusasi nel continente:
Alla fine di sì tanto frignare
spero che saprete or ricordare
che Midda Bontor ha una sorella,
di lei inver persino più bella,
che s'è impegnata a insultare
con questa storia che fa vomitare.
Ma non scordate che questa gemella,
cui nome v'ispirerà cacarella,
alcuna fola ha mai diffuso
per di vostra pietà far proprio uso,
con agir più vicino ad ancella
che, traditrice, schiena accoltell…
« Quanto vuoi?! » intervenne una voce femminile, a interrompere con fare energico l'impegno canoro, e denigratorio, del bardo scompostamente appostatosi in un angolo della taverna, e lì impegnatosi a declamare, in versi sguaiati, quella grottesca parafrasi.
Presa di posizione incredibilmente vigorosa, quella in tal modo resa propria dal tono appena impostosi all'attenzione dell'uomo, in conseguenza della quale, prima ancora di risollevare lo sguardo nella direzione della propria interlocutrice, il pirata allora interpellato avrebbe potuto facilmente associare a una figura tozza e inelegante non meno rispetto alla propria stessa immagine, ben lontana dal poter soddisfare una qualunque fantasia in termini di femminilità e sensualità, e la quale, altresì, ebbe allora modo di sorprenderlo, addirittura di spiazzarlo, nell'imporsi del tutto opposta a ciò, quando i propri occhi si posarono su una donna di una bellezza a dir poco sconvolgente, tal da doversi forse considerare addirittura aliena alla realtà propria di quell'isola.

« Sto parlando con te, lurido cane. » inveì ella, nuovamente, in maniera del tutto gratuita a discapito dell'uomo, osservandolo dall'alto verso il basso non in termini di natura meramente fisica, ma soprattutto psicologica « Quando vuoi, per l'ira di Tarth? »
Ove pur tanta eleganza, tanta intrinseca armonia, tanto fascino, erano pur propri e caratteristici della complessa immagine da lei offerta, nulla di tutto ciò sembrò comunque poter addolcire l'aggressività triviale altresì propria i suoi modi e delle sue espressioni, visive come verbali, quand'ella ripropose la già formulata richiesta, storcendo le labbra verso il basso e scoprendo, in tale affermazione, la parte superiore della propria bianca dentatura con aria contrariata.
« Quanto voglio… per cosa?! » questionò il cantore, e pirata, al pari di chiunque altro su quell'isola, nel faticare ad associare quanto offerto ai propri occhi con quanto proposto alle proprie orecchie, quasi l'immagine da lui osservata e la voce da lui udita non appartenessero alla medesima donna, a un comune soggetto, ma derivassero da fonti del tutto estranee.
« Quanto vuoi per stare zitto e piantarla con questa lagna allucinante! » esplicitò la donna, non più limitando le proprie azioni alla proposta di semplici parole, ma incalzando nel contrasto all'interlocutore con un violento calcio, tale da sfondare lo zither da lui trattenuto fra le mani sino a quel momento, e da scaraventare, in conseguenza, un'esplosione di schegge di legno contro il suo intero busto e volto « Già siamo costretti a sorbirci le cronache di quella dannata cagna a ogni passaggio nei porti di tutto Qahr… non ho alcuna voglia di sentir parlare di lei anche qui a Rogautt! »
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