11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

sabato 24 novembre 2018

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Purtroppo per Maddie, i deliri di quella notte non ebbero a essere da lei così rapidamente dimenticati come avrebbe desiderato potesse avvenire. E per tutto il giorno seguente, anche al lavoro, la sua mente non sembrò in grado di allontanarsi troppo dal ricordo di quella voce, e di quella voce che si era illusa di aver udito, per quanto tutto ciò sarebbe stato assurdo, sarebbe stato necessariamente folle: la voce di Be’Sihl.

« Ehy… che succede?! » l’apostrofò un proprio collega, Leonardo, nel notarla probabilmente più silenziosa o più pensierosa rispetto a quanto non avesse a essere in genere.
Accennando un sorriso, Midda cercò di minimizzare il senso di qualsivoglia genere di preoccupazione a proprio riguardo, scuotendo il capo e rispondendo quasi immediatamente al giovane, poco più che ventenne: « Nulla, Leo… non ti preoccupare! Credo solo di aver dormito male la scorsa notte… »

Le piaceva Leo: non sotto un qualunque profilo di natura sentimentale o sessuale, avendo meno della metà dei propri anni e non potendo in ciò suscitare in lei qualunque genere di desiderio in tal senso; ma sotto qualunque altro punto di vista Maddie non avrebbe potuto che essere felice di essere costretta a dividere le proprie giornate con lui.
Ragazzo attento e premuroso, instancabile lavoratore, sempre pronto a coprire i turni dei propri colleghi nel momento in cui questi avessero avuto problemi, Leo le ricordava molto lo scudiero di Midda, Seem: fortunatamente per lui, comunque, la storia personale di Lei non avrebbe avuto a doversi considerare tragica come quella di quell’altro ragazzo, non avendo perduto la propria famiglia e, anzi, vivendo in effetti ancora a casa con i suoi genitori, non tanto perché non avrebbe avuto il coraggio di lasciarli, quanto e piuttosto per poter comunque continuare a contribuire alle bollette e all’affitto dei propri genitori, nonché, per quanto il proprio non elevato stipendio potesse permetterlo, alle spese per gli studi dei propri fratelli. Di padre italiano e di madre senegalese, Leo avrebbe avuto a doversi considerare il perfetto esempio di quanto la maggior parte dei razzisti, soprattutto fra coloro presenti fra gli scranni del parlamento e del governo, avrebbero dovuto attaccare il cervello prima di parlare, e, soprattutto, avrebbero fatto meglio a soffocarsi con il letame che, altresì, abitualmente erano soliti vomitare dalle proprie bocche, per la gioia dei propri sostenitori, e, purtroppo, di un numero sempre maggiore degli stessi. Leo era nato in quella città, era cresciuto in quella città, aveva studiato in quella città, credeva negli stessi valori dei propri coetanei e pregava il loro stesso Dio, mostrandosi in tutto, e per tutto, figlio del suo Paese: per quale assurda ragione, quindi, egli avrebbe avuto a dover essere considerato diversamente dagli altri?... per quale assurda ragione, ancora, il colore della sua pelle avrebbe dovuto renderlo migliore o peggiore rispetto a chiunque altro?!...

All’epoca in cui Maddie aveva appena iniziato a lavorare in quel centro commerciale, molto poco era mancato che ella non si facesse licenziare, nel momento in cui, ritrovandosi attonita spettatrice di un intervento del loro responsabile, dal profondo del proprio cuore aveva sentito ribollire una gran rabbia tale per cui, molto volentieri, gli avrebbe frantumato il volto a pugni.
Perché questi, un corpulento cinquantenne di nome Roberto, dall’aspetto perennemente affannato e con la fronte costantemente imperlata di sudore, probabilmente in conseguenza a qualche difficoltà, da parte del suo cuore, di sostenere il peso di una vita contraddistinta da eccessiva sedentarietà e un’alimentazione assolutamente priva di qualsivoglia equilibrio, pensando di rivolgere un complimento in direzione del ragazzo, aveva scandito poche, irritanti parole innanzi a tutti i loro colleghi…

« Sai, Leonardo… per essere un africano, sei veramente in gamba: continua così! »

Leo, comunque, non si era scomposto di fronte a quell’affermazione palesemente contraddistinta da evidente pregiudizio razzista, e si era limitato a rispondere, con un amplio sorriso. Una reazione così calma, così controllata, che aveva sorpreso molti, soprattutto Maddie, frenandola in quel proprio già crescente intento di vendetta a discapito di Roberto.
E quando ella aveva cercato di comprendere come egli potesse essere riuscito a restare tanto sereno di fronte a un tale sopruso condotto a proprio stesso discapito, egli si era limitato, semplicemente, a tornare a sorridere e a banalizzare il valore di quelle parole.

« Cosa avrei dovuto fare? » aveva domandato, in termini assolutamente retorici « Reagendo malamente, avrei soltanto dato credito a ogni suo timore, alimentando ogni possibile acredine nei confronti delle persone di colore da parte sua e da parte di altri. Meglio spendere le mie energie per dimostrare loro quanto siano ridicoli nella loro ignoranza, con la speranza che un giorno, in futuro, possano finalmente aprire gli occhi e comprendere che non c’è differenza fra un nero e un bianco. »
« E comunque… » aveva poi continuato, per concludere quella parentesi « … credi davvero che sia la prima volta che qualcuno mi giudica per il colore della mia pelle?! »

Sì. A Maddie, Leonardo piaceva! E, probabilmente, sarebbe piaciuto anche a Midda, la quale non avrebbe potuto ovviare ad ammirare lo straordinario autocontrollo proprio di quel ragazzo, invidiandolo addirittura laddove, alla sua stessa età, ella non avrebbe potuto vantare una tale fredda indifferenza nel confronto di eventuali insulti a lei diretti.
E se la simpatia della donna per il giovane non aveva mancato di risultare evidente, anche Leo non aveva potuto ovviare ad apprezzare immediatamente quella signora, contraddistinta da un approccio sempre estremamente schietto nei riguardi del mondo a sé circostante, e che, al di là del proprio aspetto quasi fragile, nella propria esile corporatura, sembrava essere animata da uno spirito tanto forte da poter affrontare qualunque genere di sfida. E guai a offrirsi di aiutarla, pensando che, nelle sue condizioni, non sarebbe stata in grado di compiere agevolmente determinate mansioni, così come, senza malevolenza, egli aveva commesso l’errore di fare il primo giorno in cui ella aveva iniziato a lavorare lì: ella si sarebbe dimostrata addirittura furibonda, nel ritrovarsi a essere trattata da invalida.

« Se lo dici tu, non posso che crederti. » replicò egli, dimostrando, invero, di non aver possibilità di credere effettivamente alle parole della propria interlocutrice, e al fatto che il suo comportamento, quel giorno, fosse solo in conseguenza di un po’ di stanchezza accumulata, ma anche, e al contempo, offrendo riprova di non voler apparire eccessivamente ficcanaso nei suoi riguardi, laddove ella non fosse stata desiderosa di esprimersi autonomamente in tal direzione « Cerca solo di non addormentarti da qualche parte… o, quantomeno, di non farti scoprire addormentata da qualche parte da Roberto. »
« Farò il possibile! » ridacchiò ella, per tutta risposta, divertita all’idea di quanto paonazzo avrebbe potuto diventare il loro capo se soltanto l’avesse effettivamente sorpresa a dormire in un angolo, anziché essere impegnata nel proprio lavoro.

Al di là dell’invito rivoltole da Leo, comunque, per Maddie non vi sarebbe stata possibilità di rischio in tal senso, giacché, benché sicuramente avrebbe potuto accusare una certa stanchezza, quanto avrebbe avuto lì a dominarla, in quel momento, non sarebbe dovuta essere riconosciuta la necessità di dormire, quanto e piuttosto la necessità di capire cosa stesse accadendo, cosa le stesse accadendo. E la necessità, forse, di riuscire a fare realmente piazza pulita dei ricordi di Midda, laddove, proseguendo in quella direzione, soltanto la follia avrebbe potuto attenderla e, con essa, un fato per nulla piacevole… non soltanto per se stessa, ma ancor più per la propria famiglia, per suo padre e sua sorella, a cui mai avrebbe voluto imporre un tale torto, non dopo che, per così tanti anni, non avevano mai smesso di attendere il suo risveglio.

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