E là dove la proposta di Rín si vide, in tal maniera, approvata da parte tanto di Maddie, quanto di Midda, alcun ulteriore dubbio avrebbe più potuto contraddistinguere alcuno dei presenti, nella certezza di quanto, allora, simile scelta, pur ancor non compresa nelle proprie ragioni, avesse a doversi considerare la migliore soluzione a loro riservata in quel frangente.
« Se ne siete convinte... » sospirò Howe, stringendosi appena fra le spalle e non negandosi più l’occasione di precipitare pesantemente la propria spada contro la prima testa a lui prossima, decapitando per la terza volta quel mostro « Però, quando tutto questo sarà finito, mi farebbe piacere ricevere delle scuse, nel considerare quanto mi avete rimproverato pocanzi per aver fatto esattamente ciò che ora considerate indispensabile a farsi! » non si negò l’occasione di puntualizzare, inarcando appena il sopracciglio destro.
Fu così che tutti loro si iniziarono a riservare non più movimenti difensivi, evasivi, per mantenere impegnata la propria antagonista pur senza imporle danno, nella futilità o, peggio, nella pericolosità di una simile scelta; quanto e piuttosto azioni offensive, colpi decisi e ben mirati, all’unico scopo di avere a far volare quante più teste possibili nel minor tempo loro concesso.
Anche Duva e Midda, sino a quel momento aggrappate a quella testa, ebbero allora a liberarsi della medesima, in un movimento deciso della prima che ebbe a precipitare la propria lama su quello stesso collo a meno di due spanne dalla congiunzione con il medesimo capo, per poi approfittare dell’improvvisa perdita di tensione di quel collo mozzato per rotolare a terra, a disimpegnarsi definitivamente da esso. Un disimpegno che non venne imitato dalla Figlia di Marr’Mahew, la quale, ancora aggrappata a quel medesimo collo, ebbe ad attendere il momento in cui, dal punto stesso dell’amputazione due teste iniziarono a ricrescere, soltanto per avere, così, a riservarsi occasione per amputarle immediatamente entrambe, probabilmente in tal direzione sospinta dalla volontà di non rendere vano tutte le energie spese sino a quel momento per mantenersi abbarbicata su simile posizione.
E se al posto di una testa ne ebbero a sorgere due, e al posto di due ne ebbero a scaturire quattro, in meno tempo rispetto a quanto non sarebbe stato abitualmente apprezzabile pensare le teste iniziarono a essere in numero tale da non riuscire più a essere conteggiate, proponendosi più simili all’idea della leggendaria capigliatura di una gorgone allorché a quella di un’idra nell’apparire qual un intreccio caotico di lunghi colli sguiscianti...
« ... ne siete ancora convinte, vero...?! » cercò conferma, a un certo punto, lo shar’tiagho, in dubbio sull’efficacia di un simile impegno da parte loro, là dove, testa dopo testa, la situazione stava diventando sempre più pericolosa, in una disparità tale di forze tali per cui, presto o tardi, un qualunque affondo a loro discapito avrebbe avuto occasione di giungere a segno, con le letali conseguenze che ciò avrebbe significato.
« Continuiamo a tagliare! » insistette allora l’Ucciditrice di Dei, a dimostrarsi ancora ferma su quel proposito, nel seguire quell’indirizzo, per così come indicato dalla versione giovanile della propria gemella.
E continuarono a tagliare. Vedendo il numero di teste crescere a dismisura. Certamente venti, probabilmente trenta, forse e persino quaranta... o ancor più: impossibile a definirsi con certezza.
E Nóirín, a margine di tutto ciò, pur prestando massima attenzione a quel delirio di teste in vorticoso movimento contro di loro, in una situazione oltretutto sempre più complessa da gestire non soltanto in conseguenza alle stesse, ma anche a quelle allor mozzate sparse in giro, e atte a creare sempre più ostacoli alle loro azioni; non volle mancare di rivolgere sempre più frequenti sguardi di controllo in direzione delle altre estremità di quel mostro, e di quelle semplici quattro zampe sulle quali stava reggendo un peso sempre maggiore...
« Preparatevi a scappare! » avvertì, al momento opportuno, Rín, giudicando ormai la situazione prossima al proprio sperato epilogo « Ancora un paio di teste e ci dovremmo essere... »
« Ora ho capito! » esclamò Midda, sgranando gli occhi, nell’essere effettivamente arrivata a comprendere quel piano, seppur in maniera tardiva.
« Cosa significa che lo hai capito ora...? » protestò il biondo Be’Wahr, anticipando di poco un eguale intervento del proprio fratello d’arme e di vita « E fino adesso perché stavamo tagliando teste...?! »
« Perché lo ha detto Rín, no?! » replicò Maddie, scuotendo appena il capo e minimizzando l’importanza di un’eventuale intendimento pregresso sulla questione, intendimento che, effettivamente, anche a lei era mancato e, ancora, stava mancando.
Fu allora che, tuttavia, M’Eu da un lato, Lys’sh da un altro, e Midda dall’ultimo, ebbero a far saltare altre tre teste. Tre teste che ebbero a doppiarsi, quindi, in sei... raggiungendo, in ciò, quella che era stata ipotizzata come massa critica.
« Via! » gridò quindi Nóirín, a beneficio di tutti i propri compagni « Togliamoci di qui, presto! » insistette, non esitando neppure per un istante prima di iniziare a correre quanto più possibile da quella massa mole mostruosa di teste, la nera ombra delle quali, sul suolo, avrebbe avuto ormai a doversi intendere così vasta da poter probabilmente oscurare un intero quartiere di Kriarya, se soltanto avesse avuto occasione di giungere in città.
E pur ancora privi di qualunque comprensione nel merito di quanto compiuto, e nel merito del perché della necessità, allora, di scappare di lì, se non per l’ovvia ragione di avere a riservarsi salva la vita in una sfida ormai divenuta improba; tutti si ritirarono, scappando chi a destra, chi a sinistra, disperdendosi in ogni direzione e ritrovandosi, sol per breve, a essere inseguiti, in ogni direzione, da quelle teste.
Ma prima che una sola di quelle teste potesse decidere di muovere un sol passo in una qualunque di quelle direzioni, le zampe del mostro, colossali, sì, e ciò non di meno non adeguate alla nuova e ancor più smisurata sproporzione delle teste sopra di esso, ebbero quindi a cedere... e a cedere sotto il peso di un corpo ormai divenuto letteralmente insostenibile.
E così, tutto ciò che l’idra poté riservarsi occasione di compiere, con tutte le proprie teste, sessanta o più ancora che ormai fossero, fu quello di gridare tutta la propria collera e tutta la propria frustrazione, nello scoprirsi, per assurdo, condannata dal proprio stesso potere a quello stallo imperituro, in una posizione dalla quale non avrebbe più avuto possibilità alcuna di muoversi per il resto dell’eternità. E in una posizione che, in effetti, avrebbe allor occupato per il resto dell’eternità, complice il fatto di essere una ritornata...
« Per Lohr... » gemette Howe, sinceramente sconvolto dalla soluzione così ideata da Rín, che indicare qual atipica sarebbe stata un eufemismo « ... lo sto vedendo con i miei occhi e ancora non riesco a crederci. »
« Bravissima, Rín! Eccezionale... veramente! » si complimentò allora Midda, riprendendo fiato nel confronto con quella che, in effetti, non era stata una prova semplice per alcuno di loro, in una battaglia decisamente impegnativa e dall’esito tutt’altro che scontato « Personalmente non avrei mai pensato di risolverla in questa maniera...! »
« Beh... tecnicamente non l’abbiamo risolta. » sorrise Nóirín, non senza un poco di imbarazzo innanzi a tanto importanti complimenti da una figura sì autorevole « Cioè... è comunque viva. O non morta. O qualunque cosa sia in quanto ritornata! »
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