Sebbene a Kriarya non aveva mai avuto, né avrebbe mai avuto, la necessità di una persona forte al comando, nell’essere in grado di gestirsi in maniera autonoma; nel momento in cui, dopo la pressoché totale eliminazione dei lord della città, Midda Bontor si era ritrovata, nella propria funzione di Campionessa della città e in grazia a una vera e propria acclamazione popolare, a essere eletta di fatto qual sovrana di quella capitale e della provincia a essa collegata, ella non aveva mancato di nominare un proprio reggente, nella consapevolezza di quanto il proprio stile di vita le avrebbe comunque potuto richiedere, all’occorrenza, dei periodi di tempo, più o meno lunghi, di lontananza dalla città stessa. Un reggente che, nella fattispecie, avrebbe avuto a doversi riconoscere qual il solo lord superstite, Brote, l’uomo che, era certa, avrebbe saputo rendere propri gli interessi della città più di chiunque altro... forse e persino più di lei.
In funzione di ciò, quindi, venuta meno la donna guerriero in una situazione di chiaro sconvolgimento emotivo per tutti gli abitanti della città, venutisi a ritrovare improvvisamente a confronto con quel potenzialmente catastrofico scenario l’esito del quale avrebbe potuto condurre, senza troppa fatica, alla loro più completa estinzione, lord Brote non aveva potuto ovviare ad assumere con pieno diritto quel ruolo, prodigandosi per permettere che in breve tempo la città potesse ritornare alla propria consueta quotidianità con la piena consapevolezza di quanto, ancora una volta, Midda Bontor, Figlia di Marr’Mahew, Ucciditrice di Dei e, soprattutto, loro Campionessa, si era prodigata al fine di ovviare a quella crisi, arrivando, persino, a mettere in dubbio il proprio stesso domani.
Nel giro di poche ore, quindi, la quiete era tornata a imporsi all’interno delle mura dodecagonali della capitale, benché, con una certa prudenza, lord Brote aveva preferito mantenere le porte della città ancor serrate almeno sino all’alba successiva, comandando dei rigorosi turni di guardia lungo tutto il perimetro stesso, a non permettere che una nuova, possibile, minaccia potesse avere ancora a coglierli così di sorpresa come era appena avvenuto.
Nel mentre in cui a Brote e alla sua indubbia esperienza, si ritrovava a essere affidato l’ingrato compito di avere a gestire l’intera città, il resto del clan si era ritrovato ad attendere, pazientemente, il ritorno di Nóirín alla locanda.
Ritorno che, proprio malgrado, era avvenuto soltanto dopo non meno di due ore dalla scomparsa dei titani...
« Si può sapere dove accidenti eri finita...?! » protestò quindi Maddie nel momento in cui vide la propria gemella fare capolino sulla soglia de “Alla signora della vita” « Stavo davvero iniziando a preoccuparmi...! »
« Hai ragione... ma non è colpa mia se in questo mondo non hanno ancora inventato il telefono. » riconobbe l’altra, pur cercando in tal maniera di giustificarsi per le proprie mancanze « Ero a fare un giro presso il mercato dalla parte opposta della città quando quei giganti sono comparsi... e non è stato semplice riuscire a ritornare indietro neppure dopo la loro scomparsa. »
« In effetti quella del telefono non è una cattiva idea... » commentò Duva verso Lys’sh, a margine di quello scambio di frasi fra le due gemelle « Oltretutto, se non ricordo male, Korl e Lora avevano iniziato a valutare uno studio di fattibilità ancora ai tempi di Nuova Korrynia. » osservò, tuttavia incerta su quest’ultimo dettaglio là dove, in fondo, quei due thermoresi avevano metaforicamente posto così tanta carne sul fuoco da non poter essere sicuri di quel particolare.
« No... non è una cattiva idea. » le confermò l’ofidiana in un lieve sussurro, salvo puntualizzare « Ragione per la quale Midda l’ha già messo in preventivo, come nuovo sviluppo infrastrutturale dopo la realizzazione dell’impianto fognario e dell’acquedotto. » soggiunse ammiccando verso di lei « Ne parlavamo giustappunto una sera della scorsa settimana... »
« E io dove ero...?! » si domandò stranita la prima, aggrottando appena la fronte.
« Credo che la domanda corretta sia “con chi eri”... » ridacchiò appena la donna rettile, scuotendo poi il capo « Ma non ti sforzare a cercare una risposta: lo sappiamo entrambi che non ricordi mai i nomi dei tuoi compagni di... allenamento. » sottolineò, con una necessaria nota di malizia nella voce.
« Disse colei che, al contrario, tanto si premura al fine di mantenere ben segreto il suo.... di compagno di allenamento. » replicò Duva, inarcando il sopracciglio destro a quella frecciatina da parte della sorellina.
Nel contempo in cui Duva e Lys’sh si riservarono l’occasione di quel botta e risposta, comunque, Maddie si premurò di aggiornare rapidamente la propria gemella nel merito di quanto accaduto. Un aggiornamento rapido, il suo, non soltanto in conseguenza all’urgenza intrinseca in quella situazione ma, anche e soprattutto, in virtù della scarsità di informazioni fondamentalmente in proprio possesso nel merito di quella situazione.
In ciò, quindi, quando Duva e Lys’sh tornarono a prestare attenzione al dialogo “principale”, Maddie aveva appena finito di esporre la situazione, indicando alla sorella la necessità di raggiungere il prima possibile Midda, ovunque fosse stata portata...
« D’accordo. » annuì Nóirín, senza sollevare opposizioni a quel piano « Immagino verrete pressoché tutti... » domandò, nel guardarsi attorno e nel ritrovare già pronto all’azione l’intero gruppo già coinvolto in quella stessa mattina contro l’idra.
« No. » obiettò allora Duva, prendendo voce in capitolo a escludere quella possibilità « Maddie è meglio che abbia a restare qui. » precisò, a meglio definire il senso della propria negazione.
« ... perché?! » protestò allora la diretta interessata, sgranando gli occhi con un certo scandalo a confronto con quel diniego così imposto e imposto a suo discapito « Non vorrete iniziare a considerarmi proprio oggi qual una sorta di “Midda dei poveri”, spero bene...! »
« Non dire stupidaggini. » scosse il capo la Furia Nera, incrociando le braccia sotto ai seni e aggrottando appena la fronte a domandarle silenziosamente se davvero avrebbe potuto credere che ella l’avrebbe mai potuta discriminare in quella maniera « E’ necessario che tu resti qui perché non abbiamo idea della situazione in cui potremo avere a ritrovare Midda... ed è necessario che tua sorella possa avere un ancoraggio a cui fare riferimento nel momento in cui dovessimo essere costretti a ripiegare in fretta. »
« Ehm… » esitò allora la stessa Nóirín, sollevando appena una mano a indicare la volontà di prendere parola « Vi ricordate, vero, che non è che possa proprio saltellare allegramente da un lato all’altro del multiverso...?! Se state pensando a una “toccata e fuga”, mi dispiace ma non credo di potervi accontentare: ho i miei limiti... »
E, in effetti, era vero e tutti lo sapevano bene. Perché per quanto straordinaria fosse la capacità di Rín di accedere fisicamente al tempo del sogno e, da lì, a qualunque altra dimensione del multiverso, tale capacità necessitava da lei una quantità smisurata di energia fisica e mentale, tale per cui, dopo un viaggio, ella non avrebbe potuto evitare in alcun modo di riservarsi del tempo utile a riprendersi. Tempo, generalmente, calcolabile addirittura in giorni... non in ore né, tantomeno, in minuti o in secondi.
« Non è quello che desideravo intendere, non ti preoccupare. » precisò Duva, con un quieto sorriso di rassicurazione a tal riguardo « Tuttavia, e per quello che ci è dato di sapere, Midda potrebbe non essere in condizioni utili per aiutarti a ritrovare la via di casa... ragione per la quale, nell’eventualità in cui, per fuggire, fossimo costretti, con tutti i dovuti tempi del caso, a fare nuovamente ricorso ai tuoi poteri, soltanto la presenza di Maddie qui in città potrà evitare di smarrirci per sempre nel multiverso. » concluse, tentando di argomentare in tal maniera quella che, da parte propria, avrebbe avuto a dover essere intesa soltanto qual una scelta di natura squisitamente pragmatica e nulla di più.
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