11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

martedì 20 aprile 2021

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Per qualche istante la Campionessa di Kriarya restò in silenzio nel confronto con il testo di quella missiva, leggendolo e rileggendolo almeno un paio di volte per essere certa di non star fraintendendo nulla di quanto lì riportato. E, accanto a lei, Duva, non poté che attendere in eguale silenzio che ella avesse a terminare e a voler condividere con lei quanto lì scritto, giacché, se pur, da quando era arrivata in quel mondo, si era subito impegnata, al pari di Lys’sh, a maturare confidenza con la lingua parlata, diverso discorso avrebbe avuto a dover essere inteso per quella scritta, e per quella lingua basata, fra l’altro, su un alfabeto sillabico assolutamente alieno a qualunque propria passata concezione di scrittura.
Non che non fosse in grado di orientarsi quanto sufficiente a sopravvivere, tipo nel leggere i prezzi al mercato o nel confrontarsi con insegne d’ogni sorta: ma da ciò a poter pensare di affrontare un’intera lettera, o un qualunque altro complesso testo articolato... beh... ancora avrebbe avuto a doversi intendere non adeguatamente preparata.

« Figli d’un cane rognoso... » sbottò al termine della lettura Midda, scuotendo appena il capo con aria a metà fra lo sconforto e il disgusto « ... lo stanno facendo di nuovo. »
« Chi...? Che cosa...?! » domandò Duva, trattenendosi a stento dal gridare nella curiosità che, necessariamente, tutto ciò non avrebbe potuto ispirarle « Che c’è scritto nella lettera...?! »
« Tieni. » gliela consegnò l’altra, ponendola fra le sue mani con aria a dir poco disgustata.
« Ehm... » esitò quindi la prima, inarcando il sopracciglio destro con aria a metà fra il perplesso e l’imbarazzato, non avendo piacere ad ammettere la propria analfabetica ignoranza e, ciò non di meno, sostanzialmente costretta a farlo in conseguenza della superficialità della propria amica sororale « ... ti ricordi, vero, che non ho ancora imparato a leggere e a scrivere con il vostro alfabeto...?! »

Sebbene tutto ciò avrebbe potuto avere a considerarsi conseguenza dell’irritazione del momento, e dell’irritazione conseguente al contenuto di quella pergamena, gli eventi che, di lì a breve, sarebbero seguiti avrebbero dimostrato a Duva quanto, in effetti, l’apparente dimenticanza della propria interlocutrice non avrebbe avuto a doversi fraintendere casuale.
Ciò non di meno, almeno per il momento, ella non avrebbe avuto ancora motivo utile a rilevare malizia alcuna dietro a tutto ciò, in termini tali per cui, per l’appunto, la superficialità dall’altra dimostrata con il proprio gesto avrebbe potuto essere quietamente giustificata in conseguenza all’emotività del momento... benché, in effetti, sospetto avrebbe avuto a doversi intendere tutto ciò, nel ben ricordare come difficilmente Midda fosse solita concedersi di agire con emotiva superficialità in momenti di forte crisi qual, indubbiamente, quello era.

« Sono ancora quegli invasati fanatici che si autodefiniscono Progenie della Fenice. » spiegò allora la Figlia di Marr’Mahew, storcendo le labbra verso il basso.
« ... mmm... » esitò l’altra, ricordando di aver già ascoltato qualche racconto a loro riguardo e, ciò non di meno, non rammentando esattamente in merito a quali eventi « ... chi sono? » domandò, salvo poi avere l’impressione di iniziare a rammentare qualcosa « C’entra forse quella tua disavventura all’interno del tempio della fenice in compagnia di quel gruppetto di altre Midda provenienti da varie realtà del multiverso...?! »
« Sì. » confermò la donna guerriero dagli occhi color del ghiaccio e dai capelli color del fuoco « Loro. » ribadì, annuendo « Ossia gli stessi che, qualche tempo dopo, presero già una volta d’assedio Kriarya per mezzo dei mahkra. »

Per quanto fondamentalmente fossero, per l’appunto, un gruppo di fanatici religiosi, e un gruppo votato a prevenire il ritorno in vita della regina Anmel Mal Toise o, per meglio dire, dell’Oscura Mietitrice, in contrapposizione alla Portatrice di Luce, la fenice, che si illudevano di star servendo; i membri della Progenie della Fenice avevano già avuto modo di dimostrare, nel corso del tempo, risorse di straordinaria entità.
Risorse quali quelle utili a evocare non soltanto e per l’appunto i mahkra che avevano posto d’assedio la città del peccato diversi anni prima, quand’ella si era vista assegnare, per la prima volta, la carica di Campionessa, ma anche, e prima ancora di ciò, degli angeli, a mantenersi sempre su un livello di sfida elevatissimo, con antagonisti fondamentalmente impossibili da sconfiggere e che, a tutti gli effetti, ella non aveva mai realmente sconfitto. Antagonisti all’annovero dei quali, quindi, ora avrebbero avuto a doversi aggiungere anche dei titani...

« Aspetta... » commentò Duva, vedendo riemergere dalla propria memoria un altro importante dettaglio « Il loro scopo non era quello di prevenire il ritorno di Anmel...?! »
« Già... » sospirò la Figlia di Marr’Mahew, non potendo ovviare a ritenere quantomeno paradossale, per non dire ridicolo, quanto coloro i quali avrebbero avuto di buon grado a essere annoverati fra i suoi peggiori avversari avessero avuto per lungo tempo a vantare uno scopo praticamente identico al suo, in termini tali per cui, non fossero stati così presi dal proprio assurdo fanatismo avrebbero potuto anche rivelarsi qual preziosi alleati a tempo debito.
« Credi che sappiano cosa è successo...? » domandò quindi l’altra, con chiaro riferimento al fatto che ora fosse proprio lei a doversi riconoscere qual l’erede della regina Anmel Mal Toise.
« In effetti credo proprio lo avessero addirittura previsto sin dal principio. » ipotizzò Midda, rianalizzando i loro incontri precedenti alla luce degli eventi poi occorsi « Per questa ragione hanno tentato di uccidermi in più di un’occasione: desideravano ovviare a quanto poi è accaduto, a quanto ora sono diventata. »
« Gente simpatica, insomma... » sospirò la Furia Nera, aggrottando la fronte.
« Gente spietata, che non si farà scrupolo a comandare l’estinzione di questa intera città pur di giungere a me. » la corresse, a denti stretti.
« Kriarya ha resistito contro i mahkra... e anche quelli, a ben vedere, erano delle specie di dei, no?! » intervenne allor Duva, sembrando quasi voler minimizzare la follia della situazione corrente « Ce la caveremo sicuramente anche contro questi... titani. » la rassicurò, per quanto potesse apparir strana l’idea di dover rassicurare una donna conosciuta con l’appellativo di Ucciditrice di Dei.
« Sarà così. » confermò quindi la stessa, accennando un affettuoso sorriso in direzione della sorella d’arme e di vita « Io resto qui, a controllare la situazione... » sancì poi, a non concedersi ulteriori occasioni utili a tergiversare « Tu, nel frattempo, potresti andare a cercare Lys’sh e tutti gli altri, per informali contro chi dobbiamo lottare? » la invitò quindi, affidandole tale ingrato compito.
« D’accordo. » si offrì volenterosa l’altra, annuendo a quella richiesta « Raduno tutta la banda e torno il prima possibile... » promise, avviandosi quindi verso la discesa dalle mura.
« A dopo. » la salutò Midda, levando appena la propria destra in segno di saluto verso di lei.

Forse, se in quel momento si fosse concessa un po’ meno fiducia nei riguardi della propria amica, Duva Nebiria si sarebbe allor resa conto di quanto, nello sguardo della stessa, non fosse presente quella luce vivace e combattiva che abitualmente la contraddistingueva a confronto con l’idea di una battaglia, quanto, e piuttosto, quell’aria di malinconica rassegnazione che già, negli ultimi tempi, l’aveva vista protagonista a confronto con situazioni spiacevolmente avverse per le quali non aveva poi mancato di finire a considerarsi unica responsabile. E una responsabile che, nell’idea di dover fare ammenda, si sarebbe gettata da sola fra le braccia del nemico ove ciò fosse stato allor utile a ovviare spiacevoli rischi a discapito di coloro a cui ella si considerava legata, di coloro che ella amava.

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