« Oh sì, certo che lo intendo! » confermò Maddie, non ravvisando evidenza della benché minima offesa per quanto così dichiarato e, anzi, concordando pienamente con tutto ciò « Pensi forse che la prima volta che ho avuto occasione di incontrare Midda Bontor… la mia maestra d’arme, intendo… non abbia avuto fortissimi dubbi nel merito di quanto da lei dichiarato sulla nostra comune identità…?! Cioè… l’unica ragione per la quale, alla fine, mi sono ritrovata costretta a crederle è stato solamente perché un dannato mostro frutto della contaminazione del morbo cnidariano ha tentato di divorarmi all’interno del mio stesso appartamento. » ammise, stringendosi appena fra le spalle, a conferma di quanto anche dal suo punto di vista fra le e Midda, e, fondamentalmente, qualunque Midda avesse avuto occasione di incontrare sino a quel momento nel multiverso, avesse a doversi intendere obiettivamente abissale « Purtroppo è indubbio come l’ambiente a noi circostante influenzi necessariamente la formazione del nostro stesso io… ragione per la quale, come appare evidente, fra Midda e me la differenza sia palese, ben al di là di eventuali cicatrici o mutilazioni per lei proprie. »
« Ciò significa che in un altro universo potrebbe esistere un Be’Wahr più intelligente del mio…?! » ironizzò Howe, non mancando di impegnarsi in una frecciatina gratuita, e obiettivamente ingiustificata, a discapito del proprio fratello d’arme e di vita, il quale allora non avrebbe potuto replicare ma che, certamente, non avrebbe mancato di essere quindi difeso dalla sua donna, la quale, certamente, non avrebbe lasciato ricadere la questione nel nulla.
« Tutto è possibile. Come è possibile che abbia a esistere un Howe meno irriconoscente per la smisurata fortuna a lui concessa dalla sorte nell’avere un fratello come Be’W… » replicò, infatti e puntualmente, Maddie, offrendo buon viso a cattivo giuoco, benché, obiettivamente, anch’ella non avrebbe potuto negare quanto, talvolta, il proprio bel biondo avesse a smarrirsi in un proverbiale bicchier d’acqua, pur poi, magari, andando a compensare quell’apparente ingenuità con delle osservazioni dotate di un’inconsapevole, straordinaria arguzia.
« Ma io sono riconoscente agli dei per Be’Wahr. » escluse categoricamente l’altro, scuotendo appena il capo « Senza di lui, chi mai potrei divertirmi a prendere in giro…?! » sorrise sornione, levando poi una mano in segno di saluto verso l’inconsapevole soggetto di quel discorso, il quale, in groppa al proprio cavallo a qualche decina di piedi di distanza dal carro, non mancò di ricambiare quel cenno con assoluta serenità.
« Non dargli corda… » suggerì H’Anel verso Maddie, a titolo di promemoria nei confronti della regola fondamentale per avere a confrontarsi con Howe, soprattutto in riferimento a Be’Wahr « Comunque sia, non sono del tutto certa di poter concordare con il discorso dell’influenza dell’ambiente nella formazione degli individui. » rifletté, cercando di ritornare al tema principale « Dopotutto M’Eu e io siamo cresciuti isolati dal mondo, in una comunità pacifica… eppure abbiamo finito con il ritrovarci a vivere questa vita. »
« E non dimenticate che anche Midda è cresciuta in un contesto simile… » intervenne Howe, a margine dell’obiezione sollevata dalla figlia di Ebano « Non è che si possa considerare propriamente una “figlia della guerra”, né, tantomeno, può vantare un’infanzia dilaniata da particolari traumi… anzi. E’ nata e cresciuta un una vera e propria “isola felice”… e nonostante questo… beh… la conosciamo! »
« Sì, certo. » sorrise Maddie, nulla negando di quanto da loro osservato « Ma, in effetti, quello credo sia il nostro carattere comune, e innato, atto a sospingerci a cercare il modo migliore per rovinarci la vita. » ridacchiò Maddie, accettando tutte quelle argomentazioni e, anzi, estendendole in ciò anche a se stessa, al pari della propria corrispettiva locale « Sia chiaro: non è che io e Rín abbiamo avuto una brutta vita. Non tale da giustificare il fatto che entrambe abbiamo iniziato a peregrinare in giro per il multiverso, rinunciando potenzialmente a fare ritorno al nostro mondo natale e a tutto ciò che abbiamo sempre considerato normalità… » puntualizzò, a scanso di equivoci « La verità è che, credo, a “noi” Midda o Maddie che siamo, o che possiamo essere, piace questo genere di vita: piace l’avventura, piace il rischio, piace la sfida… e, soprattutto, piace riuscire a primeggiare innanzi a uomini, a mostri e a dei. »
« E a Rín…? Anche a lei e a Nissa piace tutto ciò…?! » domandò H’Anel, con fare curioso a confronto con quell’analisi introspettiva così proposta dall’amica, e quell’analisi introspettiva facente proprio, addirittura, un confronto parallelo fra più dimensioni « Come giustamente hai detto, anche tua sorella non è che abbia vissuto una brutta vita. »
« Posso dire a mia…?! » intervenne allora Howe, pronto a esprimere il proprio giudizio a tal riguardo e, come già H’Anel pocanzi, non attendendo alcuna conferma per avere a offrire voce al proprio pensiero « Per come la vedo io, quanto spinge Nissa o Rín a fare ciò che fanno è soltanto l’affetto per la propria gemella. Affetto che in taluni casi evolve in maniera terribilmente morbosa e violenta, come è accaduto fra Nissa e Midda, ma che, in altri, riesce comunque a trovare il proprio equilibrio. » analizzò lo shar’tiagho, in parole ben difficili da non essere condivise « Almeno per il momento, dopotutto, Rín non ha ancora cercato di uccidere te o le persone a te circostanti… e non che non ne abbia avuto opportunità, nel considerare anche il suo controllo d’accesso al tempo del sogno. »
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