« Quindi, per voi, c’è una sorta di predestinazione multidimensionale tale per cui, a prescindere dal contesto circostante, prima o poi tutti avremo necessariamente a ripercorrere i medesimi passi...?! » domandò Maddie, priva di qualsivoglia intento polemico a loro riguardo, ma sol animata dalla volontà di comprendere la loro posizione sull’argomento e su un argomento nel merito del quale ella, dal proprio punto di vista, non si era mai particolarmente impegnata a spendere tempo in riflessioni di sorta.
« Non direi questo. » obiettò H’Anel « Parlerei piuttosto di una sorta di ostinazione multidimensionale... tale per cui, non appena il contesto lo permette, si ritorna a percorrere quelle vie che più sono in linea con la nostra vera natura. A prescindere da quanto questa possa essere stata favorita o sfavorita dagli eventi della nostra vita. » argomentò, in una deriva a dir poco filosofica nel merito di un discorso iniziato come semplice riempitivo a margine di un viaggio troppo lungo e decisamente noioso.
« Quello della predestinazione è un tema inviso a Midda, sai...?! » osservò Howe, ricollegandosi all’interrogativo così loro rivolto « Se c’è un modo utile per farla arrabbiare è proprio suggerire che la sorte di ognuno di noi abbia a essere già definita ancora prima della nostra nascita, e che nulla di quanto noi possiamo sforzarci di compiere possa permetterci di alienarci da essa. » sottolineò, stringendosi appena fra le spalle, a evidenziare quanto, dal proprio personalissimo punto di vista, non avesse problemi di sorta né all’idea della predestinazione né, tantomeno, all’idea dell’assenza di predestinazione « In effetti, credo che la maggior parte delle volte in cui si mette nei guai contro qualche creatura semidivina o immortale, lo faccia anche e proprio per questa ragione: dimostrare di essere la sola padrona del proprio destino. »
« E se il suo destino fosse proprio quello di avere a impegnarsi al fine di dimostrare di essere la sola padrona del proprio destino...? » domandò provocatoriamente Maddie, aggrottando la fronte a confronto con simile rivelazione nel merito della propria corrispettiva autoctona a quel piano dimensionale « Sarebbe un bel paradosso... non trovate?! »
« E tutto questo come si collocherebbe nel confronto con le infinite probabilità proprie del multiverso...?! » domandò H’Anel, divertita da quella sempre più assurda deriva « Se tutte le Midda, o Maddie, del multiverso fossero predestinate a questa vita, a prescindere da tutto e da tutti, come potrebbero mai avere a diramarsi infiniti universi paralleli...? »
« Beh... diramarsi potrebbero pure diramarsi. Salvo poi avere a ricongiungersi tutti nello stesso punto. » osservò l’altra, seguendo il filo del discorso per così come loro proposto « Stiamo dicendo, in fondo, che non è importante il punto di partenza, tanto quello di arrivo. »
« E qui, ammetto, che mi sto iniziando a perdere nei vostri deliri... » sospirò Howe, non sforzandosi ulteriormente di avere a seguire quelle elucubrazioni, decisamente troppo complicate per lui « Tuttavia, il punto di arrivo di tutte le Midda e le Maddie del multiverso quale dovrebbe mai essere...? La sfida con Anmel Mal Toise? Oppure quella con Nissa...? » cercò comunque di sforzarsi di restare in tema, pur rinunciando ad affrontare quell’argomento sotto un profilo teorico e, in ciò, preferendo farlo proprio in termini decisamente più pratici ed esemplificativi « O, magari, finire per sposarsi con Desmair...?! » soggiunse, ridacchiando all’idea.
« Thyres... spero francamente di no! » escluse tuttavia Maddie, sgranando gli occhi e scuotendo vigorosamente il capo a tutte quelle alternative e, in particolare, all’ultima così ipotizzata « Anche se, in effetti, fra i vari mondi in cui sono passata prima di giungere qui, ho visitato una realtà che sembrava uscita da un poliziesco americano e nella quale Desmair, in un’inedita versione umana, era comunque l’ex-marito di Midda... »
« Al solito ho compreso ben poco di quello che hai appena detto... ma, ti prego, alla prossima occasione cerca di trovare modo di raccontare a Midda di questo mondo che hai visitato, che sono proprio curiosa di vedere la sua reazione all’idea di altre se stesse comunque sposate a Desmair. » la invitò quindi H’Anel, non potendo capire a cosa ella si potesse star riferendo con parole come “poliziesco americano” e, ciò non di meno, non essendosi lasciata sfuggire l’immagine di una Midda sposata a un Desmair umano.
« Una delle scelte peggiori della sua vita... » commento Howe, storcendo le labbra verso il basso « Come possa esserle venuto in mente di sposarsi con quel dannato semidio ancora non lo comprendo... »
« Beh... non è che avesse molte alternative. » osservò la figlia di Ebano, in difesa della donna guerriero finita a essere, inconsapevolmente, al centro di quelle loro chiacchiere « O così, o Desmair avrebbe sposato Nass’Hya e, probabilmente, avrebbe finito per uccidere tanto lei quanto Midda e Fath’Ma... »
« Meglio, quindi, incastrarsi a vita con un semidio immortale...? » domandò l’altro, ancora ben poco convinto dell’assennatezza di quella scelta.
« Beh... qualche vantaggio, comunque, gliel’ha portato. » suggerì Maddie, domandandosi intimamente lei cosa avrebbe mai fatto nel caso si fosse ritrovata a vivere in prima persona quelle stesse vicende e a dover prendere una qualche decisione a tal riguardo « Io non credo che la sua decisione sia stata sbagliata. Probabilmente presa in maniera un po’ inconsapevole di quanto l’avrebbe attesa... ma non, per questo, necessariamente sbagliata. »
Riflettere sulle scelte alternative che Midda avrebbe mai potuto compiere nel corso della propria esistenza, in fondo, avrebbe avuto a corrispondere a riflettere nel merito del multiverso stesso, là dove, comunque, nella vasta varietà dello stesso, sicuramente avrebbe avuto a esistere almeno una dimensione, o forse più di una, nella quale Midda, quel giorno, non ebbe a scegliere di sposare Desmair, comportandosi in maniera diversa e dando, conseguentemente, origine a un diverso sviluppo della Storia nel proprio complesso. Anche perché, per così come giustamente avevano avuto occasione di riflettere insieme a Sha’Maech, quel loro presente, quella loro attualità, avrebbe avuto a doversi comunque intendere qual la somma di uno smisurato numero di fattori la cui riproposizione, nel medesimo ordine o in ordini comunque equivalenti, non avrebbe avuto necessariamente a ricondurre a quello stesso risultato, in termini tali per cui, quindi, pur non arrivando in ciò a poter parlare di predestinazione, certamente quel loro presente avrebbe avuto a dover essere considerato come intrinsecamente dipendente da quel passato, e da quel passato che mai si sarebbe dovuto alterare al fine di non voler alterare, irrimediabilmente e, forse, imprevedibilmente, anche il loro presente.
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