11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte

News & Comunicazioni

E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

mercoledì 8 giugno 2022

3994

 

A dispetto della vita da lei abbracciata, e della vita degna della protagonista di un romanzo fantastico, Maddie non avrebbe avuto a potersi dichiarare una grande seguace del genere, né una frequentatrice di eventi a tema, come fiere o quant’altro.
In effetti, fra lei e Rín, la vera fanatica in tal senso avrebbe avuto a dover essere riconosciuta proprio quest’ultima, in termini tali da essere arrivata, in passato, addirittura a indossare diversi costumi, per interpretare personaggi tratti da fumetti, libri e serie televisive. In effetti, uno dei personaggi da lei più sovente interpretati, avrebbe avuto a riconoscersi quello di Barbara Gordon ai tempi di Oracolo, sfruttando, non senza una certa autoironia, la propria condizione di disabilità fisica per meglio rendere il personaggio, anch’esso, come ella all’epoca, bloccato su una sedia a rotelle. E per quanto non avrebbe potuto ovviare a imbarazzarsi nel rammentarlo, la stessa Maddie, in una di simili occasioni, si era ritrovata a essere a propria volta trascinata, seppur contro la propria volontà, in tale vortice di follia, ritrovandosi vestita da Dinah Lance, con tanto di parruccone biondo a coprire il proprio rosso naturale: non che il costume del personaggio in questione avesse effettivamente qualcosa di particolarmente imbarazzante, essendo ella riuscita a contrattare di ovviare all’ipotesi “calze a rete” che non avrebbe mai accettato di indossare nel bel mezzo di una fiera dedicata ai fumetti e ai videogiochi... ma, comunque, e all’epoca, ella avrebbe avuto a poter vantare una soglia di pudore decisamente superiore a quella attuale. Non che, ora, Maddie avesse a poter entrare in competizione con la propria versione autoctona locale, ben nota per essere sovente andata a combattere vere e proprie battaglie senza neppure l’ombra di un brandello di stoffa a coprirne anche e soltanto le parti intime: ciò non di meno, complice i numerosi viaggi sulle ali della fenice al termine di ognuno dei quali, proprio malgrado, si ritrovava a essere privata di tutti i propri abiti, anch’ella aveva dovuto riuscire a maturare un po’ di sano disinteresse per lo sguardo altrui su di sé, e, di conseguenza, per il proprio abbigliamento o per il proprio aspetto fisico.
Per quanto, quindi, ella non fosse esattamente l’esperta della famiglia, quel po’ di conoscenza che aveva acquisito anche e soltanto in maniera indiretta attraverso la propria gemella, non avrebbe potuto negarle l’occasione di maturare un certo livello di sospetto a confronto con l’idea di una spada emula di quella un tempo appartenuta alla Figlia di Marr’Mahew e, soprattutto, un certo livello di sospetto nel merito dell’effettiva qualità, della genuinità di tale prodotto. Anche ignorando il fatto che, allora, il mercante stesse cercando di spacciare quella spada come l’originale, quando chiaramente, o chiaramente almeno per loro, originale non avrebbe potuto essere, in termini tali da sollevare evidenti dubbi sulla sua onestà intellettuale; facile sarebbe stato comprendere quanto quella copia avrebbe avuto a potersi intendere già di potenziale interesse, per un acquirente, anche e soltanto in conseguenza al fatto di essere spacciata in quanto spada dell’Ucciditrice di Dei, allo stesso modo in cui, nel proprio mondo natale, in quel genere di fiere per appassionati, in molti non avrebbero esitato a spendere qualche centinaio di euro dietro a delle riproduzioni più o meno accurate di spade apparse in film, videogiochi o quant’altro. Ma così come quelle riproduzioni, per quanto all’occorrenza esteticamente perfette, altro non avrebbero avuto a doversi intendere se non un oggetto per collezionisti, o, tuttalpiù, una decorazione utile a completare un qualche costume a tema; probabilmente in egual misura avrebbe avuto a doversi intendere la spada allora loro proposta, e una spada il cui valore difficilmente avrebbe potuto ritrovarsi nella qualità della sua forgiatura.
Improbabile, quindi, avrebbe avuto a doversi considerare che quell’acciaio fosse effettivamente azzurro in quanto frutto delle segrete tecniche dei fabbri figli del mare, e non, piuttosto, dell’aggiunta di qualche minerale al solo scopo di ottenere quell’effetto, senza, tuttavia, badare alla sostanza delle cose.
E se pur ella, proprio malgrado, non avrebbe potuto allor prendere voce in capitolo per esprimere i propri dubbi a tal riguardo, fortunatamente tanto M’Eu, quanto Howe e Be’Wahr, non avrebbero avuto a doversi fraintendere sì ingenui da permettere a quell’imbonitore di avere la meglio su di loro, convincendoli a un acquisto tanto sprovveduto...

« Posso darle un’occhiata...?! » intervenne allora Howe, prendendo voce non verso il mercante, quanto e piuttosto verso M’Eu, fedele a sua volta al proprio ruolo di mercenario al servizio dello stesso e, in questo, rispettoso innanzitutto della sua volontà.
« Ma certo. » annuì M’Eu, avendo ben compreso ove volesse andare a parare l’amico e trattenendo a stento, in tal senso, una risatina divertita « Sempre che il nostro buon mercante non abbia a sollevare obiezioni a tal riguardo. »
« Prego, miei signori... » sorrise il mercante, offrendo con ambo le mani la spada all’attenzione dei propri clienti, certo di aver avuto a conquistare la loro attenzione « ... ma fate attenzione. E’ un pezzo pregiato! »

Fu allora che, per la prima volta dall’inizio di quel giro al mercato, Maddie ebbe a essere sinceramente contenta di essere celata al di sotto della pesante stoffa di un burqa, protetta in ciò da sguardi indiscreti, e da sguardi che avrebbero allor potuto ben cogliere il sorriso divertito della stessa a confronto con quelle ultime parole, e con quelle ultime parole terribilmente trasparenti dell’assoluta inconsistenza di quell’ipotetico affare. Perché se quella spada fosse stata effettivamente forgiata secondo la tecnica ipoteticamente utilizzata per plasmarla, il mercante non avrebbe avuto a dover invitare nessuno a fare attenzione nel maneggiarla, quasi si stesse allor parlando di una fragile porcellana, là dove, anche nel cadere a terra e nell’essere, all’occorrenza, travolta dalla carica di una mezza dozzina di cavalli e di un annesso e pesante carro al loro seguito, quella lama avrebbe avuto ancora ed egualmente a proporsi miracolosamente intatta... ragione per la quale, effettivamente, avrebbe potuto valere ogni singola oncia d’oro da lui domandata e, probabilmente, ancora di più. Ma ove, al contrario, quell’arma avrebbe avuto a dover essere lì trattata con tutti i riguardi del caso, inevitabile sarebbe stato comprendere quanto, allora, nessun affare avesse a potersi fraintendere in tutto ciò... no, per lo meno, avendo a ricercare un’arma vera e propria e non un semplice giocattolo da collezioni.

Nessun commento: