« Non ti preoccupare per quello... » minimizzò H’Anel, stringendosi appena fra le spalle « E anche possibile che prima della fine di questa avventura avremo a recuperare tranquillamente dieci volte tanto. Non dimenticarti quanto, generalmente, nei luoghi dove sono custodite antiche reliquie stregate, sono anche conservati tesori di varia natura. » sottolineò, a non offrire particolare peso alla questione.
Benché fondamentalmente tutti loro fossero mercenari oltre che avventurieri, la questione economica, già da diverso tempo, sembrava essere scivolata per lo più in secondo piano innanzi al giudizio della maggior parte di loro. Forse come riflesso di un cambio di direzione in tal senso anche da parte della medesima Midda Bontor, loro ispiratrice, quella che un tempo sarebbe stata considerata, obiettivamente, una spiacevole perdita, lì stava venendo ora banalizzata nel proprio valore, nelle proprie ragioni, quasi nulla avesse a trattarsi di una sciocchezza priva d’ogni valore.
Al di là di tale cambio di passo, tuttavia, quanto lì suggerito dalla figlia di Ebano non avrebbe avuto necessariamente a doversi fraintendere qual una sciocchezza. Non laddove, in fondo, la ricerca di tesori perduti avrebbe avuto a dover essere riconosciuta qual una delle soluzioni suggerite dalla stessa Midda Bontor, signora di Kriarya, per riuscire a risollevare il bilancio economico della città del peccato, senza in questo avere a esigere tassazioni di sorta o altre soluzioni assimilabili che, francamente, ella avrebbe detestato e che, in verità e comunque, non avrebbero poi avuto a concederle particolare occasione di respiro, là dove ben minimo sarebbe stato il contributo dei suoi concittadini, ove la questione fosse stata loro imposta non diversamente da quanto, in passato, non si era risparmiata occasione di compiere la famiglia reale di Kofreya. Dopotutto chi meglio di lei, predatrice di tombe per eccellenza, avrebbe potuto offrire rassicurazioni nel merito dei tesori ancor perduti nel loro mondo, vestigia perdute dell’era del mito, e di quell’era di grandi re, semidei ed eroi, nonché di incommensurabili ricchezze?!
Certo: le indicazioni loro fornite da Sha’Maech nel merito della possibile, attuale ubicazione dello specchio di Degimirl, non avevano necessariamente a sottintendere la promessa di un qualche tesoro di sorta, ragione per la quale, comunque, alla base delle parole di H’Anel avrebbe potuto anche e soltanto essere intesa la volontà di tranquillizzare la propria interlocutrice, concedendole di che avere a combattere quel crescente senso di colpa. Ma, in linea di principio, quelle medesime indicazioni non avrebbero neppure avuto a escludere la possibilità di un tesoro, ragione per la quale, in fondo, un po’ di speranza avrebbe potuto essere quietamente coltivata in tal senso, fosse anche e soltanto a non rendere completamente vano quel loro viaggio ove, alla fine, dello specchio non fosse stata trovata traccia alcuna.
« Davvero sei fiduciosa che sul fondo di un baratro idealmente senza fondo possa essere celato un grande tesoro...? E, soprattutto, possa esservi per noi l’occasione di recuperarlo e di riportarlo fino a Kriarya...?! » sorrise ora apparentemente divertita la donna dai capelli color del fuoco e dagli occhi color del ghiaccio, aggrottando appena la fronte « Cioè... ti ricordi verso dove ci stiamo dirigendo...?! »
« Disse la donna che viaggiava attraverso le dimensioni, con una sorella gemella in grado muoversi fra le realtà e il tempo del sogno come se fosse la cosa più semplice del mondo! » la provocò allora l’amica, ridacchiando appena verso di lei « Cioè... capisci l’assurdità della tua domanda...?! » soggiunse, scimmiottando il tono del suo ultimo interrogativo.
« Ti ricordi che bello era quando ancora mi portavi rispetto perché ti ricordavo Midda...? » replicò quindi la prima, inarcando un sopracciglio al di sotto del burqa, in un gesto che purtroppo non sarebbe risultato visibile attraverso la scura stoffa da lei indossata « Oh sì... era proprio bello! »
« Quando ancora non capivi la nostra lingua intendi...? » sorrise sorniona l’altra, con un’altra espressione che avrebbe finito per essere del tutto smarrita a causa del loro attuale travestimento.
« Oh... prova tu a continuare a rimbalzare da una dimensione all’altra senza neppure un accidenti di traduttore automatico a disposizione! » protestò Maddie, in riferimento alla tecnologia che era stata loro d’aiuto quando si erano spinti nello spazio profondo, a dare sostegno a Midda Bontor nella propria battaglia finale contro Anmel Mal Toise « E considera che io non sono mai stata particolarmente brava nell’apprendere le lingue, a differenza di mia sorella. Cara grazia, quindi, che sia riuscita a impararla... e a impararla basandomi soltanto sull’ascolto e l’intuizione. »
Quel confronto apparentemente polemico e litigioso fra le due, in verità, non avrebbe avuto a dover essere inteso qual tale. E, soprattutto, non avrebbe avuto a sottintendere alcuna avversione fra loro. Al contrario: tutto nasceva dalla volontà di H’Anel di scuotere Maddie trascinandola verso altri argomenti, in maniera tale che ella avesse a distrarsi dai propri pensieri, e da quei pensieri che, dopotutto, non avrebbero giovato a nulla, con buona pace di qualunque possibile senso di colpa.
E così, provocazione dopo provocazione, Maddie ebbe effettivamente a obliare i propri pensieri iniziali, ritrovando una certa, estemporaneamente perduta, leggerezza d’animo, ingrediente comunque fondamentale a permettere loro di affrontare una situazione altrimenti troppo negativa e potenzialmente letale da sopportare, soprattutto ove già dominati da pensieri negativi.
Perché, per così come giustamente ricordato dalla stessa donna dai capelli color del fuoco e dagli occhi color del ghiaccio, la loro meta finale, la destinazione di quel lungo, e a tratti noioso, viaggio, altro non avrebbe avuto a doversi intendere se non il cuore stesso del mondo secondo le credenze y’shalfiche...
... un luogo addentrarsi nel quale non sarebbe stato per nulla facile, ma uscire dal quale, peggio ancora, sarebbe stato impossibile.
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