11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 26 giugno 2022

4005

 

« E poi Midda ha qualche anno in più rispetto a te... » osservò Be’Wahr, in un’annotazione tanto corretta quanto del tutto priva di correlazione con il discorso corrente, là dove, certamente, la questione non avrebbe avuto a dover essere intesa in alcuna correlazione con la loro età.

Maddie apprezzò sinceramente, tuttavia, non soltanto quelle ultime parole, quant’anche tutte le precedenti, esplicite dell’impegno comune dei suoi amici a non permetterle di colpevolizzarsi in maniera del tutto gratuita così come, in fondo, si stava dimostrando particolarmente brava a fare. Sebbene ella fosse letteralmente piombata nelle loro vite in maniera del tutto improvvisa e inattesa circa cinque anni prima, essi si erano comunque impegnati ad accoglierla, a sostenerla, ad aiutarla, e, soprattutto, a darle una reale possibilità di integrazione nella loro realtà quotidiana, nelle loro vite e, chiaramente, anche nei loro cuori.
Quella non era stata la prima realtà da lei visitata dopo aver abbandonato la propria dimensione natale, eppure quella era stata la prima realtà nella quale ella non si era ritrovata immediatamente a confronto con una propria corrispettiva, quanto e piuttosto con i suoi amici, i suoi compagni d’arme. E questo, necessariamente, aveva cambiato la dinamica della cosa. Se, infatti, in altri mondi, il proprio punto focale era sempre stato quello di proteggere la propria altra se stessa e di aiutarla, ove fosse stato necessario, a sbloccare il proprio potenziale, esattamente così come era stato fatto anche per lei; in quel nuovo contesto, in quel nuovo scenario, ella aveva dovuto interfacciarsi con altre persone, e con altre persone già legate a Midda da vincoli di stima, di rispetto, di amicizia, di fratellanza: persone che, quindi, una volta compreso con chi avessero a che fare, non avevano avuto esitazione alcuna a riversare su di lei tutto ciò, nel contempo in cui a lei, parimenti, non stava venendo concessa alcuna opportunità per potare a termine il proprio lavoro, la propria missione, con buona pace del mandato ricevuto dalla fenice qual eredità del cammino di vita già reso proprio dalla sua defunta maestra d’arme.
Così Maddie era entrata a far parte della vita di Howe e di Be’Wahr, prima, e di H’Anel e di M’Eu, poco dopo. E così Maddie aveva avuto la possibilità di accogliere nella propria vita quelle persone, quelle persone meravigliose, che, forse, e per prime, ella avrebbe potuto definire qual propri amici, e quel genere di amici veri per i quali non avere alcuna esitazione a porre in giuoco la propria vita, se necessario. In tal senso, anche il suo coinvolgimento sentimentale con Be’Wahr, per così come poi aveva avuto occasione di svilupparsi, avrebbe avuto a doversi considerare quasi qual una conseguenza di tutto ciò: non una conseguenza diretta, ovviamente, non una conseguenza obbligata, assolutamente, e pur una conseguenza dell’amicizia prima fra loro venutasi a creare, e di quell’assoluta complicità fraterna che li aveva uniti, permettendole di superare ogni proprio freno inibitore in tal senso. E, del resto, tutto ciò fra loro due aveva avuto inizio dall’assunto esplicito di quanto quell’amore non avrebbe avuto a doversi fraintendere eterno, là dove, presto o tardi, ella avrebbe avuto a dover ripartire, a dover lasciare quel piano di realtà per andare oltre, per proseguire verso altri mondi, verso altre Maddie o Midda da salvare: ma anche tale pensiero non si era imposto qual freno a negare loro di vivere comunque quel momento nel presente, complice, del resto, non soltanto la loro amicizia, quant’anche la consapevolezza tutt’altro che banale di quanto, comunque, ogni momento per loro avrebbe potuto essere l’ultimo... con buona pace di ogni prospettiva futura, positiva o negativa che essa fosse.
Insomma: Maddie lì aveva trovato una nuova famiglia, una famiglia sicuramente diversa da quella che si era lasciata alle spalle, ma non per questo una famiglia per lei fraintendibile qual meno importante. Anzi. E in quella famiglia, così come quello stesso frangente stava dimostrando, ella avrebbe avuto sempre a trovare il sostegno necessario per far fronte a qualunque difficoltà, fisica, psicologica o emotiva.

« A costo di sembrare un’adolescente con gli occhietti a cuoricino, posso dirvi una cosa...?! » domandò, in un’espressione che gli altri non ebbero a comprendere, là dove facente riferimento a un contesto culturale per loro assolutamente sconosciuto, ragione per la quale molte espressioni interrogative ebbero a esserle offerte qual replica « Vi voglio bene. » scandì poi, sorridendo non senza un certo imbarazzo nello scandire quelle poche, semplici, e pur genuine parole, e quelle parole che, tuttavia, in quel momento avvertiva realmente il bisogno di condividere « Io vi voglio bene davvero, amici miei. »

Sebbene il sentimento d’affetto così da lei dichiarato non avesse certamente a dover essere inteso qual una sorpresa da nessuno, ove assolutamente condiviso e reciprocamente restituito; nella loro quotidianità, e in quella quotidianità troppo sovente contraddistinta da sangue eruttante, viscere sparse e ossa spappolate, che fosse in un campo di battaglia così come in contrasto a un qualche mostro mitologico, non avrebbe avuto a doversi considerare consueta una simile asserzione. E non, perché, per l’appunto, non avesse a corrispondere a un sentimento sincero, quanto e piuttosto perché, allorché essere espresso a parole, esso si poneva sancito nei fatti, nei gesti concreti, e in quei gesti che, obiettivamente, e con buona pace delle migliori parole, non avrebbero mai potuto mentire.
Ma per quanto, per l’appunto, sentir pronunciare quelle parole non avesse a potersi giudicare consueto fra loro, il vedersele in tal maniera donate da parte della loro amica non poté che essere apprezzato da tutti quanti, vedendo or timidi sorrisi aprirsi su tutti i loro volti, quasi con un certo, positivo imbarazzo.

« Ecco... questo non ricordo di averlo mai sentito dire da Midda. » osservò Howe, riprendendo voce dopo un istante di silenzio « Sicura di essere veramente una sua versione alternativa...?! » soggiunse, non potendo fare a meno di ironizzare, non sapendo francamente come reagire, là dove, con buona pace di quanto appena dichiarato, neppure lui avrebbe avuto a doversi considerare particolarmente abituato a simili esternazioni, neppure nei riguardi del proprio amico fraterno di una vita intera, Be’Wahr.
« Se non ve l’ha mai detto, probabilmente è perché non ve lo siete mai meritato... » ridacchiò H’Anel, non mancando di stuzzicare giocosamente l’amico, scuotendo il capo e avendo a interpretare la questione in termini un po’ diversi dai suoi.

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