Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
Scopri subito le Cronache di Midda!
www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
martedì 31 maggio 2011
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Avventura
026 - La canzone di Midda
« Eh, dai! » lo incalzò ella, levando le mani accanto alle proprie spalle, in un gesto volto a minimizzare la questione « Quante storie per un gruppo di debosciati… » lo canzonò « Hai già dimenticato tutti gli insegnamenti del capitano Mas Fergi riguardo a questa gentaglia? » tentò, quasi, di rigirare la questione, per essere, in tal modo, lei stessa a rimproverarlo.
« Assolutamente no… » scosse il capo, non potendo nuovamente negarsi un lieve sorriso al ricordo di quell'uomo, quel comune riferimento per lei e Midda, figura quasi paterna alla quale non avrebbero mai potuto negare tutta la propria riconoscenza « "La loro disperazione è palesata dall'idea stessa del tentativo di un abbordaggio!" » citò, con tono quasi solenne, nel rievocare le parole suggerite dall'amata « Purtroppo sono, paradossalmente, più grossi e più veloci rispetto a noi… e questo si pone a nostro svantaggio, trovandoci in mare aperto. »
« Se non possiamo sfuggire loro… » cercò, nuovamente, di ispirare le scelte del proprio compagno, lasciando volutamente la frase in sospeso e, in ciò, non rifiutando un tono maliziosamente carezzevole, quasi in quelle stesse parole dovesse essere ricercata una promessa in favore di un qualche momento d'intimità fra loro.
« … no… per favore… » provò a opporsi, scuotendo lievemente il capo, senza, tuttavia, porre in tal senso sufficiente convinzione tale da poter sostenere una posizione in contrasto a quella augurata dalla compagna « Non anche questa volta: rischiamo di diventare noiosi… »
« Ma noioso sarai tu con tutte le tue lamentele! » gli mostrò la punta della lingua, con fare simulatamente piccato in quel gesto scherzosamente infantile « Avanti, capitano. Dimostriamo anche a questi folli che cosa possa significare incrociare il proprio cammino con la Jol'Ange. » lo incalzò, stringendo i pugni innanzi a sé quasi a palesare la propria forza, la propria temerarietà, in totale indifferenza a quanto ogni barlume di saggia prudenza avrebbe suggerito loro in un tal frangente.
« Tarth… » sospirò Salge, levando lo sguardo al cielo con fare, ormai, decisamente arrendevole, conoscendola a sufficienza per essere certo di non poterle far mutare idea in alcun modo.
« Su… su… su… » sussurrò Midda, a stento trattenendosi dal saltellare quasi fosse ancora la bambina di un tempo, e stesse supplicando alla propria gemella il consenso a prendere parte a chissà quale giuoco, o marachella, da lei altresì non pienamente desiderata, apprezzata.
« E voi, razza di attaccabrighe che non siete altro, immagino che siate tutti d'accordo con lei… o no?! » sbraitò alfine, nel rivolgersi all'intero equipaggio, in quieta assenza della conclusione di quel dialogo e dell'ufficializzazione di una decisione già considerabile qual certa sin dal momento stesso in cui il loro secondo in comando, oltre che loro compagna, amica e sorella, aveva dimostrato tanta vivacità all'idea di un confronto con dei pirati.
Sei furono allora le voci che si unirono, spontaneamente, a generare un unico, energico coro che si impegnò a offrire in direzione del proprio capitano quella pur identica, forse prevedibile e pur ma mai retorica, risposta, in quella che, compatta e omogenea, si dimostrò essere la decisione di un equipaggio coeso e solido, saldo come e più di qualunque famiglia, in grazia e con la benedizione di tutti gli dei del mare.
E Salge Tresand, innanzi a tanta foga, a tanto comune entusiasmo, forse non generalmente diffuso nella medesima misura espressa dall'incontenibile euforia della propria amata, e pur ineccepibilmente riconoscibile qual tale, non poté fare altro che sospirare profondamente, scuotere appena il capo, e sorridere apertamente, ritrovandosi nel profondo del proprio animo grato a Tarth per avergli concesso uomini e donne sì fedeli e fidati da poterlo, necessariamente, commuovere se solo attorno a simile pensiero avesse indugiato troppo con il proprio intelletto.
« Che Tarth ci possa allora perdonare per essere tanto ingrati da voler rischiare nuovamente le nostre vite in questa follia… » gridò egli, a conclusione di ogni questione, di ogni discussione « Avanti, branco di lupi travestiti da agnelli: tutti ai posti di manovra! » lì incalzò, sovrastando qualsiasi suono, fosse esso del vento o dell'acqua, con la propria voce « Si va in scena… »
Così come, credo, avrete già avuto occasione di intuire nelle parole di Salge, tanto in direzione della propria amata, quanto rivolgendosi ai membri del proprio equipaggio, l'azione invocata da Midda, e pur giudicabile quasi ai confini della pazzia nell'audacia richiesta dalla medesima, non avrebbe potuto essere allora considerata qual inedita, reazione improvvisata, priva di strategia e pianificazione, all'allarme loro ipoteticamente imposto dall'avvistamento della nave di pirati. Al contrario: animati da un coraggio privo d'eguali, tanto nel confronto equipaggi di pur indomiti marinai, quanto, e persino, in quello di terribili predoni, e spronati, in tutto ciò, dall'irrefrenabile, inarrestabile e coinvolgente presenza della stessa Midda Bontor nelle loro schiere, nelle loro fila, gli uomini e le donne della Jol'Ange avevano più volte affrontato in maniera diretta, aperta, decisa, l'insidia loro imposta da un tanto negativo evento, da un sì spiacevole incontro, riportando, puntualmente ed esplicitamente dimostrato dal loro stesso essere ancora in vita, sol occasione di vittoria, di trionfo, in gloria a tutti i propri dei.
In ciò, senza ulteriori incertezze o possibili esitazioni, tutto l'equipaggio della Jol'Ange si preparò, fisicamente e psicologicamente, allo scontro, armandosi e riprendendo le proprie necessarie posizioni sul ponte della nave. Parimenti, senza particolare difficoltà o esigenza di specifico studio, Salge Tresand fece ruotare vorticosamente il timone della propria figlioletta adorata più e più volte, a invertirne la rotta e a imporle non tanto un'occasione di fuga, quanto, piuttosto, di rapida approssimazione alla nave avversaria. E ancora, senza concreta preoccupazione o necessità di intima predisposizione a una nuova lotta, con il proprio conseguente spargimento di sangue e, ove richiesto, l'eventuale imposizione di morte, Midda Bontor sorrise grata alla propria amata Thyres per averle concesso di vivere quella vita, di affrontare quelle avventure, di combattere quelle battaglie, per la conquista delle quali aveva sicuramente dovuto rinunciare a tanto, ma, in cambio, aveva anche concesso un senso pieno, concreto, assoluto al proprio stesso esistere, in una condizione tutt'altro che comune, che propria di chiunque al mondo.
« Sai, amor mio. » commentò la donna, ora ricorrendo a un tono più moderato, nel raggiungere il proprio compagno per riservarsi tale opportunità di colloquio diretto « In questi momenti mi domando sempre cosa possano star pensando di noi quei disgraziati. Chissà come ci stanno considerando. Folli? Temerari? Suicidi? O, magari, hanno intuito quanto li attende e si stanno già pentendo per la scelta compiuta in nostra opposizione? » ipotizzò, approfittando dell'occasione per schioccargli un giocoso bacio sulla guancia, quasi a ringraziamento per la scelta da lui compiuta in favore a quella strategia, all'attuazione di quel piano, per quanto, necessariamente, non privo di rischi per alcuno fra loro.
Una domanda, quella similmente formulata, che loro malgrado, in grazia di quando abitualmente definito qual senno di poi, non avrebbe dovuto essere giudicata sì retorica qual pur avrebbe potuto apparire in conseguenza del contesto quasi scherzoso nel quale essa era stata formulata, ove, dopotutto, realmente folli, o persino suicidi, tutti loro avrebbero potuto apparire in conseguenza di quella scelta, di quell'improvvisa inversione di rotta tale da portarli a invocare uno scontro diretto invece di una pur effimera speranza di fuga da qualsiasi battaglia, reazione altresì propria di qualunque nave, di qualunque equipaggio obbligato al confronto con la minaccia propria di una nave pirata. Purtroppo per la Jol'Ange, per il suo intero equipaggio, per Salge o, soprattutto, per Midda, infatti, quella nave di pirati, quell'ennesimo nemico forse troppo rapidamente giudicato del tutto pari a qualunque altro avversario già precedentemente affrontato e vinto nell'adottare una simile strategia, nel preferire ricercar la battaglia ancor prima di evadere dalla medesima, non avrebbe potuto essere ritenuto effettivamente tale, così come, entro breve, tutti ne presero spiacevolmente coscienza, con particolare riguardo per la stessa, futura Figlia di Marr'Mahew, che, in quello stesso giorno, si ritrovò coinvolta non tanto in una battaglia, quanto, piuttosto nell'inizio di una guerra della quale, per altri diciotto anni almeno, sino a oggi, non avrebbe più colto possibilità, speranza di conclusione.
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