Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
Scopri subito le Cronache di Midda!
www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte
News & Comunicazioni
E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
sabato 14 luglio 2018
2607
Avventura
051 - Giochi di guerra
Nel mentre in cui Lys’sh e Rula stavano preparandosi a prendere il largo, lungo la sponda settentrionale di quel medesimo lago avrebbero allora avuto a dover essere riconosciute le altre due componenti della loro squadra divisa a metà: Duva e Midda.
Esse, a dispetto di quanto ipotizzato dall’ofidiana, non avevano avuto la sua stessa fortunata intuizione volta a cercare un modo per attraversare il lago, in termini utili a permettere loro di risparmiare tempo ed energie. Una soluzione sicuramente intelligente, indubbiamente sensata, quella proposta e promossa da parte della giovane donna rettile, che pur, mai avrebbe avuto possibilità di essere perseguita da una figlia dei mari qual la donna dagli occhi color ghiaccio, ragione per la quale, allora, entrambe si erano limitate, semplicemente, a continuare nel proprio incedere lungo quel percorso alternativo, seguendo una via meno fantasiosa e, loro malgrado, più lunga.
Una lunga passeggiata, in condizioni certamente più piacevoli rispetto a quelle che le avevano vedute protagoniste sino a quel momento, prima nelle foreste, poi lungo le montagne, fu quindi quella che si offrì alla coppia di amiche, rivelandosi stranamente caratterizzata anche da una certa assenza di nuove insidie, di nuovi scontri, quasi, lì attorno, non avessero a dover essere riconosciute qual presenti nuove minacce, nuovi antagonisti pronti a pretendere le loro vite, in quella che avrebbe avuto a dover essere riconosciuta qual una straordinaria eccezione nel confronto con ogni altro angolo sino a quel momento da loro esplorato di quell’intero, bizzarro pianeta della guerra. Una possibile interpretazione, attorno a simile singolarità, avrebbe potuto essere forse ricercata nella scarsa presenza di ripari lungo tutta la costa del lago, scarsa presenza che, pertanto, avrebbe portato chiunque a esporsi eccessivamente a qualunque possibile insidia esterna, anche a una certa distanza: per tale ragione, quindi e probabilmente, i più dovevano chiaramente preferire altri percorsi, altri tragitti tali da escludere quella particolare tappa, per così come, altresì, alcuna delle quattro donne si era posta il problema di prendere in esame, concedendosi, in maniera fortunata, una straordinaria occasione di serenità.
E per quanto mai la Figlia di Marr’Mahew avrebbe potuto equivocare quel paesaggio qual gradevole o gradito, in una intima diffidenza verso quelle acque dolci, neppure ella avrebbe mai potuto negare la piacevolezza di quel momento e, più in generale, degli scenari propri di quel mondo, a confronto con i quali non avrebbe potuto ovviare a sentirsi decisamente più prossima a casa, al proprio pianeta natale, rispetto a qualunque altra esperienza, a qualunque altra ambientazione, avesse contraddistinto la sua vita, e le sue imprese, negli ultimi due anni…
« Dai… ammettilo. » tentò di incalzare l’amica, invitandola a confermare la sua opinione a tal riguardo « La confusione propria di pianeti tecn… tecnol… uff… » sbuffò, inciampando in quella parola, e nel suo particolare suono di difficile pronuncia « … come si dice?! »
« Tecnologicamente…? » ipotizzò Duva, non essendo effettivamente sicura di cosa avrebbe voluto dire l’amica, e, ciò non di meno, cercando di aiutarla, e di aiutarla senza critiche a confronto con simili, perdonabili errori, soprattutto nello sforzo di apprendere una nuova lingua alla sua non più fanciullesca età.
« Sì. Grazie! » annuì ella, cercando di riprendere il filo del discorso in tal modo interrotto « Dicevo che la confusione propria di pianeti tecnologicamente avanzati non può competere in alcun modo con la bellezza di un mondo incontaminato qual questo… con buona pace di tutte le comodità che pur li hanno a contraddistinguere. » sancì, con ferma convinzione nel merito della propria posizione.
« Disse la donna che quando entra nella doccia, non esce prima di almeno venti minuti buoni. » osservò, per tutta risposta, l’altra, scuotendo appena il capo nel rifiutare quell’ipotesi, confutata dalla realtà dei fatti « E che non meno di una volta alla settimana si accorcia i capelli, per mantenere quel taglio assolutamente antiestetico. » soggiunse poi, prendendo due esempi banali dell’uso, o dell’abuso, di tecnologia da parte della propria interlocutrice così pur apparentemente critica verso la stessa.
« Sarà antiestetico, ma, quantomeno, è estremamente pratico… » puntualizzò Midda, scuotendo il capo con un sorriso di quieta soddisfazione, nel ritenere di aver offerto un’argomentazione incontrovertibile « … e, comunque, ho anche un lunga cicatrice in volto e un braccio in meno che non addolciscono certamente la mia figura. » soggiunse poi, strizzando l’occhio sinistro con aria complice, a evidenziare quei propri difetti estetici difficilmente trascurabili anche a confronto con il proprio corto taglio di capelli.
« Ne abbiamo già parlato: se tu lo volessi, una protesi in pelle sintetica potrebbe fondamentalmente restituirti il tuo braccio destro, con tutte le proprie sensazioni tattili e la propria naturale eleganza. E per la cicatrice, sarebbe sufficiente un piccolo intervento di chirurgia plastica, assolutamente sicuro e privo di ogni controindicazione. » le rinfacciò l’amica, replicando in maniera puntuale ai punti da lei sollevati ed escludendo, in tal senso, qualunque reale limite fisico alla questione, a dispetto di quanto l’altra non volesse concedersi occasione di accettare « Ma tu non vuoi darmi retta… »
« Ti svelerò un segreto… » sorrise sorniona la prima, piegando appena il capo di lato con fare complice « Ho viaggiato sulle ali della fenice in più di un’occasione, e, te lo assicuro, se soltanto avessi voluto, ella avrebbe potuto rimettermi a nuovo senza neppure un intervento chirurgico! » dichiarò, senza alcuna ombra di dubbio a tal riguardo, ben consapevole degli straordinari poteri della Portatrice di Luce « Ma quelli che per te sono soltanto dei difetti da correggere, per quanto mi riguarda sono le testimonianze concrete della mia vita passata, dei miei fallimenti e delle mie sconfitte, promemoria importanti a non permettermi, in alcuna occasione, di dimenticare chi io sia, da dove venga e, soprattutto, cosa ho fatto, di giusto e di sbagliato, per giungere sino a qui. »
« Una visione estremamente romantica di un terribile sfregio sul tuo volto… » osservò Duva, simulando contrarietà a tale punto di vista, per quanto, in verità, ella stesse comprendendo perfettamente la questione e le sue ragioni, dopotutto sufficientemente prossima a lei, nella propria mentalità, nel proprio modo di agire, da non avere difficoltà a capire il perché di quella particolare presa di posizione.
« Se cancellassi questa cicatrice… se chiedessi alla fenice di restituirmi il mio braccio destro, e magari la possibilità di procreare, che mi è stata tolta praticamente nello stesso momento, nella stessa, terribile battaglia, probabilmente potrei essere una persona nuova, potrei immaginare di vivere una vita diversa da quella che vivo… ma, al tempo stesso, smarrirei la memoria di più di venti lunghi anni di conflitto in contrasto a mia sorella Nissa, con tutte le proprie motivazioni, per quanto giuste o sbagliate esse siano state. » dichiarò, storcendo appena i bordi delle proprie labbra verso il basso, a escludere qualunque volontà in direzione di una simile eventualità « E, sinceramente, non credo che tutto ciò mi renderebbe una persona migliore. Anzi… ho timore che, nel dimenticare il nostro passato, nel dimenticare i nostri errori, tutti noi potremmo essere destinati soltanto a ripeterli, con tutte le peggiori conseguenze a cui questo potrebbe condurci. »
« D’accordo… d’accordo… » annuì l’amica, con fare fintamente sostenuto, nel non volersi mostrare colpita da quelle parole, alle quali, pur, non avrebbe potuto offrire il minimo torto, non avrebbe potuto riconoscere il benché minimo errore « Quindi…? » incalzò poi, con un sorriso di giocosa sfida « Cosa c’entra tutto questo con quell’orrido taglio di capelli…?! »
« Ehy… a Be’Sihl piace! » protestò Midda, aggrottando la fronte con aria perplessa per quella critica alla propria acconciatura, per lei così straordinariamente comoda.
« A Be’Sihl piaci tu… e sicuramente ti amerebbe anche se tu decidessi di rasarti la testa tirando il cranio a lucido tanto da potercisi specchiare sopra! » puntualizzò Duva, correggendo l’affermazione dell’amica laddove, obiettivamente, tale asserzione non avrebbe potuto minimamente avvalorare la sua tesi « Senza contare che con quel davanzale che ti ritrovi, ha già a doversi considerare straordinario il fatto che sappia che tu ti sia tagliata i capelli… » soggiunse, non lasciandosi mancare un facile attacco gratuito alle dimensioni sproporzionate della sua circonferenza toracica, uno dei suoi grandi classici in quel genere di scherzosi battibecchi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento