Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
Scopri subito le Cronache di Midda!
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E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
sabato 14 settembre 2019
3033
Avventura
058 - Insieme
« L’impulso elettromagnetico può aver messo fuori uso i loro sistemi per qualche minuto, ma quelli sono dei caccia stellari di classe rapace e non è così facile fermarli. » dichiarò l’accusatore, senza concedersi particolari momenti di spiegazione a confronto con la propria sorpresa interlocutrice « Sarà meglio che tu e i tuoi amici riusciate a mettere fuori gioco gli altri piloti e copiloti prima di allora… o, questa volta, non avrò altri assi nella manica da giocare. »
Il ritorno in scena, in quei modi, e in quei termini, di Pitra Zafral, non avrebbe potuto ovviare a sorprendere la Figlia di Marr’Mahew, o coloro a loro più prossimi, e in grado, in ciò, di distinguere il volto dell’uomo, emerso in luogo a quello decisamente più massiccio del tauriano da lui, sino a un attimo prima, dimostrato qual proprio. Ma se pur, la sorpresa e la necessità di comprendere cosa diamine potesse star accadendo avrebbero avuto a dover essere riconosciuti dei forti incentivi da parte della donna guerriero a frenare i propri passi e a cercare un immediato confronto con quell’uomo; il pericolo rappresentato da quei tre caccia stellari, non soltanto per lei, quanto e piuttosto per tutti i propri amici, per tutti i propri compagni d’arme, per tutta la propria famiglia, fu un incentivo ancor maggiore, e utile, allora, a spronarla ad agire, e ad agire esattamente nella direzione da lui domandata, raccogliendo da terra la propria spada, là dove l’aveva lasciata cadere pocanzi, e rapida scavalcando le voragini a lei circostanti, per dirigersi, con passo deciso, verso i tre caccia, rimandando a dopo qualunque spiegazione…
« Howe, Be’Wahr, Duva, Lys’sh… a me! » invocò i propri amici e le proprie amiche, i propri primi compagni e le proprie prime compagne d’arme, fratelli e sorelle di ventura, richiamando a sé loro, e non altri, più per abitudine che per altro, e vedendo rispondere, in tal senso, a tal invito e, ancor più, a tal rapido avanzare, non soltanto da loro quattro, ma anche da altri quattro, fra cui, ovviamente, H’Anel e M’Eu, così come Maddie e Rula, che mai avrebbero permesso alla donna guerriero di avere a divertirsi da sola in quella sfida, e in quella sfida che, in grazia a eventi ancor non meglio compresi, era improvvisamente ritornata a essere piacevolmente equa nella propria occorrenza.
« Niente morti, Bontor! » la raccomandò la voce dell’accusatore, nel momento in cui ella ebbe a superarlo e a proseguire oltre, con funesto cipiglio che, allor, non avrebbe potuto ovviare a preoccupare il magistrato, forse decaduto nel proprio ruolo, forse espropriato della propria stessa identità, e, ciò non di meno, ancor fedele a quella legge che tanto a lungo aveva servito, e che mai avrebbe potuto tollerare di essere testimone inerme, o, peggio ancora, complice, di un omicidio… o, peggio ancora, di cinque omicidi.
« Avete sentito tutti l’accusatore?! » sorrise Midda, stringendosi fra le spalle « Niente morti… » riportò all’attenzione di tutti i propri compagni, ora quasi correndo verso i tre caccia, e verso quegli occupanti ora decisamente meno audaci rispetto a pocanzi, e contraddistinti, allor, da un’evidente preoccupazione per la propria salute, nel confronto con quell’assalto da direzioni multiple di parecchie persone tutt’altro che bonariamente motivate nei loro riguardi « … ma nulla ci vieta di cambiare loro i connotati, dopo tutto quello che ci hanno fatto passare! »
E laddove, una simile frase pronunciata dalla donna da dieci miliardi di crediti, non avrebbe potuto essere considerata di buon auspicio da parte di nessuno fra coloro lì a bordo dei caccia, l’evidenza di quanto, allora, le loro armi energetiche fossero state poste fuori gioco dall’impulso elettromagnetico, costrinse i cinque rimasti, in netta inferiorità numerica, a ritrovarsi con ben poche alternative, alternative fra le quali, allora, solo le due primordiali opportunità di reazione avrebbero potuto riservarsi un qualche, effettivo, ruolo: la lotta o la fuga. Ma giacché, per l’appunto, contro di loro avrebbe avuto a dover essere riconosciuta la donna da dieci miliardi di crediti, nonché tutti i propri amici, ponendoli, come se già la situazione non avesse a doversi riconoscere grave di per sé, in una posizione di spiacevole svantaggio; l’eventualità propria della lotta non avrebbe avuto a doversi fraintendere particolarmente motivante per loro… motivo per il quale, proprio malgrado, altro non ebbe a restare che la fuga, e la fuga che, in maniera a dir poco comica, tutti loro ebbero a cercare nell’unico fronte rimasto loro libero in quell’assalto, correndo confusamente verso il deserto e, in tal maniera, verso una salvezza ben difficile da poter effettivamente considerare tale.
Dimostrazione di quanto, loro malgrado, affidarsi a scelte primordiali, istintive se così si sarebbe potuto dire, avrebbe avuto a doversi considerare sempre un madornale errore. E un madornale errore nell’ordine di misura nel quale, se soltanto avessero avuto lucidità mentale sufficiente, quegli uomini non avrebbero ceduto al panico e si sarebbero limitati ad asserragliarsi all’interno dei propri stessi caccia, per aspettare il tempo utile ai sistemi per ritornare operativi e permettere loro di riguadagnare una posizione di dominanza…
« … razza di idioti! » rise, ben consapevole di ciò, Duva Nebiria, nel momento in cui, consapevole di quanto inutile sarebbe stato proseguire quell’inseguimento fra le sabbie del deserto, frenò i propri passi, scuotendo il capo « Francamente trovo a dir poco svilente l’idea che siano state persone così ad abbattere la nostra nave: la Kasta Hamina avrebbe meritato una fine decisamente più gloriosa. »
Ribaltata quindi, in pochi istanti, la situazione, e riportato il predominio della squadra di Midda rispetto agli avversari, il gruppo poté quindi piacevolmente ricompattarsi attorno a quei tre caccia, così da loro conquistati, per verificare di star tutti bene, per fare il punto della situazione e, soprattutto, per decidere nel merito del da farsi… e non soltanto in senso lato, ma, anche e soprattutto, in senso stretto, e nella direzione particolare di Pitra Zafral.
Un Pitra Zafral che, di principio, venne pressoché ignorato da Maddie e dal gruppo proveniente da Kofreya, ma che, altresì, non fu esattamente trascurato da parte dell’ex-equipaggio della Kasta Hamina, che troppo tempo aveva speso, negli ultimi mesi, se non anni, per sfuggire alla caccia che egli aveva sancito a loro discapito per poter credere in una mera coincidenza nella propria comparsa, lì in mezzo a loro, in quel preciso momento, a seguito dell’abbattimento del loro nave e, in tal senso, della quasi condanna su tutti loro imposta in quel violento attacco del quale erano stati oggetto qualche giorno prima.
E prima di chiunque altro, a mettere le mani al collo dell’accusatore, non furono né Midda né Duva, né Lys’sh né Rula, che pur, per storia personale, più di chiunque altro avrebbero potuto rifuggire all’idea di qualche particolare simpatia verso quell’uomo, quanto e piuttosto colui un tempo decisamente più pacato nei propri modi, nei propri approcci, e che pur, da qualche stagione, aveva veduto mutato il proprio carattere nell’identica radicale misura in cui aveva visto mutato il proprio taglio di capelli… Be’Sihl!
Lo shar’tiagho, un tempo quieto e bonario locandiere di Kriarya, l’uomo che, più di chiunque altro aveva dimostrato di saper attendere l’amore della propria vita, e il giorno in cui ella lo avrebbe mai accettato all’interno della sua, non ebbe a riservarsi esitazione alcuna, non nel confronto con la mole decisamente più imponente dell’accusatore, non nel confronto con il supposto aiuto che egli aveva loro appena offerto. E non appena la loro vittoria in contrasto ai tre caccia fu evidente, e ogni immediato pericolo scampato, egli ebbe a lasciar andare i propri figli solo per aver occasione di ripercorrere, rapidamente, i propri passi fino a raggiungere Pitra Zafral e, una volta a lui, menargli un violento montante dritto alla bocca dello stomaco, seguito da un gancio al volto, solo per proiettarlo in tal modo a terra e, montato di peso sul suo muscoloso petto, lì andare a stringere con forza le proprie mani attorno al suo collo, con quieta evidenza di non volergli riconoscere alcuna gratitudine, né, tantomeno, grazia.
Intento che, allora, fu anche ben esplicitato dalle parole che egli ebbe a ringhiargli contro, con funesta rabbia…
« Quali sono i tuoi piani, accusatore? » domandò, in termini a dir poco retorici nel considerare quanto, con quella morsa stretta attorno al proprio collo, ben difficile sarebbe stato per lui avere a offrire qualunque genere di replica a quell’interrogativo « Ci credi davvero così stupidi da credere che, improvvisamente, tu sia divenuto un nostro alleato e che tu non abbia il benché minimo ruolo in quanto è successo…?! E’ questo che pensi, dopo aver cercato di ucciderci…?! »
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