Ironico avrebbe avuto a dover essere considerato quanto l’unica conseguenza del tentativo di Curico di avere a liberarsi definitivamente dell’Erede ebbe a concretizzarsi nel vedere altresì rafforzarsi il sodalizio fra la stessa Midda Bontor e la Progenie della Fenice, con un netto mutamento, e un mutamento in positivo, del rapporto delle persone con lei e con i suoi alleati.
Colei che pur già prima, almeno formalmente, era stata indicata come un’alleata, pur, concretamente, non riuscendo effettivamente a essere apprezzata in quanto tale; a seguito di quei tragici eventi, che pur ebbero a costare la vita ad alcuni uomini e donne della Progenie, ebbe a liberarsi finalmente dell’aura dell’antagonista designata, iniziando a essere compresa, in fondo, per quanto anche ella era realmente: una semplice vittima delle circostanze. Dopotutto ella non aveva mai realmente voluto divenire l’Erede: non era stato quel desiderio a muovere i suoi passi alla ricerca della corona perduta di Anmel Mal Toise e, anzi, ella si era sempre, più o meno consapevolmente, ritrovata a opporsi ad Anmel Mal Toise ancor prima di essere cosciente del suo ritorno in circolazione. E benché, ovviamente, talune sfumature della realtà non avrebbero mai potuto essere apprezzate da alcuno, laddove ad alcuno sarebbe mai stata concessa la piena coscienza di tutta la folle complessità di quella vicenda, l’unanime approvazione che, alla fine, ella ebbe a vedersi riservata da parte dei capi della Progenie ebbe a dover essere considerata sufficiente per chiunque. Unanime approvazione della quale il critico Nu-Adre’gs ebbe pertanto a dimostrarsi chiave di volta.
Nei giorni seguenti a quegli eventi, quindi, tanto per Midda, quant’anche per i suoi alleati, ebbero a decadere ogni qual genere di restrizioni prima sussistenti, formali o sostanziali. E allorché ritrovarsi costretta a restare sepolta nelle profondità della terra, sostanzialmente prigioniera all’interno di una stanza pur priva di porte, ella poté concedersi la possibilità di muoversi liberamente senza, in conseguenza di ciò, avere a suscitare allarmi o ansie in alcuno. Ella e, ovviamente, anche Howe e Lys’sh accanto a lei. E persino la giovane ofidiana, inizialmente tanto apertamente osteggiata, ebbe a concedersi l’occasione di ritrovarsi a essere rivalutata nella propria presenza, non qual evidenza concreta della corruzione dell’animo di Midda Bontor, quanto e piuttosto semplice individuo, persona meritevole di rispetto o di critica soltanto per le proprie azioni e le proprie scelte, e non di certo per il proprio aspetto o la propria natura, al pari di chiunque altro.
E così, in un clima decisamente più disteso per tutti, non soltanto per Midda e i suoi amici, ma anche per gli stessi padroni di casa, i quali poterono concedersi, finalmente, la possibilità di non avere più necessariamente a temere per la propria stessa sopravvivenza, quasi un’intera settimana ebbe a trascorrere prima che Fenisadre tornasse, personalmente, a bussare alla porta della loro ospite, per informarla di quanto, forse, fossero giunti a una conclusione.
« Premesso che ha a restar valida l’importante considerazione riguardante quanto nessuno abbia mai avuto occasione anche e soltanto di immaginare qualcosa del genere prima d’oggi... » sottolineò Simesa, quando tutti e quattro tornarono a confronto con la Figlia di Marr’Mahew e i suoi due alleati « ... dovremmo essere stati in grado di definire il giusto processo per invertire la fusione occorsa fra te ed Anmel, estrapolando così i suoi poteri da te e, nuovamente, avendoli a imprigionare in un simulacro, entro il quale possano avere a tornare a riposare, speranzosamente, per qualche altro migliaio di anni. »
« Ossia ciò che stavamo sperando di ottenere. » sorrise la donna guerriero dagli occhi color del ghiaccio e dai capelli color del fuoco « Ottimo, no...?! »
« Sicuramente c’è un “ma”. » suggerì meno entusiastico Howe, presupponendo l’esistenza di qualche nota a margine di quell’annuncio, e qualche nota che, certamente, avrebbe avuto a sottintendere la possibile condanna a morte della stessa donna guerriero.
« E dai... non essere così cinico. » protestò Lys’sh, sperando che non avesse a dover essere inteso alcun “ma” a margine di tutto ciò.
« In effetti c’è un “ma”. » annuì purtroppo Raduz, tutt’altro che soddisfatto da ciò.
« Ecco. » lo indicò lo shar’tiagho, non senza una certa soddisfazione, volgendo lo sguardo in direzione della propria amata a rivendicare la correttezza della propria negatività.
« Il procedimento è qualcosa di assolutamente inedito e, ovviamente, non vi è per noi alcuna possibilità di avere a sperimentarlo prima di porlo in essere. Motivo per il quale non siamo in grado di prevedere con certezza che non avranno a esserci intoppi. » scandì Nu-Adre’gs, rammaricato nell’ammettere tale loro limite, e tale loro importante limite in tal senso.
« Che genere di intoppi...?! » domandò, prevedibilmente, l’ofidiana, non avendo a essere felice a confronto con quella prospettiva, e con la prospettiva di quanto, allora, Howe potesse aver ragione a temere per la sopravvivenza della sua sorellona.
« Impossibile a prevedersi con certezza. » negò il membro della Progenie della Fenice, scuotendo appena il capo « Diciamo che nel migliore dei casi il procedimento potrebbe non portare a nulla di concreto e tutto avrebbe a restare esattamente come è ora. »
« ... e nel peggiore dei casi...?! » insistette la giovane donna rettile, socchiudendo appena gli occhi quasi avesse a temere la risposta a quella domanda.
« Nel peggiore dei casi potremmo errare a discernere l’animo di Midda dal potere di Anmel, finendo per imprigionare all’interno del simulacro il primo anziché il secondo. » sospirò Fenisadre, chinando appena il capo con aria sconsolata.
« ... »
Un momento di silenzio ebbe a calare allora fra gli astanti, nel mentre in cui tutti si ritrovarono a cercare di rielaborare l’informazione così condivisa.
Un momento di silenzio che si ritrovò a essere interrotto, allora, dalla voce di Howe, impegnato, tuttavia, non a voler gratuitamente contrastare tutto quello, quanto e piuttosto a tentare di capirlo meglio, di circoscrivere in maniera adeguata quello scenario e le sue ragioni...
« Scusate... sarò sicuramente tonto io, e non dite a Be’Wahr che l’ho detto... » premesse, aggrottando appena la fronte « ... ma come potreste scambiare l’animo di Midda con il potere di Anmel?! Cioè... stiamo parlando di due cose differenti, mi pare. Non che voglia arrogarmi il diritto di capirne qualcosa... »
« Sì e no. » replicò allora non uno degli uomini o delle donne a capo della Progenie della Fenice, quanto e piuttosto la stessa Figlia di Marr’Mahew, sino ad allora rimasta in attento ascolto di tutto ciò « Il potere di Anmel, lo sappiamo, è dotato di una propria forte volontà, di una propria coscienza entro certi limiti e, sicuramente, di una propria autodeterminazione, al punto tale da essere riuscito a soggiogare molteplici menti, lasciandoci presumere, erroneamente, che si trattasse non del suo potere, quanto e piuttosto del suo stesso spirito. Un errore il nostro, tuttavia, fondamentalmente giustificabile, laddove, in buona sostanza, non vi è molta differenza fra il suo spirito e il suo potere. Ragione per la quale, tentando di avere a separarlo dal mio, si potrebbe finire per fraintendere la natura dell’uno o dell’altro, finendo per destinare a tale potere il mio corpo vuoto... e un corpo vuoto all’interno del quale potrebbe quindi restare l’unica coscienza esistente. »
« Quindi ci state dicendo che o tutto funziona bene, o nulla funziona, oppure avremo a perdere irrimediabilmente Midda e a ritrovarci nuovamente con Anmel Mal Toise in circolazione, e questa volta con pieno controllo su un corpo? Su questo stesso corpo...?! » domandò Howe, indicando, ovviamente, la figura della propria amica « Non mi pare esattamente qualcosa su cui avere a poter scommettere in sicurezza. »
« Sì. Questo... o qualunque soluzione intermedia. » confermò Simesa, con una smorfia in viso.
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