11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
il Diario - l'Arte

News & Comunicazioni

E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 5 dicembre 2021

3845

 

« Un problema non dissimile, seppur su scala maggiore, di quello che abbiamo anche qui in locanda, a ben vedere. » approfittò per intervenire anche Arasha, in qualità di attuale responsabile della gestione de “Alla signora della vita” « Comprendo che questo luogo sia vostro e abbia a doversi intendere vostro diritto destinarne gli spazi a usi privati... ma è già da un po’ che Seem e io stiamo faticando a far quadrare i conti, in conseguenza della quasi totale indisponibilità delle camere e, di conseguenza, di tutto il mancato introito conseguente. »
« Ar... » sussurrò il suo sposo, con disappunto a quella nota, e a quella nota da lei mossa in tal maniera in implicita critica verso le scelte compiute da Midda, nei confronti della quale egli non avrebbe potuto ovviare a provare ancora quel senso di reverenziale rispetto di quando, molti anni addietro, aveva prestato servizio al di lei fianco come suo scudiero... l’unico scudiero che ella avesse mai accettato nella propria vita.
« Non sto dicendo nulla di male, Seem. » si difese ella, scuotendo appena il capo « Se si desidera portare avanti l’attività della locanda in quanto tale, si devono avere degli spazi a disposizione. Altrimenti tanto varrebbe chiudere le porte e trasformarci in un’abitazione privata... » puntualizzò, non desiderando invero muovere critica a chicchessia quanto, e piuttosto, evidenziare un problema concreto, una realtà dei fatti, per poi dichiararsi pronta a seguire qualunque scelta chi avente diritto, ossia Midda e Be’Sihl in quanto proprietari, avrebbe voluto compiere a tal riguardo « Il che si può anche fare, beninteso. Basta essere chiari a tal riguardo. »
« Arasha ha ragione. » annuì la signora di Kriarya, non rifiutando quell’addebito « Così come, obiettivamente, anche Brote ha ragione. » sottolineò, a scanso di malintesi « E desidero chiedere scusa a entrambi per le mie mancanze in tal senso. » insistette, sincera a tal riguardo « Non che voglia essere una giustificazione da parte mia, ma sto ancora prendendo le misure in questo mio nuovo ruolo... e ci sono, sicuramente, molti aspetti dello stesso che ancor sfuggono al mio controllo. A incominciare, sicuramente, dalla gestione finanziaria della faccenda. Dopotutto, in passato, il mio solo interesse era quello di guadagnare il più possibile dalle mie imprese... e il mio massimo investimento è stato nel finanziamento della ricostruzione di questa stessa locanda... »
« ... dopo averle dato fuoco... » sottolineò con un sorriso divertito Be’Sihl, al suo fianco, non riuscendo a trattenersi dal ricordare quel piccolo, e pur non trascurabile, dettaglio.
« ... dopo averle dato fuoco. » annuì ella, trattenendo una risatina per quell’inciso da parte dell’amato, e per quell’inciso assolutamente corretto « Ciò non di meno, quello che ora state sostenendo è assolutamente corretto e legittimo: la forza lavoro deve essere adeguatamente compensata, sia all’interno di questa locanda, sia all’esterno. Qualunque forza lavoro... » ribadì, volgendo lo sguardo a Siggia e, in tal senso, offrendo implicito riferimento alla candidatura spontanea con la quale ella aveva suggerito il coinvolgimento suo e delle sue sorelle nell’opera di ampliamento della città « A meno di non voler scardinare completamente i paradigmi del nostro attuale sistema economico, basato sul denaro, dobbiamo assicurarci che chiunque presti servizio possa veder adeguatamente ricompensato tale servizio. E non con una paga minima, ma con quanto giusto e necessario per veder riconosciuto il suo impegno e, soprattutto, il suo merito... »
« Beh... per lo meno sei coerente. » osservò lord Brote, ammiccando verso di lei « Francamente non ricordo una sola missione in cui, tornando a casa, hai accettato soltanto il compenso accordato, senza avere a compiere creative moltiplicazioni sullo stesso al crescere della difficoltà. » rimembrò, in quelli che sembravano essere tempi così lontani da appartenere addirittura a un’altra vita.
« Per quanto riguarda la locanda, credo sia più che giusto che possa tornare a essere tale. » dichiarò pertanto, andando a incominciare l’analisi della questione dall’aspetto più piccolo, e a tutti loro più vicino « Di conseguenza, chi di noi vorrà continuare a soggiornare presso la locanda, dovrà iniziare a pagare la propria stanza. In caso contrario, sarà necessario individuare altre soluzioni in città... »
« Un approccio democratico che va a impattare per primo sulla propria famiglia... » commentò Rín, aggrottando appena la fronte innanzi a quelle parole, e a quelle parole così obiettivamente distanti da qualunque logica del mondo dal quale lei e Maddie provenivano, e da una realtà dominata da una corruzione totale dei valori, tale per cui, al contrario, il primo interesse di chiunque al potere sarebbe stato quello di ricorrere ai privilegi derivanti dal proprio ruolo per il bene proprio e della propria cerchia di amici « ... mi piace questa cosa. Per quanto non mancherà di inguaiarmi... »
« A chiunque svolga, o svolgerà, un servizio utile alla città, sarà ovviamente riconosciuto un adeguato compenso. A iniziare, necessariamente, da voi due... » continuò Midda, ora rivolgendosi in direzione di Korl e di Lora, i quali, a ben vedere, avrebbero avuto a doversi intendere, fra tutti, quelli meno abbisognanti di denaro, là dove, la loro particolare condizione di ritornati, rendeva per loro superfluo ogni genere di consumo, dalla necessità di nutrirsi a quella di dormire « Dopotutto, guadagnando denaro potrete spenderlo. E spendendo denaro potrete contribuire in maniera positiva all’economia della città. »
« E qui si apre comunque la spiacevole parentesi dei finanziamenti... » intervenne lord Brote, a non permettere che quell’aspetto della faccenda andasse ignorato « ... cioè: condivido perfettamente il tuo approccio e lo comprendo. Ma a oggi, in quel di Kriarya, non abbiamo mai avuto un qualche genere di tassazione. E a meno che tu non intenda iniziare a comportarti come i sovrani di Kofreya... »
« Tecnicamente non è vero quello che dici, vecchio amico mio. » puntualizzò ella, scuotendo il capo « Non era forse intensa essere come una tassazione, ma a tutti gli effetti i lord della città, fra i quali anche tu, richiedevano ai tutti coloro operanti all’interno dei propri territori di competenza una quota dei propri guadagni, al fine di potersi assicurare la benevolenza del signore stesso e la protezione da eventi avversi. »
« In altre parole un pizzo... » commentò Maddie, volgendosi verso la propria gemella, e quella gemella ormai un anno più vecchia di lei, differenza a confronto con la quale, ancora, non riusciva a sentirsi propriamente confidente.
« Eh già. » annuì Rín, levando gli occhi al cielo.
« Pizzo...?! » ripeté Be’Wahr, accanto alla propria amata Maddie, senza comprendere l’uso di quella parola in tal specifico contesto.
« E’ un termine gergale che si usa nel nostro mondo. » spiegò allora la versione alternativa della signora di Kriarya, a beneficio del proprio adorato biondo « Ci si riferisce a quella quota che la criminalità organizzata suole esigere dai negozianti, industriali e quant’altro al fine di godere della propria protezione in luogo a una meno gradevole avversione. Tecnicamente non è una cosa buona... anzi. »
« Non che le tasse vengano comunque viste in maniera positiva, anche nel nostro mondo. » puntualizzò tuttavia Rín, a scanso di equivoci « Anzi... chiunque ha la possibilità di evaderle o di eluderle, si ingegna al massimo in tal senso, dimostrando sovente un’incredibile creatività. »
« Comunque no... non intendo mettermi a esigere tasse dagli abitanti di Kriarya. » escluse categoricamente la nuova signora della città « Quello che gli ultimi accadimenti ci hanno dimostrato è quanto le persone che vivono entro queste mura sono decisamente più mature e consapevoli dell’importanza di appartenere a una comunità rispetto a quanto mai chiunque potrebbe pensare. E, in tal senso, io desidero che tale maturità e tale consapevolezza continuino a guidare in maniera positiva le loro azioni. » sancì, dimostrando indubbiamente una certa visione idealistica della propria capitale, e di quella capitale che nel resto di Kofreya e del mondo era riconosciuta come città del peccato « Dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di voler contribuire... non di dover contribuire. E, per questo, dobbiamo agire con la stessa massima trasparenza con la quale abbiamo agito sino a ora. »
« Quindi pensi di risolvere il problema delle paghe della forza lavoro impegnata in città con la beneficienza...?! » esitò Maddie, affascinata dall’approccio della propria versione autoctona e, ciò non di meno, incerta nel merito della solidità di una simile tesi.

Nessun commento: