« Certo… per poi scomparire dalla nostra vita solo perché forse vittima di un qualche senso di colpa proprio nei riguardi della Jol’Ange, in termini tali persino da spingerla a collaborare con la buonanima di lady Lavero al solo scopo di poter sfruttare le sue conoscenze per raccogliere informazioni più di dettaglio sulla sorte dell’equipaggio della stessa… » intervenne anche M’Eu, ridacchiando « Collaborazione che ha condotto non soltanto all’incendio della Biblioteca di Lysiath ma anche, e ancor peggio, al recupero della corona perduta della regina Anmel Mal Toise, con tutto ciò che poi ne è conseguito. »
« A parte che riferirsi a Lavero come “buonanima” mi pare quantomeno inopportuno, là dove fra lei e suo fratello Sarnico non so chi fosse peggio. » premesse la donna, aggrottando la fronte con aria di palese contrarietà « Ma poi… mi potete spiegare il senso di questo nuovo e poco simpatico gioco…?! » protestò verso tutti i presenti, e in particolare verso coloro che già si erano espressi in sua critica, nonché verso coloro i quali, certamente, stavano sol attendendo il proprio turno per prendere parola « Ho già ammesso che non era stato un periodo di scelte particolarmente felici, mi pare… »
Benché lady Lavero di Kirsnya, sorella maggiore di lord Sarnico, fosse stata colei in grazia alla lungimiranza della quale il gruppo dei quattro cavalieri aveva avuto ragion d’essere formato, tutt’altro che positiva avrebbe avuto a dover essere commemorato il ricordo di quella donna, e di quella donna che, degna succeditrice del proprio fratellino a capo del patrimonio di famiglia, si era dimostrata sufficientemente avida da bramare per se stessa il potere di Anmel Mal Toise, e quel potere a confronto con il quale, tuttavia, era stata poi orrendamente uccisa, per così come occorso a troppe, incaute, ospiti estemporanee di tale retaggio.
Non che si sarebbe potuta attribuire la diretta responsabilità di quanto accaduto in quegli ultimi lustri a quella sventurata figura, là dove, così come quel momento di giuoco a discapito della Figlia di Marr’Mahew stava dimostrando, già numerose e tutt’altro che apprezzabili avrebbero avuto a dover essere riconosciute le mosse errate della medesima donna guerriero in quei particolari anni. Ciò non di meno, neppur del tutto ignorabile avrebbe avuto a poter essere giudicato il suo contributo, volontario o meno, a quella faccenda, là dove, forse, senza di lei e senza la sua avidità, nulla di tutto quello sarebbe mai accaduto.
Ma se nulla fosse accaduto… cosa sarebbe mai stato di Midda Bontor…? Senza l’amicizia poi venutasi a creare con Carsa, con Howe e con Be’Wahr, ella avrebbe iniziato comunque ad aprirsi all’eventualità di approcciare alla vita in maniera diversa da come aveva fatto sino a quel momento…? E senza la minaccia impostale da Anmel Mal Toise, prima per tramite della sua gemella Nissa, e poi di altre ospiti, ella avrebbe mai avuto ragione di ampliare la propria conoscenza del mondo a sé circostante, dell’intero Creato, addirittura lasciando i confini del proprio pianeta per immergersi nelle vastità siderali…?!
Probabilmente no. E probabilmente ella si sarebbe ritrovata a proseguire la propria vita come sino a quel momento, con i propri alti e i propri bassi, con i propri successi e, ciò non di meno, con tutte le proprie pessime idee… e, probabilmente, nulla di tutto il suo attuale presente avrebbe avuto occasione di concretizzarsi. A partire dalla presenza delle sue sorelle Duva e Lys’sh, o dei suoi figli Tagae e Liagu; sino a giungere a chiunque altro lì presente a quel tavolo.
« … scelte che comunque ti hanno permesso di essere qui oggi insieme a noi. » volle quindi sottolineare Rín, con un quieto sorriso « E che hanno reciprocamente permesso a tutti noi di essere qui oggi insieme a te. » puntualizzò a scanso di fraintendimenti, là dove indubbio avrebbe avuto a doversi intendere il ruolo di fulcro da parte della donna guerriero nei riguardi di quell’eterogenea compagnia « Senza quei tuoi errori, probabilmente avresti vissuto una vita molto diversa da quella che poi hai vissuto. Ma, al tempo stesso, non avresti mai neppure avuto l’occasione di esprimere pienamente il tuo potenziale, e di radunare attorno a te tutti noi. »
Nóirín Mont-d'Orb, così come la sua gemella Madailéin prima di lei, aveva avuto occasione di peregrinare per qualche tempo nel multiverso, e di esplorare, in ciò, versioni alternative rispetto alla propria realtà di provenienza, così come, in fondo, anche quella era. Ella aveva avuto occasione di confrontarsi con altre Maddie e altre Midda, e di constatare l’esistenza di infinite sfumature diverse di quelle storie, alcune più simili fra loro, altre completamente diverse. E, in tutto questo, ella aveva avuto anche possibilità di apprezzare quanto il destino, inteso nel senso più fatalistico del termine, non avesse a poter essere riconosciuto esistente, là dove, in fondo, la realtà avrebbe avuto a dover essere considerata semplicemente qual la somma di un’infinità di scelte compiute da un’infinità di persone: scelte grandi o piccole, di poco conto o apparentemente importantissime, dalle quali non avrebbe potuto che derivare l’intero costrutto della realtà, e di una realtà
Da ciò, poi, interessante sarebbe stato lasciar derivare un’altra, non banale, considerazione. E una considerazione che avrebbe vanificato il senso stesso di quell’intero dialogo, di quell’ultimo botta e risposta fra Midda e tutti i suoi amichevoli detrattori: l’inesistenza, in senso lato, di giusto o di sbagliato. Ove, difatti, anche dalle più negative scelte non avrebbe potuto che essere riconosciuta derivante una positiva conseguenza, in qual maniera avrebbe potuto essere discriminata una decisione qual giusta o sbagliata…? Se sbagliato avesse avuto a dover essere considerato il ritiro di Midda dalla battaglia con la Confraternita del Tramonto, altrettanto sbagliata avrebbe avuto a doversi riconoscere l’ascesa del guercio qual nuovo El Abeb, e la liberazione di un’intera nazione dall’avverso e immeritato contesto proprio della Terra di Nessuno…? Se sbagliata avesse avuto a dover essere considerata la fuga di Midda fra i monti Rou’Farth, fra le braccia di Ma’Vret, sbagliata avrebbe avuto a dover essere parimenti considerata la presenza, a quello stesso tavolo, di H’Anel e di M’Eu, i quali proprio ispirati da lei avevano scelto di abbracciare l’altrimenti ignorato retaggio paterno in quanto avventurieri e mercenari…? Ma se sbagliata fosse stata la presenza di M’Eu a quel tavolo, altrettanto errata avrebbe avuto a doversi anche intendere la presenza di Siggia e delle sue duecento e quarantasette sorelle a Kriarya, allorché essere ancor imprigionate in quella realtà avvelenata e maledetta nella quale erano nate e cresciute, e nella quale avevano già vissuto per secoli…?!
« Io non credo sia giusto parlare di errori. » scosse il capo la versione alternativa di Nissa, con un quieto sorriso « Io credo si debba parlare di occasioni. E di occasioni che, colte in un certo modo allorché in altra maniera, hanno permesso a Midda di percorrere il complesso e non sempre scontato cammino di vita che ha concesso anche a tutti noi di conoscerla e di essere, oggi, qui presenti tutti insieme. In una situazione che, personalmente, non mi sentirei mai di definire qual “sbagliata”… anzi. »
E nessuno, a confronto con quell’argomentazione, ebbe a poter offrire replica in senso contrario. Con buona pace per quel “giuoco”, così quietamente stroncato, e con piena soddisfazione, e sincera gratitudine, da parte di Midda Bontor nei riguardi della gemella della propria versione alternativa, e di quella giovane che, chiaramente, avrebbe avuto a doversi intendere espressione del meglio di quanto anche sua sorella Nissa avrebbe avuto a poter offrire al mondo se soltanto le loro vite si fossero sviluppate in un diverso percorso.
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