11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

www.middaschronicles.com
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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 26 dicembre 2021

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« Duva! » protestò allora Midda, richiamando all’ordine l’amica sororale, non perché non condividesse le sue parole o il senso delle stesse, quanto e piuttosto perché allora ritenute inopportune, soprattutto a confronto con la presenza di Mera Ronae e di Namile, le quali avrebbero potuto non avere piacere a confrontarsi con un giudizio tanto severo a discapito della loro genitrice.
« Non ha detto nulla di sbagliato, zia... stai tranquilla. » scosse il capo Mera, con un sorriso tirato a confronto con tali parole « Dopotutto è soltanto la verità, no? »

Fra tutte le persone esistenti al mondo, probabilmente Midda sarebbe dovuta essere l’ultima a potersi dichiarare desiderosa di prendere le parti della propria gemella, dopo che per tutta la vita questa in altra direzione non si era impegnata se non nell’uccidere sistematicamente chiunque a lei vicino, per imporle ragione di sofferenza sopra ogni cosa e per trasformare la sua vita in un patimento costante, e un patimento prezzo del tradimento da Midda stessa impostole quando avrebbero potuto appena contare dieci primavere alle proprie spalle.
Ciò non di meno, in quel particolare momento, ella non poté che sentire esigenza di difendere la propria gemella, in una reazione del tutto ingiustificabile e ingiustificata, né a livello razionale, né tantomeno a livello emotivo, e che pur ebbe lì a dominarla, a confronto con le posizioni tanto critiche espresse sia da Duva, che dalle stesse Mera Ronae e Namile, sue figlie.

« Non dimentichiamoci che l’unico motivo per cui è tornata indietro è stata per colpa mia... e della mia incapacità a controllare i poteri della regina Anmel Mal Toise. E non dimentichiamoci che, in tal senso, ella è tornata a partire da un incubo in me suscitato da secondo-fra-tre, con l’unico obiettivo di tentare di uccidermi... anzi. Di ucciderci tutti quanti. » argomentò quindi la Figlia di Marr’Mahew, scuotendo appena il capo « Ignorare tutto ciò, e condannarla a prescindere per quanto compiuto, è un errore. Perché rimuove dal contesto un’importante variabile e, forse, la variabile che più di tutte potrebbe avere a definire il perché di quanto avvenuto. »
« Lo credi davvero...? » esitò dubbiosa Nami, aggrottando appena la fronte a quelle parole, nel dubbio che la zia stesse cercando in qualche maniera di rendere meno amaro quel boccone « Perché se lo credi davvero è un conto. Ma se lo stai dicendo soltanto per compiacerci, sappi che non c’è alcuna ragione di farlo... non siamo più due bambine. E non ci devi raccontare delle fiabe invece della verità dei fatti... »

Se da un lato Midda non avrebbe potuto ovviare a provare ragione di piacere personale nel non ritrovare più quelle due bambine, ormai ragazzine, qual terrorizzate a confronto con lei o, peggio ancora, a lei antagoniste; dall’altro lato l’idea che ciò potesse essere stato ottenuto, seppur indirettamente, ponendole in posizione critica o, peggio ancora, antagonista a discapito della propria gemella non avrebbe potuto che rattristarla, non rappresentando, certamente, ciò quanto da lei sperato o, in alcun modo, auspicato.
A confronto con la sua mente e il suo cuore, Mera Ronae e Namile, pur facendosi carico dei nomi di coloro che le avevano precedute, della loro nonna materna, madre di Midda e Nissa, e delle loro bisnonne, non avrebbero dovuto farsi carico del peso del loro passato, e di un passato tutt’altro che piacevole in particolare nella lunga, e distruttiva, faida venutasi a creare fra loro madre e loro zia. Ove, infatti, già tutt’altro che nitido avrebbe avuto a doversi riconoscere il profilo di quanto accaduto, e delle reciproche responsabilità, per Midda e Nissa, dietro a quella guerra protrattasi, letteralmente, per interi lustri, decenni addirittura, in termini tali da sollevare necessari dubbi a tal riguardo e, ancor più, sulla reale fondatezza di tanto, reciproco astio; indubbiamente assurdo sarebbe stato permettere a quel conflitto di avere a estendersi, in qualche misura, alle nuove generazioni, e, nella fattispecie, a Mera Ronae e a Namile, così come, parimenti, a Tagae o a Liagu. E nella stessa misura in cui la Figlia di Marr’Mahew non avrebbe potuto che essere lieta di vedere quei quattro cugini porsi fra loro in amicizia e spirito di fraternità; altrettanto ella non avrebbe potuto che dispiacersi nel cogliere una qualsivoglia animosità da parte delle figlie di sua sorella nei riguardi della loro genitrice...
... un astio che non avrebbe desiderato in alcuna maniera avesse a dimostrarsi, né tantomeno a provarsi.

« Lo credo davvero, Namile. » replicò pertanto, annuendo convinta verso di lei « Il fatto che fra me e vostra madre le cose abbiano assunto una brutta piega, per ragioni che dal nostro punto di vista avevano a ritenersi assolute, ma che difficilmente chiunque altro avrebbe potuto considerare tali; non deve in alcun modo giustificare da parte vostra un simile pregiudizio a discapito della vostra genitrice, soprattutto innanzi all’evidenza inoppugnabile del fatto che si sia sacrificata soltanto per voi... e per la vostra salvezza. » sancì, con tono fermo e serio nello scandire quelle parole « Il suo amore per voi, così come per il vostro compianto fratello maggiore, è stato capace di dimostrarsi più forte di qualunque odio da lei mai provato verso di me... al punto tale da permetterle di sconfiggere il controllo impostole da Anmel e da spingerla a uccidersi sulla lama della mia spada. Ella è morta con parole d’amore per voi due sulle labbra... e qualunque cosa abbia potuto pensare, o fare, di sbagliato al suo ritorno, non posso che essere fermamente convinta abbia a doversi intendere soltanto effetto del maleficio di secondo-fra-tre. »

Probabilmente nessuno fra i presenti, e non certamente Mera Ronae o Namile, si attendevano, in quel momento, una simile arringa da parte della donna guerriero in favore della propria gemella, e di quella gemella che da sempre, per lei, era stata l’incarnazione del concetto stesso di nemesi.
Ciò non di meno, allora, era esattamente quanto stava lì accadendo: Midda Bontor stava esprimendosi in parole di difesa in favore della propria gemella, in favore di Nissa Bontor, di colei responsabile per la morte di troppi suoi amici, oltre che di una vita intera per lei vissuta lontana da quanto pur avrebbe desiderato poter essere la sua vita, la sua quotidianità, come marinaio a bordo della Jol’Ange, lungo quelle vie del mare per esplorare le quali, dopotutto, tutto quanto aveva avuto inizio, e aveva avuto inizio con la sua fuga dalla casa dei loro genitori nel cuore della notte, per imbarcarsi, clandestina, a bordo di un mercantile in partenza.

« Non credo di essere mai stata più fiera di considerarmi tua sorella... amica mia. » sancì, a margine di quell’affermazione, Lys’sh, la quale, avendo appreso proprio da lei a ricercare nella moderazione un senso alla propria vita, non avrebbe potuto che approvare quella ricerca di moderazione da parte sua, seppur su un tema tanto delicato qual quello del suo rapporto con Nissa.
« Io sono francamente confusa... ma lungi da me volerti contraddire a tal riguardo. » asserì, altresì, Duva, la quale avrebbe trovato più semplice continuare a mantenere una posizione critica a discapito di Nissa, soprattutto dopo i funesti eventi dell’assedio di Lysiath, e, ciò non di meno, non desiderando negare all’amica la possibilità dell’ultima parola nel merito di una questione così personale come quella.

Mera Ronae e Namile, dal canto proprio, restarono per un momento a cavalcare in silenzio, nel ritrovarsi costrette a riflettere attorno a quanto allora loro proposto dalla zia.
E quando, alla fine, Mera ritrovò voce, la domanda alla quale diede corpo ebbe a potersi riconoscere scandita anche a titolo della propria gemella, la quale, se non fosse stata allora anticipata di un fugace attimo dall’altra, di certo non avrebbe mancato di esporla ella stessa...

« Quindi, se dovessimo rincontrare nostra madre, tu non ti schiererai necessariamente in suo contrasto...? » domandò, senza volontà critica o polemica a tal riguardo e, ciò non di meno, non potendo che riservarsi una chiara incertezza a tal riguardo.

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