Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.
Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!
Scopri subito le Cronache di Midda!
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E siamo a... QUATTROMILA!
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!
Grazie a tutti!
Sean, 18 giugno 2022
giovedì 18 aprile 2019
2884
Avventura
056 - Un oscuro ordito
Più di ogni altra riprova, a testimoniare la follia propria dei Progenitori o dei Primi Eredi, avrebbe infatti avuto a dover essere riconosciuto il loro stesso pianeta, quel mondo che, in sola conseguenza alla ricerca di un qualche diletto, essi avevano totalmente distrutto, annichilito così come alcun nemico avrebbe potuto arrivare a compiere. Laddove, dopotutto, quegli esseri erano arrivati a compiere qualcosa di tanto orrendo a discapito della loro stessa casa, al punto tale da prosciugarlo nella propria stessa energia vitale, e da estinguerlo nelle proprie stesse possibilità di vita, semplicemente palese avrebbe avuto a doversi giudicare la più assoluta indifferenza che essi avrebbero potuto riservarsi nei confronti di qualunque altro mondo, di qualunque altro pianeta, arrivando, quietamente, a estinguere intere civiltà soltanto per mera noia, per un capriccio del tutto privo di qualsivoglia possibilità di giustificazione. E se semplicemente palese avrebbe avuto a doversi riconoscere tale indifferenza, necessariamente obbligata avrebbe avuto a doversi ritenere, la necessità di schierarsi in contrasto a essi, a tutela non soltanto della propria semplice esistenza, e del proprio diritto a esistere, quanto e ancor più a protezione dell’intero Creato, e di quel Creato che tali creature di incomparabile potere avrebbero potuto quietamente annichilire, estinguere se soltanto non ci si fosse opposti in ogni modo, e con ogni mezzo, al loro ritorno.
« Rendendosi conto di quanto ormai il loro mondo fosse condannato, i Primi Eredi hanno cercato una nuova occasione di salvezza nel porre in stasi i propri corpi in diverse, enormi strutture sotterranee, là dove hanno riposato per millenni e forse ancora più, mentre l’universo intero proseguiva il proprio corso dimenticandosi di loro e dei Progenitori. » riprese e si avviò a conclusione, avendo ormai colmato il vuoto prima impropriamente creato nella propria narrazione « Ciò non di meno, quel sonno non è stato privo di conseguenze: non diversamente da quello di una baco all’interno della crisalide, in attesa di trasformarsi in farfalla, il quieto riposo dei Primi Eredi all’interno dei loro sarcofagi ha permesso a quell’antico e quasi dimenticato retaggio genetico dei Progenitori di riemergere, per restituire loro l’antico potere, quella forza divina in grado di creare, ma anche, e soprattutto, di distruggere. Ed è in essi che io sono incappata durante la mia fugace permanenza su quel pianeta ritenuto morto… e, tuttavia, al di sotto della propria superficie, più vivo che mai, vivo in termini tali da poter drammaticamente sancire la fine per tutti noi. »
« Ancora credo mi abbia a sfuggire il nocciolo della questione… » commentò Pitra Zafral, ancora una volta critico verso di lei, non comprendendo come, quel discorso, potesse effettivamente riguardarlo, anche nell’ipotesi in cui, eventualmente, avesse a poter considerare reale la pur minima parte di quanto da lei così narrato, e di quanto, obiettivamente, non più sensato rispetto a crederla originaria di un pianeta distante, di un mondo così lontano da non poter essere raggiunto in grazia neppure alla più potente fra tutte le navi stellari mai concepite « Perché sei qui in casa mia? Perché mi stai raccontando tutto questo? E, soprattutto, in che misura tutto questo dovrebbe mai convincermi ad abiurare al mio impegno nei riguardi dell’omni-governo e a sostenerti in un qualunque genere di moto sovversivo…?! »
Un’ottima domanda, quella posta dall’uomo, che in tal maniera fu riconosciuta anche dalla sua interlocutrice, in termini tali per cui, allora, sarebbe stato per lei necessario riprendere a mentire, e a mentire, come da sempre si era impegnata a compiere all’occorrenza, mischiando sapientemente verità e fantasia, in termini tali non da tentare di rinnegare l’evidenza dei fatti, o di celarla, quanto e piuttosto di mistificarla, confondendola insieme ad altri eventi, allo scopo di reinterpretarli nei termini per lei più opportuni, e più utili a poter essere, quindi, accettati da colui per il quale stavano, allora, venendo plasmati.
Da due verità reali, quali quella relativa all’esistenza della regina Anmel Mal Toise, e del suo oscuro impegno per la conquista del potere e per la distruzione del Creato, e quella relativa all’esistenza dei Progenitori, e della temibile minaccia da essi egualmente rappresentata per tutto ciò che esiste, ella avrebbe allora avuto a dover tentare di produrre un’unica, nuova verità fittizia utile a tentare di aprire la mente del proprio interlocutore sul problema più immediato, e a lui più vicino, in termini tali da concedergli una motivazione il più possibile razionale nel merito della necessità di una collaborazione fra loro, e di una collaborazione per ricercare la quale, allora, ella si era tanto arrischiata con lui, spingendosi sino all’interno del suo appartamento, e dell’appartamento dell’uomo che più, in quegli ultimi anni, si era dato da fare per catturarla e per consegnarla alla giustizia.
« Perché, purtroppo, uno dei Progenitori è sopravvissuto alla distruzione del sesto pianeta del sistema di Orlhun… e ho ottime ragioni per credere che sia giunto proprio qui, a Loicare, infiltrandosi all’interno del tuo amato omni-governo. » sancì la Figlia di Marr’Mahew, storcendo le labbra verso il basso a dimostrare tutta la propria contrarietà a quell’idea, nel confronto con quella prospettiva, e con la prospettiva di quanto ciò avrebbe potuto comportare per l’universo intero « In passato era conosciuta con il nome di Anmel Mal Toise, ma di colei che era un tempo nulla è rimasto, se non il suo spirito: uno spirito forte, uno spirito manipolatore, uno spirito vendicativo, deciso a compiere tutto quanto necessario per i propri scopi e pronta, in tal senso, a scatenare guerre in tutto l’universo per imporre il proprio volere, per conquistare una posizione di potere assoluta. » definì, in quella reinterpretazione delle origini della regina Anmel in termini che potessero essere più apprezzabili anche nel confronto con la mentalità razionale di un uomo come Pitra Zafral, per quanto, sicuramente e comunque, il discorso dei Progenitori non avesse a doversi fraintendere qual il più ovvio, il più banale possibile… anzi.
« Dici di avere ottime ragioni per credere che questa Anmel Mal Toise sia qui a Loicare… » ripeté egli, ancora una volta concedendole ipoteticamente il beneficio del dubbio, nel fingere di voler accettare per vera quella storia, salvo, tuttavia, subito tentare di porre evidenza sui punti più fragili, più deboli, più fallaci di tale vicenda « … come puoi sperare che io abbia davvero a crederlo? Dovrei basarmi sulla tua parola? Sulla tua semplice testimonianza?! E su una testimonianza non supportata da prova alcuna, dovrei istruire un processo a discapito del mio stesso omni-governo, per il sospetto che, al suo interno, possa celarsi… cosa…?!... chi…?!... il fantasma di un qualche dio oscuro?! » domandò, scuotendo vigorosamente il capo e, ora, alzandosi in piedi, a dimostrare tutto il proprio più chiaro rifiuto nel confronto con simile idea « Ti avevo sopravvalutata, Bontor. Credevo fossi una donna migliore rispetto a questo. Ma arrivare a ritenermi così stupido da credere a una storiella del genere, rende evidente quanto poco tu sia in grado di valutare i tuoi interlocutori… »
« Non ti sto chiedendo di istruire processi contro chicchessia. » escluse tuttavia ella, piegando appena il capo e mantenendo il proprio sguardo glaciale fisso su di lui « Né, tantomeno, di credere alla mia testimonianza prendendola per fede. » insistette, scuotendo il capo « Hai dato riprova di essere un uomo intelligente e capace, Pitra. E, per questo, quello che ti voglio invitare a fare è soltanto di porti quelle domande che, a oggi, non ti sei mai riservato occasione di porti. »
« … tipo?! »
« Come mai, fra tutte le donne che esistono nell’universo, uno fra i più importanti accusatori di Loicare è stato posto con tanta insistenza sulle mie tracce? E, ancora, perché dopo tanto impegno per catturarmi, i tuoi ordini sono stati quelli di impiegarmi come segugio dietro a una preda ancor diversa, come Reel Bannihil…? » propose ella, cercando di spingerlo, in tal senso, a riflettere, e a riflettere su quanto stesse allor accadendo attorno a lui, in termini nei quali, forse, non si era mai concesso di spendere neppure un istante del proprio tempo.
« Arrivi tardi, Bontor. » scosse il capo il nerboruto magistrato, concedendosi un lieve sorriso di soddisfazione nel confronto con quei due interrogativi, e quei due interrogativi che avrebbero dovuto fargli mutare idea sul proprio omni-governo « Forse tu e i tuoi amici non ve ne siete resi conto, ma mi hanno tolto già da tempo il vostro caso… o ti assicuro che, oggi, tutti voi sareste già rinchiusi in una qualche galera, allorché essere ancora liberi di venire a disturbarmi in casa mia! »
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