Che Korl Jenn’gs avesse perso un’ottima occasione per tacere, se ne rese conto immediatamente. E se ne rese conto ancor prima di cogliere, sul volto della propria interlocutrice, un’espressione trasparente di sconcerto e di imbarazzo, sconcerto e imbarazzo che, ben presto, ebbero a tradursi in irritazione, e più che giustificata irritazione a suo discapito.
Purtroppo ormai il danno era stato fatto, ed egli si era espresso nei suoi riguardi nel peggiore dei modi possibili. E nel peggiore dei modi possibili ebbe allora a reagire anche Lora. Non esplodendo nella propria ragionevole rabbia a suo discapito. Non colpendolo, fosse anche e soltanto con uno schiaffo. E neppure rispondendogli a tono.
No. Lora Gron’d non reagì in alcuno di simili modi.
Ella, piuttosto, si raggelò di colpo, negandogli ulteriormente il proprio interesse e la propria attenzione, quasi egli fosse morto ai suoi occhi. O, peggio, quasi egli non fosse mai esistito nella sua vita.
« ... »
D’istinto Korl avrebbe voluto rincorrerla, avrebbe voluto cercare di parlarle ancora una volta, di spiegarsi in altro modo. Ma, a confronto con tutto ciò, egli non poté fare altro che desiderare sprofondare nel terreno, tumulandosi sotto il peso della propria stupidità. E, in questo, tacque, certo che qualunque cosa avrebbe mai potuto tentare di dire in quel momento non avrebbe potuto far altro che peggiorare la situazione con lei.
Doveva avere pazienza. Doveva attendere il momento giusto, quando la rabbia le fosse passata ed ella si sarebbe offerta nuovamente pronta a interloquire con lui, a rivolgergli verbo e, soprattutto, ad ascoltare la sua voce, e quanto, allora, egli avrebbe avuto a poterle dire per tentare di scusarsi.
Un piano ragionevole, quello da lui così votato, ma che non aveva avuto a prevedere quanto, comunque, Lora Gron’d non desiderasse permettere alla propria furia di avere a scemare, per non concedersi l’opportunità di soprassedere su quelle parole così ingiuste a proprio discapito, nella superbia della quale si ponevano ammantate. E se, purtroppo per lui, una cosa avrebbe avuto a contraddistinguere irrimediabilmente la loro attuale condizione di non morti, tale sarebbe stata la loro incapacità a dormire la notte e, in questo, a permettere alla propria mente di ripulirsi dai propri pensieri, dalle proprie ansie o preoccupazioni, così come da qualunque altra emozione. Una caratteristica normalmente estremamente utile a permettergli di sfruttare anche le ore notturne per i propri progetti, per i propri studi. E, purtroppo, una caratteristica allor estremamente spiacevole laddove neppure l’eventualità di una bella dormita avrebbe potuto distrarre l’attenzione della feriniana dal conto in sospeso fra loro.
Un conto che, per quanto avrebbe potuto riguardarla, sarebbe anche potuto restare aperto sino alla fine dei tempi e anche oltre, per così come ebbe occasione di far ben comprendere al proprio ex-amico, quando egli tentò di tornare a parlarle, nell’aver già pazientemente atteso ben una settimana e nell’aver comunque constatato quanto nulla avesse avuto modo di mutare fra loro...
« Eddai, Lora! » protestò egli, nel momento in cui ella ebbe a ignorarlo, e a ignorarlo quasi fosse stato del tutto trasparente innanzi a lei « Dammi almeno la possibilità di spiegarmi! »
Niente. Trasparente egli era ai suoi occhi. Trasparente egli era rimasto ai suoi occhi.
Non senza un certo imbarazzo collettivo da parte di tutti coloro che, pur ignorando le ragioni di quel loro litigio, non avevano potuto fare a meno di constatarne gli effetti.
« Tutto bene, Korl...?! » ebbe a domandagli qualcuno, evidentemente immaginando che egli potesse aver bisogno di un qualche genere di sostegno emotivo a confronto con tutto ciò.
« Tutto bene. Tutto bene. » rispose ogni volta, limitandosi a scuotere il capo e a definire così conclusa la questione, non avendo certamente interesse alcuno di condividere, con terzi, i dettagli del loro diverbio.
Nel contempo di ciò, i lavori attorno a Nuova Korrynia non mancarono di procedere spediti.
E in tempi sempre straordinariamente brevi, anche il proposito di creare un’infrastruttura di telefonia fissa ebbe a tradursi in realtà. Se pur, almeno inizialmente, in una realtà squisitamente semplificata, laddove, in fondo, a nessuno sarebbe stato necessario ricorrere, di base, a quel “telefono”, se non, più che altro, per mera curiosità, vivendo tale innovazione tecnologica più qual un’attrazione circense che non, effettivamente, qualcosa di utile alla vita di tutti i giorni.
Discorso ben diverso, altresì, da quello che ebbe a riservarsi l’impianto di distribuzione del gas, e quell’impianto che, se da un lato non mancò di permettere a chiunque un’alternativa più comoda rispetto alle normali stufe e ai consueti caminetti, già non più impiegati in termini di riscaldamento, dall’altro lato ebbe anche a tradurre la notte in giorno in quel di Nuova Korrynia, per così come mai alcuno avrebbe potuto immaginare possibile in grazia di normali lampade o torce.
« ... certo. Sarebbe di gran lunga meglio se soltanto fossi stato in grado di ricavare, in qualche modo, l’energia elettrica. » ebbe a commentare con l’alcalde, la prima notte in cui Nuova Korrynia ebbe a risplendere della luce di qualche migliaio di fiamme sparse lungo ogni sua strada, senza contare tutte quelle all’interno delle varie abitazioni « Ma, accidenti a me, non ho ancora trovato un modo efficace di produrla né, tantomeno, un mezzo efficiente per immagazzinarla. E non si tratta semplicemente dell’assenza di idrargirio: è che proprio non ho le competenze specifiche che mi servirebbero in tal senso... e cercare di reingegnerizzare qualcosa partendo dal solo ricordo del funzionamento stessa non è facile... »
« Sei consapevole, vero, che una parte delle parole da te pronunciate sono risuonate del tutto prive di significato alle mie orecchie...?! » sorrise Balgi, scuotendo appena il capo « Credo proprio che certi discorsi dovresti farli con chi in grado di comprenderti... » soggiunse poi, in ovvio e non così implicito riferimento a Lora Gron’d, ovviamente assente in quel momento, come in ogni altra occasione pubblica precedente.
Come tanto Balgi quanto lo stesso Korl ben sapevano, da giorni, settimane ormai, la donna gatto aveva stabilito il proprio domicilio nell’ormai “vecchio” centro medico, quell’edificio che, ancora parte della vecchia Korrynia, aveva pur trovato in lei un’ottima responsabile, lì costantemente posta a disposizione di chiunque potesse aver bisogno di un aiuto. Una necessità di isolamento da Korl, la sua, che Lora Gron’d aveva così tradotto in un’apprezzabilissima virtù, e una virtù più che apprezzata da tutti in città, anche nel costante crescere, purtroppo, di incidenti, anche in conseguenza a quei nuovi stili di vita con i quali non tutti, ancora, avevano preso adeguatamente le misure.
In effetti, a ben vedere, non passava giorno senza che qualcuno non avesse bisogno di assistenza medica e senza che, in ciò, avesse a trovare proprio nella feriniana la propria prima interlocutrice. Non che, comunque, ella avesse a dover esser ancora fraintesa qual sola in un tale impegno.
Nel crescere della fama di Nuova Korrynia, del resto, molti erano stati coloro sopraggiunti, talvolta per curiosità, da altri villaggi o, persino, da qualche città, per constatare di persona cosa stesse lì accadendo. E molti, fra questi, avevano poi deciso di fermarsi lì, per contribuire, con il proprio lavoro, a tutto ciò. Un lavoro, il loro, che non sarebbe mai stato disprezzato. Non certamente ove contraddistinto da una qualche specializzazione di sorta, come i cerusici che ebbero a essere più che ben accetti, per l’appunto, all’interno tanto del “vecchio”, quanto del nuovo centro medico. Tanto quanto ove privo di particolare esperienza pregressa, nell’altrettanto sempre crescente richiesta di manodopera per tutti i cantieri aperti continuamente in città.
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