Che Midda non le stesse raccontando tutta la verità, apparve immediatamente chiaro a Nissa. Benché non si fossero frequentate in maniera particolarmente amichevole negli ultimi decenni, ella conosceva molto bene la propria gemella, e non avrebbe potuto credere neppure per un istante che, dietro all’attenzione e alla premura da lei dimostrata, e da lei dimostrata a margine di un tanto grave momento di crisi, avesse a doversi intendere semplice conseguenza di un qualche semplice e generico affettuoso interesse nei loro riguardi. Se ella avesse semplicemente raccomandato a Raska di vegliare sui propri figli, in termini generici e privi di particolare enfasi, forse l’ex-regina dei pirati avrebbe potuto accettare tale argomentazione come valida. Ma nel momento in cui la Figlia di Marr’Mahew si era impegnata a sottolineare l’importanza di proteggerli e, ancor più, di non permettere a nessuno di separarli, evidente avrebbe avuto a dover essere considerato un qualche segreto ancor ignoto a Nissa... e, forse, anche alla stessa Raska, che pur non aveva sollevato esitazione alcuna a confronto con una richiesta diretta dell’Ultima Moglie.
In effetti, facendo attenzione alla questione, Nissa non riuscì a rammentare neppure un solo istante in cui aveva avuto occasione di incontrare Tagae senza Liagu, vedendoli per la maggior parte del tempo intenti addirittura a tenersi per mano, se non, al limite, entro un paio di passi di distanza l’uno dall’altra, facendo ben attenzione non semplicemente a mantenere il contatto visivo reciproco, quanto e piuttosto a non distanziarsi eccessivamente, quasi da ciò avesse a dipendere la loro stessa sopravvivenza. Un dettaglio, quello, nel merito del quale, francamente, ella non si era mai concessa particolare ragione di attenzione sino a quel momento, ma che, in verità, non avrebbe potuto essere frainteso in alcuna maniera qual normale, né per due bambini, né per due fratelli... neppure fossero stati gemelli. E di ciò, obiettivamente, ella non avrebbe potuto ovviare a vantare una certa esperienza in prima persona, non soltanto per il proprio rapporto con Midda, ma anche in quanto madre di Meri e Nami, le quali, pur fra loro estremamente affezionate, non avrebbero avuto a doversi fraintendere così ossessivamente appiccicate l’una all’altra, da non potersi concedere neppure la possibilità di più di tre piedi di autonomia reciproca.
Cosa stava nascondendole la sua gemella a tal riguardo? Quale particolare verità avrebbe avuto a dover essere riconosciuta celata dietro a tutto ciò...?
Impossibile a comprendersi, impossibile a capirsi. E, ciò non di meno, indubbiamente qualcosa di importante. Di molto importante. Di mortalmente importante, se tanta premura la stessa Figlia di Marr’Mahew aveva voluto esprimere nella propria raccomandazione a Raska.
Purtroppo, ove Midda aveva chiaramente deciso di tenere per sé quella particolare questione, non soltanto inutile, ma addirittura dannosa e controproducente avrebbe avuto a dover essere considerata qualunque possibile insistenza da parte sua nel merito di tutto ciò, avendo a rischiare di ispirare sospetto e diffidenza nella sua stessa gemella, in una situazione che, in termini generali, Nissa non avrebbe potuto ignorare non poter avere già a gettare spiacevoli ombre a proprio stesso discapito. Perché se a così breve distanza dal proprio arrivo in città, e dal proprio ritorno nella vita della propria sorella, il suo uomo si ritrovava a sparire, venendo rapito senza un’apparente motivazione da un non meglio precisato avversario, tutt’altro che improbabile avrebbe avuto a potersi intendere il sospetto di un qualche coinvolgimento a tal riguardo da parte di colei che, del resto, in passato si era impegnata esplicitamente al solo scopo di avere a distruggere qualunque genere di affetto famigliare l’altra avesse mai avuto a ricercare. Insomma: soltanto un idiota si sarebbe negato la possibilità di mettere in relazione i due eventi e di giungere alla conclusione di una responsabilità esplicita di Nissa Bontor nella sparizione di Be’Sihl.
Purtroppo o per fortuna, a seconda di come si sarebbe potuto voler intendere il discorso, però, l’ex-nemesi dell’Ucciditrice di Dei avrebbe avuto a doversi effettivamente considerare del tutto estranea a ciò, per così come già dichiarato in quieta onestà all’attenzione della propria gemella. Motivo per il quale, con buona pace di ogni possibile curiosità, e di ogni possibile curiosità proprio nel merito dei due nipoti, ella avrebbe dovuto fare ben attenzione a ovviare a esporsi troppo a tal riguardo, sperando, oltretutto, che nulla avesse realmente ad avvenire loro, là dove, altrimenti, difficile sarebbe stato anche per la stessa Midda avere a crederle, malgrado ogni possibile dichiarato impegno a tal riguardo.
« Cerchiamo allora di raggiungere quanto prima Be’Sihl e di riportarlo presto a casa, in maniera tale che possano avere a riabbracciare entrambi i loro genitori magari prima dell’ora di cena... » sancì pertanto, con assoluta propositività, l’ex-regina di Rogautt, impegnandosi a credere a tutto ciò benché nulla di tutto ciò avesse a potersi razionalmente intendere qual credibile, e malgrado sicuramente anche la sua stessa gemella non avrebbe potuto ovviare a riconoscere.
E, in effetti, Midda non mancò di apprezzare quella scelta da parte di Nissa, comprendendola proprio qual tale: una scelta volta a cercare di mantenere quanto più possibile estranea a qualunque genere di ambiguità la propria personale posizione nei riguardi della sua famiglia, ovviando a dimostrare un qualche genere di scomodo interesse a tal proposito.
Non che, neppure per un istante, la Figlia di Marr’Mahew poté concedersi l’illusione di aver tanto banalmente convinto la propria interlocutrice: ritenere ciò avrebbe significato, quantomeno, voler insultare l’intelletto della medesima Nissa, se non, addirittura, il proprio stesso, per così come mai, obiettivamente, avrebbe avuto ragione di voler compiere. Accertato quanto, quindi, ella avesse mentito, e quanto la propria gemella avesse avuto il buon senso di accettare che ella potesse mentirle, Midda non avrebbe potuto che approvare il tacito compromesso così nuovamente riconfermato fra loro, a difesa di quella forse troppo fragile pace, e, ciò non di meno, di quella necessaria pace fra di loro, una tregua in assenza della quale a farne le spese sarebbero state soltanto le persone attorno a loro, in termini che alcuna delle due avrebbe desiderato avere ad accettare di sostenere... non nella consapevolezza di quanto, ormai, entrambe avessero allor soltanto a poter perdere da tutto ciò, ancor prima che guadagnare.
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