La Figlia di Marr’Mahew non era solita concedersi molte occasioni di sonno profondo.
Avendo vissuto una vita qual quella che ella aveva vissuto, e aveva vissuto per propria consapevole scelta, Midda Bontor si era abituata presto a concedersi sempre e comunque il sonno più leggero possibile. Anche perché, avesse avuto a indugiare eccessivamente in esso, avrebbe potuto anche rischiare di non avere più alcuna occasione utile a risvegliarsi, pagando a prezzo della propria stessa vita quel troppo profondo riposo. Dopotutto, nel corso della propria esistenza, e di quella avventurosa e folle esistenza, ella si era ritrovata costretta a riservarsi necessaria opportunità di riposo nelle situazioni più improbabili, e negli ambienti più avversi possibili, dai campi di battaglia alle cime ghiacciate dei monti, dalle avvelenate distese di terre vulcaniche a cripte dimenticate dalla Storia ma, non per questo, meno che ricolme di non morti. E si era sovente ritrovata costretta a riservarsi necessaria opportunità di riposo in solitaria, senza alcun compagno o compagna di ventura a cui potersi affidare per un qualche genere di turnazione.
Insomma: all’Ucciditrice di Dei, generalmente, non occorreva nulla di più della sensazione di un movimento attorno a lei per avere a riprendersi perfettamente, ponendosi immediatamente pronta alla pugna o al tenzone, per affrontare adeguatamente qualunque genere di minaccia le si fosse parata innanzi.
Eppure quella notte, in maniera del tutto inedita, ella si ritrovò a essere risvegliata, allorché risvegliarsi da sola, si vide posta in allarme anziché essere lei a dare l’allarme a tutto il gruppo. Certo: a propria discolpa, ella avrebbe potuto addurre il fatto che, proprio a tal fine, le desmairiane si erano organizzate in ben cinque turni di guardia da un’ora ciascuna per due persone, in maniera tale da consentire a tutte la maggior possibilità di riposo possibile, pur riservando proprio a lei una maggiore possibilità di sonno continuato, compensato anche dal fatto che, parimenti, la sua gemella Nissa, in quanto ritornata, non avrebbe avuto necessità alcuna di dormire... né, in effetti, avrebbe potuto farlo neppure avesse voluto. Ma al di là di tali pur condivisibili argomentazioni, ella non avrebbe mai voluto ritrovarsi a essere svegliata, a essere posta in allarme, perché ciò non avrebbe significato altro se non il fatto che, proprio malgrado, si era riservata una pericolosa opportunità di abbassare la guardia, per così come, in qualunque altro contesto, avrebbe potuto esserle letale. Tuttavia, e con buona pace di quanto ella avrebbe potuto desiderare, le cose andarono proprio in tal maniera, forse complice la stanchezza propria della lunga, lunghissima giornata precedente e di un’indubbia insufficienza di riposo nella notte... o, anzi, nella mattina passata. E così ella venne ricollegata alla realtà a sé circostante dal lieve tocco della mano della propria gemella sulla propria spalla sinistra, un contatto leggero a confronto con il quale, comunque, non mancò di aprire immediatamente gli occhi e di elaborare la situazione corrente, imprecando, nel profondo del proprio cuore, per tutto ciò.
« ... che accade...?! » scandì in un filo di voce, un alito appena udibile, di quelli che si era abituata a rendere propri anche in conseguenza della propria frequentazione con Har-Lys’sha, a confronto con il sensibilissimo udito della quale tutto ciò avrebbe avuto a potersi sicuramente già considerare un gran vociare.
Moderò i toni, la Figlia di Marr’Mahew, non tanto in conseguenza del dito indice della mano destra della propria gemella posto lungo la perpendicolare mediana delle labbra della stessa a richiederle di tacere, quanto e piuttosto in già sola conseguenza del fatto che, per l’appunto, la medesima Nissa la stesse allor risvegliando in quella maniera estremamente discreta allorché richiamandola verbalmente, chiara evidenza del fatto che, allora, sarebbe stato opportuno avere a minimizzare al massimo qualunque suono.
E se la sua voce non sarebbe stata praticamente udibile da orecchio umano, il movimento del suo labiale non mancò tuttavia di essere adeguatamente interpretato dalla stessa ex-regina dei pirati, la quale, per tutta replica, ebbe a risponderle in egual misura, muovendo le proprie labbra senza, in ciò, emettere il benché minimo fiato...
... esercizio tutt’altro che complesso per chi, come lei, neppur bisognosa di respirare e, anzi, quasi costretta a impegnarsi a farlo per poter, malgrado tutto, avere abitualmente una qualche opportunità di interrelazione.
« ... sono in quattro... forse più... » avvisò quindi, lasciando roteare il medesimo indice della destra a disegnare una piccola circonferenza parallela al suolo, a indicare quanto la minaccia avesse a doversi considerare tutta attorno a loro « ... e non sono umani... »
Nel loro mondo natale, già prima dell’avvento dei ritornati, non erano mai mancate creature non umane. Anzi: a tutti gli effetti, tale avrebbe avuto a dover essere considerata una peculiarità straordinaria propria del loro mondo nel confronto con altri mondi incontrati dalla stessa Figlia di Marr’Mahew nel corso del proprio peregrinaggio siderale, mondi nei quali, esclusa quella naturale e necessaria mescolanza conseguente agli stessi viaggi stellari, avrebbe avuto a doversi riconoscere originariamente una singola specie autoctona.
Benché, comunque, nel loro mondo non fossero quindi mancate da sempre altre specie, e specie non umane, la loro partecipazione attiva alla Storia, e alla Storia umana quantomeno, avrebbe avuto a doversi intendere comunque sufficientemente sporadica da mantenere la loro stessa esistenza entro i confini propri del mito, della leggenda, concedendo ai più un razionale dubbio nel merito della loro stessa esistenza. Equilibrio che, tuttavia, era venuto a infrangersi clamorosamente il giorno in cui, senza alcuna volontà in tal senso, Midda Bontor aveva riportato in vita tutti i propri antagonisti passati in grazia ai poteri della regina Anmel Mal Toise, all’epoca ancora sotto il suo controllo, dando origine, per l’appunto, ai ritornati. E se in migliaia, in decine di migliaia, addirittura, erano stati coloro ripresentatisi nel regno dei vivi magari anche a distanza di decenni dal giorno della propria morte, non tutti avrebbero avuto a doversi riconoscere necessariamente umani, avendo ella, in verità, avuto occasione di distribuire violenza e morte in maniera assolutamente democratica e non discriminatoria tanto fra gli uomini quanto fra color che, spesso e volentieri, all’epoca era solita considerare semplicemente qual mostri. E se a dozzine, a centinaia, erano stati i non umani caduti per sua mano, in ogni angolo del mondo, nel momento in cui ella li aveva riportati tutti indietro, e li aveva riportati tutti indietro all’interno dell’egualmente restaurata perduta Biblioteca di Lysiath, tutti loro non avevano poi avuto altra possibilità che permanere nei dintorni, spargendosi per lo più nelle province del regno di Kofreya e, per lo più, proprio fra Lysiath e Kriarya.
Il fatto, quindi, che nel cuore della notte quell’allarme potesse riguardare delle creature non umane avrebbe avuto a doversi giudicare tutt’altro che improbabile... e, tuttavia, anche espressione evidente di quanto, allora, la possibile minaccia loro così riservata avrebbe avuto a doversi intendere di natura ritornata. Con tutte le necessarie e ben note difficoltà che tali non morti avrebbero avuto a riservare loro a confronto con il possibile e necessario intento di eliminarli.
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