11 gennaio 2008 - 11 gennaio 2018: dieci anni con Midda's Chronicles!

Midda Bontor: donna guerriero per vocazione, mercenaria per professione.
In una realtà dove l'abilità nell'uso di un'arma può segnare la differenza fra la vita e la morte
e dove il valore di una persona si misura sul numero dei propri avversari uccisi,
ella vaga cercando sempre nuove sfide per offrire un senso alla propria esistenza.


Dall'11 gennaio 2008, ogni giorno un nuovo episodio,
un nuovo tassello ad ampliare il mosaico di un sempre più vasto universo fantastico...
... in ogni propria accezione!

Scopri subito le Cronache di Midda!

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E siamo a... QUATTROMILA!

Cioè... tecnicamente saremmo anche a molti di più (4.240) nel considerare anche le tre avventure del ciclo Reimaging Midda e tutti gli speciali. Ma conteggiamo solo i numeri della "serie regolare" e, ciò nonostante, arrivamento all'incredibile traguardo di QUATTROMILA pubblicazioni quotidiane!

Grazie a tutti!

Sean, 18 giugno 2022

domenica 20 gennaio 2019

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« Questa nostra realtà è purtroppo marcia nelle sue più profonde viscere… » rispose Zibi, storcendo appena le labbra in segno di disapprovazione « Benché i governi dei principali mondi si impongano all’opinione pubblica qual per lo più democratici, viviamo in un’epoca di devastante imperialismo, a confronto con il quale pochi sistemi tentano di dominare sulla maggior parte degli altri, imponendo leggi inique, vivendo nella corruzione, e sfruttando quelli che dovrebbero essere i caposaldi di un’ideale egualitario al solo scopo di creare differenze e divisioni, che abbiano ad avvantaggiare i pochi a discapito dei molti. » continuò, scuotendo appena il capo e poi, immediatamente, insistendo « Ma non è una questione di persone… sia chiaro. Non sto indicando come problema un qualunque attuale governo, giacché, per l’appunto, è questa nostra realtà a essere sbagliata. E’ il progressivo addormentarsi d’ogni coscienza a essere sbagliato. E’ l’imperante egoismo dei singoli, delle persone comune, tutti volti unicamente a ricercare il proprio arricchimento, la propria crescita personale, anche a discapito degli altri: laddove a qualcuno è offerta l’occasione di veder riconosciuto un qualche diritto, un qualche beneficio, già per lui posseduto, anche ad altri, ineluttabile sarà da parte sua una reazione di violento rifiuto, quasi come se tale diritto, tale beneficio riconosciuto ad altri avesse a eliminare il suo, a minare la sua concezione di realtà. Ed è proprio per questo che vi dico che questa nostra realtà è purtroppo marcia nelle sue più profonde viscere… »

Parole volte a palesare un’imprevista coscienza politica da parte di un uomo che, in buona sostanza, avrebbe avuto a doversi considerare il capo di un’organizzazione criminale, un ladro e un trafficante di morte, quelle che Lo Sfregiato ebbe così a condividere con i propri due amici, i propri due migliori collaboratori, che non poterono ovviare a sorprendere tanto Be’Sihl quanto e ancor più Lys’sh, la quale mai avrebbe potuto immaginare un simile livello di interessamento alla vita pubblica da parte di chi, per propria libera scelta, aveva sostanzialmente deciso di esiliarsi autonomamente da essa, dando vita a Casa e a quel piccolo mondo nascosto nelle foreste. Ciò non di meno, e, al contrario, forse ancor a maggior ragione, non avrebbe potuto essere ignorato l’interrogativo ancor privo di risposta dall’ofidiana pocanzi formulato, a cercare di comprendere in quale misura ella e il suo compagno d’armi potessero star collaborando, più o meno consapevolmente, con qualche grande piano proprio di Desmair e, soprattutto, in quali termini tale piano potesse avere a che fare con quanto allora egli poteva aver così introdotto, in quell’analisi socio-politica potenzialmente anche condivisibile, e, ciò non di meno, apparentemente estranea a temi che avrebbero avuto a doversi considerare abitualmente propri di quel brutale semidio, il quale qualunque cosa avrebbe potuto aversi a dover riconoscere ma, certamente, non minimamente interessato a temi di natura politica o sociale… anzi.
Così, a tentare di chiarirsi meglio le idee, l’ofidiana non poté negarsi occasione di insistere, e di insistere indirizzando maggiormente, in maniera speranzosamente discreta, il discorso verso Desmair e verso il ruolo che questi avrebbe dovuto riservarsi in tutto ciò…

« Chiedo venia… ma, pur non potendo in alcuna maniera ovviare a condividere questo discorso, mi sfugge in verità quale genere di ruolo potrebbe mai giocare questo individuo di grande carisma. » argomentò, prestando attenzione a non offrire evidenza alcuna di aver ben compreso che individuo fosse quello in questione e di avere più di una questione in sospeso con lui « Cioè… la questione, per così come la stai presentando, appare decisamente più complessa rispetto a quanto mai, un uomo da solo, potrebbe sperare di arrivare a sanare. »
« E, infatti, non è da solo. » confermò il primo, ammiccando con aria complice, a sottolineare quanto, in quella domanda, fosse implicita anche la sola risposta utile, e quella risposta volta a vedere, in effetti, tutti loro qual parte di quel piano e, ancora, tutti loro qual la dimostrazione pratica di quanto egli non sarebbe stato solo « E, a tutti gli effetti, non ha neppure a doversi considerare un uomo. » soggiunse poi, stringendosi divertito fra le spalle, a minimizzare tale dettaglio che pur, obiettivamente, non avrebbe potuto passare in sordina e che, allora, non passò in sordina.

Al di là, infatti, di quel tentativo di banalizzazione nel merito di quanto pur egli aveva asserito in grazia a quell’ultima affermazione, Be’Sihl non avrebbe potuto concedersi l’opportunità di restare ulteriormente in silenziosa disparte, non, quantomeno nel confronto con una tanto palese provocazione, e di una tanto palese provocazione volta a offrire un tanto chiaro riferimento in direzione del proprio nemico, di colui che non aveva potuto evitare di eleggere a propria nemesi dopo quanto da lui mosso a discapito della sua amata Midda Namile Bontor.
Così, benché allora avrebbe avuto a doversi riconoscere fondamentalmente pericoloso alterare la propria consueta apparente indifferenza nel porsi a confronto con simili questioni, egli non avrebbe mai potuto restarsene ancora una volta in laconica contemplazione degli sviluppi, ragione per la quale, prendendo parola, ebbe a intervenire domandando lumi nel merito di una tanto, disorientante, informazione…

« In che senso…? » domandò, in quell’interrogativo che avrebbe avuto, con scarsa dimostrazione di originali, a doversi riconoscere qual l’ennesima ripetizione di quanto, pur, la sua compagna stava continuando a provare a domandare, in termini a confronto con i quali, allora, non avrebbe avuto a doversi attendere risultati particolarmente diversi rispetto a quanto già scarsamente ottenuto da Lys’sh, soprattutto laddove non avesse meglio articolare il senso del proprio interrogativo « Cosa intendi dire con “non ha neppure a doversi considerare un uomo”? » insistette, aggrottando la fronte per dimostrare tutta la propria più sincera incapacità a comprendere una tale asserzione, sebbene, in verità, egli stava spiacevolmente temendo di aver compreso, e di aver compreso in misura maggiore rispetto a quanto mai non avrebbe avuto piacere a poter ammettere.

E, fra tutte le risposte che l’altro avrebbe potuto provare a proporre, quella che, allora, Lo Sfregiato non mancò di offrire in risposta al proprio collaboratore, ebbe a dimostrarsi quantomeno sorprendente, nell’aver a proporre esattamente le sole parole che mai Be’Sihl avrebbe potuto dichiarare in fede di avere ad attendersi in quel momento, benché, in effetti, nulla di tutto ciò avrebbe avuto a doversi considerare sostanzialmente sbagliato e, anzi, nell’avere a introdurre Desmair in simili parole, Zibi altro non avrebbe allor fatto che dimostrare quanto, dal proprio personale punto di vista, avrebbe potuto vantare una conoscenza, una consapevolezza, della verità in termini a confronto con i quali ben pochi, al suo posto, avrebbero potuto riservarsi egual confidenza. E non di una verità qualsiasi, ma della più sincera e profonda verità possibile nel merito dell’identità di Desmair, per così come, addirittura, difficile sarebbe stato accettare egli potesse scendere a patti con ciò, nell’avere a doversi considerare, in fondo, quanto di più estraneo, quanto di più distante, quanto di più folle possibile nel confronto con quello che avrebbe avuto a doversi comunque considerare il punto di vista di un uomo cresciuto nella più totale inconsapevolezza di dei, creature magiche o mitologiche, e quant’altro.
Ma, al di là di ogni possibile sorpresa, al di là di quanto, tutto quello, avrebbe necessariamente avuto a doversi considerare a dir poco disarmante, improbabile, per Be’Sihl, per Lys’sh, così come per qualunque altro eventuale ascoltatore, non che fossero lì presenti altri ascoltatori, le parole che egli ebbe a scandire in risposta all’interrogativo dello shar’tiagho avrebbero avuto a doversi riconoscere più che esplicite, in termini che, difficilmente, chiunque avrebbe potuto avere occasione di contestare o porre in dubbio…

« Beh.. semplicemente perché, appunto, non è un uomo. » dichiarò sorridendo Lo Sfregiato « Non a meno di non aver a voler includere all’interno di un’interpretazione molto ampia di tale parola, l’idea dello spirito di un semidio all’interno del corpo immortale di un uomo! »

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